Propongo questa meditazione, perché ci rendiamo conto a qual
punto il nostro ascolto sia sempre in uno stato di
afferrare,diciamo esattamente come questo corpo, questo ascolto,
siano abitati continuamente da una attesa, un desiderio di
appropriarsi di qualcosa, e per constatare fino a che punto il
nostro corpo è condizionato, abituato da questo “desiderio di
prendere”. Ci sono specialmente tre posti dove questo si fissa
e, attraverso questi tre posti, è investito tutto il corpo.
Sono:
- la mascella, che è continuamente in stato di
prendere;
- la mano, che è continuamente in stato di
prendere;
- il piede, che è continuamente in stato di
prendere.
Per andare più lontano, nel rilassamento, non incrociate le
gambe e restate ad angolo retto (posizione: seduti su di una
sedia). Non lasciate cadere il bacino all’indietro, come se si
rovesciasse all’indietro. Il bacino è veramente seduto, perché
lasciar cadere il bacino all’indietro è generalmente una fuga.
Far salire il pensiero dal bacino alla regione dorsale fino alla
regione cervicale e anche là, vedrete a qual punto siamo sempre
sul punto di prendere. Si produce un certo incurvamento nella
regione cervicale, precisamente in quelle vertebre che escono.
Dovete rettificare il vostro busto per avere la sensazione della
verticalità. Poi dirigete la vostra attenzione sul palmo delle
vostre mani, il palmo aderisce completamente alla coscia.
Prendete coscienza dei primi elementi che vogliono prendere tra
le quattro dita e il pollice, voler prendere, prendere! Sentendo
la sensazione tattile della mano sul punto di contatto, deponete
completamente il peso della mano sulla coscia , poi sul polso,
l‘avambraccio, il braccio e vi rendete conto come le spalle
siano sempre in stato di difesa, d’aggressività, di voler
prendere! Si lasci andare tutto il peso sui punti di contatto.
C’è un altro stato, di voler prendere nei deltoidi e, quando
deponete completamente il peso, rientrano nella loro cavità e
questo crea immediatamente un grande rilassamento del dorso e
delle scapole. Poi, andate in direzione della testa e potete
osservare come il muscolo della mascella, della masticazione è
sempre in stato d’attesa, aspetta sempre la colazione, attende
sempre il pranzo, è sempre in attesa.
Constatate come, nella regione dei denti del giudizio, niente è
steso, tutto ha “voglia di stringere”; rilassate questa regione.
Quando la rilassate davvero, osservate la regione dell’orifizio
uditivo; lì vicino, si trova una certa cavità che s’ingrandisce,
a un dato momento…
Osservate come la regione frontale può “voler prendere”;
distendete questa regione frontale, dovete evocare la sensazione
tattile su tutta la capigliatura, il cuoio capelluto, come se la
regione frontale stesse scivolando indietro nella nuca. Lasciate
completamente la regione frontale che deve scivolare totalmente,
risparmiando la mascella inferiore; avete l’impressione che il
cervello potrebbe scivolare quasi fino al cuore. La testa è
completamente eliminata, completamente vuota, disponibile.
Se volete, posso andare più lontano…! Sensazione nei due palmi
delle mani, come se le depositaste su di un pallone; i palmi
aderiscono completamente al pallone. Sensazione tattile nelle
dita, i polsi che vorrebbero coprire il pallone e voi ordinate a
questo pallone di gonfiarsi, di ingrandirsi e le vostre mani
crescono, l’avambraccio, il braccio ingrandiscono. Osservate
cosa succede nelle spalle; ora fate una profondissima
decontrazione che rilascia! Se potete mantenerla, si può andare
ancora più lontano…
Nella cavità boccale, introducete un frutto sbucciato; tutta la
cavità boccale sente il sapore di questo frutto; risvegliate la
sensazione tattile, lasciate ingrandire questo frutto, come
avete lasciato gonfiarsi il pallone. Questo frutto fa ingrandire
la cavità boccale.
Osservate come tutta la muscolatura facciale si rilassi. Provate
a mantenere questa separazione. Portate la vostra attenzione
sulla volta plantare. Aderite a un pallone, gli alluci coprono
completamente il pallone, anche i talloni; ecco che il pallone
si sta ingrandendo… Vedrete come la volta plantare si apre:
osservate cosa succede nella regione dei polpacci e delle cosce,
la parte posteriore, la più importante; lo stesso nella regione
lombare, nel bacino!
Non ritornate soprattutto nella regione frontale! Comprendiamo
che non si tratta di conquistare, ma di diventare coscienti,
consapevoli di questa voglia di prendere che abita il nostro
corpo. Quando ogni dinamismo, ogni pulsione sono eliminati,
allora il “ricercatore” si sveglia,diventa il “cercato”, il
“trovato”!
Quando si è completamente in solitudine con se stessi, bisogna
rendersi conto che non possiamo seguire un’ideale e al tempo
stesso, lasciar vivere una percezione corporea. Certe persone
ignorano questa impossibilità della simultaneità e credono di
poter sempre coordinare molte percezioni o concetti nello stesso
tempo.
Mi sembra, senza voler imporre una scelta, che la presenza di un
oggetto, che si chiama corpo, sia una buonissima partenza,
perché nel nostro corpo si provano tutte le aggressioni, le
difese, le reazioni. Come abbiamo già suggerito, bisogna
dirigere l’attenzione e lasciare che risalti per noi la
sensazione corporea, senza visualizzare il corpo nella sua
forma.
Lasciare emergere completamente, lasciare aprire tutto quello
che si può chiamare sensazione corporea. Si scopre che una certa
scelta s’impone ancora e che certe parti del corpo si presentano
prima di altre parti. Dal momento che queste parti s’impongono,
osservate allora che c’è una reazione, perché molto spesso, si
presenta un fastidio. Anche lì, constatate la difesa. A un dato
momento, arriviamo alla sensazione globale del corpo. Questa
sensazione globale del corpo si risveglia totalmente in noi,
quando in noi non c’è più la minima intenzione.
E’ interessante notare come si rilassano i differenti strati. Il
corpo assume una estensione diversa da quella imposta dalla sua
visone. Si potrebbe dire che tutto ciò che si chiama energia
corporea esclude i suoi confini. Alla fine non ci sono confini,
né un corpo e il suo confine. Quando l’energia è completamente
sciolta, liberata, non ci sono i confini, non più forme. Tutto
ciò è oggetto della nostra attenzione. Tutto questo abbandono
degli antagonismi corporei permette già un’altra funzione nei
differenti piani e l’oggetto, su cui è stato posto prima
l’accento, perde questo accento e si ha l’impressione che
l’accento ,che si posa generalmente sull’oggetto osservato, si
sposti sull’osservazione. Vedrete che l’oggetto muore, a un
certo momento, come oggetto e non resta che l’osservazione. Lì,
non si è in nessun posto! Non c’è nessuno! Non c’è volume, non
c’è durata. Questa “presenza a sé” è un vissuto in questa specie
di meditazione e “il non essere da nessuna parte” si presenterà
anche durante la giornata, quando ci dedichiamo alle varie
attività. Restiamo in questo stato “di non essere da nessuna
parte” e le attività si svolgono completamente, secondo la
natura delle cose.
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