|
LE COLONNE ANNODATE DI WÜRZBURG Marisa Uberti ( www.duepassinelmistero.com) |
|
La colonna, si sa ,è un elemento essenziale dell'architettura, è il
'supporto', l' "asse" della costruzione, collegandone i livelli e
conferendole solidità. Non solo in senso edilizio, si intende,
metaforicamente la 'colonna' è considerata il 'tutto', paragonabile
ad un albero(l'albero delle vita) in cui le radici sono la sua base,
il tronco è il suo fusto e il fogliame è il capitello.La colonna è
spesso all'ingresso delle porte e quindi segna un limite, il
passaggio da un mondo ad un altro; per non parlare dell'importanza
delle due colonne poste all'ingresso del celeberrimo Tempio di
Salomone, a Gerusalemme, contrassegnate dalla lettera J(Jachin) e B(Boaz),
il cui simbolismo ricorre e predomina nella Loggia Massonica.Possiamo
proporre tantissimi significati riguardo a questo elemento
architettonico, ma vorrei porre l'attenzione su un particolare tipo
di colonna: quella annodata, detta anche ofitica. Tempo fa, mi trovavo nella Piazza del Duomo,a Como, nella quale svettano la magnifica cattedrale gotica ed il Palazzo del Broletto. Passando sotto il bel porticato, mi sono ritrovata dietro quest’ultimo e con lo sguardo alzato verso l’alto sono stata attirata da una coppia di colonne diverse dalle altre:avevano un ‘nodo’a mezza altezza. Si tratta di due coppie di colonne legate tra loro che ornano una finestra al secondo piano del Broletto.
|
(sopra,le colonne annodate in una delle finestre nella parte posteriore del Broletto,a Como)
Pensai alla fantasia dei costruttori Medievali,poi mi ricordai di aver visto la medesima coppia di colonne nel chiostro dell’Abbazia di Chiaravalle,nei pressi di Milano,solo che qui sono quattro colonne ad essere avvinte da un grosso nodo
Qualche tempo dopo,in visita alla chiesa di San Zeno, a Verona, le notai immediatamente:quattro splendide colonne di marmo rosso,per lato, con un nodo a mezza altezza. Le colonne contornavano un altare laterale dell’interno, che è in rigoroso stile Romanico. Cominciavano ad essere un po’ troppe,per sostenere l’ipotesi della ‘fantasia’ dello scultore! Ad essere pignoli,si potrà anche osservare come la colonna della foto inferiore (che nell'altare è posta a sinistra) sembrerebbe essere stata 'riassemblata' perchè il nodo appare "al contrario"rispetto a quello dell'altra coppia di colonne.
Le splendide colonne in marmo rosso di Verona (Basilica di San Zeno)
Prima di proseguire con l'analisi dei luoghi in cui le colonne annodate sono presenti,sorge a questo punto la domanda:
CHI ha ‘ideato’ la colonna annodata? Quando? E perché?
Difficilmente qualcosa si ‘inventa’: ci deve essere stato un ‘modello’ o un ‘significato’ che si è voluto trasmettere. Inoltre lo studio si fa più interessante accorgendoci che la colonna annodata non conosce soluzione di continuità, come riportato in un lavoro tedesco dal titolo "Die Meister von Como",apparso sul quaderno nr. 4, Aprile 1967, R. L.QUATUOR CORONATI nr. 808, che è uno dei pochissimi che dedica ampio spazio all’esistenza della colonna annodata, cercando di capirne l’origine, gli sviluppi e i possibili autori, lasciandomi la curiosità di approfondire l’argomento, anche perché non esclude l’ipotesi che vi sia stata una continuità delle Conoscenze e di quella complessa serie di Saperi detenuti nell’ambito dei Collegia Romani(a loro volta provenienti dalle epoche precedenti), poi confluiti nel Regno Longobardo e proseguiti nel periodo successivo, conservati all’interno delle confraternite Edili dei LIBERI MURATORI, che custodivano gelosamente i ‘segreti del mestiere’, per i quali forse il ‘nodo’poteva rappresentare un segno di ‘riconoscimento’ di una determinata famiglia di costruttori o la materializzazione di un legame spirituale di fratellanza e unione che ritroviamo nell’iconografia massonica, oppure il simbolo della ‘presenza’di un dio uno e trino, riconducendoci al concetto di TRINITA’.
