Massoneria |
I principi massonici discendono dalle Costituzioni dei Liberi Muratori, redatte da James Anderson nel 1723, e le cui regole fondano la tradizione universale della Massoneria. Essi sono dunque principi, o norme ideali, che non possono essere messi in discussione o essere cambiati, pena l'uscita dalla tradizione stessa e dalla idealità massonica. Tra i vari principi e norme c'è quello che precetta la Massoneria e tutti i suoi affiliati all’estraneità rispetto alle questioni politiche o religiose. Non per questo la Massoneria è antipolitica e antireligiosa, ma solo che è separata da questi ambiti e per tale motivo nelle Logge è vietato discutere di religione, di politica, di affari economici della società civile. Tale principio è affermato con precisione fin dal suo sorgere e ricalca la stessa disposizione vigente nella Royal Society fino dal XVII secolo. Infatti, alcuni membri della Royal Society furono tra i fondatori nel 1717 della prima Gran Loggia[1], quella in seguito colloquialmente definita Premier Grand Lodge o Gran Loggia di Londra. Nel mondo massonico la Massoneria di cultura anglosassone prescrive con particolare severità che il Massone non debba trattare pubblicamente di questioni inerenti la politica e la religione nella veste di Massone, conservando la libertà di farlo nella veste di cittadino. Questa prescrizione non è affermata con uguale rigidità nelle Istituzioni massoniche di cultura non anglosassone, che hanno interpretato le Costituzioni massoniche in maniera diversa per motivi storici e culturali.
È difficile trattare della Massoneria in senso generale, come un tutt’uno, considerando che essa si esprime con diverse modalità organizzative e dottrinarie; tuttavia in essa si riscontrano alcune caratteristiche comuni a tutte le istituzioni massoniche mondiali, che possono essere sintetizzate nelle seguenti : 1) Il suo scopo ultimo è il miglioramento dell'uomo e dell'umanità. 2) L'istruzione del massone per mezzo di simboli basati sugli strumenti dei muratori. 3) L'accettazione in una Loggia attraverso una cerimonia di "iniziazione". 4) L'organizzazione di perfezionamento graduale, in cui i gradi di Apprendista Accettato o Ammesso (A.A.), Compagno di Mestiere (C.d.M.) e Maestro Muratore o Massone (M.M.) sono comuni a tutti i sistemi massonici. 5) Il suo carattere confidenziale e discreto, anche se in certi tempi e luoghi, si manifestò con modalità di segretezza.
La Massoneria promuove tra i suoi aderenti la ricerca incessante della verità per realizzare la fratellanza universale del genere umano. Attraverso i suoi affiliati finalizza la sua azione sul piano etico sviluppando i valori universali (lealtà, amicizia, fedeltà, sincerità, bontà, altruismo) della società umana e consolidando i propri ideali con l’astensione da ogni proposizione dogmatica o di fanatismo nello spirito di una tolleranza universale e quella materiale su progetti d’azione benefica nei confronti degli affiliati e, nella società civile, dei bisognosi.
Il valore principale perseguito in Massoneria è quello della Libertà e infatti tale parola (freedom) è presente nelle Costituzioni del 1723. Tant'è che requisito indispensabile per essere ammessi in Massoneria tra la fine del XVII secolo e l'inizio del XVIII è stato quello di essere uomini liberi (free-born)[2], non servi della gleba, non imprigionati o deportati a forza (bondman)[3]. La stessa denominazione "Liberi Muratori" (Freemasons) definisce chi lavorava in un cantiere di costruzione percependo una paga e non perché costretto. Nei tempi moderni il concetto di "libero" è sostanzialmente riferito alla libertà d'azione, nel senso di non subire la prigionia o condanne limitanti la libertà d'azione personale e/o nella società.
L’altro valore è quello dell’Uguaglianza e infatti nelle logge settecentesche erano bandite ogni differenze, apportatrici di disuguaglianze per motivi di censo, ceto e classe sociale, di etnia e di religione, anticipando nella pratica interna della loggia le prime forme di democrazia, poi teorizzate in modo più articolato dall'Illuminismo. Nella Loggia ogni affiliato è "uguale" agli altri e unica differenza è data dal grado massonico (A.A. – C.d:M. – M.M.), indicante il percorso di perfezionamento svolto.
La Tolleranza, anche se sempre attivamente praticata tra i Massoni, non appare come valore fondante della Massoneria nei primi decenni della sua affermazione; non casualmente questa parola non appare nel testo delle Costituzioni (1717). Solo quando i principi e i valori illuministici nei paesi di cultura occidentale, condizionarono il pensiero massonico, la Tolleranza assunse una maggiore importanza.