Antonio D'Alonzo La Luna |
Il simbolismo della Luna
si manifesta in correlazione con quello del
Sole. I suoi due caratteri fondamentali derivano
dal fatto che la Luna è priva di luce propria e
non è che un riflesso del Sole, dall’altra dal
fatto che Essa attraversa fasi diverse e cambia
forma. La mutevolezza periodica richiama
l’associazione simbolica con il Femminile, le
Maree e la Ciclicità delle Stagioni. La Luna è
simbolo della mutazione che cresce, decresce,
scompare, riappare nella sua pienezza alla
stessa stregua delle Maree e delle Piante. Del
resto, non è un caso che nel neolitico la donna
sia stata la prima a prendersi cura delle piante
alimentari, mentre l’uomo si dedicava
prevalentemente alla caccia. La Luna rappresenta
anche il tempo che passa, il divenire che si
misura attraverso le sue fasi attive e regolari.
Se il Sole rappresenta la Forza, la Stabilità,
l’Eternità, il Maschile (lo Yang del Tao), la
Luna rinvia alla Flessibilità, alla Metamorfosi,
al Divenire, al Femminile (Yin del Tao). Il
Femminile è da sempre elemento ambivalente,
com’è evidente nel simbolismo lunare, dove una
faccia del pianeta è illuminata e l’altra rimane
oscura. Per questo carattere ambivalente- al
contrario del simbolismo solare in cui tutti i
lati sono uguali- la Luna è considerata come una
porta aperta sul mondo sublunare, punto di
passaggio tra il regno della luce, fuori della
caverna platonica, e quello delle tenebre
demoniache. La
sponsa,
ossia la Luna, ammalia e suscita timore; Essa è
una tenera amante, ma può anche essere
terribile, secondo il profilo sotto cui si
mostra. Ecco perché la magia è da sempre messa
in connessione con l’eclissi e la Luna piena:
per agire sulla realtà deve essere possibile il
cambiamento regolato dai cicli naturali. C. G.
Jung ricorda che lo stesso Agostino considerava
la Luna come un’immagine della stoltezza e della
volubilità delle creature che appartengono al
mondo della corruzione:
«il sole determina
costanza e
saggezza, mentre la luna
causa mutamento e stoltezza
(inclusa la pazzia)». Sole e Luna diventano
dunque simboli contrapposti rispettivamente
della sostanzialità e della trasmutazione. La
Luna simboleggia anche l’Inconscio ed è
interessante costatare come, nei Tarocchi (XVIII
Arcano Maggiore), rappresenti lo sprofondamento
dello Spirito nella materia, ma anche
l’ammaestramento attraverso il dolore, le
illusioni, gli inganni, le trappole, gli
smarrimenti (O Wirth). Nel Tempio Massonico, la
Luna contrapposta al Sole, richiama proprio
questi significati, che ovviamente rinviano alla
Nigredo,
all’Opera al Nero, la prima delle tre fasi
alchemiche in cui il metallo muore e rinasce
come Oro. Nigredo, simbolismo lunare, Gabinetto
delle Riflessioni: si tratta sempre dello stesso
significato simbolico. Così Plutarco:
«La Luna è la dimora degli
uomini buoni dopo la morte. Essi vi conducono
una vita che non è né divina, né beata, ma
tuttavia esente da preoccupazioni fino alla loro
seconda morte.
L’uomo infatti deve morire
due volte».
Colui che ha «occhi per vedere ed orecchie per
sentire» intenderà la «prima morte», di cui
parla Plutarco, come la «morte metafisica» o
«morte iniziatica». Nell’Iniziazione, infatti,
per poter «nascere» si deve prima «morire».