Antonio D'Alonzo I Metalli |
La spoliazione dei metalli è un rito
iniziatico molto antico, che si collega al carattere impuro ad
essi attribuito. È un rito che ritroviamo accostato al mito
della dea babilonese Ishtar, costretta durante la discesa agli
inferi, a deporre uno dopo l’altro i suoi ornamenti per superare
i sette sbarramenti, prima di apparire- spogliata di tutto-
davanti alla sorella, la terribile sovrana del regno dei morti.
Da questo mito, probabilmente, ha origine la spoliazione dei
metalli nel Rito d’Iniziazione Massonica, in cui il candidato è
invitato a spogliarsi dei suoi metalli (monete, anelli, catene,
orologio, braccialetti) prima di sottoporsi all’Iniziazione.
Quest’ultima deve essere considerata come una Seconda Nascita,
in cui l’Iniziando abbandona per sempre il suo stato profano per
entrare nel
Grande Reale (il
Grande Reale è la dimensione metafisica del Risveglio,
dell'Illuminazione Iniziatica).
Lo stato profano- come scrive René Guénon- è una condizione
d’ignoranza. Soltanto con l’Iniziazione, l’uomo può riuscire ad
incamminarsi verso la Verità. Con il Rito d’Iniziazione,
l’Apprendista inizia il cammino spirituale: completare il
percorso e perfezionarsi esotericamente dipende
soltanto da lui, dalla sua volontà
e determinazione. La spoliazione dei metalli rappresenta
contemporaneamente: a) la nudità spirituale con cui il profano
si accinge a superare le prove iniziatiche, b) il suo distacco
da ogni bene materiale, da ogni convenzione, c) la volontà di
recuperare l’innocenza originaria. Nel mito biblico della
Caduta, l’uomo è nudo e privo di metalli: eppure non prova
vergogna del suo stato. Soltanto dopo la Caduta, l’uomo ricorre
ai metalli per ricoprire il proprio corpo e per affrontare il
Mondo: raggiungere lo Stato Iniziatico significa riscoprire la
purezza originaria. Nella Tradizione i metalli sono simbolo
d’impurità: non a caso l’alchimia si propone di estrarne il
Soffio: la fusione dei metalli è equiparabile alla morte, il
Soffio estratto rappresenta la virtù, lo Spirito del metallo.
Ritroviamo l’aspetto impuro di essi, anche nell’interdizione del
metallo nella costruzione del Tempio di Salomone. L’interdizione
riguarda soprattutto il ferro, perché com’è indicato nella
dottrina indiana dei cicli cosmici (yuga), esiste una gerarchia
discendente di simboli metallici rispetto alla solidificazione,
all’indurimento progressivo delle ere del Mondo. Il ciclo della
manifestazione cosmica attraversa quattro fasi di decadenza e
corruzione spirituale: si passa dall’Età dell’Oro, all’Età
dell’Argento, a quella del Bronzo ed infine a quella del Ferro
(l’Età Oscura, il Kali-Yuga, in cui la Conoscenza è
quasi del tutto dimenticata).
Ogni metallo è associato ad un pianeta: piombo = Saturno; stagno
= Giove; ferro = Marte; rame = Venere; mercurio = Mercurio;
argento = Luna; oro = Sole. Tuttavia, l’oro posseduto dal
profano prima della spoliazione deve essere considerato un
metallo volgare e non certamente l’oro Solare di cui parla
l’Astrologia Tradizionale. L’oro profano per diventare Solare
deve essere sottoposto a sua volta alla trasmutazione alchemica:
in pratica una sorta d’Iniziazione per i metalli.