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MARTINEZISMO,
WILLERMOZISMO, Papus
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INTRODUZIONE
Tanti errori sono stati detti nei riguardi del movimento martinista, tante
calunnie sono state proferite sulle sue creature e sul suo vero carattere, che
si rende opportuno riprendere alcuni punti della sua storia e mettere in chiaro
la reale situazione ch'esso occupa oggi di fronte alle diverse società collegate
ad un simbolismo qualsiasi.
Per permettere ad ogni membro dell'Ordine Martinista, come ad ogni ricercatore
imparziale, di distruggere per sempre le calunnie più o meno interessate sparse
sull'Ordine, ci accingiamo ad esporre assai imparzialmente i differenti aspetti
che ha presentato e che possono racchiudersi in quattro grandi periodi:
1 - Il Martinezismo di Martinez de Pasqually
2 - Il Willermozismo di J. B. Willermoz
3 - Il Martinismo di Claude de Saint-Martin
4 - Il Martinismo contemporaneo
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GLI ILLUMINATI - SWEDENBORG - MARTINEZ E WILLERMOZ - GLI ILLUMINATI CRISTIANI -
LA ROSA-CROCE
E' impossibile rendersi conto chiaramente del carattere reale del Martinismo in
ogni epoca, se per prima cosa non si stabilisce la capitale differenza che
separa le società d'illuminati dalle società di massoni.
La società d'illuminati è legata all'invisibile da uno o più capi.
Il suo principio di esistenza e di durata ha dunque la sua origine in un piano
superumano e il suo governo avviene dall'alto in basso, con l'obbligo, per i
membri della fratellanza, di obbedire ai capi, allorchè sono entrati nel cerchio
interiore, o di abbandonare questo cerchio interiore.
La società dei massoni non è per nulla legata all'invisibile.
Il suo Principio di esistenza e di durata ha origine dai suoi membri e soltanto
dai suoi membri; tutto il suo governo si svolge dal basso in alto con selezioni
successive per elezione.
Ne segue che quest'ultima forma di fratellanza non può produrre per fortificare
la sua esistenza che le carte e i documenti amministrativi comuni ad ogni
società profana; mentre gli ordini d'Illuminati si riferiscono sempre al
Principio invisibile che li dirige.
La vita privata, le opere pubbliche e il carattere dei capi della maggior parte
delle fratellanze d'Illuminati mostrano che questo Principio invisibile
appartiene al Piano divino, e che non ha nulla a che fare con Satana o i demoni,
come cercano di insinuare i clericali allarmati dal progresso di questa Società.
La Fraternità d'Illuminati più nota, anteriore a Swedenborg e la sola di cui si
possa parlare al mondo profano, è quella dei Fratelli Illuminati della
Rosa-Croce, la costituzione e la chiave della quale saranno rese note fra
parecchi anni. Sono i membri di questa fratellanza che hanno deciso la creazione
di società simboliche, raccomandato di conservare i rudimenti dell'iniziazione
ermetica e che hanno dato pure origine ai diversi riti della Massoneria. Dunque
non vi può essere confusione tra l'Illuminismo o centro superiore di studi
ermetici e la Massoneria o centro inferiore di conservazione riservato ai
principianti. Solamente entrando nelle fratellanze di illuminati i massoni
possono ottenere la conoscenza pratica di questa luce, dopo di che essi
progrediscono di grado in grado.
SWEDENBORG
Agli sforzi incessanti dei fratelli illuminati della Rosa-Croce, l'invisibile
recò un contributo considerevole con l'illuminazione di Swedenborg il celebre
sapiente svedese.
La missione realizzatrice di Swedenborg consistette soprattutto nella
costituzione di una cavalleria laica del Cristo, incaricata di difendere l'idea
cristiana nella sua primitiva purezza e di attenuare nell'invisibile, i
deplorevoli effetti delle concussioni, degli accaparramenti di fortuna e di
tutti i procedimenti cari al “Principe di questo Mondo", messi in opera dai
gesuiti, con il pretesto di cristianesimo.
Swedenborg suddivise la sua opera di realizzazione in tre sezioni:
1° La sezione di insegnamento costituita dai suoi libri e dal racconto delle sue
visioni.
2° La sezione religiosa costituita dall'applicazione rituale dei insegnamenti.
3° La sezione incaricata della tradizione simbolica e pratica, costituita dai
gradi iniziatici del Rito swedenborghiano.
Per il momento ci interessa solo quest'ultima. Era suddivisa in tre sezioni
secondarie: la prima elementare e massonica, la seconda elevava il recipiendario
sino all'illuminismo e la terza attiva.
La prima sezione comprendeva i gradi di: apprendista, compagno, maestro e
maestro eletto.
La seconda sezione comprendeva i gradi di: apprendista cohen (o maestro eletto
illuminato), compagno cohen, maestro cohen.
La terza sezione comprendeva i gradi di: 1° maestro cohen delegato alla
realizzazione elementare o apprendista Rosa-croce; 2° cavaliere Rosa-Croce
commendatore; 3° Rosa-Croce illuminato o Kadosch (maestro grande architetto) .
Si rivelerà che gli scrittori massoni e fra gli altri il Ragon, non hanno avuto,
sull'illuminismo, che informazioni di seconda mano e che non hanno potuto dare
le informazioni che diamo adesso, nè vedere la chiave del passaggio da una
sezione all'altra con Io sdoppiamento del grado superiore di ogni sezione.
Inoltre si osserverà che il solo vero creatore degli alti gradi è Swedenborg e
che questi gradi si allacciano esclusivamente all'Illuminismo e sono stati
gerarchizzati e costituiti direttamente dagli Invisibili.
Più tardi, certi falsi massoni cercheranno di appropriarsi dei gradi
dell'Illuminismo e non perverranno che a mettere in mostra la loro ignoranza.
