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E' Papus il fondatore dell'Ordine
Martinista Francesco Brunelli
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Nel
numero precedente (1) abbiamo chiarito che esistono diverse fasi e
diversi momenti di un’unica corrente in cui delle sovrapposizioni e
delle degenerazioni legate alla personalità dei Maestri che
caratterizzano appunto tali «momenti», sembrano addirittura dar vita
a qualche cosa di differente che in realtà non è se si raschiano le
sovrapposizioni.
Il Martinismo contemporaneo vuol farsi derivare dal Martinismo
moderno ed in genere si commette l’errore di legare questo
Martinismo esclusivamente a Papus mentre esso è composto da molti
autorevoli uomini che agirono contemporaneamente a lui o dopo la sua
scomparsa dalla scena terrestre.
E questo è un punto che va bene chiarito perché non ci sembra valida
in assoluto l’affermazione che «L’Ordine Martinista moderno fu
fondato ex novo da Papus nel 1891», anzi a tale affermazione si
dovrebbe quasi rispondere con un no deciso perché quando nel 1891
inizia la fase martinista oggetto della presente nota (il Martinismo
Antico si era solo apparentemente esaurito in Francia dopo la
rivoluzione) avviene l’incontro tra DUE Iniziatori: Papus e
Chamboseau. Ambedue erano eredi di una «iniziazione» martinista che
fu anche oggetto di discussione quanto a validità perché da un lato
la linea di Papus mostra un vuoto apparente e quella di Chamboseau
ha come anello di trasmissione, ad un certo punto, una donna.
Su questa questione è bene soffermarci un poco, ma è bene che si
premetta che noi NON METTIAMO IN DISCUSSIONE LA VALIDITÀ INIZIATICA
DEL MARTINISMO anche se certi dettagli e certe validità in qualche
«momento» possono essere discutibili. Quanto noi diremo a questo
proposito assume una significazione relativa sia perché se
l’iniziazione (di osservanza di un rituale nella trasmissione) è
anche un fatto formale, non è esclusivamente legata ad essa, sia
perché al primo gruppo di riorganizzatori del Martinismo ben presto
giunsero altri validi apporti con le rispettive filiazioni.
E veniamo alla ben nota linea di trasmissione premettendo quanto
scrive Van Rijmberg concludendo una serie di ricerche su Saint
Martin e cioè che non si può negare la esistenza di una catena
iniziatica propagata da Louis Claude de S. Martin anche se si deve
escludere la strutturazione di un vero e proprio Ordine Martinista.
«Le iniziazioni individuali di Saint Martin, considerate da molti
pura leggenda, sono bene una realtà». E l’A. cita a sostegno della
sua tesi dei documenti probanti. Secondo Amadou, egli aveva creato
una Società degli Amici Intimi composta da coloro che erano in grado
di comprendere il suo insegnamento ed ai quali dava tutto se stesso
ed i simboli della sua iniziazione: la maschera, il mantello, le tre
luci, sono giunti a noi vivificando ancor oggi la catena dei
Superiori Incogniti.
Ed ecco la catena delle Iniziazioni Libere come ci è giunta nelle
notazioni storiche.
L. C. de Saint Martin (1743-1803) |
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Abate de La Noue († 1820) Antonio Maria Hennequin († 1840) Enrico de La Touche († 1851) Adolfo Desbarolles († 1880) Amelia de Boisse-Mortemart nata de Nouel de La Touche Agostino Chaboseau († 1946) |
J. Antonio Chaptal († 1832) ? Enrico Delaage († 1882) Gerard Encausse (Papus) († 1916)
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Come si vede agevolmente Amelia Mortemart era una donna e la
filiazione che fa capo a Papus potrebbe apparentemente presentare
qualche soluzione di continuità che tuttavia non ci dilungheremo ad
esaminare nei dettagli.
Chaboseau (2) e Papus (3) che frequentavano lo stesso gruppo di
occultisti a Parigi, si riconobbero in possesso di una stessa
trasmissione proveniente dalla scuola di L. C. de Saint Martin e nel
1888 si scambiarono le rispettive iniziazioni, stabilendo di dare
delle basi moderne al contenuto iniziatico in loro possesso. Nel
marzo del 1891 fu costituito a questo scopo a Parigi un Supremo
Consiglio formato dai seguenti occultisti che avevano
preventivamente ricevuto la iniziazione a S.I.: P. Adam, Barlet, M.
Barres, Burget, Chamuel, S. de Guaita, Lejay, Montiere, J. Peladan,
Sedir. Ben presto Barres e Peladan, essendo cattolici, si dimisero e
furono rimpiazzati da Marc Haven e V. E. Michelet.
E la vita dell’Ordine così ricostituito inizia una rapida diffusione
a cui ovviamente non poteva far riscontro un altrettanto valido
lavoro iniziatico, basti infatti pensare che ben presto l’Ordine
contò circa ventimila fratelli che se da un lato costituivano
un’elite intellettuale, spirituale e fors’anche iniziatica,
dall’altro non potevano neppure possedere una formazione esoterica
comune, tant’è vero che la storia del Martinismo Moderno è
costellata appunto da incomprensioni derivanti da queste differenze.
