Il Sogno Consapevole
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“L’uomo è solo un campo di
costante inferenza”.
Con il seguente articolo ha
inizio un lavoro di indagine attorno al mondo onirico. In tale ottica il
presente lavoro non deve intendersi come opera conclusiva, ma solamente una
tessera di un mosaico più ampio, che nel corso del tempo si andrà
componendo.
La
vita umana si estrinseca in una serie di accadimenti, che ci vedono come
oggetti e soggetti dei medesimi, ma trovo utile sgombrare il terreno da un
equivoco iniziale, in quanto per accadimento non intendo il solo fatto
fisico, ma bensì ogni espressione relazionale o non relazionale che investe
e modifica il nostro sistema percettivo-cognitivo.
Tale assunto iniziale,
vedremo, non ha valenza solamente per il piano onirico, di cui andiamo a
trattare, ma per ogni altra pratica sia essa meditativa o spirituale che
l'operatore pone in essere, portandoci a considerare la ricchezza di spunti
di riflessione, di ambiti di ricerca e di interesse che si celano nella
nostra vita quotidiana, sia essa di veglia o onirica, profana o iniziatica,
sia che si svolga su di un piano orizzontale o verticale. Fino a concludere
che tali ripartizioni, se hanno un senso a livello divulgativo, ne hanno
molto meno a livello di comprensione del nostro poliedrico e camaleontico
essere. Traslando questo pensiero sul mondo onirico ciò comporta che lo
stesso non deve essere inteso solamente in chiave orizzontale, riducendo
quindi il sogno a uno sfogo di pulsioni e compulsioni non espresse,
ma ampliato ad una dinamica
verticale che permette a quanto è atavicamente annidato nelle nostre
profondità di emergere. Il mondo onirico diviene una sfera, acquista
spessore e sostanza, ed un utile strumento con cui deflorare la nostra sfera
egoica, o quanto meno di aggirarla, sia
portando in superficie quanto è solitamente immerso,
sia permettendo di calarsi nei meandri dei nostri agiti.
Da tale complessità delle
interazioni umane, e dalla mole dei meccanismi evidenti ed occulti che tutto
muovono, discende l'ovvia considerazione che anche nella vita di tutti i
giorni, innanzi ad un qualsiasi evento che ci vede compartecipi assieme ad
altri, ne traiamo convincimenti diversi, a cagione della difforme
prospettiva, formazione, o intenzione, con cui ci poniamo innanzi ad esso.
Così a maggior ragione tutto ciò che investe l'emotivo, il psicologico, e il
sottile, allontanandosi così dalla sfera del solido e del sensoriale, ha
ancora maggiore valenza individuale. Essendo frutto di un piano di
sussistenza interiore, immediato per noi e fortemente mediato nel momento in
cui proviamo a comunicarlo, o altri provano a comprenderlo. E' utile
osservare come in tale novero di fatti, egualmente concreti come i fatti
fisici, i nostri strumenti logico-dialettici risultano spesso fallaci o
incompleti, ma sarebbe altrettanto ingannevole pensare di poter comprendere
questi sottili fenomeni senza un qualsiasi schema di sistematizzazione degli
stessi. Non di rado assistiamo a persone, che seppur hanno la pretesa di
esser votate ad un’indagine conoscitiva di loro stesse, rifiutano
l’investigazione del piano onirico, in quanto la loro logica non si
accompagna in egual misura all’intuito, e non avendo strumenti, capacità ed
abilità necessarie rifuggono completamente da tale processo conoscitivo,
azzoppandosi volontariamente lungo il camminamento impervio ma fruttuoso
della conoscenza.
Entrando nello specifico il
mondo onirico è un ambiente di accadimenti psicologici ed emozionali, dove
l'unica differenza con lo stato di veglia è che tali eventi escludono la
mediazione del fisico. Differenza irrilevante per il nostro cervello, visto
che le informazioni giungono ad esso non in funzione di una trasmissione
meccanica, ma di una trasmissione bio-elettrica. Ecco quindi che per il
cervello, il nostro centro volitivo, è quindi irrilevante il luogo o il come
di un accadimento, mentre assume estrema rilevanza come questo viene
tradotto, in base agli schemi cognitivi precedenti, in esperienza. La quale
a sua volta, oltre che sedimentarsi, si traduce in un’onda d'urto
modificativa che si propaga a tutta la nostra struttura emozionale,
psicologica e cognitiva.