Infatti, il possesso del grado di fratello illuminato della Rosa-Croce non
consiste nella proprietà di una pergamena e di un collare.
Essa si prova solo con il possesso di poteri spirituali attivi che la pergamena
e il collare non possono che indicare.
Ora, fra gli iniziati di Swedenborg uno di coloro ai quali l'Invisibile prestò
in modo particolare la sua incessante assistenza, vi fu un uomo dotato di grandi
capacità di realizzazioni in tutti i piani: Martinez de Pasqually che ricevette
l'iniziazione dal Maestro a Londra e che venne incaricato di diffonderla in
Francia.
IL MARTINEZISMO
Grazie alle stesse lettere di Martinez, abbiamo potuto fissare l'esatta
ortografia del suo nome, finora storpiato dai critici (Reghellini, 2° vol. pag
434, citato dal Ragon): grazie anche agli archivi che possediamo, e all'appoggio
incessante dell'invisibile, se noi potremo dimostrare che Martinez non ha mai
avuto l'idea di ricondurre la massoneria a "principi essenziali" che egli
disprezzò sempre, da buon illuminato che era. Martinez ha passato metà della sua
vita a combattere i nefasti effetti della propaganda senza fede di quei pedanti
delle logge che, abbandonando la via segnata dai Superiori Incogniti, hanno
voluto farsi perni dell'Universo e sostituire l'azione del Cristo con la loro e
i consigli dell'Invisibile con i risultati degli scrutini emessi dalla
moltitudine. Dunque, in che cosa consisteva il Martinezismo?
Nell'acquisizione, con la purezza corporale, animica e spirituale dei poteri che
permettono all'uomo di entrare in relazione con gli esseri invisibili, quelli
che le chiese chiamano angeli e di pervenire così, non solo alla reintegrazione
personale dell'operatore, ma anche a quella di tutti i suoi discepoli di buona
volontà.
Martinez accoglieva nella sala delle sedute coloro che gli chiedevano la luce.
Tracciava i cerchi rituali, scriveva le parole sacre, pregava umilmente e con
fervore agendo sempre in nome del Cristo, così come ne hanno fatto testimonianza
tutti coloro che hanno assistito alle sue operazioni e come attestano anche
tutti i suoi scritti.
Allora gli esseri invisibili apparivano, sempre in piena luce. Questi esseri
agivano e parlavano: impartivano insegnamenti elevati, invitavano alla preghiera
e al raccoglimento, e ciò senza medium in trance, senza estasi nè allucinazioni
morbose.
Quando l'operazione era terminata e gli esseri invisibili erano scomparsi,
Martinez dava ai suoi discepoli il mezzo d'arrivare a ottenere, da soli, i
medesimi risultati.
Solamente dopo che essi avevano ottenuto, da soli, l'assistenza dell'Invisibile,
Martinez dava loro il grado di Rosa-Croce, come lo dimostrano, con evidenza, le
sue lettere.
L'iniziazione di Willermoz, che durò più di dieci anni, quella di Claude de
Saint-Martin e degli altri ci insegnano che il Martinezismo era consacrato a
cosa diversa dalla pratica della massoneria simbolica e che occorre non essere
mai stati ammessi alla soglia di un centro reale d'Illuminismo per confondere i
discorsi dei venerabili con i lavori attivi dei Rosa-Croce martinisti.
Martinez vuole innovare così poco che conserva integralmente i nomi dati ai
gradi dagli invisibili e trasmessi da Swedenborg. Dunque sarebbe più logico dire
Swedenborghismo adattato anzichè Martinezismo. (Nei misteri - del Rito di
Swedenborg - è detto che quando l'uomo, con una vita nuova, santa e esemplare,
si è Integrato nella sua primitiva dignità e che, con utili lavori, ha
ricuperato i suoi diritti primitivi, allora si riaccosta al suo Creatore con una
vita nuova speculativa, animata dal soffio divino: è Iniziato eletto Cohen:
nelle Istruzioni che riceve, impara le scienze occulte in ogni loro parte, che
gli fanno conoscere i segreti della natura, l'arte chimica, l'ontologia e
l'astronomia.).
Ma Martinez considera talmente la Massoneria come una scuola d'istruzione
elementare e inferiore che il suo "Maestro Cohen" dice: Sono stato ricevuto
maestro Cohen passando dal triangolo ai cerchi.
Il che vuol dire, traducendo i simboli: "Sono stato ricevuto maestro illuminato
passando dalla Massoneria alla pratica dell'Illuminismo".
Ugualmente si domanda all'apprendista cohen: "Quali sono i differenti segni,
parole e toccamenti convenzionali degli Eletti Massoni Apocrifi?
Ed egli risponde: "Per l'apprendista Jachin, la parola di passo Tubalkain; per
il compagno Booz, la parola di passo Shibbolet, per il Maestro Makbenak, la
parola di passo Giblin".
Dunque, era necessario possedere non tre, ma almeno sette gradi della Massoneria
ordinaria per diventare cohen. La lettura, anche superficiale, del catechismo è
sufficiente a questo grado.
Martinez cercò di sviluppare ogni membro del suo Ordine con il lavoro personale
lasciandogli tutta la libertà e responsabilità dei suoi atti. Selezionò con la
massima cura ciascuno dei suoi membri e non conferì i gradi che a una reale
aristocrazia dell'intelligenza. Infine ammetteva all'iniziazione le donne con
gli stessi diritti degli uomini e con le stesse garanzie.
Gli iniziati, una volta preparati, si riunivano tra loro per aiutarsi a vicenda
e queste riunioni erano tenute nelle epoche astronomiche determinate a questo
fine. Così si costituì la cavalleria del Cristo, cavalleria laica, tollerante,
che si discostava dalle pratiche abituali dei diversi cleri.
