Antonio D'Alonzo

Ermetismo

 

L’Ermetismo è nato ad Alessandria d’Egitto, fiorente città e  autentico laboratorio culturale, crocevia delle principali correnti filosofiche e religiose eredi della gnosi ellenica, ebraica e cristiana. L’Ermetismo deriva il suo nome dal mitico fondatore Ermete Trismegisto, identificato già da Erodoto con l’Hermes greco e con il Thot egizio. Nell’Egitto dei Tolomei, all’inizio del II sec. a.C., tale epiteto rendeva l’idea di «Megistos kai, megistos theos, megas hermes», vale a dire «grandissimo e grandissimo dio, grande Hermes» o, più brevemente, «Hermes, tre volte grandissimo», appunto Ermete Trismegisto.  Quella letteratura greca- forse tradotta dall’egizio- che afferma di essere la dottrina del dio Thot, il primo Hermes e dei suoi discepoli, viene appunto chiamata «Hermetica». Le opere filosofiche dell’Ermetismo, composte in epoche diverse, non contengono una dottrina organica e coerente.  Il racconto della formazione del cosmo negli hermetica appare segnato da due caratteristiche fondamentali. Anzitutto, il succedersi dei diversi stadi è inserito in una sorta di scenario di fondo, costituito dalla costante compresenza dei contrari: Luce-Tenebra, Vuoto-Pieno, Spirito-Materia, Vita-Morte. In secondo luogo si trova una certa difficoltà a collocarli in una chiara dimensione temporale. In alcuni hermetica, l’opposizione tra corpo e Anima è totale: l’Anima è prigioniera di un corpo debole e tiranno, che la trascina con impeto violento nel turbinio delle passioni. L’unica via di salvezza è la fuga da tutto ciò che è materiale. In altri testi ermetici, l’opposizione è più sfumata. In tutti gli hermetica, comunque, emerge il vero scopo dell’esistenza: la Gnosi, la Conoscenza, cui l’Iniziato può tendere sulla terra contro l’«ignoranza», madre di tutti i vizi, che lo vincola alla tirannia del corpo e delle passioni. La Gnosi è molto più che una facoltà conoscitiva; essa non dipende totalmente dalle facoltà dell’uomo, ma Dio ne fa dono a chi davvero sa cercarla e accoglierla. La Gnosi è visione delle cose in Dio e consapevolezza della Verità fondamentale. L’origine divina nell’Uomo è chiaramente affermata nella Tradizione Ermetica: l’Anthropos (l’Uomo Primordiale, l’Adam Kadmon della Cabbala)- creato a immagine e somiglianza di Dio, a tal punto che Dio se innamora come del proprio riflesso- ha come fine ultimo di diventare Dio. L’uomo ha una doppia natura: una propriamente spirituale e divina, l’altra materiale e terrestre. In virtù della prima egli è in qualche modo simile a Dio, unito agli dei da un legame di parentela. Così un famoso passo del Corpus Hermeticum: «L’uomo è un essere vivente divino, non comparabile agli altri esseri viventi terrestri, ma simile a quelli del Cielo chiamati dei. Anzi, l’uomo che è chiamato uomo è ancora al di sopra degli dei, o almeno vi è parità di potere tra loro. Infatti nessuno degli dei celesti scenderà sulla terra, abbandonando il confine del Cielo, l’uomo invece sale al Cielo e lo misura, sa che cosa nel Cielo si trova in alto e che cosa in basso, e apprende anche tutte le cose esattamente. Per di più non deve lasciare la terra per accedere alle altezze del Cielo: di tale misura è la sua grandezza. Bisogna dunque osare dire che l’uomo terreno è un dio mortale  e che il dio celeste è un uomo immortale».  

 

                                                                                                                              

   

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