Spesso mi soffermo a
ricordare come in somma riduzione, escludendo tutte le varie sovrastrutture,
noi non siamo altro che il nostro sistema percettivo-cognitivo, e quanto
avanza altro non è che la risultante di ciò che esso plasma e propone. Un
binomio fonda le proprie radici in quel mistero che è la nostra
individualità alla nascita, ma anche le successive esperienze che sono lette
e sedimentate in noi. Un binomio dove ciò che è il percettivo si deve
correttamente intendere come la nostra capacità di raccogliere informazioni,
di leggere il sensibile, attraverso i nostri sensi fisici e spirituali.
Mentre ciò che è il cognitivo rappresenta quella serie di algoritmi
psicologici che traducono le informazioni raccolte dal sistema percettivo,
in esperienze che a loro volta sedimentandosi e stratificandosi mutano gli
schemi cognitivi e percettivi stessi.
Questo sistema trova campo
di azione e di modifica non solo nel campo del sensibile, come abbiamo detto
in precedenza, ma anche in quello dell’onirico che è porzione di un sottile
che tutto impregna ed avvolge. Quando una mattina ci svegliamo rendendoci
conto che un sogno della notte appena trascorso, ha un qualcosa di diverso
(un elemento, un colore, una valenza emotiva) rispetto ai sogni precedenti,
che abbiamo trovato tale evento utile, interessante, gradevole, meritevole
di ulteriore indagine o esposizione, cambiamo i nostri schemi cognitivi. Ciò
che fino a quel momento era irrilevante o poco rilevante, sale nella nostra
allocazione di attenzione, occupa uno spazio evidente all'interno della
nostra memoria, è meritevole di altre combinazioni psicologiche, è oggetto e
soggetto di flussi di pensiero. Ciò a sua volta si traduce nell'indirizzare
la nostra percezione, in questo caso non sensoriale ma onirica, verso tale
ambito di accadimenti. Venendosi a compiere un ciclo di feed-back che muta
l'interezza del sistema percettivo-cognitivo, e la sua sintesi che è
l'attenzione. Discende che con adeguate azioni è possibile plasmare il
sistema stesso, fino a rimuovere quei traumi, o ciò che reputiamo tali, che
lo hanno in qualche modo condizionato.
In conclusione nell'ottica
proposta, ciò che risulta rilevante non è tanto se l'accadimento abbia avuto
sussistenza nel fisico, nell'emotivo, o nello psicologico; quanto piuttosto
la volontà e la capacità dell'uomo di tradurre lo stesso in esperienza
sostanziale. Andremo adesso a focalizzare la narrazione esclusivamente in
ambito del lavoro onirico, offrendo dei momenti per lo stesso, e delle
riflessioni che possono in qualche modo tornare utili per dare una maggiore
sostanza a quella che deve essere la nostra aspirazione di conoscenza
integrale della macchina umana.
IL RISVEGLIO
In molte scuole spirituali
che lavorano con i sogni, onde evitare il fenomeno della castrazione onirica
si ricorre all'uso di appositi mantra che devono essere recitati prontamente
al risveglio. Tali mantra, uniti a particolari posizioni del corpo,
avrebbero come scopo quello di impedire l'oblio dei sogni, offrendo così poi
la possibilità di analisi degli stessi. Viene quindi raccomandato a colui
che si risveglia di non agitarsi, di non scendere da letto, di mantenere gli
occhi chiusi, di dare vita ad un ciclo di respirazione profonda e a seguire
ai mantra consigliati. L’idea portante di queste tecniche è quella di
fissare indirettamente la volontà dell’operatore, su di uno strumento che si
ritiene efficace allo scopo di riportare alla luce il sogno, tramite l’onda
sonora che investe il cervello. Mantra quindi specifici, appartenenti alla
scuola medesima, e quindi valevoli per l’universalità degli adepti,
trasmessi proprio con tale indicazione di utilizzo. E’ forse altrettanto
corretto affermare che tali suoni, che tali parole di potere, hanno come
obiettivo quello del perdurare di una fase in cui la mente non è sommersa
dall’azione degli stimoli quotidiani, dei pensieri immediati, dando così
modo alle tracce oniriche di non perdersi, e riprendere completa forma, ed
adeguata consistenza.