Proseguimento individuale della reintegrazione con il Cristo, gruppo di sforzi
spirituali per aiutare i deboli e i principianti: tale era, riassumendo, il
ruolo del Martinezismo.
Rievochiamo ora la sua situazione in Francia.
Il Martinezismo reclutò i suoi discepoli, sia per azione diretta, come avvenne
per Claude de Saint-Martin, sia più frequentemente tra gli uomini già titolari
di alti gradi massonici. Nel 1754, Martinez si trovava in presenza di:
1° da una parte, della Massoneria venuta dall'Inghilterra e costituente la
Grande Loggia Inglese di Francia (dal 1743) che presto doveva diventare la
Grande Loggia di Francia (1756) e dare origine agli intrighi del maestro di
danza Lacome. Questa massoneria elementare e costituita dai tre gradi azzurri
(apprendista, compagno, maestro) era senza pretese e formava un eccellente
centro di selezione.
2° accanto a questa Loggia Inglese esisteva, con il nome di Capitolo di Clermont,
un gruppo che praticava il sistema templare che Ramsay aveva, nel 1728, aggiunto
alla Massoneria con i gradi di:
"Scozzese, Novizio, Cavaliere del Tempio" ecc. Qui è necessario una breve
spiegazione. Uno dei più attivi rappresentanti dell'iniziazione templare era
stato Fenelon il quale, durante i suoi studi di cabala, era entrato in relazione
con parecchi cabalisti ed ermetisti. Quando, dopo la lotta con Bossuet, Fenelon
fu costretto a fuggire il mondo e a esiliarsi in penosa inattività, organizzò
con cura un piano d'azione che presto o tardi doveva assicurargli la rivincita.
Il cavaliere di Ramsey venne iniziato da Fenelon e incaricato di eseguire il
piano con l'appoggio dei Templari che avrebbero assicurato nello stesso tempo la
loro vendetta.
Il cavaliere di Bonneville, nel 1754, aveva fondato il Capitolo di Clermont con
i gradi templari e perseguiva uno scopo politico ed una rivoluzione sanguinosa
che Martinez non poteva approvare, nè alcun vero cavaliere del Cristo. Così, non
solo Martinez, ma anche i discepoli di tutti i gradi del suo Ordine, come
Saint-Martin e Willermoz, combatteranno energicamente il rito templare che in
parte raggiungerà Io scopo nel 1789 e nel 1793 facendo ghigliottinare la maggior
parte dei capi del Martinismo- Ma non anticipiamo.
3° oltre a queste due correnti, c'erano ancora in Francia altri rappresentanti
dell'Illuminismo. Innanzi tutto citiamo Pernety che tradusse Il Cielo e
l'Inferno di Swedenborg e che doveva costituire il sistema degli Illuminati di
Avignone (1766) ed avere una parte importante nella costituzione dei Filaleti
(1773). Allo stesso centro occorre allacciare l'opera di Chastenier
(benedettino), il quale, nel 1767, a Londra gettò le prime basi del rito degli
Illuminati Teosofi che brillò particolarmente a partire dal 1783, L'Illuminismo
in tal modo crea parecchi gruppi uniti tra loro da un comune fine e da guide
invisibili venute dal medesimo centro e che in seguito si riuniranno tutti sul
piano fisico. In questa azione l'opera più feconda spetta a Martinez, poiché a
lui sono stati dati dal cielo quei "poteri attivi" che i suoi discepoli
ricorderanno sempre con ammirazione e rispetto.
Dal punto di vista amministrativo, il Martinezismo seguirà esattamente i gradi
di Swedenborg, come constateremo nella lettera di Martinez del 16 giugno 1760.
Il titolo di Maestro Grande Architetto riassume infatti i tre gradi della terza
sezione.
Sotto l'autorità d'un tribunale sovrano si costituiranno le logge e i gruppi
della provincia, di cui si potranno seguire la nascita e l'evoluzione nelle sue
lettere che abbiamo pubblicate.
IL WILLERMOZISMO
Fra i discepoli di Martinez, due meritano in modo particolare la nostra
attenzione per le loro opere realizzatrici, sono: Willermoz di Lione e Claude de
Saint-Martin.
Occupiamoci subito del primo. Jean Baptiste Willermoz, negoziante lionese, era
massone quando cominciò la corrispondenza iniziatica con Martinez.
Abituato alla gerarchia massonica, ai gruppi e alle logge, egli con centrerò la
sua opera di realizzazione verso questo scopo e tenderà sempre a costituire
riunioni e logge d'illuminati, mentre Saint-Martin concentrerà i suoi sforzi
soprattutto verso Io sviluppo individuale. Ma l'opera capitale di Willermoz sarà
l'organizzazione dei congressi massonici o Conventi, che permisero ai Martinisti
di smascherare, in anticipo, l'opera fatale dei Templari e che presentarono il
Martinismo con il suo vero carattere di Università integrale e imparziale della
Scienza ermetica.
Quando Martinez cominciò la sua iniziazione, Willermoz era venerabile regolare
della loggia La Perfetta Amicizia di Lione, posto che occupò dal 1752 al 1763.
Questa loggia dipendeva dalla Grande Loggia di Francia.
Nel 1760, una prima selezione era stata operata e tutti i membri detentori del
grado di Maestro avevano costituito una Grande Loggia dei Maestri di Lione con
Willermoz Gran Maestro.
Nel 1765, fu operata una nuova selezione con la creazione di un Capitolo dei
Cavalieri dell'Aquila Nera, sotto la direzione del dott. Jacques Willermoz,
fratello minore del precedente.
Nello stesso tempo, Jean Baptiste Willermoz lasciava la presidenza della Loggia
ordinaria e della Loggia dei Maestri che era posta sotto la direzione del f.::.