Dal momento che in epoca Longobarda e per tutto il Medioevo le maestranze edili più in vista(almeno nell'Italia centro-settentrionale ma anche in molti paesi europei) erano i Maestri Comacini, la mia ricerca si è diretta verso questa straordinaria Confraternita di mirabili artisti,dei quali è affascinante notare come abbiano prestato la loro opera proprio dove sono presenti le colonne annodate,anche se è molto difficile dare una risposta per ogni singolo manufatto,scarseggiando le notizie in merito.
La faccenda,infatti, si è fatta ancora più interessante dal momento che le notizie relative a questo particolare stile "ornamentalistico" sono estremamente scarse e frammentarie:non cattura generalmente l’interesse degli specialisti e degli storici, passando praticamente inosservata o semplicemente descritta come ‘abbellimento’ partorito dalla fantasia scultorea di chi lo ha eseguito. I testi di storia dell’arte non la contemplano quasi mai.A volte viene menzionata come colonna recante un "nodo di Salomone".Esso è un simbolo molto conosciuto a ancora oggi sfruttato come tema decorativo per mosaici, pavimenti,greche, oggettistica, come talismano in astrologia, etc.Anticamente, il Nodo di Salomone, era costituito da complicati intrecci geometrici che disperdevano stregonerie e malefici. Esotericamente, ricorda l'unione di due elementi che si fondono per dare origine al 'tutto'.
Quale legame, se ve ne fosse uno,
unisce il nodo Salomonico alle Colonne annodate?
Mi sono messa alla ricerca di maggiori informazioni e quello che ho
scoperto è molto interessante: la colonna annodata è presente in molte
località in Italia e all’estero.
UN CENSIMENTO DELLE COLONNE OFITICHE
Nel lavoro tedesco che ho menzionato si elencano 24 località in cui sono attestate colonne ofitiche,di cui la prima datata al XII secolo ( Ferrara) e l'ultima al 1863.
In realtà, questo elenco è incompleto,dal momento che attraverso la mia piccola ricerca ho 'scoperto' (o, in alcuni casi, gentili collaboratori mi hanno aiutato a scoprire) numerose altre colonne annodate, di cui per il momento posso datare all'VIII secolo circa la prima (Pulpito di Gropina) e agli inizi del 1900 la seconda (Monaco di Baviera). Questo elenco è altresì certamente incompleto e mi auguro di poterlo aggiornare anche grazie alle vostre importanti e attente segnalazioni.
Il Pulpito Longobardo(circa VIII sec.) di Gropina
Su queste colonne ci informa in modo eloquente Monsignor Valente Moretti, pievano di Gropina,in un bellissimo manualetto che si può trovare presso la Pieve stessa dal titolo "Il Pulpito di Gropina-Una Splendida meditazione sulla vita di fede’.
Egli ha dedicato l’intero libretto interamente allo studio del Pulpito e dei simbolismi in esso presenti. In esso troviamo la sua definizione della COLONNA COL NODO, che mi sembra assai interessante riportare integralmente:
" Essa esprime il più grande mistero della fede:la Trinità di Dio.C’è un solo Dio in tre Persone uguali e distinte:Padre e Figlio espressi con le due colonnine annodate;e c’è lo Spirito Santo il cui simbolo è il nodo. E’l’amore che unisce Padre e Figlio fino a fare di tre Persone un Dio solo.Cosicchè possiamo dire con S.Agostino che in Dio c’è l’Amante,è il Padre; c’è l’Amato,è il Figlio;e c’è l’Amore,è lo Spirito Santo. Il mistero della Trinità di Dio è la BASE di tutto il credo cattolico e l’artista ne ha collocato il simbolo nella Base del pulpito dal quale questo mistero viene insegnato!
Anche il secondo mistero della fede,l’incarnazione del Figlio di Dio,è presente nella colonna col nodo.In Cristo,Dio fatto uomo,vi sono due nature:la divina e l’umana. Ecco le due colonnine. Ma c’è una sola persona,quella divina, ed ecco il nodo che unisce le due nature.Splendido messaggio di fede, la colonna annodata, che si trova anche altrove ma solo come elemento decorativo".
