Seminario dell'Ordine Martinista di Lingua Italica
 

Francesco Brunelli

 


 

TRATTO DAL SITO WEB UFFICIALE DELL'ORDINE MARTINISTA UNIVERSALE (http://www.martinismo.it)


 
[...] L’autore di queste note fu associato al Martinismo da Aloysius (Luigi Furlotti) il 17 gennaio 1971, quando l’Ordine - in linea diretta con la filiazione di Papus - si chiamava semplicemente Ordine Martinista e sul trono della Grande Montagna di Venezia sedeva il Sovrano Gran Maestro Aldebaran (Gastone Ventura). Da tempo, profonde incompatibilità dividevano il Gran Maestro dal Gran Maestro Aggiunto Nebo (Francesco Brunelli) e gli echi di queste incomprensioni sono chiaramente ed ampiamente percettibili nei libri che i due personaggi - che erano senza dubbio i massimi esponenti del Martinismo italiano di quegli anni - scrissero a sostegno delle rispettive posizioni. Il 31 ottobre di quello stesso 1971, comunque, sette Iniziatori, che non si riconoscevano più nella linea del Gran Maestro, si riunirono a Roma per fondare l’Ordine Martinista di Lingua Italica, il quale, rispetto alla struttura madre, si differenziava per un maggiore impulso dato alle pratiche magico-teurgiche di Ambelain, di schietta ispirazione martinezista, senza per questo allontanarsi troppo dalla linea, per così dire devozionale, di Saint Martin. In sostanza si prendevano le distanze da Aldebaran, accusato di tenere in piedi un Ordine nella linea di Papus, quasi per niente operativo, ma basato, soprattutto, sulla speculazione filosofico-metafisica, un Ordine, in definitiva, che in poco o nulla si discostava dalla Massoneria.
Ed ecco i nomi di quei sette Iniziatori: Aloysius (Luigi Furlotti), Nebo (Francesco Brunelli), Sette, Lucius (Claudio Travaglini), Sirius (Giuseppe Rossi), Melkior (Alessandro Gamerra) e Ignis. L’indicazione che in questo testo stiamo dando del nome profano accanto a quello iniziatico sta a significare, in base ad una consolidata tradizione non scritta, che la persona in questione è passata a miglior vita. Dei due sopravvissuti a quell’incontro, nessuno fa attualmente parte dell’Ordine Martinista Universale. All’unanimità, in quella circostanza, Aloysius fu eletto Gran Maestro, Nebo designato Gran Maestro Aggiunto e Sette Gran Segretario-Tesoriere. Vale la pena riportare i passi essenziali del verbale che fu elaborato in occasione di quella storica riunione. “All’unanimità - si legge nel verbale - i presenti decidono, onde continuare l’attività tanto fiorente del Martinismo Italiano, di costituire, come costituiscono con atto decisionale, l’ORDINE MARTINISTA DI LINGUA ITALICA come sezione nazionale italiana del Martinismo Universale, nella strettissima e rigida osservanza della Tradizione Martinista com’è stata tramandata dai Maestri Passati, primo fra tutti Louis Claude de Saint Martin, in tutti i suoi aspetti (Martinezista, Willermozista e Martinismo vero e proprio) in piena apertura e fraterna relazione con il Martinismo mondiale in tutte le sue applicazioni e le sue derivazioni ed alleanze tradizionali quali l’Ordine Cabalistico della Rosa+Croce, il Gran Priorato dei Cavalieri Beneficenti della Città Santa, l’Ordine dei Cavalieri Massoni Eletti Cohen e la Chiesa Gnostica Apostolica Universale”. E ancora: “I fratelli Iniziatori dovranno godere della più ampia libertà nell’adozione di tecniche e forme ritenute idonee sia al loro personale orientamento nel lavoro di ricerca, sia alla struttura psico-fisica ed allo stato culturale dei propri discepoli, il tutto, naturalmente, nell’assoluto rispetto dell’essenza dell’Iniziazione Martinista, la quale, specie nel suo simbolismo, sarà codificata dal Gran Maestro ed approvata dal Collegio dei Superiori Incogniti Iniziatori”. Il verbale si conclude con l’“affermazione categorica circa l’unicità dell’Ordine nell’ambito del territorio nazionale italiano e assoluto divieto ai propri membri di accedere a polemiche con fratelli che, pur sempre considerati tali in virtù dell’atto iniziatico, si sono posti su di un piano antitradizionale con abuso di poteri”.