Sellonf, per mettersi a capo della loggia degli Eletti Cohen, formata dai
migliori elementi del Capitolo.
Sellonf, il dott. Willermoz e J. B. Willermoz formavano il Consiglio Segreto che
dirigeva tutti i fratelli di Lione.
Occupiamoci prima di quanto avveniva nelle logge dei Cohen e poi parleremo dei
conventi.
Risulta formalmente dai documenti attualmente custoditi dal Supremo Consiglio
Martinista e provenienti direttamente da Willermoz che le sedute, riservate ai
membri di grado, di poter giustificare il loro titolo d'illuminati, erano
consacrati alla preghiera collettiva ed alle operazioni che permettevano la
comunicazione diretta con l'Invisibile. Possediamo tutti i particolari
concernenti la modalità di questa comunicazione; ma devono essere riservati
esclusivamente al Comitato direttivo del Supremo Consiglio. Ciò che dobbiamo
rivelare e che getterà una grande luce su molti punti è che gli iniziati
chiamavano l'essere invisibile il Filosofo Incognito; che è lui che ha dettato,
in parte, il libro "degli Errori e della Verità" e che Claude de Saint-Martin
non ha assunto per sè questo pseudonimo che più tardi e per ordine. Diamo le
prove di questa affermazione nel nostro volume su Saint-Martin.
Ma ciò che teniamo ad affermare sin d'ora, è che la spiritualità più grande, la
sottomissione più completa alle volontà del Cielo e le preghiere più ardenti a
N. S. Gesù Cristo non hanno mai cessato di precedere, accompagnare e terminare
le sedute presiedute da Willermoz. (Ho conosciuto molti Martinisti, sia di Lione
che di altre città delle province meridionali. Lungi dall'apparire attaccati
alle opinioni dei filosofi moderni, essi professavano il disprezzo dei loro
principi- La loro Immaginazione, esaltata dall'oscurità degli scritti del loro
patriarca, li disponeva ad ogni genere di credulità; sebbene parecchi si
distinguessero per capacità e conoscenze, essi avevano la mente incessantemente
occupata da fantasmi e prodigi. Non si limitavano a seguire i precetti della
religione dominante; ma si davano alle pratiche di devozione della classe meno
istruita. Generalmente i loro costumi erano molto regolari. Si notava un grande
cambiamento nella condotta di coloro che, prima di adottare le opinioni dei
Martinisti, erano vissuti nella dissipazione e nella ricerca dei piaceri. (Mounier:
Influence des Illuminès dans la Revolution, Paris, 1822, pag- l57))
Dopo di che, se i clericali vogliono vedere un diavolo peloso e cornuto in ogni
influenza invisibile e sono sempre disposti a confondere tutto ciò che è extra
terrestre con le influenze inferiori, ciò li riguarda e noi non possiamo che
deplorare tal partito preso che apre le porte a tutte le mistificazioni e a
tutti gli schemi. Il Willermozismo, come il Martinezismo e il Martinismo, è
sempre stato esclusivamente cristiano, ma mai clericale e giustamente. Esso dà a
Cesare quello che è di Cesare e a Cristo quello che è di Cristo; ma non vende
Cristo a Cesare.
"L'Agente o Filosofo Incognito" aveva dettato 166 quaderni di istruzioni, dei
quali Claude de Saint-Martin aveva preso conoscenza e ne aveva copiato alcuni di
propria mano.
Di questi quaderni circa 80 furono distrutti nei primi mesi del 1790 dall'agente
stesso, che volle evitare di farli cadere nelle mani degli inviati di
Robespierre che compirono sforzi inauditi per impossessarsene.
CONVENTI
Il 12 agosto 1778 Willermoz annunciava la preparazione del Convento delle Gallie
che si tenne a Lione dal 25 novembre al 27 dicembre.
Lo scopo di questo convento era di epurare il sistema scozzese distruggendo i
cattivi germi che vi avevano introdotti i Templari.
Da questa riunione uscì la prima condanna, sotto l'influenza degli Illuminati di
ogni paese, del sistema di vendetta sanguinosa, che si preparava in silenzio in
certe logge.
Il risultato dei lavori di questo convento è contenuto nel Nuovo Codice delle
logge rettificate di Francia che si trova nel nostro archivio ed è stato
pubblicato nel 1779.
Per comprendere la necessità di questo sforzo verso l'unione non dobbiamo
dimenticare che il mondo massonico era in piena anarchia.
Il Grande Oriente di Francia era nato nel 1772, dall'usurpazione della Grande
Loggia di Francia da parte di Lacorne e dei suoi, diretti di nascosto dai
Templari i quali, dopo aver fondato il Capitolo di Clermont, si erano
trasformati nel 1760 in consiglio degli Imperatori d'Oriente e d'Occidente, poi
in Cavalieri d'Oriente (1762) e infine erano entrati nel Grande Oriente al
seguito di Lacorne.
A cagione della loro influenza il sistema delle logge venne modificato
profondamente; dappertutto il regime parlamentare con elezioni successive di
tutti gli ufficiali sostituì l'antica unità e l'autorità gerarchica. Nella
confusione causata da questa rivoluzione, intervennero i Martinisti per portare
a tutti la conciliazione. Da ciò il primo convento del 1778 e i suoi sforzi per
impedire le dissipazioni finanziarie che avvenivano dappertutto.
Incoraggiato da questo primo successo, J. B. Willermoz convocò il 9 settembre
1780 "tutte le grandi logge scozzesi dell'Europa al Convento di Wilhelmsbad, nei
pressi di Hanau" (Ragon, 162) . Il Convento ebbe inizio martedì 16 luglio 1782,
sotto la presidenza di Ferdinando di Brunswick, uno dei capi dell'Illuminismo
internazionale. Da questo Convento sorse l'Ordine dei Cavalieri Beneficenti
della Città Santa di Gerusalemme ed una nuova condanna del sistema templare.