Monsignor Moretti si riferisce sicuramente alla presenza di altre colonne annodate presenti nella Pieve, all’esterno, in una delle gallerie dell’abside posteriore.
Al centro della galleria superiore dell'abside della Pieve di Gropina, una coppia di colonne annodate.
Se il PULPITO risale ad un’epoca longobarda e la ricostruzione della Pieve fu eseguita nel XII°secolo, perché lo scultore scelse proprio di ‘lasciare’il medesimo simbolismo molti secoli dopo? Sarà proprio un semplice elemento "decorativo", questo della galleria, come lo definisce il pievano? O il simbolo di un ‘legame’, una ‘catena’ che in qualche maniera ha portato avanti una Tradizione? O una stessa famiglia di scultori che, di generazione in generazione, si è 'trasmessa'un segno distintivo?
Per quelle che sono le mie conoscenze attuali, in ordine di tempo, dopo Gropina ci dovremmo spostare a Quarantoli (Modena), dove, nella Pieve di Santa Maria della Neve, notiamo i pilastrini che sostengono la mensa d'altare, di cui uno è a colonne annodate
(l'immagine è proprietà dello Studio Gio Ve; è comunque visibile al sito http://web.tiscali.it/no-redirect-tiscali/artegiove/Quarantoli/body/9678.htm)
Alcuni documenti del 1044 citano la Pieve, ma probabilmente essa(come quella di GROPINA) risale all'VIII-IX secolo,e fu consacrata molto probabilmente il 15 novembre 1114 (da un'iscrizioneche incisa sulla mensa dell'altare).
Troviamo altre colonne annodate,abbiamo già detto, Ferrara, presso il Duomo: colonne annodate ai due lati della porta principale (1135).
A Lucca, nella Chiesa di S.Michele dove, ad ogni lato di due delle quattro gallerie, sono presenti colonne annodate (XII secolo) .
Gallerie
sorrette da colonne nella Chiesa di S.Michele a Lucca.
Tra l'altro, come notiamo, le quattro colonne annodate all'estrema sinistra sono lisce e hanno un nodo a mezza altezza, tutte le altre hanno lavorazioni diverse, alcune molto elaborate.
(foto gentilmente inviate da Sergio Costanzo)
A Chiaravalle Milanese, presso l'Abbazia Cistercense fondata da San Bernardo (circa 1135).
Praticamente identica la posizione che assumono anche le colonne annodate presenti nel chiostro di Chiaravalle alla Colomba,ad ALSENO (PC),fondata nel 1136 o '37 direttamente da S.Bernardo,però in quest'ultima abbiamo quattro gruppi di altrettante colonne ofitiche (un gruppo per ciascun angolo del chiostro quadrato).(Il chiostro è magnifico e verrà descritto insieme all'Abbazia in apposita sezione)
Le due Abbazie sono entrambe CISTERCENSI.Ma c'è un particolare che rende il tutto ancora più interessante.Una delle abbazie 'figlie' di Chiaravalle Milanese si trova a Follina(TV), l'antica Sana-Vallis, l'Abbazia cistercense di Santa Maria, fondata nel 1146) ha, nel chiostro, insieme ad altri tipi di splendide colonne, anche una coppia di quattro colonne annodate (in due angoli)
veduta del chiostro
Particolare delle colonne ofitiche nel chiostro di Follina.Le colonne sono unite e fuse in un'unica colonna quadrilobata,a differenza di Chiaravalle alla Colomba dove ogni colonna è libera rispetto alle altre,ma unita ad esse da un grosso nodo(vedi foto sopra)*
A Venezia, presso la splendida Basilica di SAN MARCO ho osservato molti gruppi di COLONNE ANNODATE.Sulla facciata,abbiamo in fila quattro nodi alle colonne, che contornano deliziose 'finestrelle'mirabilmente scolpite.Al di sopra,i simboli degli Evangelisti :Matteo, l'uomo alato; Giovanni,l'aquila; Marco, il Leone e Luca, il bue.
Sulla facciata,abbiamo in fila quattro nodi alle colonne,che contornano deliziose 'finestrelle'mirabilmente scolpite.
