Squadra, Compasso e Libro Sacro

Antonio Urzì Brancati

 

Una breve disamina della squadra, del compasso e dell’insieme da loro creato con il libro sacro sull’ara dei giuramenti. Sono tre elementi che, insieme, compongono i tre pilastri della loggia. E’ logico quindi esaminarli separatamente ed esaminarli tutti insieme. A ben considerare sono quattro gli elementi che dobbiamo esaminare. Oltre alla squadra, al compasso e al libro sacro vi è un altro elemento: l’ara o altare dei giuramenti. La differenza tra l’ara e gli altri tre elementi è che questi ultimi, oltre che separatamente, possono essere esaminati nel loro intreccio o nel loro complesso mentre l’ara non è nient’altro che il sito sul quale vengono posti gli altri simboli e che svolge solo la funzione di appropriato appoggio. Parliamo, comunque, per prima, di questo simbolo. L’ara è una parte del tempio. La parte che, da sempre, costituisce la base per contenere gli elementi che servono per realizzare il dialogo fra le cose terrene e le cose divine. In un primo tempo si appoggiavano all’ara gli oggetti del sacrificio agli Dei o al Dio. Sacrifici umani, sacrifici animali. Venivano costruite con scanalature atte a recepire il sangue che, necessariamente, sgorgava dalle vittime sacrificali. Venuta meno la pratica di sacrificare vite umane o animali agli Dei o al Dio, l’ara accolse incensi, profumi o altro che in buona sostanza stavano ad evidenziare, comunque, il rapporto tra la terra ed il cielo. L’ara, collocata nel tempio assumeva forme particolari e spesso veniva ornata con capitelli corinzi, il più elaborato tra gli stili architettonici, complemento anche della colonnina mozza posta sul trono del M.V. mentre gli stili dorico  e ionico ornano le colonnine rispettivamente del I° e del II° Sorvegliante. I Massoni adoperano l’ara per collocarci sopra gli altri tre simboli dei quali dobbiamo occuparci. Sembra però che la sua funzione sia limitata a contenere il solo libro sacro dal momento che spesso viene chiamata l’ara dei giuramenti. Il giuramento è un momento ed anche importante della ritualità massonica ma non è l’unico. Un giuramento fatto sul libro sacro è comunque più impegnativo.

Il libro sacro, la squadra ed il compasso costituiscono, come vi ho già detto, i tre pilastri della loggia. Sono quindi un simbolo completo, un simbolo, cioè, che da solo può condurre l’iniziato dalla terra al cielo. Ricordate il nostro Fratello Tallone. In una sua disamina dei simboli distingueva il simbolo incompleto, quello cioè che ci fornisce una visione limitata della scienza divina, dai simboli completi come, per esempio la Divina Commedia, che ci forniscono cioè la visione completa di ciò che desideriamo conoscere. Non possiamo però esaminare i nostri tre simboli nel significato che esprimono tutti e tre insieme se prima non li si esaminano singolarmente.

Esaminati singolarmente questi tre simboli esprimono il loro significato letterale, morale ed analogico. Esprimono il loro significato anagogico esaminati nel loro insieme.

La squadra: letteralmente, per noi Massoni, richiama lo strumento che i costruttori adoperavano per tracciar linee rette, precise. Serviva anche per tracciare angoli retti, il quadrato e se la si faceva girare tracciava anche delle croci. Croci latine o croci celtiche; croci pitagoriche o croci di sant’Andrea etc. Il significato morale è facilmente ricavabile dalla struttura stessa di tale strumento. La squadra ha due bracci che in Massoneria sono in proporzione di tre e quattro. Può quindi formare un rettangolo o un triangolo pitagorico con un angolo, cioè di 90°. In sostanza essa è accostabile a tutte le figure geometriche aventi angoli di 90° e quindi, dal punto di vista morale, è il simbolo dell’equilibrio, della rettitudine che deve possedere il Massone. Dal punto di vista analogico, essendo uno strumento fisso è inteso quale simbolo passivo, femminile, simbolo della materia, della terra.

Il compasso è uno strumento adoperato per tracciare linee curve. E’ uno strumento mobile e quindi attivo, maschile, simbolo del predomonio dell’intelletto ed infine simbolo del cielo. In Massoneria il compasso è usato con una apertura di 45°, un ottavo di grado del cerchio. In altri gradi iniziatici di alcuni riti ha un’apertura maggiore cioè di 60 o 90 gradi. La maggiore o minore apertura sta a significare la maggiore o minore possibilità di conoscenza che è possibile ottenere nel grado massonico frequentato. Il compasso viene spesso posto nelle mani di Dio, aperto a 90 o 180 gradi per simboleggiare il pensiero creatore. In Massoneria, in virtù della posizione che la squadra ed il compasso assumono nei vari gradi, si hanno significati diversi. E quì mi fermo per non rivelare agli apprendisti ed ai compagni ciò che loro già sanno. Considerando questi soli due elementi possiamo ben dire che la squadra ed il compasso rappresentano glielementi che dalla terra portano al cielo.