Così il Willermozismo tende sempre al raggruppamento delle fratellanze
iniziatiche, alla costituzione di collettività di iniziati dirette da centri
attivi collegati all'Illuminismo. Si è creduto a torto che Willermoz avesse
abbandonato le idee dei suoi maestri; vuol dire conoscere male il suo nobile
carattere. Sempre, sino alla morte, egli ha voluto stabilire la Massoneria su
solide basi dandole per fine la pratica delle virtù per i suoi membri e della
carità verso gli altri; ma ha sempre mirato a fare delle logge e dei capitoli un
centro di selezione per i gruppi d'Illuminati. La prima parte della sua opera
era palese, la seconda occulta; ecco perché le persone poco informate vedono
Willermoz diversamente dal suo vero Carattere.
Dopo la tormenta rivoluzionaria, dopo che suo fratello fu ghigliottinato con
tutti i suoi iniziati e che egli stesso a stento riuscì a sfuggire alla stessa
sorte, è ancora lui che ristabilisce in Francia la Massoneria spiritualista,
grazie ai rituali che aveva potuto salvare dal disastro.
Tale fu l'opera di questo Martinista, al quale dedicheremo un intero volume, se
Dio vorrà.
CLAUDE DE SAINT-MARTIN E IL MARTINISMO
SAINT-MARTIN E LA MASSONERIA
Claude de Saint-Martin e il Martinismo
Se non si conosceva neppure il modo di scrivere il nome di Martinez, se non si
sapeva di più circa l'opera reale di Willermoz, prima dell'apparizione delle
lettere di Pasqually che abbiamo pubblicate, al contrario si è scritto molto, e
strane cose, su Claude de Saint-Martin. Le critiche, le analisi, le supposizioni
ed anche le calunnie fatte a questo proposito si basano unicamente sulle opere e
sulle lettere exoteriche del Filosofo Incognito- La sua corrispondenza
d'iniziato indirizzata al collega Willermoz, dimostra gli errori commessi dai
critici e, in particolare, da Matter. E' vero che non si poteva estrarre di più
dai documenti attualmente conosciuti, soprattutto quando non si ha alcuna idea
delle possibilità che offre l'Illuminismo a questo riguardo. Così attenderemo,
per pubblicare queste lettere, che nuove inesattezze siano state prodotte sul
conto del grande realizzatore martinista, in maniera da distruggere in una sola
volta molte ingenuità e molte leggende.
Se Willermoz fu soprattutto incaricato del gruppo degli elementi martinisti e
dell'azione in Francia, Claude de Saint Martin ricevette la missione di creare
la iniziazione individuale e di portare la sua azione più lontano possibile. A
questo scopo gli fu concesso di studiare gli insegnamenti dell' “Agente
Incognito" e possediamo, nell'archivio dell'Ordine, parecchi quaderni copiati e
annotati da Saint-Martin.
Come abbiamo detto prima, il libro degli Errori e della Verità è dovuto quasi
interamente a questa origine invisibile e in questo occorre vedere la causa
dell'emozione provocata, nei centri d'iniziazione, dall'apparizione di questo
libro, emozione che i critici cercano di spiegare con tanta pena. Questo punto,
come molti altri, verrà schiarito quando sarà necessario.
Oltre agli studi relativi all'Illuminismo, iniziati accanto a Martinez e
continuati con Willermoz, Claude de Saint-Martin si occupò attivamente
d'ermetismo pratico e un poco d'alchimia. Aveva a Lione un laboratorio
organizzato a questo scopo.
Ma lasciamo la sua vita che ricostruiremo più tardi, ed occupiamoci solamente
della sua opera dal punto di vista che ci interessa.
Dovendo spingere la sua azione in lontananza, Claude de Saint Martin era
costretto a compiere certe riforme nel Martinezismo. Così gli autori classici
della Massoneria hanno dato il nome del grande realizzatore al suo adattamento e
designano con il nome di Martinismo il movimento sorto da Claude de Saint-Martin.
E' divertente vedere certi critici, che ci asterremo dal qualificare, sforzarsi
di far credere che Saint-Martin non fondò mai un ordine. Dobbiamo veramente
ritenere i lettori male informati per osar sostenere ingenuamente tale
assurdità. E' l'Ordine di Saint-Martin che, penetrato in Russia sotto il regno
della Grande Caterina, ottenne un tal successo al punto che venne recitata a
corte una commedia interamente dedicata al Martinismo che si voleva mettere in
ridicolo. All'Ordine di Saint-Martin si ricollegano le iniziazioni individuali
di cui si parla nelle memorie della baronessa d'Oberkierch; infine l'autore
classico della Massoneria, il positivista Ragon, che non è tenero con i Riti
degli Illuminati, descrive alle pagine 167 e 168 della sua Ortodossia Massonica
i cambiamenti operati da Saint-Martin per costituire il Martinismo.
Sappiamo che non vale la pena di prendere parte a queste critiche più seriamente
dei loro autori e che certi massoni difficilmente perdoneranno a Saint-Martin di
aver disprezzato, per tutta la vita, la massoneria positivista, come fece
Martinez e di averla riportata al suo vero ruolo di scuola elementare e di
centro d’istruzione simbolica inferiore. Quando si vogliono negare dei fatti
storici, ci si rende ridicoli. Colui che i critici universitari hanno chiamato
il Teosofo d’Amboise era dunque un realizzatore molto pratico sotto l’apparenza
mistica. Usò, come Weishaupt l’iniziazione individuale, e grazie a questo
procedimento, diede all’Ordine una facilità d’adattamento e d’estensione che gli
invidiano molti riti massonici. E’ così vero che Saint-Martin fu il grande
diffusore della Cavalleria Cristiana di Martinez, che i più violenti attacchi
furono rivolti contro la sua opera, il suo carattere e anche contro la sua vita.