Altre,sulla balaustra che si trova nella parte superiore della basilica stessa:
Un particolare importante: uno dei nodi non si presenta come gli altri fin qui visti, bensì è un nodo doppio(non si vede nitidamente nella foto,comunque si trova nelle colonnine centrali dello spigolo)
Numerosi scultori Comacini lavorarono alacremente dal 1100 al 1200 in S.Marco a Venezia,dove" peraltro il distacco netto dai ricordi formali cristiano-bizantini permangono latenti, con quei tipici concetti di irrealtà spaziale".
A Modena.
Duomo: colonne annodate alla porta regia (1209).
A Como,come abbiamo già visto,presso il Palazzo del Broletto : 2°
piano, lato posteriore del palazzo, due colonne annodate.
A Trento. Duomo: grande colonna annodata alla "Porta dei Leoni", altre
minori nelle gallerie (inizio XIII sec.)
A S.Quirico d'Orcia (Siena), nella Chiesa Collegiale, vi sono due colonne annodate ai lati della porta principale (databili fine XII secolo).
Presso la Chiesa Parroccchiale di Arezzo, troviamo Colonne annodate sulla facciata (12°-13° Secolo).
Sempre ad Arezzo,nella chiesa di S.Pietro, si trovano varie colonne annodate nelle gallerie della facciata(vedi foto).
A Spalato. (Jugoslavia) Mausoleo di Diocleziano: colonne annodate nel colonnato circolare (13° secolo).
Nel XIII
Secolo troviamo imitazioni in Germania, Austria e Boemia tedesca:
a
Bamberga nel Duomo:
due colonne annodate nel Coro S.Giorgio (circa
1220). Le colonne Bamberghesi sembra siano le sole che presentano i
fasci non annodati direttamente, così da dare l'impressione che i nodi
siano stati aggiunti posteriormente
(ma avendole visitate nell'agosto 2004 non ho avuto questa impressione,
vedi lavoro a parte).
A Merseburg. Chiesa di S.Tommaso al Mercato Nuovo (1230): una
raffigurazione della colonna annodata del Duomo di Merseburg si trova
nel Bildwörterbuch der Kunst come esempio di colonna annodata.
A
Würzburg. Duomo (1230). Due
colonne annodate "Jachin" e "Booz".
A Mödling (Austria meridionale) Karner : colonne annodate al portale
(1230).
A . Büdingen (Assia) Colonna annodata nel Castello (circa 1250).
A Brendlorenzen (presso Neustadt an der Saale). Colonna annodata in una
finestra ad arco del campanile (prima metà del 13° secolo).
A Wimpfen. Palazzo imperiale: colonne annodate nelle arcate di Pallade
(dopo il 1260).
A Lorsch. Resti di colonne annodate nella collezione di pietre del
padiglione reale.
A Erbach bei Lorsch. Resti di colonne annodate nella collezione di
pietre della basilica di Einhard.
A Osseg (Boemia). Secondo Lennhoff-Possner, alla voce: Würzburger Säulen,
fasci di colonne con nodi si trovano in un leggìo del chiostro.
A Sopron (Ungheria) in latino Scarbantia, in tedesco Oedenburg. Secondo
Egg: "A Oedenburg troviamo lavori di scalpellini lombardi con le
autentiche colonne annodate lombarde". Sopron è la più antica città
ungherese vicina alla frontiera austriaca a sud di Vienna. La chiesa di
S.Michele è del 13° secolo.
A Verona. S.Zeno Maggiore. Colonne annodate ad un altare (14° Sec.),quelle
che abbiamo visto in apertura.
A Oberstreu.(presso Mellrichstadt nella Franconia meridionale). Colonne
annodate quale costruzione inferiore di un'edicola ad un incrocio del
paese (1448).
Nel XVIII secolo la colonna annodata viene segnalata nella Loggia di Würzburg.
A Schwerin in Mecklemburg. Tomba massonica del 1863. Ai due lati dell'ingresso della cappella si trovano due colonne annodate, fedeli riproduzioni delle colonne di Würzburg.
E’un caso che si trovino proprio in questa sede?
Nel luglio 2003 ho visto una colonna annodata a Monaco di Baviera, presso la Kath.Stadtpfarrkirche St.Anna.