La terza colonna del Tempio è il libro sacro. Il libro sacro innazitutto è un libro con tutti i suoi significati sia letterali che morali. Come libro esso è un simbolo di scienza, di saggezza. In esso si raccoglie il sapere dell’umanità. Tale sapere è relativo se è riferito a profani è assoluto se riferito ad iniziati. Il sapere assoluto è contenuto nei  libri sacri. La simbologia del libro sacro è vastissima. Spesso il sapere sacro, il potere della conoscenza è rappresentato da un leone bibliofilo (come si vede p. es. nell’emblema della repubblica di Venezia). Nella relativa leggenda il Graal è spesso identificato con un libro. Nei tarocchi il Papa e la Papessa vengono indicati il papa con un libro aperto e la Papessa con un libro chiuso. Il libro aperto esibito dal Papa vuol significare la volontà ed il dovere di esternare al mondo profano la propria conoscenza. In genere significa però che l’uomo deve regolare la propria condotta secondo i suoi insegnamenti. Il libro sacro, in Massoneria, è un simbolo indispensabile. Non si può esser Massoni se non si ha una religiosità, anche personale. Il libro sacro, in Massoneria, a mio avviso, dovrebbe essere un libro bianco da riempire con ciò che ciascuno degli iniziati è in grado di conoscere. Esso, però, viene spesso individuato nel libro religioso appartenente alla tradizione del luogo in cui sorge la Loggia. Si ha così la Bibbia se la Loggia sorge in un paese a tradizione cattolica; il vecchio testamento per i paesi cristiani non cattolici; la Torah se la Loggia sorge in un paese a tradizione ebraica; il Corano in un un paese Musulmano e così via. Spesso vengono adoperati diversi libri sacri  o il libro bianco se la Loggia ospita Fratelli di diversa religione insieme a Fratelli di nessuna religione rivelata. Sotto questo aspetto io, personalmente, non mi pongo il problema. E vi spiego il perchè. Non ho difficoltà a manifestare la mia religiosità e la mia non appartenenza ad alcuna religione rivelata. Ritengo però che tutte le religioni rivelate derivino in primo luogo dalla religiosità insita in quasi tutti gli uomini e in secondo luogo dalla esigenza di adattare la religiosità in modo che essa fornisca al popolo cui si riferisce la regole sia per raggiungere la vera conoscenza sia, in ogni caso, per vivere in armonia con gli altri esseri che compongono la società cui si appartiene. I libri sacri, quindi, contengono sia le verità assolute, e queste non possono essere che comuni a tutti gli uomini, sia le regole di comportamento, diverse per ciascun essere cui il libro sacro si riferisce. Queste ultime regole insieme alle regole che i possessori della verità sacra impongono per determinare, accrescere o conservare il loro potere vengono da me considerate come regole umane, regole contingenti e pertanto da non esaminare al fine del conseguimento della verità. Vi sono altri elementi di cui è opportuno parlare. La squadra ed il compasso sono sovramessi e non sottomessi al libro sacro. Ciò fa nascere varie considerazioni. A noi giova solo osservare che non vi è sottomisione della mente o del corpo allo spirito. Anzi, per raggiungere ciò che ci può dire lo spirito occorre partire dal corpo e dalla elaborazione che fa la mente delle sue osservazioni. Altra  considerazione: il Rebisi di Basilio Valentino è rappresentato da un individuo a due teste che regge in una mano una squadra e nell’altra il compasso. In alchimia il Rebis sostituisce il libro sacro. Entrambi pervengono allo stesso risultato, all’androginia. Altra considerazione ancora: In loggia i lavori si aprono quando il M.V. ordina al primo sorvegliante di aprire il libro sacro e di disporre su di esso la squadra ed il compasso e si chiudono quando l’ordine è il contario. In sostanza i lavori iniziano quando tutto è messo in ordine e finiscono quando l’ordine è nascosto. Un’ultima considerazione; ultima perchè il tempo è limitato e non perchè non se ne possono fare altre. Il libro della legge Sacra dice al Massone che il suo piano di lavoro è tracciato dall’alto verso il basso. Senza il verbo divino qualsiasi lavoro potrebbe risultare alla fine molto traballante.

Tutto ciò che vi ho detto fino a questo momento non sono solo delle semplici esercitazioni. I simboli bisogna conoscerli singolarmente si si vogliono adoperare nel loro insieme.

Squadra, compasso e libro sacro sono tre simboli che se adoperati insieme ci conducono alla divinità. Essi simboleggiano il corpo, l’intelletto e lo spirito. Il corpo contiene l’essenza divina; l’intelletto adopera saggiamente gli strumenti esistenti nel cosmo; lo spirito attraverso gli strumenti adoperati saggiamente accompagna l’essenza divina nel suo viaggio verso l’alto che si conclude nel momento in cui l’essenza divina che è in ciascuno di noi, torna a ricongiungersi con ciò da cui si era staccata per manifestare nella dimensione in cui ci troviamo in questa vita. E’ quest’ultima l’interpretazione anagogica dei tre simboli adoperati all’unisono. Il viaggio da me accennato è stato meravigliosamente descritto, in chiave alchemica, da Fulcanelli, nel “Mistero delle Cattedrali”. Desidero concludere questa mia breve chiacchierata con le sue parole: “vediamo la materia prima dell’opera espressa simbolicamente da un libro ora aperto, ora chiuso, secondo che essa sia stata lavorata o appena estratta dalla miniera. Talvolt quando questo libro è raffigurato chiuso, indicando così la sostanza minerale grezza, non è raro vederlo anche sigillato da sette bande; sono il segno delle sette operazioni successive che permettono di aprirlo poichè ciascuna di esse spezza uno dei sigilli di chiusura. Tale è il gran libro della natura, che racchiude nelle sue pagine la rivelazione delle scienze  profane e quelle dei misteri sacri. E’ un libro dallo stile semplice, di facile lettura, a condizione, però, che si sappia dove trovarlo, cosa assai difficile, e che, soprattutto, lo si sappia aprire, cosa ancora più laboriosa”.
 
   
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