Comunque è incontrovertibilmente chiaro che all’inizio del
Martinismo moderno vi sono due fondatori e non uno, seguiti a
distanza assai ravvicinata da ben altri dieci elementi di prim’ordine
aventi ciascuno un proprio bagaglio e delle proprie filiazioni
iniziatiche, per tali ragioni non possiamo affermare che il moderno
Martinismo abbia avuto un’unica, chiara, scuola, ma è sorto da più
linee culturali confluenti tra di loro, per questa ragione i
richiami alla dottrina originaria sono affiorati di sovente
confluendo e trovando successivamente in Robert Ambelain un valido
interprete.
È senz’altro ammissibile ed accettabile che tra i dodici fondatori
dell’Ordine Martinista nel 1891 chi intieramente si dedicò ad esso
fu Papus ed è forse perciò che Papus (che era un divulgatore, un
volgarizzatore di eccezionale validità) viene ritenuto
erroneamente come il suo fondatore mentre in senso assoluto non
lo è affatto.
È tuttavia con Papus che il Martinismo divenne un qualche cosa di
differente per tingersi di quell’occultismo occidentale di cui fu
veramente il volgarizzatore ed il propagandista e sul quale
ovviamente non si possono che porre delle riserve. Ci sembra
difficile dover identificare il Martinismo con il «papusianismo» e
del resto l’eccessivo eclettismo che fu alla base del risveglio
Martinista fu anche la causa delle numerose scissioni che
caratterizzarono la sua forma moderna e che si manifestarono alla
morte di Papus e successivamente.
In Francia e conseguentemente nel mondo si ebbero infatti tra i rami
principali i seguenti:
1) L’Ordine Martinista Sinarchico di Blanchard (1918);
2) L’Ordine Martinista Tradizionale con A. Chaboseau (1931);
3) L’Ordine Martinista Rettificato di J. Boucher (1948);
4 ) L’Ordine Martinista facente capo alla sede di Lione con
coloritura fortemente Martinezista (1920).
Encausse (Papus) |
Chaboseau |
BARLET |
de Guaita |
Peladan |
Sedir |
Haven |
Michelet |
(1)«Conoscenza»,
n. 2, 1973, p. 21.
(2) Ci sembra interessante riprodurre lo stralcio di una lettera
scritta da Jean Chaboseau figlio a Philippe Encausse e da questi
pubblicata.
«Mio padre aveva 18 anni circa, ed era solo a Parigi essendo mio
nonno di guarnigione dapprima a Tarbes, poi a Mans. Gli erano stati
forniti indirizzi di corrispondenti di famiglia, tra questi quello
di un’anziana signora... Mio padre va dunque da lei che abitava in
rue Notre Dame des Camps in un vecchio appartamento e vi ritornò
tutti i giovedì sera. Questa anziana signora molto colta ed amante
della musica si mise in testa di completare la cultura di quel
giovane che trovava troppo universitario. Gli fece scoprire Balzac
sotto un nuovo profilo, gli apri gli occhi sopra certi filosofi che
mio padre teneva un poco in disparte ed a poco a poco lo porta a
conoscere “gli illuminati” ed i “teosofi” della fine del XVIII
secolo e dell’inizio del XIX ed in particolare di Ballanche.
Naturalmente gli leggeva molti scritti di Louis Claude de Saint
Martin. Tuttociò lo intesi raccontare molte volte da mio padre ed
egli lo ricordò particolarmente una sera in occasione di una
riunione martinista presso Canudo, riunione che si prolungò
moltissimo e che tenne gli uditori sotto lo charme di questi
racconti evocati a bassa voce e nell’atmosfera che tu puoi conoscere
e ricostruire. Un giorno Amelia disse al giovane che esisteva
“qualche cosa”, che la tradizione si era perpetuata individualmente,
segretamente o quanto meno discretamente. Il seguito tu lo conosci.
Mio padre studiava medicina parallelamente ai suoi studi di induismo...
È all’ospedale parigino della Charité che conobbe Paups, dapprima al
servizio di un gran maestro di cui mi sfugge il nome poi al servizio
di Chorot...».
(3) Estratti da «Martinezismo, willermozismo, martinismo e
massoneria» di PAPUS (Ed. Chamuel, Parigi, 1899). «Il passaggio del
Martinismo ai gruppi che dovevano dargli una tale estensione
all’epoca attuale si è effettuato con la mediazione di un modesto
occultista che fu sempre attaccato a due grandi principi, la
conservazione della tradizione iniziatica dello spiritualismo
caratterizzata dalla Trinità e la difesa del Cristo al di fuori di
ogni setta. Sono questi i caratteri dello “sconosciuto” al quale
venne affidato il sacro deposito, ed Enrico Delaage, poiché è di lui
che stiamo parlando, preferì essere fedele alla sua iniziazione
anziché fondare una nuova setta... Delaage spinse il rispetto del
segreto sino a tacere l’origine della sua iniziazione nei suoi
libri, ed è solo con gli intimi che amava parlare a cuore aperto del
Martinismo, la tradizione del quale gli era stata trasmessa per
mezzo di suo nonno M. de Chaptal, iniziato lui stesso da Saint
Martin... Qualche mese prima della sua morte Delaage volle dare ad
un altro la semente che gli era stata confidata... Povera eredità
costituita da due lettere e qualche brano, riassunto di quella
dottrina della iniziazione e della trinità che aveva illuminato
tutte le sue opere. Ma l’invisibile era là e lui stesso si incaricò
di ricollegare le opere alla vera origine loro e di permettere a
Delaage di affidare la sua semente ad una terra ove avrebbe potuto
svilupparsi...».