Occorrerebbe un intero volume per rispondere minutamente a questi attacchi; così
noi ci limiteremo, in questo breve studio, a indicare, servendoci soprattutto
dei documenti già stampati, quale era il vero carattere del martinismo all’epoca
di Saint-Martin.
L’iniziazione Martinista - Suo carattere - Alta Spiritualità
"La sola iniziazione che predico e che cerco con tutto l'ardore dell'anima è
quella con la quale possiamo entrare nel cuore di Dio e far entrare il cuore di
Dio in noi, per compiervi un matrimonio indissolubile, che ci renda l'amico, il
fratello e la sposa del nostro divino Riparatore. Non c'è altro mistero per
arrivare a questa santa iniziazione che affondare sempre di più nella profondità
del nostro essere e di non cedere, finche non siamo giunti a estrarne la vivente
e vivificante radice; perché allora tutti i frutti che dovremo portare, secondo
la nostra specie, si produrranno naturalmente in noi e fuori di noi, come capita
agli alberi terrestri, perché sono aderenti alla propria radice e non cessano di
succhiarne il succo."
Fuoco - Sofferenza
"Quando soffriamo per le nostre opere false e infette, il fuoco è corrosivo e
bruciante e tuttavia deve esserlo meno di quello che serve da fonte a queste
false opere; così ho detto, più per sentimento che per raziocinio (nell'Uomo di
desiderio), che la penitenza è più dolce del peccato. Quando soffriamo per gli
altri uomini, il fuoco è ancora più affine all'olio e alla luce; così, sebbene
ci strazi l'anima e ci inondi di lacrime, non si passa per queste prove senza
ricavarne deliziose consolazioni e sostanze più nutrienti."
Carattere essenzialmente cristiano del Martinismo
I clericali hanno fatto, in ogni epoca, tutti gli sforzi per conservare solo per
loro la possibilità di comunicare con il piano divino. Secondo le loro pretese,
ogni comunicazione che non deriva dalla Oro influenza è dovuta sia a Satana che
ad altri demoni. Essi hanno spinto la calunnia al punto di pretendere che i
Martinisti non fossero cristiani e che non servivano Cristo, ma non so quale
diavolo, celato sotto il suo nome.
Ecco la risposta di Claude de Saint-Martin a queste sciocchezze:
"Ma aggiungo che gli elementi misti sono il mezzo che Cristo doveva assumere per
arrivare sino a noi, invece noi dobbiamo spezzare, attraversare questi elementi
per arrivare sino a lui, fintanto che riposeremo su questi elementi, saremo
arretrati.
"Tuttavia, poiché credo di parlare ad un uomo misurato, calmo e discreto, non vi
nasconderò che, nella scuola per la quale sono passato, più di venticinque anni
fa, le comunicazioni di ogni genere erano numerose e frequenti, e ne ho avuto la
mia parte come molti altri e che, in questa parte, tutti i segni indicativi del
Riparatore erano capiti. Ora, voi non ignorate più che il Riparatore e la causa
attiva sono la stessa cosa.
IOD HE VAU HE
"Credo che la parola sia sempre comunicata direttamente sino dall'inizio delle
cose. Essa ha parlato direttamente a Adamo, ai suoi figli e successori, a Noè,
Abramo, Mosè, ai profeti ecc. , sino al tempo di Gesù Cristo. Ha parlato con il
gran nome, e voleva trasmetterlo direttamente, e per pronunciare il quale,
secondo la legge levitica, il gran prete si chiudeva solo nel Santo dei Santi; e
che, secondo alcune tradizioni, portava dei campanelli attaccati al fondo della
veste per coprirne la pronuncia alle orecchie di coloro che restavano nelle
altre cinte.
IOD HE SCHIN VAU HE
"Quando il Cristo è venuto, ha reso la pronuncia di questa parola più centrale e
più interiore, poiché il gran nome che queste quattro lettere esprimevano è
l'esplosione quaternaria o il segnale cruciale di ogni vita; mentre Gesù Cristo
portando dall'alto la W degli ebrei, o la lettera S, ha unito il santo ternario
al gran nome quaternario, di cui tre è il principio. Ora, se il quaternario
doveva trovare in noi la propria fonte nelle ordinazioni antiche, a maggior
ragione il nome di Cristo deve pure attendere da lui esclusivamente tutta
l'efficacia e la luce. Perciò ci ha detto di chiuderci nella nostra stanza,
quando vorremo pregare: mentre nell'antica legge, occorreva assolutamente andare
a pregare nel Tempio di Gerusalemme; e qui, vi rimanderò ai trattatelli del
vostro amico sulla penitenza, la santa preghiera, il vero abbandono, intitolati:
De Weg zu Christ, vi vedrete, ad ogni passo, se tutti i mezzi umani non sono
scomparsi e se è possibile che qualcosa vi sia trasmessa veramente, se lo
spirito non si crea in noi, come si crea eternamente nel principio della natura
universale dove si trova in permanenza l'immagine da cui abbiamo estratto la
nostra origine e che è servita da quadro al Mensebwerdung. Senza dubbio, c'è una
grande virtù in questa vera pronuncia, tanto centrale che orale, di questo gran
nome e di quello di Gesù Cristo che ne è il fiore. La vibrazione della nostra
aria elementare è cosa molto secondaria nell'operazione con cui questi nomi
rendono sensibili le cose che non lo sono. La loro virtù sta nel fare oggi e in
ogni momento ciò che hanno fatto all'inizio delle cose per dare origine ad esse;
e poiché esse hanno prodotto ogni cosa prima che esistesse l'aria, senza dubbio
sono ancora al di sopra dell'aria, quando adempiono le stesse funzioni; e non è
impossibile a questa divina parola farsi sentire, anche da un sordo e in un
luogo privo d'aria, come non è difficile alla luce spirituale rendersi sensibile
ai nostri occhi anche fisici, quand'anche fossimo ciechi e sprofondati nella
prigione più tenebrosa. Quando gli uomini fanno sentire le parole fuori del loro
vero posto e che consegnano per ignoranza, imprudenza o empietà, alle regioni
esteriori o a disposizione degli uomini del torrente, esse conservano sempre
senza dubbio la loro virtù, ma ne trattengono sempre in quantità, perché non si
adattano alle combinazioni umane; perciò questi tesori tanto rispettabili non
hanno fatto altro che provare diminuzione passando per le mani dell'uomo; senza
contare che non han cessato d'essere sostituiti da ingredienti o nulli o
pericolosi, che, producendo pure degli effetti, hanno finito per riempire di
idoli il mondo intero, perché è il tempio del vero Dio, che è il centro della
parola."