Appena sei mesi dopo la riunione di Roma, all’età di 63 anni, il Gran Maestro Aloysius morì. Era il 29 aprile 1972. Nel mese di settembre di quello stesso anno, a Perugia, fu eletto Nebo, anch’egli con l’unanimità dei consensi. Nel corso della stessa riunione fu varato il nuovo statuto dell’Ordine nel quale, tra i provvedimenti più importanti si ribadisce che “il Gran Maestro ha solo poteri delegati dal Supremo Collegio dei Superiori Incogniti Iniziatori di cui è Presidente” e che “il Filosofo Incognito ha potere incondizionato sulla sua Loggia in quanto ne è il Sole e il Padre”. I dieci anni della Grande Maestranza di Nebo (dal 1972 al 1982) furono caratterizzati da un’intensa e vivace attività operativa e da una capillarità di interventi in quasi tutte le regioni italiane, mai più eguagliate, al punto che si giunse ad avere in piedilista più di trecento Martinisti attivi e operanti. I principali poli di attrazione dell’Ordine in quegli anni furono principalmente Perugia (la città dove Brunelli viveva e svolgeva il suo lavoro di medico) e Roma, dove l’attivissimo Ram (Vincenzo Mura) aveva creato cinque Iniziatori e dove operavano anche Sette e Libertus; ma anche a Milano, Torino, Genova, Firenze, Bologna, Napoli, Taranto e Palermo le logge fiorivano e gemmavano (cioè da una loggia se ne generavano altre) in quella che non sembri enfatico definire una vera e propria primavera iniziatica. Nel 1973 Ram subentra nella carica di Gran Segretario-Tesoriere a Sette, che nel frattempo è stato nominato Gran Maestro Aggiunto. Il 13 settembre 1974 l’Ordine Martinista di Lingua Italica assume la denominazione di Ordine Martinista Antico e Tradizionale per marcare con maggiore forza il distacco dall’Ordine cosiddetto “di Venezia” di ispirazione papusiana.
A metà degli anni settanta viene elaborato da Nebo e distribuito il libro Daleth, una sorta di vademecum teorico-pratico riservato agli Iniziatori. Nel 1975 Sette si ritira dall’attività, Ram viene nominato Gran Maestro Aggiunto e nella carica di Gran Segretario gli subentra Libertus (Renato Comin), sostituito a sua volta nel 1976 da Ioram (Mario Bottazzi). Uno dei problemi iniziatici fondamentali che Nebo non poté, o non fece in tempo a risolvere riguarda la creazione degli Iniziatori. In sostanza si tratta di questo: avendo il Gran Maestro ricevuto per delega dal Collegio degli Iniziatori il deposito e il potere iniziatico dell’Ordine, toccherebbe esclusivamente a lui l’operazione magico-sacrale relativa alla creazione di nuovi Iniziatori, ovviamente su indicazione vincolante dell’Iniziatore che ha portato l’aspirante fino al terzo grado. Così accadeva in passato, ma nella pratica, da qualche tempo ed esclusivamente per ragioni logistiche, nel Martinismo italiano era invalso l’uso, da parte del Gran Maestro, di delegare a sua volta questo compito ai singoli Iniziatori. Si tratta di un principio antitradizionale contro il quale si pronunciò più di una volta l’attuale successore di Nebo. A settembre del 1981, durante il Collegio degli Iniziatori che si tiene a Città della Pieve, l’ultimo cui partecipa Nebo, il Gran Maestro fa mettere a verbale il seguente testo: “Il Gran Maestro, dopo aver fatto presente che gravi sono i momenti e grossi sono i problemi che il prossimo futuro riserva all’umanità e che è compito delle tradizionali Assemblee Invisibili e delle Associazioni Iniziatiche di svolgere un’opera di purificazione dell’aura del nostro Paese affinché i futuri avvenimenti di progresso umano possano svolgersi in un’atmosfera di minor tensione sul piano esoterico, crede giunto il momento di porre al Consiglio Nazionale dei S.I.I. l’interrogativo se sia il caso di ricercare la via per adire, nella più stretta