Sicuramente tali pratiche
sono lecite ed utili, ma hanno lo svantaggio che implicano una vita
solitaria e ritirata. Già crollano innanzi ad una normale vita di coppia,
per risultare compromesse innanzi alla frenesia della vita moderna. Tenuto
conto che non viviamo in una campana di vetro, possiamo suggerire qualcosa
di estremamente più semplice ed immediato, che offre parimenti degli
interessanti risultati. Il materiale onirico chiede di essere portato alla
luce, urla la propria presenza, e non gioca a negarsi così come dei bimbi
intenti a fare i dispetti. Sarebbe un assurdo ritenere che un tale dispendio
di energia, un costante accompagnarci per buona parte della nostra vita,
abbia come mero intento quello di scomparire come un fantasma alla luce del
sole. Piuttosto è imputabile
alla nostra scarsa capacità di presenza, di attenzione, che tale materiale
finisce per disperdersi, sommerso da un flusso di informazioni legati
all'inizio della veglia, e alla riottosità della nostra mente di gestire un
residuo informativo che non è frutto di circuiti
e dinamismi del pensiero a lei congeniali nella gestione. Del resto
ampi studi hanno provato che nelle persone “normali” il cervello compie
delle scelte aprioristiche fra la mole di informazioni, che ritiene utili.
Scartando quanto non viene adeguatamente sottolineato dalla nostra
attenzione, in virtù della constatazione che la mente preferisce operare
attraverso automatismi, e monotone ripetizioni. Anche questo, è sempre utile
ricordarlo, è frutto del settaggio del nostro sistema percettivo-cognitivo.
L’espediente proposto prende
le mosse da una scelta a monte, e cioè la nostra volontà di percepire
attivamente il mondo onirico. Qualora abbiamo nei giorni trascorsi, o nella
sera precedente, deciso per un lavoro su di un particolare aspetto di noi
stessi, un dato periodo della nostra vita, o su di un qualsiasi altro
oggetto (la casistica più che ampia è infinita), ci basterà fissare la
nostra attenzione in modo esclusivo su di esso e vedremo che se è presente
nel materiale onirico lentamente esso emergerà. Volendo possiamo vedere
questo agire come una sorta di setaccio, dove passare il recente stato di
sonno alla ricerca di ciò che ci interessa. Il consiglio è quello di non
superare un numero ragionevole di elementi, onde evitare una dispersione di
tempo e di energie, e l'incapacità di affrontare questa fase con la dovuta
solerzia.
Questo espediente risulta
essere rivolto non tanto al sogno o ai sogni nel loro complesso, ma ad
elementi eventualmente presenti in esso. Possiamo vederlo anche come in
filtro di allarme, nel momento in cui l’oggetto della nostra attenzione è
presente, dovrebbe emergere l’elemento corrispondente nel sogno, e in questo
modo riuscire a trainare in superficie il mosaico onirico completo.
