L'Evirazione nella Mitologia GrecaVito Foschi |
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Nei miti greci riguardanti la genealogia degli dei ritroviamo l’idea di
ciclicità con padri che mangiano i figli per evitare di perdere il
potere e figli che evirano il padre per poter conquistare la possibilità
di vivere. Esaminati dal punto di vista antropologico li leghiamo
facilmente ai cicli cosmici e naturali e a qualche forma di ritualità
legati alla fecondità della terra. Così il padre che mangia i figli, è
il seme che in inverno viene seppellito nella terra per poi nascere in
primavera; il figlio che evira il padre indica la vecchia pianta non più
in grado di fruttificare ovvero di riprodursi. Lo stesso strumento usato
da Crono per evirare Urano, un falcetto, richiama l’attività agricola,
in particolare il taglio della spiga, chiaro simbolo fallico. Altro
collegamento lo ritroviamo con i culti del re sacro, in cui il vecchio
re veniva ucciso per far posto ad un giovane re che con la sua forza e
salute doveva garantire la fecondità della terra. Il rito prevedeva
l’evirazione e lo smembramento del corpo che poi veniva mangiato.
Queste brevi considerazioni si fermano ad un esame di tipo
antropologico, ma procediamo
ad un esame simbolico. In breve raccontiamo il passaggio di
potere da Urano a Crono e da quest’ultimo a Zeus. Gea è la terra e per
partenogenesi crea Urano, il cielo, suo sposo. Insieme generano dei
figli che Urano per paura di essere detronizzato li seppellisce nella
profondità della terra, ovvero nella stessa Gea. La madre chiede aiuto
ai figli per risolvere questa incresciosa situazione e l’unico a
rispondere è il più giovane, Crono, che dalla madre riceve un falcetto
con cui procedere all’evirazione del padre. Crono dopo tale atto diventa
la divinità principale, ma per preservare il suo potere replica il
comportamento del padre ingoiando i figli che gli generava la moglie
Rea. Anche questa volta è il figlio più piccolo, Zeus, che detronizza il
padre crudele evirandolo a sua volta.
L’evirazione ha un significato preciso. Eliminando la capacità
riproduttiva, la possibilità di essere padre, si interrompe il ciclo
naturale di nascita riproduzione morte. Usando un linguaggio orientale
si interrompe il ciclo delle reincarnazioni perché si è raggiunto il
Nirvana. La procreazione è riproduzione nella materia e sta
simboleggiare il legame con la materialità.
La stessa scelta della castità fatta dalla Chiesa Cattolica ha questo
preciso significato simbolico. Rinunciando a riprodursi, e quindi in
qualche modo a sopravvivere materialmente tramite un figlio, lo spirito
può elevarsi. Gesù è incarnato, creato nella materia, ma completa il suo
percorso terreno con la resurrezione con il corpo di gloria. Nasce dal
padre e dal padre ritorna.
Crono è associato al tempo e la sua sconfitta, significa eliminare lo
scorrere del tempo ed arrivare ad uno stato di eternità, altro
significato che assume l’evirazione, con l’eliminazione del ciclo
naturale. Zeus interrompe il ciclo della detronizzazione del vecchio re,
ponendosi fuori dal tempo e divenendo re del tempo.
Un ulteriore significato legato all’eliminazione del vecchio re è quello
dell’uomo nuovo che uccide l’uomo vecchio, ovvero l’uomo spirituale che
uccide l’uomo materiale. Con l’evirazione si uccide la materialità e
rimane lo spirito.
Altro aspetto interessante è la seconda nascita degli dei. Gea
partorisce, ma Urano li sprofonda nella terra, mentre Crono ingoia i
suoi figli. Alla fine è Zeus a liberare gli altri dei. Abbiamo una morte
con una seconda nascita, una sorta di gestazione spirituale. I figli di
Urano sprofondano nella terra e i figli di Crono sprofondano nelle
viscere. È un viaggio interno, interiore che rimanda al famoso acrostico
V.I.T.R.I.O.L., esplicitato comunemente: “Visita Interiora Terrae,
Rectificando, Invenies Occultum Lapidem”. Tradotto: “Visita l’interno
della Terra e, rettificando, troverai la pietra nascosta”. Qui
ricordiamo l’episodio in cui Rea per salvare Zeus dalla stessa sorte dei
fratelli prende una pietra la avvolge in un panno e la dà in pasto a
Crono facendogli credere che si tratta del figlio appena nato.
Ulteriori considerazioni merita la prima moglie di Zeus, Metis, dea
dell’astuzia e dell’intelligenza. Al dio viene predetto che dalla dea
sarebbe nato chi lo avrebbe detronizzato; Zeus per scongiurare il
pericolo, quando la dea è incinta, la mangia, inglobandone le
caratteristiche unendo la propria forza con la saggezza. L’atto non è
privo di conseguenze e il dio comincia a star male e chiama in aiuto
Efesto che con un colpo d’ascia gli apre la testa da dove esce fuori la
dea Atena, già adulta.
In varie tradizioni primordiali esiste l’idea che mangiare la carne di
un animale o di un nemico ne faccia assumere le caratteristiche. In
questo caso scorgiamo un significato iniziatico. Metis è dea dalle
qualità intellettive e Zeus mangiandola ripristina l’unità del principio
maschile e femminile, della forza con la sapienza. Da questa unione
nasce Atena, che non a caso viene fuori dalla testa essendo dea della
sapienza. Zeus con l’evirazione di Crono si pone al di fuori del tempo e
con l’inclusione di Metis completa il suo percorso spirituale generando
la sapienza. . |
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