osservanza delle tradizioni, ad una forma di operatività superiore. I tempi sono maturi affinché ad una operatività esoterica nel quaternario si accompagni una operatività sul piano eonico, e rende manifesto l’intendimento della Assemblea dei Reau-Croix di richiamare all’effettiva operatività l’Ordine degli Eletti Cohen. L’intendimento di questo superiore Ordine interiore sarebbe quello di porre a disposizione di quei S.I.I. che saranno ritenuti a ciò preparati ed accettati dalla ‘Chose’, la possibilità di una operatività superiore”. Non se ne fece nulla, ma tanto bastò perché si cominciasse a sussurrare di discriminazione tra Iniziatori di serie A e di serie B. È da notare, inoltre, che un anno prima di questo suo intervento lo stesso Nebo aveva consegnato a pochi Iniziatori di sua scelta, sotto il vincolo del segreto assoluto, i libri manoscritti “P” e “T” sulle purificazioni e sui risvolti occulti dell’operazione solstiziale trasmutatoria. Il segreto, come purtroppo suole accadere anche in ambito iniziatico, fu mantenuto solo da pochissimi destinatari dei libri (tra i quali c’è l’autore di queste note che quei libri usò e che religiosamente conserva); non sembra dunque improprio ritenere che queste due circostanze, sommandosi, abbiano indotto alcuni Iniziatori a credere, erroneamente se non addirittura in malafede, che il Gran Maestro Nebo avesse in animo di creare un cerchio interno, occulto e segreto, che di fatto avrebbe esercitato il più ampio potere nella gestione dell’Ordine.
Il 1982 fu l’“annus horribilis” nella storia dell’Ordine, segnato dalla decapitazione del vertice, con la scomparsa del Gran Maestro Aggiunto Ram, seguita, a distanza di pochi mesi, da quella del Gran Maestro Nebo. I disegni occulti del Grande Artefice dei Mondi vollero che in quello stesso anno passasse alla Montagna Eterna anche Aldebaran (Gastone Ventura), Gran Maestro dell’Ordine di Venezia. Ma vediamo un po’ più da vicino come si svolsero i fatti. Il Collegio dei Superiori Incogniti Iniziatori si riunisce a Roma il 9 maggio 1982. Per la prima volta non è presente Nebo, che appena un mese prima ha subito un delicato quanto inutile intervento chirurgico ad un polmone. E non è presente il Gran Maestro Aggiunto Ram, deceduto il 16 marzo all’età di 74 anni. Il Collegio decide che il prossimo congresso si terrà dal 2 al 5 settembre nell’hotel “Il Ciocco”, presso Lucca e a quella data aggiorna i suoi lavori. Arriva l’estate e le condizioni di salute di Francesco Brunelli si aggravano sensibilmente. A 55 anni è un personaggio di spicco nel panorama esoterico-iniziatico non solamente italiano: nella sua persona si assommano le cariche di Gran Maestro dell’Ordine Martinista Antico e Tradizionale, Gran Gerofante del Rito di Memphis e Misraim, Gran Maestro della Rosa+Croce Cabalistica, Primate per l’Italia della Chiesa Gnostica Apostolica Universale, per non parlare delle sue responsabilità in seno alla Società Italiana di Psicosintesi e alla Società Teosofica Italiana. Sentendosi prossimo a morte, convoca ad una ad una le persone che sente a sé più vicine e comunica le sue intenzioni per la ripartizione degli incarichi. Per quanto riguarda l’Ordine Martinista Antico a Tradizionale, la sua scelta cade su Giovanni, Iniziatore della Collina di Roma e Superiore Incognito della Gran Loggia Martinista. Giovanni rifiuta l’incarico adducendo la coscienza della propria impreparazione, ma accetta di buon grado la richiesta del Gran Maestro di organizzare e presiedere, quale Iniziatore di grado gerarchico più elevato, il prossimo congresso del Ciocco. Il disposto magistrale in proposito, indirizzato al Gran Segretario Ioram, è l’ultimo atto ufficiale firmato da Nebo, che morirà il 19 agosto.