Non termineremo questo estratto senza far notare che l'Ordine è debitore a
Saint-Martin stesso, non solo del sigillo, ma anche del nome mistico del Cristo,
che orna tutti i documenti ufficiali del Martinismo.
Ci vuole proprio la malafede d'un clericale per pretendere che questo sacro nome
si riferisca ad altra persona che non a N.S. Gesù Cristo, il Verbo divino
creatore. Antonini che nel suo libro Dottrina del Male pretende che la shin
ebraica satanizza tutte le parole dove entra, dimostra semplicemente d'essere
incapace di comprendere alcunchè di simbolismo.
Il Martinismo è cristiano, ma il suo spirito è nettamente anticlericale.
"L'ignoranza e l'ipocrisia dei preti sono una delle cause principali dei mali
che hanno afflitto l'Europa da alcuni secoli ad oggi.
"Non tengo conto della pretesa trasmissione della Chiesa di Roma, che, a mio
parere, non trasmette nulla come Chiesa, sebbene alcuni dei suoi membri possano
trasmettere qualcosa, sia per virtù personale, sia per la fede dei fedeli, sia
per una particolare volontà del bene."
La pratica - gli esseri astrali
Come ogni illuminato, Saint-Martin insiste sul pericolo delle comunicazioni con
gli astrali.
Testimone questo estratto della corrispondenza dei due amici.
Non si potrebbero chiamare i tre regni che la vostra scuola designava “naturale,
spirituale e divino", naturale, astrale e divino?
Tutte queste manifestazioni che vengono dopo una iniziazione, non sarebbero del
regno astrale e dal momento in cui si è messo piede in questo campo, non si
entra in società con gli esseri che l'abitano, di cui la maggior parte, se mi è
concesso, in simile argomento, di servirmi d'una espressione triviale, sono di
cattiva compagnia? Non si entra in società con esseri che possono tormentare
sino all'eccesso l'operatore che vive tra questa folla, al punto di suscitargli
la disperazione e da ispirargli il suicidio, testimone Schropfer e il conte di
Cagliostro! Senza dubbio resteranno agli iniziati dei mezzi più o meno efficaci
per proteggersi dalle visioni; ma generalmente, mi pare che questa situazione
che sta al di fuori dell'ordine stabilito dalla Provvidenza possa avere
piuttosto conseguenze funeste che favorevoli per il nostro avanzamento.
Saint-Martin e Cagliostro
Ciò ci induce a dimostrare con quanto sospetto l'illuminato francese
considerasse l'inviato dei fratelli Templari di Germania. Nessuno meglio di
Saint-Martin poteva giudicare della realtà di certi fatti prodotti da Cagliostro,
delle influenze elevate che a volte si manifestavano; ma pure delle detestabili
entità che, in altri momenti, non mancavano di impadronirsi dello spirito e
delle anime degli assistenti.
Cagliostro
Venni a sapere che il loro maestro, malgrado l'abiezione del suo stato morale,
aveva operato con la parola e che aveva anche trasmesso ai suoi discepoli la
cognizione per operare allo stesso modo durante la sua assenza.
Un esempio di questo genere che ho appreso un paio d'anni fa, è quello che
accadde alla consacrazione della loggia massonica egiziana di Lione, il 26
luglio 556, secondo il loro calcolo, che mi sembra sbagliato. I lavori durarono
tre giorni, le preghiere cinquantaquattro ore; c'erano ventisette membri
riuniti. Nel tempo in cui i membri pregarono l'Eterno di manifestare la sua
approvazione con un segno visibile, e che il maestro era al centro delle sue
cerimonie, il Riparatore apparve e benedisse i membri dell'assemblea. Era
disceso in una nuvola azzurra che serviva da veicolo a questa apparizione; a
poco a poco si elevò sopra questa nuvola che, dal momento del suo abbassamento
dal cielo alla terra, aveva acquistato uno splendore così abbagliante che una
giovane C., presente, non potè sostenerne la luminosità. I due grandi profeti e
il legislatore d'Israele diedero segni di approvazione e di bontà. Chi potrebbe
mettere in dubbio il fervore e la pietà di ventisette membri? Tuttavia, chi era
il fondatore della loggia e l'organizzatore, sebbene assente dalle cerimonie?
Cagliostro!
Questa parola basta per far vedere che l'errore e le forme adottate possono
essere la conseguenza della buona fede e delle intenzioni religiose di
ventisette membri riuniti.
Martinismo e Materialismo
L'opera pericolosa di Cagliostro non fu la sola che Saint-Martin si sia sforzato
di combattere. Compì pure ogni sforzo per lottare contro i progressi dei
“filosofi" (così erano chiamati) che si sforzavano di affrettare la rivoluzione
diffondendo in tutta l'Europa i principi dell'ateismo e del materialismo. Erano
i Templari che conducevano questo movimento perfettamente organizzato e che gli
estratti di Kirchberger ci rivelano.
