Opera Integrale e ProgressivaFilippo Goti |
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Putrefactio
unius est generatio alterius Dalla putrefazione nasce sempre un corpo nuovo e migliore del precedente
Quando ero piccolo un giorno ebbi in regalo un giocattolo in legno. Questo cambiava forma in ragione della manipolazione che subiva: Alternando spigolosità a linee, colori morbidi ad altri di toni più scuro. Così è il simbolo, così è l'insegnamento, così è la REALE OPERA. Fino a quando siamo esterni a noi stessi tutto ha mille significati, ma nel nostro intimo qualsiasi accadimento assume sempre e solamente un solo significante. Questo potrà mutare nel tempo, al mutare del nostro stato di coscienza...... Ecco allora che è necessario vivificare in modo consapevole noi stessi, tramite la meditazione profonda, il silenzio della mente, e la tranquillità del corpo. Seguendo queste poche e semplici regole, tese a porre l’uomo al centro della propria speculazione, tralasciando postumi sofismi possiamo giungere a delle rilevanti prese di coscienza su noi stessi. Spesso ascoltando qualche discussione, leggendo scritti di sedicenti tradizionalisti, oppure in taluni ambiti libero muratori, o in consorterie più prossime al gruppo parrocchiale che all'istituzione esoterica o iniziatica, viene demonizzato il cosiddetto psichico, cioè quella terra di mezzo fra il mondo materiale e il mondo spirituale. In genere questi personaggi, nelle loro accorate dissertazioni, oscillano fra toni paterni, e grida degna di un Savonarola, transitando fra gli stati dell'estasi ispirata, a quelli del maestro che tutto ha compreso. Purtroppo va sottolineato come questa moda, molto diffusa, di tacciare di malevolo, malefico lo psichichismo ha risvolti sia di scimmiottamento di "maestri passati", che di estrema ingenuità spesso mista a malafede. Prima di affrontare la centralità della questione, per meglio comprenderla, vorrei suggerire a tutti come la sola visione integrale dell'uomo, può permettere di procedere lungo la via della reintegrazione. La quale se correttamente intesa non permette di saltare fasi, neppure in presenza di complicati e piramidali rituali, che in genere trovano origine in rimescolamenti ottocenteschi o novecenteschi. E' infatti solo attraverso la presa di coscienza integrale, che avviene l'attenta comprensione di ogni sfaccettatura della nostra poliedrica composizione, che riusciremo a risolvere l'equazione uomo/natura/dio. Non è possibile altrimenti, negare l'evidenza è solo sintomo di suggestioni. E' innegabile che operiamo in un mondo quaternario, soggetti alla legge del tempo e della materia. Transanti fra vita e morte, pendoli che oscillano fra contrapposti poli attrattivi. E' altrettanto innegabile che non è attraverso la negazione dello stato di fatto e di diritto in cui ci troviamo che possiamo reintegrarci: negare l’evidenza non è comportamento iniziatico. Sarebbe come sostenere che un naufrago disconoscendo la propria condizione di disperso in mare, miracolosamente trova collocazione su di una scialuppa, o per alcuni su transatlantico di lusso. Ecco quindi che solo comprendendo la nostra reale condizione, e agendo all'individuazione degli agiti, delle pulsioni, delle suggestioni, che animano ogni nostra manifestazione, è possibile procedere lungo la via dell’armonico perfezionamento. Non prima. Il rituale in se e per se, per quanto sofisticato è uno strumento, e come tale deve essere impegnato quando, e solamente quando, l'operatore, che è esso stesso campo di azione e forza, è maturo e in grado di essere cosa unica con esso. Gli Antichi Alchimisti suggerivano di cercare la pietra filosofale nei composti più ripugnanti, e con questo non volevano certo alludere a chissà quali pratiche, che del resto possono anche non scandalizzarci, quanto piuttosto nei meandri oscuri della stessa natura umana. Del resto ricordiamo che prima di giungere alle fasi Nobili dell'Opera alchemica è necessario concludere