Uno degli ultimi messaggi di Nebo riguarda il ruolo delle donne nell’ambito dell’Ordine, un tema che il Gran Maestro si era sempre rifiutato di affrontare fino alle estreme conseguenze, timoroso di reazioni negative da parte degli Iniziatori. Ecco dunque quello che si può definire il testamento spirituale di Nebo: “Dovete proseguire nel lavoro di ricerca e nella pratica dell’arte cosicché possiate crearvi il corpo mercuriale imperituro ove polarizzare la vostra essenzialità nei tempi e negli spazi. Inoltre dovete considerare l’accento particolare che io ho posto alla collocazione della donna sul sentiero iniziatico e che necessariamente dovrà trovare quella sua sistemazione che nella mia opera di sintesi stavo elaborando, ma che non ho potuto portare a compimento. Su questi due cardini fondamentali svilupperete i vostri lavori”. Due settimane dopo, il 2 settembre, su proposta di Giovanni, viene eletto per acclamazione Libertus (Renato Comin), della Collina di Roma, con l’impegno che dovrà restare in carica non più di sette anni, nonostante da più parti si sia sollecitato il ritorno alla tradizione che contempla l’incarico a vita. Libertus nomina i suoi Aggiunti, che il Collegio degli Iniziatori ha deciso debbano essere due per scongiurare al massimo l’eventualità che si ripeta la difficile esperienza recente. I Grandi Maestri Aggiunti sono dunque Giovanni da Roma, di cui abbiamo già parlato, e Algol della Collina di Perugia. Il congresso del Ciocco è funestato (ancora!) dalla morte del Superiore Incognito Filippo Costanzo, fulminato da un attacco cardiaco durante un suo appassionato intervento a favore delle donne Iniziatrici. La breve gestione di Libertus, Gran Maestro per poco più di due anni, è stata caratterizzata da un tentativo, fallito, di ravvicinamento alla Grande Montagna di Venezia e dal varo, all’unanimità, del nuovo statuto dell’Ordine, che, tra i suoi tratti più salienti, contempla che il Gran Maestro sia eletto a vita, in ciò tornando ad una tradizione secolare. Non passa peraltro inosservato il fatto che, poco dopo il suo insediamento al vertice dell’Ordine, Libertus dispone il ritiro dei libri “P” e “T”, considerati dal Gran Maestro “troppo impegnativi”.
Sul finire del 1984 Libertus si dimette dalla carica invocando ragioni di salute. Il 2 dicembre di quello stesso anno, a Roma, viene eletto Gran Maestro, con 15 voti a favore su 17, Giovanni della Collina di Roma. Giovanni nomina Grandi Maestri Aggiunti Amorifer della Collina di Livorno e Mendes (Sergio Goss) della Collina di Roma e conferma Ioram (Mario Bottazzi) della collina di Genova nella carica di Gran Segretario-Tesoriere. Un piccolo gruppo di Iniziatori, quasi tutti della filiazione di Nebo e della Collina di Perugia, lascia l’Ordine. Nell’aprile del 1985 il Gran Maestro aggiunge al nome iniziatico quello di Aniel, suo genio protettore e mette a disposizione dell’Ordine i libri Alfa ricevuti in eredità da Nebo. Nel 1987 muore il Gran Maestro Aggiunto Mendes e Giovanni Aniel lo sostituisce con il proprio omonimo Giovanni della Collina di Roma; qualche tempo dopo l’Aggiunto Giovanni si pone in meditazione e il Gran Maestro lo sostituisce con Helios della Collina di Monteforte Irpino. L’elaborazione della “Magna Charta” del Martinismo è uno degli elementi di rilievo che caratterizza, fino a questo momento, la gestione di Giovanni Aniel, il quale, fin dalla sua elezione, se non da prima, non ha nascosto il suo orientamento favorevole alla creazione delle donne Iniziatrici, anche sulla scia del testamento spirituale del suo predecessore Nebo. Ma non è l’elaborazione della Magna Charta il solo elemento di spicco della gestione di Giovanni Aniel: nel maggio 1992, l’Ordine subisce una dolorosa lacerazione in seguito alla decisione del Gran Maestro, ratificata dalla maggioranza del Collegio degli Iniziatori, di estendere alle donne, con un provvedimento rivoluzionario ma, come si è visto, non inedito nella storia del Martinismo, la facoltà di trasmettere l’iniziazione.