Era praticamente l'ultima chiesa che visitavo durante il mio viaggio e per questo la sorpresa e la gioia di trovarmi di fronte ad un pulpito stupendo, sorretto da una colonna con il NODO, mi fece quasi serrare la gola. Era mezzogiorno e la S.Messa stava terminando,man mano la gente lasciava l'edificio di culto e io avanzavo lentamente verso quel punto,rispettosa di tanta meraviglia.
La Chiesa in cui si trova è nel quartiere LEHEL,a Monaco ed è denominata Kath.Stadtpfarrkirche St.Anna.
di cui nella foto vediamo la parte meridionale.Fu voluta da Massimiliano Emanuele nel 1725 e vi lavorarono anche i fratelli Asam(di cui si è parlato nella sezione dedicata a Monaco di Baviera),artisti importantissimi nella Monaco del tempo.
L'interno della chiesa, a tre navate, è molto luminoso e ricco di stucchi. L'ora particolare e l'assenza di persone, rendeva il momento che vivevo carico di misticismo.
Il fascio luminoso del sole aveva preso il posto degli esseri umani, come a voler far da spettatore al mio stupore. La bellezza del pulpito, il cui autore è A.Pruska e la cui epoca di esecuzione pare collocarsi alla fine del 1800, è evidente anche dalla fotografia: nel registro superiore si trovano le quattro iconografie classiche degli Evangelisti, scolpite e dipinte con colori vivi, tra cui spicca l'azzurro.Ognuno dei riquadri che ne contiene la figura, è contornato da una diversa cornice.
Al di sotto, gli Evangelisti sono ritratti secondo la Visione dell'Apocalisse,il Tetramorfo,in cui troviamo
Secondo SAN GEROLAMO,il Tetramorfo sintetizza la totalità del mistero cristiano:l’uomo alato=INCARNAZIONE;bue =PASSIONE;leone=RESURREZIONE;aquila=ASCENSIONE.
Come non vedervi un richiamo all'allegoria alchemica paludata sotto le spoglie cristiane?
La parte riservata alla salita è sostenuta da una colonnina e reca, nella parte anteriore, alcuni simboli tra cui spiccano due cerchi concentrici tagliati da una sorta di croce. Ma in questa sede ci interessa sottolineare la presenza della colonna con il nodo centrale.
Abbiamo incontrato prima un altro PULPITO recante le insegne degli Evangelisti (il Tetramorfo) e, al di sotto, la colonna con il nodo, ed è a Gropina, in Toscana.La cosa più interessante o semplicemente curiosa è che quelle colonne annodate sembrano essere le più antiche (periodo longobardo)e questa, invece, la più recente, dal momento che l'autore nacque nel 1846 e morì nel 1930. Risulta ancora attivo in questa chiesa negli anni 1925-26.
Saremmo davanti ad una 'revisione', pertanto, delle nostre conoscenze sulla cronologia e topografia delle colonne ofitiche.Analizzeremo nell'apposita sezione le caratteristiche di questo nodo.
Nell'agosto 2004 ho visitato le colonne annodate di Wurzburg e Bamberga (Baviera-Germania), di cui ho elaborato un lavoro a parte (vedi).
Attestazione di una colonna annodata anche a BENEVENTO, presso il Chiostro della Chiesa di Santa Sofia.
La chiesa di
S. Sofia, fu fondata nel 760 da Arechi II, Duca Longobardo di
Benevento, ed inaugurata nel 762, allo scopo di conservarvi le reliquie
dei Santi protettori del popolo Longobardo.
La chiesa è una delle più singolari costruzioni dell'epoca medioevale
poichè la sua pianta è per metà un cerchio e per metà una stella.
Pilastri e colonne formanti un esagono centrale,vanno a costituire i due
corridoi concentrici,che creano un decagono esterno e reggono totalmente
la volta, favorendo un contrasto di luci e di ombre. Il perimetro della
chiesa, ad eccezione delle tre absidi semicircolari, rientra in una
circonferenza che ha un diametro di mt.23,50. L'altezza massima è di 8
metri.
Alla nostra ricerca interessa in particolare il Chiostro, costruito tra il 1142 e il 1176. Esso, un tempo Monastero femminile, passò a Montecassino e poi fu dato in commenda. Il Chiostro ha una pianta quasi quadrata ma non completamente,poichè nell'angolo sud vi è una rientranza per dare spazio alla chiesa. E'composto da sedici pilastri intervallati da quadrifore e da una trifora, sostenute da archetti a sesto ribassato di epoca araba. Le colonnine che si contano a sostegno delle sedici aperture sono in numero di 47,ognuna diversa dall'altra e di cui una è annodata.