l'Opera al Nero, dove l'alchimista lavora proprio con quelle forze e quegli elementi, che devono essere successivamente rettificati. Quando si suggerisce un lavoro LUNI-SOLARE si intede che è necessario prima operare sui corpi inferiori (Lunari) per poi ricevere l'influenza spirituale. Il corpo lunare deve essere trasmutato in corpo solare, così come il seme, grazie alle attente cure e alla giusta opera diviene fiore. Non è possibile saltare nessuna fase. Così come non è immaginabile che scaraventando una persona completamente digiuna da opera, priva di orientamento, all'interno di un campo rituale sofisticato che ha la pretesa di catalizzare influenze sottili superiori, questa ottenga risultati sostanziali e non dialettici. Meditazione, Preghiera Interiore, Pratiche di riattivazione Energetica, Comprensione Intima, Lavoro Onirico, devono necessariamente essere non solo propedeutiche, ma anche complementari di ogni lavoro. Altrimenti prendiamo delle scimmie, mettiamo loro i paramenti adeguati, facciamole deambulare e squadrare in modo corretto, ed esse diverranno Eoni, Dei, o quant'altro la fantasia e la suggestione suggerisce. Ecco quindi come mai la reale operatività si soppesa e si misura su di un graduale lavoro che ha inizio sul piano fisico e poi psichico . Possibile che vi siano persone che hanno la pretesa di Evocare/Invocare Arcangeli, Divinità vagamente denominate, costruire sincretistici mandala, senza prima essere passati dalle forche caudine dell'umano e dell’elementale ? Progressione ed Integralità. Conclusioni So bene che questo breve lavoro, porterà disagio ed astio in qualcuno. Purtroppo per quanti abbiano a dolersi, ricorrendo ad auliche citazioni di maestri reali o presunti, nessuna ritualità ha reale effetto se non trova nel lavoro interiore solido fondamento. Anzi possiamo riscontrare un effetto dannoso nell'addobbare di collari, grembiuli, prebende, colui che forse ancora dovrebbe attendere in silenzio. Molti si convincono in cagione di una formalità di aver colto un grado di conoscenza, quando invece ancora incespicano fra teatralità e dialettica. Queste persone credendo di perdere la maschera della profanità e della mondanità, pongono sul proprio volto una maschera dalle fattezze ancor più terribili: l'arroganza. Amo l'evidenza e le semplici constatazioni. Lasciandoci guidare da questi due lumi, non possiamo non riscontrare che noi siamo ciò che siamo integralmente, e non possiamo non prendere in considerazione ogni nostro aspetto lungo la difficile via della reintegrazione. L'opera deve iniziare da ciò che è più grossolano, per poi muoversi verso ciò che è più sottile, e non è permesso saltare nessuna fase proprio per evitare l'illusione di essere ciò che non siamo. Come è possibile svegliarsi al mattino e pretendere di essere santi, se non abbiamo compreso nella carne, nelle emozioni, nell'intelletto ciò che non ci rende santi ? Volgere lo sguardo al cielo stellato è sicuramente bello e rassicurante, ma spesso ci impedisce di vedere su quale tipo di sentiero poggiamo i piedi, e il risultato è un doloroso inciampo. Amici miei su questo piano separativo, il nostro sistema percettivo cognitivo ci induce a credere l'esistenza di un dualismo polarizzato, che esercita un inevitabile magnetismo. Ammesso e non concesso che tale manicheo modo di esporre la natura umana abbia un qualche senso docetico, è necessario essere convinti che non esiste un alto e un basso là dove per basso si intenda tutto ciò che è putridume da estirpare, e per alto perfezione a cui aspirare. A maggior ragione se tali distinguo sono vissuti con fanatismo e ristrettezza di vedute. L’uomo è sicuramente un essere perfettibile, dotato di qualità ed abilità in potenza, ma è tutta l'interezza del suo essere, la sua integralità, che deve armonicamente concorrere al proprio perfezionamento, ogni separazione, ogni affidamento ad altro, sarà indice di sicura rovina. |
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