Appunti sul Concetto di Patria in MassoneriaLoris Durante |
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Quando si parla di “Patria” nel lessico ordinario, ci si riferisce al
“territorio abitato da un popolo e al quale ciascuno dei suoi componenti
sente di appartenere per nascita, lingua, cultura, storia e tradizioni”.
Ad un osservatore attento però, una contraddizione si evidenzia
immediatamente, l'idea di patria delimitata da confini geografici o
culturali, cozza con il “principio di Universalità” che è proprio degli
ideali massonici.
Ovvio che se un massone parla di patria ha in mente qualcosa di
diverso dall'ordinario, qualcosa al disopra dei distinguo geo-politici;
ma vediamo di capire meglio.
Durante la cerimonia d'iniziazione al grado di “Apprendista
Libero Muratore”, nella fase in cui il “bussante” si trova nel
“gabinetto di riflessione”, tra le “cose” che gli verranno proposte,
compare anche il dover rispondere per iscritto a tre domande
all'apparenza semplici, una di queste fa esplicito riferimento proprio
alla “patria”:
< D: che cosa dovete alla Patria?>.
Ovviamente a questa domanda quasi tutti rispondono in maniera
ordinaria, anche se mai banale, considerando appunto la Patria come
l'entità geo-politica d'appartenenza, la terra di nascita, il luogo
degli affetti... risposte congrue, sensate e quasi sempre accettate
dalla Loggia.
Con il tempo però, maturando le coscienze, lentamente ma
inesorabilmente, si farà strada nel Massone introdotto, una diversa
consapevolezza dei valori sino a quel punto dati per certi, una
rivisitazione di quanto si era accettato acriticamente fino a quel
momento, una diversa interpretazione di ciò che si era sempre dato per
scontato. E tale processo maturativo si evidenzierà
sopratutto con l'avanzare nei gradi successivi a partire da
quello di Compagno Libero Muratore, (la Massoneria, come sappiamo,
procede per gradi subentranti) e con l'acquisizione di una diversa
consapevolezza di se ottenuta anche grazie ad una nuova padronanza
nell'uso degli “strumenti” (simbolici) per lavorare su “se stessi”, che
la Massoneria mette a disposizione, (ad esempio lo studio delle “arti
liberali”: Grammatica, Logica, Retorica; Aritmetica, Geometria, Musica,
Astronomia, lo studio dei simboli, l'analisi delle ritualità, etc.),
tale percorso di crescita, porterà ad una seria rivisitazione dei
concetti prima supinamente accettati e, tra questi, quello di “Patria”.
L'etimo della
parola “patria” è mutuato dal latino, e significa “la terra dei Padri”,
ma quali sono i “Padri” per un Massone formato, per un Uomo che tende al
proprio miglioramento continuo e ad un universalismo positivo e
trascendente?
Essi sono i “grandi iniziati” della storia dell'umanità, i
Filosofi dell'antichità, i grandi pensatori che ci hanno condotto sulla
via del “progresso spirituale”, quello scientifico, etico ed artistico.
Sono i propositori della “ragione illuminata”, i “Maestri dello
spirito” e quelli delle religioni (questi sì troppo spesso male
interpretati); essi sono i veri Padri degli ideali e del sapere di ogni
iniziato massone, e ad ad essi si rifà la terra ed i confini della sua
Patria.
L' intera Sapienza dell'Umanità.
E questa è la “Terra dei Padri”.
E tra gli iniziati di grande valore, la Massoneria annovera anche
i Maestri d'Arte che formavano le maestranze nel Medio-evo e nel
Rinascimento, i quali a volte accettavano nelle loro “botteghe”, vere e
proprie scuole, ragazzi dotati, a volte nemmeno adolescenti, e li
trasformavano in Uomini e maestranze qualificate, garantendo loro un
futuro degno in un era ed in un contesto spesso ostile.
Interessante è un frammento di un manoscritto che ricordo di aver
letto a Vezelay nel lectorium dell'Abazia cluniacense
Sante-Marie-Madeleine, in Borgogna, ma di cui non sono in grado di dare
i riferimenti bibliografici: < non fù mio padre solo chi mi generò, ma
anche il mio Maestro, colui che mi allevò con benevola severità, che mi
assistette nella crescita del fisico e dell'anima, che mi diede l'Arte e
la dignità del Lavoro. Quello fu anche mio padre, perciò anche a Lui
debbo ogni cosa del mio esser Uomo>.
Ora, da questo diverso
angolo visuale, il quesito posto al iniziando
nel “Gabinetto di Riflessione”, acquisisce diverso spessore e
maggiore dignità; quella domanda che prima sembrava “non consona” al
contesto in cui era inserita (ci si trovava in un tumulo funerario e si
stava stilando un simbolico Testamento), diventa al improvviso una frase
chiave dai mille risvolti significativi.
< D: che cosa dovete alla Patria?>
anziché essere un input testamentario, diventa un “memento mori”,
un martellante stimolo al ben operare, un... “ricordati che hai un
dovere verso i tuoi Padri spirituali, verso la terra degli Uomini
iniziati nella quale tu hai scelto consapevolmente di ri-nascere, ...
ricordati che hai il “dovere” di essere migliore dei Giganti sulle cui
spalle sei salito, perché grazie a loro puoi guardare più lontano e più
in alto”...
Perché è certo, coloro che hanno scelto la strada massonica,
hanno un “dovere” da compiere, un lavoro da svolgere, seguire
l'insegnamento dei “Padri” della tradizione e, “quasi cursores”,
trasmettere la loro fiamma luminosa alle generazioni successive.
La Patria degli iniziati è Una ed Universale, travalica i confini
geo-politici, le differenze culturali e linguistiche, giunge fino ai
confini del universo conosciuto e permette a uomini di tutte le scuole
iniziatiche di tutte le razze e culture di riconoscersi Fratelli perché
figli degli stessi “Padri”, abitanti della stessa meravigliosa Terra.
Ora, lottare per la Patria acquisisce un altro significato; non
più confini geografici da difendere, ma confini “Etici”; non più nemici
esterni da neutralizzare ma barriera contro l'arroganza, il sopruso, la
tirannia, ma sopratutto il massone ha il dovere di combattere contro
l'ignoranza, ed il fanatismo.
Per dovere di completezza, debbo dire che la domanda sulla
patria, sostituisce una più antica domanda precedentemente usata nello
stesso contesto.
“D: che cosa deve l'uomo a Dio?”...
… inutile dire che
l'accenno a “Dio”, apre una
discussione complessa ed articolata, dibattuta da centinaia di anni tra
le colonne ed i templi delle tante Obbedienze, ... ma questo è altro
argomento.
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