La nostra piccola storia, ormai, cede il posto alla cronaca. Dopo l’uscita dall’Ordine Martinista Antico e Tradizionale degli Iniziatori dissidenti, Giovanni Aniel, che aveva presentato le sue dimissioni dalla carica, viene sollecitato a restare alla guida dell’Ordine. Egli accetta a condizione che nuovi Iniziatori non possano essere creati se non dal Gran Maestro (l’unico Iniziatore in grado di trasmettere la facoltà di trasmettere, in lui risedendo, come da Magna Charta, il deposito e il potere iniziatico dell’Ordine su delega del Collegio dei Superiori Incogniti Iniziatori) e nomina suoi Aggiunti Helios, confermato, e Francesco della Collina di Bergamo. Si elabora e si vota all’unanimità il nuovo statuto dell’Ordine. Stabilito che l’Ordine non discrimina le donne per quanto concerne la facoltà di concedere l’iniziazione martinista, si decide, per marcare sensibilmente il nuovo corso, di cambiare nome all’Ordine stesso che si chiamerà Ordine Martinista Universale. Alle altre cariche statutarie Giovanni Aniel nomina Francesco Ieiaiel, Gran Segretario Tesoriere, Enoch Gran Cerimoniere, Vega Presidente del Collegio Italia Settentrionale, Nut Presidente del Collegio Italia Centrale e Nicolaus Presidente del Collegio Italia Meridionale. Così costituito il Grande Magistero, vertice dell’Ordine, si decide di porre mano alla correzione dei rituali di iniziazione, giornaliero, lunari e solari: l’incarico viene affidato a Enoch e a Francesco Ieiaiel. Maria della Collina di Milano è la prima donna creata iniziatrice da Giovanni Aniel su segnalazione di Elenio; dopo di lei numerose altre donne vengono create iniziatrici da Giovanni Aniel: si tratta di Nut, Simon Pietro, Aurora, Esther, Sumerim, Micael, Notei, Maresh. L’iniziazione al cosiddetto quarto grado, ovviamente, avviene, come abbiamo già sottolineato, su segnalazione degli iniziatori dei recipiendari, limitandosi il Gran Maestro a trasmettere il deposito ricevuto dal Collegio degli Iniziatori. Un progetto di Giovanni Aniel, prontamente realizzato dal Gran Maestro Aggiunto Francesco, porta nel 1994 alla pubblicazione di un bollettino interno, “Anubi”, che viene inviato a tutti i membri dell’Ordine e, successivamente, su disposto del Gran Maestro, anche agli altri martinisti italiani. Nel mese di aprile 1998 il Gran Maestro, in seguito ad una serie di vicende che non è il caso di riassumere in questa sede, solleva dalla carica i due Aggiunti e nomina, al loro posto, Nicolaus e Francesco Ieiaiel, che conservano le rispettive cariche di Presidente di Collegio e di Gran Segretario-Tesoriere. L’Ordine Martinista Universale attualmente è diffuso in quasi tutte le regioni italiane e nel Mezzogiorno francese.
 

   

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