Massime e Pensieri

L.C. de Saint Martin

 

Il più grande peccato che noi possiamo commetere contro Dio è quello di dubitare del Suo amore e della Sua misericordia, perchè è mettere in dubbio l'universalità del Suo potere che costituisce il persistente peccato del principe delle tenebre. (da Opere Postume)

Ciò che non è saggezza ostacola l'uomo. Con la saggezza egli è idoneo ad ogni cosa, ai sentimenti della natura, ai piaceri legittimi, ad ogni virtù; in sua assenza il cuore è pietrificato. (da Opere Postume)

Per dimostrare che il principio di una qualsiasi azione è legittimo, occorre considerare le sue conseguenze; se chi agisce è infelice egli è sicuramente colpevole, perchè egli non può essere infelice a meno che non sia libero. (da Degli Errori e della Verità)

Le verità e le preghiere che ci sono insegnate quaggiù sono troppo misere per i nostri bisogni; sono le preghiere e le verità del tempo e noi sentiamo essere stati fatti per altre preghiere e altre verità. (da Il Ministero dell'Uomo Spirito)

Se l'uomo evita di guardare a se stesso come il re dell'universo, è perchè gli manca il coraggio di riconquistare i suoi titoli in merito, perchè i doveri relativi sembrano troppo faticosi e perchè egli teme meno di rinunciare al suo stato ed ai suoi frutti che di intraprendere la reintegrazione del loro valore. (da Degli Errori e della Verità)

L'universo può essere anche paragonato ad un grande tempio; le stelle sono le sue luci, la terra il suo altare, e l'uomo, il prete dell'Eterno, offre i sacrifici. (da Quadro Naturale...)

Io lascio mormorare gli uomini non illuminati e superficiali riguardo a quella giustizia che punisce i figli per le colpe dei genitori. E non mi richiamerò a quella legge fisica in base alla quale una fonte inquinata trasmette le sue impurità ai suoi prodotti, perchè l'analogia sarebbe falsa e odiosa se applicata a ciò che non è fisico. Ma, se la giustizia può affliggere i figli a causa dei padri, essa può anche purificare i padri per mezzo dei figli; ed anche se ciò supera la capacità di comprensione degli stolti, dovrebbe consentirci di sospendere il nostro giudicare fino a che non saremo ammessi nel concilio dei saggi. (da Degli Errori e della Verità)

La localizzazione dell'anima è stata soggetto di frequenti dispute; da alcuni è stata situata nella testa, da altri nel cuore, da altri ancora nel plesso solare. Se l'anima fosse una particella organica e materiale vi sarebbe una ragione di assegnarle un posto, e sarebbe possibile per essa di occuparne uno. Ma essendo una entità metafisica, come può essere localizzata fisicamente? Solo le sue facoltà sembrerebbero avere una sede determinata, la testa per le funzioni del pensare, meditare, giudicare ed il cuore per gli affetti e i sentimenti di ogni specie. Per quanto riguarda l'anima stessa poichè la sua natura trascende sia lo spazio che il tempo, le sue funzioni e la sua dimora sfuggono ad ogni calcolo spaziale. (da Opere Postume)

Non crediate che le gioie dell'anima siano una chimera, e che ciò che di buono acquisiamo in questa vita sia perduto totalmente. L'anima non muta in nessun modo la sua natura lasciando questo corpo mortale. Se lasciata al male riceve la punizione per questo affondandovi ulteriormente. Ma se ha amato la bontà, ed ha a volte sperimentato la segreta gioia della virtù, parteciperà ad esse in un'estasi crescente. Essa ha conosciuto quaggiù le estasi causate dalla contemplazione delle cose che la trascendono. Sembra che nulla sulla terra possa meritarla come la felicità, sembra persino che i piaceri terreni non abbiano esistenza. Essa può fare affidamento sulle stesse estasi nella regione superiore, ancor di più, può contare su gioie oltre misura e su ininterrotte delizie quando questa parte grossolanamente materiale non ne contaminerà più la purezza. Se è così non trascuriamo la vita; tanto più grande sarà la nostra cura per l'anima ora, migliore sarà il nostro stato nell'esistenza futura. (da Opere Postume)

Se fossimo rimasti fedeli alla nostra santa destinazione, avremmo dovuto manifestare tutti, ciascuno secondo il proprio dono, la gloria del Principio eterno. Ma senza possibilità di dubbio, dobbiamo ritenere di non aver osservato la legge suprema, considerando la nostra attuale miseria e contemporaneamente il fatto che l'Autore della giustizia non potrebbe abbandonarci ingiustamente in uno stato di sofferenza e di privazioni. L'abuso dei nostri privilegi ci ha indotti ad una manifestazione opposta a quella richiestaci, ne deriva pertanto che invece di essere testimoni di gloria e di verità, siamo solo testimoni di obbrobrio e di menzogna. (da Ecce Homo)

Non conosci forse la più semplice e la più sublime delle figure? E non sai che ne occupi il centro? Confidaci, studiala tutti i giorni della tua vita, ma non al modo degli uomini; essi ne fanno la morte della scienza. Ecco cosa essa ti dirà: "di tutti gli esseri, dopo Dio, rispetta soprattutto te stesso; lo spirito si è riposato sulle acque, ma Dio stesso si è riposato sull'uomo". Come potrebbe allora l'uomo perire? Egli è il pensiero di Dio. Come potrebbe perire? Forse che il pensiero di Dio è un errore e una illusione passeggera? (da L'uomo di Desiderio)

Indipendentemente dai mezzi generali e comuni di cui si servono quotidianamente l'errore e la menzogna per ottenere lo sguardo sul nostro stato di miseria, e per illuderci con inutili speranze, lo spirito delle tenebre ha scoperto altri strumenti molto più devianti e funesti. Infatti, gli errori ricadono più sull'aspetto esteriore dell'uomo e sulle sue caratteristiche visibili, che su quello interiore e spirituale. La semplice morale allora sarà sufficiente a tenerlo lontano da tali errori; essi quindi, pur essendo causa di errori, potranno rendergli al massimo più faticoso il cammino della vita. Invece gli strumenti di debolezza hanno il tremendo potere di sconvolgere l'uomo, tanto da non permettergli di ritrovare la giusta via; qui il senso della frase ecce homo si rivela in un tragico pianto. (da Ecce Homo)

Ciechi mortali, potreste forse attribuire a Dio le vostre sofferenze e le vostre privazioni in questa terra straniera? Dio non ha come nome la santità? La sua legge non ha come nome la carità? E il suo scettro non ha come nome la giustizia? Osservate la natura e non crediate ch'ella sia più saggia e più giusta di Lui. Eppure tutti gli esseri che produce li pone in grembo ai loro rapporti naturali, e negli elementi a loro analoghi. Tu solo, misero uomo, vieni a trovarti, per il tuo pensiero, così staccato dalle tue relazioni, che un abitatore delle acque che ne fosse gettato fuori, in secco, ansimante sulla riva, non ti parrebbe soffrire più di te. Non dire allora che è stato Dio a separarti dal fiume della vita; egli te lo aveva dato come tua dimora e la sua legge e il suo amore non cessano di richiamarti ad esso. Tu temi di limitare la gloria di Dio, negando di essere l'autore del male! Rifletti che il male non è una potenza; rifletti che è una impotenza e una debolezza, poichè non fa che cercare di impadronirsi del bene che gli manca. (da L'uomo di Desiderio)

 

   

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