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Il Centauro
Pablo Piacentini |
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Il centauro, mitico animale dell'antichità, riprende la figura del cavallo, esattamente come le figure del Pegaso, dell'Unicorno, ecc...
Ma la grande differenza sta nel fatto che nella figura del centauro, gli uomini cercavano proprio di identificarsi con il cavallo stesso, da sempre considerato come uno degli animali più forti ed eleganti, il ché lo portò a diventare simbolo di nobiltà ed intelligenza, tanto che presso le famiglie aristocratiche greche e romane era uso comune attribuire nomi contenenti la parola "hippo", cavallo in greco: Filippo ed Ippocrate ne sono due esempi. Ippolito, Ippocrate, Filippo, etimologicamente significano colui che lega, che ama, colui che addestra i cavalli. Da sempre è stato l'animale più versatile nella vita dell'uomo, adatto alla guerra, al lavoro, ma anche al divertimento, allo spettacolo sportivo. I primi giocatori di Polo risalgono al VI secolo Avanti Cristo, in un reperto archeologico di quell'epoca viene dipinta una partita di polo, Turchi contro Persiani. Vincono i Turchi, probabilmente disponevano di cavalli migliori.
La leggenda narra che il primo ibrido ebbe origine dall'unione di un figlio di Apollo, Centauro appunto, con delle bellissime cavalle. Dalla loro unione nacque una creatura con il corpo di cavallo sul cui tronco erano innestati un torso ed un capo umani. La loro particolarità è che possedevano tutti i pregi e tutti i difetti del genere umano, portati però a livelli elevatissimi, tanto che nella mitologia sono stati riservati loro ruoli completamente contrastanti: dall'estrema saggezza all'incredibile crudeltà. E tale idea perdurò nel tempo.
Durante il Medioevo, i centauri vennero così descritti: «I centauri assomigliano ad uomini dal cuore falso e doppio; hanno le apparenze della devozione,... ma la sostanza di avversari e di eretici. Con i loro amabili discorsi seducono il cuore degli innocenti». Secondo il Physiologus, l'immagine del centauro si addiceva agli eretici ed alla loro interna dissociazione che li faceva considerare metà cristiani e metà pagani. Ma il vero specchio del pensiero medioevale in merito è rappresentato da Dante, che nella Divina Commedia colloca i centauri nell'inferno (Inf. XII) come custodi-giustizieri dei violenti contro il prossimo, in rapporto diretto con il loro carattere violento avuto in vita. «... e tra `l piè de la ripa ed essa, in traccia corrien centauri, armati di saette, come solien nel mondo andare a caccia...»
Dante li descrive come esseri veloci e possenti che vanno in cerca di dannati indisciplinati, sempre pronti a tirare le loro infallibili saette e che riassumono tutto il senso implicito della crudeltà e dell'orrore dei dannati, se si tiene conto non solo della loro funzione di feroci giustizieri, esecutori della giustizia divina ma soprattutto di quello che essi raffigurano nel mito antico della morte vendicata, della feroce violenza nella risse ed anche dell'intelligenza a servizio della crudeltà.
Il Medioevo li considera demoni pericolosi, li rappresenta spesso con i capelli in fiamme, per lo più armati, soprattutto di freccia e arco. Talvolta l'obiettivo è una colomba, tal altra un cervo, entrambe figurazioni simboliche dell'anima, facili prede spesso raffigurate mentre vengono trascinate via dopo la cattura.
Visibile durante le notti estive e le belle serate autunnali, il Sagittario
occupa la regione più bassa dell'eclittica verso il sud. Insieme con il Leone e
l'Ariete, il Sagittario, è l'ultimo segno ad Ascensione Retta (il primo è il
Cancro) maschile, diurno, igneo, nordoccidentale, regale o egemonico, caldo e
secco , collerico, segno che si riempie e si connette, di sapore pungente e di
declinazione Sud Ovest, animoso, carnoso, segno di collera, di lussuria e
depravazione,
liberale, politico, direttivo, non soggiogabile, equipotente.
Le mappe celesti occidentali lo rappresentano con il corpo di cavallo e il torso umano, nell'atto di scagliare una freccia contro lo Scorpione: secondo la leggenda Giove collocò il Sagittario, pronto a colpire, vicino allo Scorpione per impedirgli di raggiungere Orione. Accanto alle zampe anteriori c'è il cerchio dell'asterisma della Corona Australe.
Le leggende riguardanti tale costellazione sono legate ad uno dei miti più
conosciuti dell'antichità, che ruota attorno al labirinto di Creta e
all'uccisione da parte di Teseo del Minotauro. Si narra che, ogni 9 anni, sette
giovani e sette fanciulle vergini di Atene, allora sotto l'influenza cretese,
dovessero essere inviati sull'isola, dove li attendeva un terribile destino.
Introdotti in un luogo pensato apposta dall'architetto Dedalo perché ci si
perdesse, erano destinati al pasto del mostro metà uomo e metà toro, il
Minotauro. Nato dall'incontro fra Parsifae, la regina di Creta, e un bellissimo
toro, grazie ad una vacca di legno costruita dallo stesso Dedalo all'interno
della quale Parsifae si era introdotta, aveva già fatto molte vittime. Teseo,
erede al trono di Atene, penetrò nel labirinto e affrontò il Minotauro,
uccidendolo. Per uscire usufruì dell'aiuto di Arianna, figlia del re di Creta,
che gli diede un gomitolo di filo. I due, diventati amanti, fuggirono
insieme, ma Teseo abbandonò ben presto la principessa sull'isola di Nasso. Per
consolarla, il dio Dioniso le regalò una ghirlanda o, secondo un'altra versione,
una corona di gioielli.
Quando Arianna morì, Dioniso, ripresa in consegna la corona, decise di
collocarla in cielo. L'area del cielo occupata dal Sagittario è anche chiamata
dagli astrofili “il Campo dei Miracoli”, per l'incredibile numero di oggetti
meravigliosi in essa contenuti, dato che in questa costellazione si trova il
centro della Galassia, e quindi i campi stellari sono particolarmente ricchi.
Simbolo della dualità, insieme al suo opposto i gemelli, il Centauro può rappresentare figure mitologiche positive come Chirone, o negative, come Nessu. Nel primo caso il Centauro mira verso l'alto, si avvale di conoscenze esoteriche che mette al servizio degli altri, mentre nel secondo si fa dominare dagli istinti, insidia Deianira, compagna del suo amico Ercole, viene ucciso, e contemporaneamente si vendica con uno stratagemma.
Nel paradigma olografico il centauro rappresenta il tredicesimo ed ultimo livello, quello che segue il livello magico, mitico e razionale, e si espleta nei quattro stadi di morte rinascita. (Stanislav Grof)