E' altresì interessante
notare una sorta di concatenazione, nel momento in cui riusciamo a riportare
alla luce un sogno, alle volte questo per incanto traghetta al diurno
dominio anche sogni precedenti. Non sempre questi frutti di Morfeo sono
riconducibili a sogni avvenuti nell'arco del medesimo sonno, ma possiamo
rintracciare anche realtà oniriche vecchie di anni che si rivelano in tutto
il loro splendore. Possiamo quindi dedurre che lo svolgimento onirico segue
tempi e modalità proprie, che non solo determinati sogni sono il preludio di
altri sogni, una sorta di anticamera, oppure la semenza per ulteriori
espressioni, ma che vi sono degli elementi che nel corso degli anni sono
continuamente riproposti alla nostra attenzione. Questi elementi (sogni
interi, immagini, azioni) rappresentano dei fondamentali, delle chiavi di
svolta, per comprendere la nostra architettura psicologica, e offrono la
possibilità di cristallizzarsi in parole di potere o simboli strettamente
personali. Ovviamente in quanto connessi alla nostra individualità, essi
sono superiori a qualsiasi strumento che ci possa essere offerto in ogni
ambito magico o esoterico, e utili per successivi impieghi.
L’ATTENZIONE
Malgrado questo punto
avrebbe per rigor logico dovuto precedere quanto sopra esposto, ritengo che
la capacità di fissare la nostra attenzione e presenza su di un determinato
componente della nostra sedimentosa struttura psicologica, o altro che colga
il nostro vivo interesse di indagine, sia una pratica necessaria e
precedente ad ogni altro agire. Purtroppo spesso ciò che dovrebbe essere
costante e fondamentale, viene trascurato conducendo agli stessi errori ed
orrori di un’abitazione priva di fondamenta.
L’opera propedeutica
dell’attenzione si dispiega attraverso la continua capacità di focalizzare
l'obiettivo preposto. Ciò avviene in diversi modi, fra loro variamente
articolati e complementari. Ad esempio il fissare un'immagine, il ridurre a
livello grafico il nostro intendimento e oggetto di ricerca, oppure
determinare un momento saliente della nostra vita, o una qualche azione che
tendiamo a compiere durante lo stato di veglia. In quest’ultimo caso ciò è
utile per la cosiddetta pratica del sogno lucido che vedremo in seguito,
mentre nei precedenti casi esposti per indirizzare lo svolgersi dei sogni
lungo dei binari di nostro interesse e gradimento.
Quando
eravamo piccoli, ancora non fortemente condizionati dagli schemi culturali e
sociali predominanti, la capacità di operare scelte consapevoli nel mondo
onirico erano certamente più immediate di adesso. Le difficoltà dell’uomo
adulto sono da ricondursi ad una sorta di inerzia ostile della mente, che
giudica irrilevanti per il quotidiano svolgersi della vita le informazioni
che possono provenire dal mondo onirico. Inoltre la pesantezza della vita
moderna, i suoi mille affanni e turbamenti, ci conducono a precipitare in
uno stato di sonno inconsapevole e pesante, che vuole essere liberatorio, ma
che in realtà spesso ci vede passivi e succubi di espressioni che si possono
trasformare in autentiche visitazioni ossessive.
La fissazione ci permette,
con l’adeguato esercizio, di orientare i nostri sogni, di stabilire delle
linee di preminenza che dal mondo della veglia, senza rotture traumatiche,
ci guidano nel mondo del sonno. Luogo deputato dagli antichi a
manifestazioni divine, e a moniti profetici.
Ecco quindi l’utilità appena
coricarti, a seguire di adeguato rilassamento, o durante degli opportuni
momenti nella giornata, di
visualizzare ciò che intendiamo far emergere durante la fase onirica. Un
poco come nella favola di Pollicino, che semina molliche di pane per
ritrovare la strada, noi seminiamo immagini-seme per andare e tornare in un
mondo che un tempo ci apparteneva, e che adesso pretendiamo scisso ed
avulso, oppure ricacciamo come inutile e folle.
Si può facilmente
comprendere come questa pratica tenda sia a proiettare e fissare la nostra
attenzione sull'obiettivo, sia a canalizzare le nostre energie verso di
esso. Ponendo quindi in essere un processo di immaginazione attiva, che
parimenti potrà essere impiegato anche in altri ambiti. Nel nostro caso ha
anche come compito quello di limitare, prima, e sradicare, poi, quel
continuo baccanale di pensieri che assiepano il nostro dormiveglia, drenando
le nostre energie.