Ogni colonnina è sormontata da un capitello e da un pulvino. Pare che questi siano particolarmente interessanti poichè nei bassorilievi che presentano si celerebbero storie di draghi e profezie nella città del XII secolo, epoca 'magica' per il Medioevo ( ci sono anche dei cunicoli sotto la Chiesa di Santa Sofia...).
Le quadrifore delimiterebbero uno spazio simbolico, unico del suo genere, che rappresenterebbe l’alternanza del bene e del male. La città di Benevento fu denominata "Regina viarum" dai Romani, oggetto (nel tempo) di dominazioni normanne e saracene, francesi e austriache.A Benevento, è transitato il culto iniziatico di Iside, caro agli Antichi Egizi. Nell'88 d.C., l'imperatore Domiziano volle che qui venisse costruito un Tempio a lei dedicato, quale Signora della città. Il culto del Sole,della Luna e del Serpente albergarono a Benevento per secoli, divinità 'pagane' che si ritrovano spessissimo anche nell'iconografia Medievale. La presenza della colonna ofitica proprio in questo luogo,potrebbe supportare indicativamente la tesi che essa sia 'legata' alla Confraternita dei Maestri Comacini, sicuramente attivi sia in epoca Longobarda che successiva.
Sulla rivista Graal (Enigmi-Storia-Costume Medioevo e Rinascimento) nei
numeri 5 e 6 si possono trovare i miei articoli relativi a quanto
contenuto in queste sezioni. Nel numero 6 sono state pubblicate,tra
l'altro,immagini di colonne di cui è a conoscenza Nicola Pezzella(direttore
dela rivista a quel tempo) e che vanno ad aggiungersi alla nutrita lista
esposta fin'ora. Le località sono: VIDOR (TV), presso il chiostro
dell'Abbazia di S. Bona, nata cistercense. Le colonne ofitiche sono
presenti in due angoli del chiostro.Notare la vicinzanza topografica tra
l'Abbazia cistercense di Follina e quella di Vidor.
Notiamo che anche questa colonna non unisce coppie di colonne ma una singola (quadrilobata).Ricapitolando,in quattro Abbazie Cistercensi si ritrovano colonne annodate:Chiaravalle Milanese e alla Colomba(PC),Follina e Vidor.
In Croazia,precisamente a Pola, si trovano due coppie di quattro colonne annodate presso la Chiesa di Santa Maria del Mare,costruita nel XIX secolo in stile neoromanico.
Protiro con le colonne annodate.
Da osservare che anche questi manufatti sono di epoca relativamente recente: "qualcuno continua a portare avanti un sottile simbolismo"?
Nel febbraio 2005 ho potuto trovare questa coppia di colonnine,delle quali ignoro la data di esecuzione e la collocazione originaria..
Sono situate nella facciata di un edificio nel centro storico di BRENO(Valcamonica-BS).Non hanno un vero e proprio NODO che le unisce,ma ritengo ugualmente interessante il simbolismo,atto a 'fondere'insieme i due elementi,che già sono stati realizzati combacianti tra loro.
Nel Battistero di Parma sono presenti delle colonne che fino ad ora non avevo mai visto in altre parti.Sono costituite,come si vede nella foto,da un fascio di colonne in marmo rosso di Verona,e recano,più o meno a mezza altezza,dei curiosi 'anelli'fusi tra loro(alla base,sopra il piedistallo,si trovano tre curiose formine dello stesso materiale,dall'incerta decifrazione).
Non posso dire che si tratti di un vero e proprio nodo come negli altri palesi casi, ma è molto curioso questo particolare scultoreo.Il Battistero,capolavoro artistico assoluto nel suo genere, è stato attribuito a Benedetto Antelami e alla sua scuola e risale al XII secolo.
La Ricerca è destinata ad ampliarsi e ad arricchirsi!
Bibliografia essenziale:
Ringraziamenti e citazioni:
* Le immagini presenti sono proprietà dell'autrice del saggio.