Antonio D'Alonzo

Iniziazione

 

L’Iniziazione è un ricollegamento al Centro Primordiale. Questo ricollegamento si presenta nella forma di una Catena Metafisica Ininterrotta, in cui l’Iniziazione viene trasmessa dall’Iniziatore al Candidato. La Catena Iniziatica si dice Ininterrotta e Regolare- come nel caso della Tradizione Massonica- se non si è mai arrestata nel tempo la trasmissione dell’Iniziazione da un Iniziatore ad un Neofita. Al momento del rito di passaggio, l’Iniziatore è di fatto collegato- attraverso la Catena Ininterrotta- alla Tradizione Primordiale; mentre il Neofita che sta per ricevere l’Iniziazione si trova sulla soglia, che delimita la dimensione metafisica da quella meramente fisica, il mondo delle essenze da quello delle parvenze. La soglia di un qualunque Tempio richiama, non a caso, il passaggio tra l’esterno della condizione profana e l’interno dello spazio sacro. La soglia è la frontiera tra il sacro ed il profano: nel rito d’Iniziazione, il Candidato si trova inizialmente al di fuori della soglia, nell’oscurità del mondo materiale, da cui proviene in quanto profano. Ricevuta l’Iniziazione, il Neofita è nella Luce: il velo di Maya, che offusca la vera natura delle cose, è sollevato. L’Iniziazione è unica, universale e irreversibile. È unica, perché tante sono le Vie (Esoterismo Massonico, Islamico, Ebraico, Tradizione Ermetica, Tradizioni Orientali, ecc.)  che conducono all’Unica Vetta (Risveglio, Illuminazione, Reintegrazione, Liberazione, Identità Suprema: sinonimi che indicano esattamente la stessa cosa).  È universale, perché permette al Neofita di entrare nel Grande Reale (la dimensione metafisica del Risveglio) a prescindere dal luogo e dall’epoca in cui riceve l’Iniziazione; è irreversibile, perché una volta ricevuta, lo stato profano è abbandonato per sempre. Tuttavia, la Via Iniziatica richiede un continuo lavoro di perfezionamento spirituale e morale: l’Apprendista deve lavorare sul piano fisico, attraverso la consegna del Silenzio per continuare a sgrossare la sua Pietra Grezza, i residui «materici» del suo vecchio stato profano; il Compagno d’Arte deve lavorare sul piano animico; il Maestro su quello spirituale. Il lavoro «fisico» dell’Apprendista e la consegna del Silenzio definiscono la particolare attitudine di colui che ha passato da poco la soglia e deve completare operativamente il passaggio al nuovo stato. L’Iniziazione è un seme gettato nel terreno. L’albero per germogliare deve essere annaffiato, curato: così l’Apprendista deve lavorare incessantemente sul Sé per risalire il cammino verso il Centro Spirituale. Essendo l’Apprendista un vasum receptionis vuoto ed interamente da riempire, il suo lavoro è principalmente passivo, basato sull’assimilazione inesausta dei Simboli della Tradizione. Il suo lavoro è fisico perché il suo perfezionamento passa attraverso la padronanza fisica della ritualità: dal saluto iniziatico, all’entrata nel Tempio, alla corretta postura tra le Colonne. Soltanto dopo aver dominato il piano fisico, l’Apprendista potrà passare al successivo lavoro animico. Da notare che, incidentalmente, la stessa cosa avviene anche nello Hatha-Yoga e nelle Arti Marziali, dove l’apprendistato iniziale è tutto basato sulla corretta padronanza delle posture. Ancora una volta, quindi, è il caso di dire che «tutto si tiene».                          

   

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