LA RACCOLTA
Un momento di estrema
utilità e sintesi è quello della sistematizzazione del materiale onirico.
Non stiamo parlando di condurre il materiale onirico all'interno di
categorie, ma bensì di raccogliere le informazioni emergenti in ambiti di
evidenza logica o descrittiva. Ciò possiamo ottenerlo tramite una
preliminare traduzione del sogno in parole, seguendo un processo che preveda
l’indicazione dell'ambiente (LUOGO), degli attori o dell'attore principale
del sogno (SOGGETTO), e degli elementi attorno a cui il sogno stesso si
svolge (OGGETTO). La cosiddetta chiave S.O.L utile non solo per ciò che
concerne l'indagine onirica, ma ogni analisi a posteriori attorno alla
nostra manifestazione sui vari piani di sussistenza ed estensione umana.
Sappiamo che è utile
nell'interpretazione lineare di un sogno, delimitare gli elementi del
quotidiano e della storia personale del soggetto sognante, onde evitare
l'impossibilità di lettura causa l'eccessiva preponderanza di informazioni.
Così è per noi utile procedere ad una riduzione del sogno, nei suoi elementi
qualificanti e sostanziali per poter con essi e su di essi operare ad un
livello sicuramente più profondo della semplice accettazione del sogno
stesso come valvola di sfogo, o spia di qualche trauma o malessere.
Nel momento in cui il
materiale onirico acquisirà una certa rilevanza statistica, si dovrà
enucleare gli elementi emergenti evidenti: azioni che si ripetono, oggetti
che troviamo in più sogni, oppure simboli ed ambientazioni. Con particolare
riguardo a queste ultime due categorie, che per loro natura sono le prime
immediatamente fruibili di un impiego ulteriore, le seconde portatrici di un
novero informativo superiore a qualsiasi altra espressione dialettica. Ciò
che viene ripetuto è importante, una sorta di informazione che viene
riproposta perché evidentemente non è stata raccolta fino a quel momento.
Così, alla stessa stregua, nella vita di tutti i giorni si tenderanno a
riproporre identiche situazioni, seppur in forma diversa, fino a quando non
avremo imparato cosa ci lega ad esse.
Nella nostra logica di
lettura interiore, fermi nel nostro convincimento che il mondo esterno è
frutto del mondo interno, gli elementi emergenti del sogno devono essere
sottoposti ad ulteriori analisi. Accade così che mentre per altrui
l'evincere determinate ricorrenze ed ancorarle alla veglia è già motivo di
successo, per noi è solamente una tappa intermedia verso nuove vette di
conoscenza ed esperienza. La nostra vocazione non è quella di sapere cosa il
nostro inconscio tenta di esprimere attraverso il sogno, attorno alle
frustrazioni quotidiane, ma bensì di penetrare il nostro inconscio e
portarlo alla luce, non solo nei sui dinamismi e regole, ma nei sui grumi
espressivi e coscienziali. Per fare ciò dobbiamo considerare il sogno come
facente parte di un universo onirico, con regole proprie, con punti di
riferimento, pesi e misure, attorno a cui dobbiamo applicarci, ed imporre la
nostra volontà.
Sarà quindi opportuno porre
questi elementi, queste evidenze oniriche, all'interno di circuiti di
attenzione, di osservazione permanente, o pratiche intensive quali la
meditazione. Per rendere maggiormente l'idea essi devono essere le giuste
esche, i validi catalizzatori, le utili porte, che permettano a quanto li ha
partoriti di emergere nel cono della nostra osservanza attiva, o a
quest'ultima di attraversare la soglia ed immergersi nelle profondità
titaniche e telluriche del nostro inconscio.
Tale operazione si potrà
ottenere inserendo l'elemento simbolico al centro della nostra meditazione
in forma diretta od esclusiva, oppure inserendolo in un ulteriore contesto
simbolico atto a canalizzare il potere della nostra mente, e permettere così
nel primo caso lo svilupparsi di altri motivi attinenti al simbolo, nel
secondo caso l'emersione di ciò che è ad esso sottostante. Tanto per portare
un esempio nel primo caso abbiamo un terreno di coltura, nel secondo una
chiave coscienziale. Ad ognuno di noi ciò che lo aggrada maggiormente.
L'INCONTRO ONIRICO
Altra pratica che non di
rado incontriamo fra coloro che operano sui sogni, è quello dell'incontro.
Con tale operazione si intende la volontà di quelle persone hanno come
proponimento quello di coagire su di un piano onirico, essere quindi
presenti in quel determinato spazio che si viene a creare come congiunzione
dei rispettivi sistemi onirici. Se a qualcuno può sembrare strano o oltre i
limiti dell’assurdo, sarebbe forse lecito ricordare come diverse istituzioni
iniziatiche tradizionali hanno la pretesa di tenere in contatto psichico a
distanza i propri membri,
attraverso
una catena che fonda il proprio collante sia su di un insieme preordinato di
riti, sia in un eggregore unificante e compensatore. Niente vieterebbe
quindi che persone particolarmente dotate, ed in relazione intensa l'uno con
l'altra abbiano la possibilità di agire congiuntamente su di un identico
piano astrale o onirico.
Per esperienza possiamo
affermare che ciò è ben più ragionevole, rispetto alla pretesa che un gruppo
di persone vagamente assortite in base ad un labile afflato possano
cooperare energeticamente.
Il conseguimento del
proposito di cui sopra avviene in vario modo.
E' possibile creare una
ritualità che dallo stato di veglia accompagni gli operatori nello stadio
onirico, in tal senso è utile ricordare le pratiche sciamaniche di gruppo,
che attraverso la ripetizione costante di suoni cadenzati sul battito
cardiaco, ponevano le premesse per gli sciamani di intraprendere all’unisono
il viaggio. Ciò a sottolineare che quanto stiamo parlando è connaturato alla
stessa natura umana fin dalla notte dei tempi.
In genere basta qualcosa di
estremamente semplice, dei gesti compiuti ad identica ora, ovviamente
preceduti da un rilassamento profondo, e seguiti da visualizzazioni di
simboli spiraliformi, di particolare tonalità di colore, di veri e propri
rituali più complessi.
Altra possibilità
per gli operatori è quella di fissare la propria attenzione e volontà
su di un glifo o simbolo comune. Attraverso la ripetizione
della forma fino all'induzione della stadio ricercato. Ovviamente ciò
avviene attraverso la costante ricostruzione del simbolo con il pensiero
visualizzandolo all'altezza del terzo occhio o del plesso cardiaco.
Esistono poi delle pratiche
energetiche di proiezione accompagnatorie. Queste si estrinsecano in sigilli
autoerotici, e dei mudra, che possono essere enormemente utili, ma parlare
di ciò in modo più approfondito esula dall'orientamento del presente lavoro.
L'ACCORDAMENTO
Altra pratica sicuramente
interessante, anche se richiede un certo livello di apprendistato e qualità
empatiche non indifferenti, è quella dell'accordamento. Una pratica che non
necessariamente, o non esclusivamente, è legata alla sfera onirica ma che
può trovare in essa una certa esaltazione, specie nel caso in cui
l'operatore abbia la capacità scivolando dal sogno alla veglia, di mantenere
una certa presenza di se.
Tale azione si concretizza
nell'assumere identico ritmo respiratorio e cardiaco della persona o
dell'animale che in quel momento ci è vicino, strutturando il fluire di
queste due fluidi vitali in un percorso spiraliforme che tende ad andare
sempre più in profondità, dove il punto di arrivo questa volta non è tanto
il nostro mondo interiore, quanto piuttosto della persona o dell’animale a
noi vicino. In tal modo si avrà la possibilità di ritrovarsi nel loco intimo
dell'oggetto del nostro accordamento, e viaggiare così nell'espressione e
nell'espressività di esso.
A prescindere da ogni
considerazione morale in merito a questa pratica, ritengo che essa sia
estremamente utile per comprendere al meglio un determinato modo di agire,
la situazione psicologica e sottile della persona, e l’eventuale presenza o
meno di situazioni lesive del suo equilibrio.
E' indicata per questa
pratica l'utilizzo di simboli personali, che nel caso in cui fossero
mancanti è indicativo dell'arretratezza dell'operatore, e sicuro monito per
esso per procedere ad un'analisi del proprio mondo interiore, prima di
andare a scomodare quello altrui. Malgrado ciò sappiamo che questo
avvertimento risulterà decisamente inapplicato.
SOGNO LUCIDO
Il sogno lucido è la
capacità da parte del sognatore di prendere coscienza durante il sogno,
accorgersi quindi che sta sognando. Quanto sopra appena abbozzato nei
precedenti punti, e meritevole di prossimo ed esaustivo ampliamento, può
essere letto come un’espressione propedeutica al fine di conseguire ciò che
viene definito sogno lucido, o particolari azioni che possono essere
perpetrate tramite esso.
Va da sé che sarebbe
necessario convincerci della presenza di automatismi condizionanti nel mondo
della veglia, in modo da conseguire già in esso una certa capacità di
presenza. Sarebbe abbastanza paradossale essere svegli quando dormiamo, e
continuare a dormire quando si dovrebbe essere svegli.
La narrazione corrente vuole
l'onironautica come la capacità, successiva alla comprensione che stiamo
sognando, di interagire o manipolare il sogno stesso, ed alcuni tendono a
considerare il viaggio astrale come una particolare variante del sogno
lucido stesso. In pratica il cosiddetto viaggio astrale sarebbe operato da
quell’onironauta che non solo è consapevole di stare sognando, ma che è in
grado di imprimere al sogno una direzione consona alla propria volontà. E’
utile notare come anche tale abilità è fortemente presente nella nostra
infanzia, mentre tende ad affievolirsi e fin troppo spesso a morire in età
adulta.
Esistono varie tecniche che
permettono di comprendere che stiamo sognando, anche se mi permetto di far
notare che il solo seguire le pratiche sopra esposte dovrebbe indurci a
riconoscere il sogno in quanto tale, ed operare così come indicato in esso.
Alcune di queste tecniche
consistono nel notare ciò che è difforme dalla realtà all'interno del sogno,
oppure la capacità meccanica di compiere azioni fuori dalla nostra portata
fisica nel mondo di veglia (ad esempio spiccare il volo compiendo un
saltello). Sicuramente il volo di rane, l’incontro di persone prive del
chiaro degli occhi, strane geometrie non euclidee, ambientazioni
particolari, sono indicative che qualcosa di non consueto sta avvenendo. Per
perseguire tale finalità è opportuno soffermarci durante la veglia su
determinati aspetti della vita. Raccogliere in modo consapevole gli oggetti,
quasi ad imprimerci la loro forma nella mente, studiare gli ambienti in cui
solitamente ci muoviamo, annotare ciò che si ripete attorno a noi. In modo
da poter avere degli immediati elementi di paragone e discrepanza durante il
sogno.
Altre tecniche più
complesse, e a mio avviso che rasentano l’inutile, propongono di alterare il
normale ciclo di veglia sogno, in modo da prendere consapevolezza di quella
che è la fase del sogno che solitamente rimane con maggiore impressione
delle ore che precedono il risveglio. Riducendo l’arco del sonno, a detta di
queste tesi, si dovrebbe intensificare la fase onirica. A mio avviso tutto
ha tempi propri, senza niente forzare.
Concludendo in questo breve
lavoro ho voluto offrire una panoramica di quello che può essere un mondo
onirico vissuto in modo consapevole, conscio della semplice e rudimentale
esposizione che ho dato dello stesso ci ripromettiamo di affrontare in
seguito con maggior sistematicità i punti qui trattati.
Per approfondimenti: Sogno Consapevole, Emersioni Simboliche, Rappresentazione Astrale, Sogno Lucido ed Astrale, I Tre Mondi Astrali
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