“Attualmente l'incredulità si è formata un club molto bene organizzato. E' un
grande albero che dà ombra ad una parte considerevole della Germania, che dà
cattivi frutti e che spinge le radici sino alla Svizzera. Gli avversari della
religione cristiana hanno le loro affiliazioni, i loro osservatori e la loro
corrispondenza assai bene avviata; in ogni dipartimento, hanno un provinciale
che dirige gli agenti subalterni; posseggono i principali giornali tedeschi;
questi giornali sono la lettura favorita del clero a cui non piace più studiare;
in questi giornali essi lodano gli scritti che la pensano come loro e
maltrattano gli altri; se uno scrittore vuole protestare contro questo
dispotismo farà fatica a trovare un libraio che voglia incaricarsi del suo
manoscritto. Ecco i mezzi per la parte letteraria; ma ve ne sono ancora molti
altri per consolidare la loro potenza e umiliare i sostenitori della buona
causa.
Se c'è un posto qualsiasi della pubblica istruzione o se un signore ha bisogno
di un istitutore per i suoi figli, essi hanno tre o quattro persone pronte che
fanno presentare contemporaneamente per vie diverse; e sono quasi sempre sicuri
di riuscire. Ecco come è composta l'Università di Gottinga, la più celebre e
frequentata della Germania e dove noi mandiamo i nostri figli a studiare.
Brigano pure per mettere i loro affiliati negli uffici dei ministri, alle corti
di Germania; ne hanno nei dicasteri e nei consigli dei principi.
Un altro grande mezzo che usano è quello di Basilio.. la calunnia. Questo mezzo
è per essi tanto più facile in quanto la maggior parte degli ecclesiastici
protestanti sono purtroppo i loro agenti più zelanti; e poiché questa classe ha
mille modi per immischiarsi dappertutto, essi possono a loro piacimento far
diffondere notizie che colpiscono, prima che si possa aver avuto conoscenza
della cosa e il tempo per difendersi.
Questa coalizione mostruosa è costata trentacinque armi di lavoro al suo capo,
che è un vecchio letterato di Berlino e nello stesso tempo uno dei più celebri
librai della Germania. Egli dirige, dal 1765, il primo giornale di quel paese;
si chiama Federico Nicolai. La Biblioteca germanica si è impadronita, per mezzo
dei suoi agenti, dello spirito della Gazzetta letteraria di Iena, che è fatta
molto bene e si vende nei paesi in cui è conosciuta la lingua tedesca. Nicolai,
inoltre, influenza il Giornale di Berlino e il Museo tedesco, due opere assai
stimate. L'organizzazione politica e le società affiliate furono costituite dopo
che i giornali ebbero sufficientemente diffuso il loro veleno. Hanno camminato
lentamente, a passo sicuro; e, attualmente, i loro progressi sono così
spaventosi e la loro influenza così enorme da non potervi essere più nessuno
sforzo in grado di resistere; non c'è che la Provvidenza che abbia il potere di
liberarci da questa peste.
All'inizio, la marcia dei Nicolaisti era assai guardinga; associa vano le
migliori menti della Germania alla loro Biblioteca Universale; gli articoli
scientifici erano ammirevoli e le relazioni delle opere teologiche occupavano
sempre una parte considerevole di ogni volume.
Queste relazioni erano composte con tanta sapienza che i nostri professori in
Svizzera le raccomandavano nei discorsi pubblici ai nostri giovani
ecclesiastici. Ma a poco a poco essi insinuavano il veleno, sebbene con grande
cura. Questo veleno venne rafforzato con abilità. Ma, alla fine, gettarono la
maschera e, in due dei loro giornali affiliati, questi scellerati osarono
paragonare il nostro divino Maestro al celebre impostore tartaro Dalai Lama
(vedi l'art. Dalai Lama, in Moreri). Questi orrori circolavano tra noi, senza
che nessuno, in tutta la Svizzera, desse il minimo segno di malumore. Allora,
nel 1790, presi la penna e in un giornale politico, che aveva una pagina di
miscellanea, risvegliai l'indignazione pubblica contro questi illuminati,
Aufklarer, o esploratori, come-si chiamavano. Insistetti sull'atrocità e sulla
profonda stupidità di questa bestemmia.
"In questo momento, queste persone fanno meno male con gli scritti che con le
affiliazioni, gli intrighi e gli accaparramenti di posti; in maniera che la
maggior parte del nostro clero, in Svizzera, è corrotto sino al midollo delle
ossa. Da parte mia, faccio il possibile per ritardare almeno la marcia di questa
gente. Talvolta riesco, talaltra i miei sforzi sono impotenti, perché essi sono
molto scaltri, e il loro numero si chiama legione."
Saint-Martin e la Massoneria
Se il Willermozismo si appoggiava, per il reclutamento dei quadri inferiori,
sulla Massoneria, non era lo stesso per il movimento individuale di Saint-Martin.
Questi non ricercava che la qualità senza mai preoccuparsi del numero ed ha
sempre nutrito un disprezzo misto di pietà per i piccoli intrighi, le piccole
cabale e le meschinerie delle logge massoniche.
Certi massoni, per i quali un collare sostituisce l'erudizione, si sono
immaginati che Claude de Saint-Martin professasse per il suo maestro e per la
sua opera lo stesso distacco che ostentava per le logge inferiori. E' un errore
derivato dalla confusione dell'Illuminismo con la Massoneria. Per dimostrare a
quali ingenui errori possono arrivare coloro che giudicano senza seri documenti,
diamo un estratto della corrispondenza inedita di Saint-Martin, in merito a
questa questione:
”Prego (il nostro F:.) di presentare e di far accettare le mie dimissioni
dall'ordine interiore, e di volermi far cancellare da tutti i registri e le
liste massoniche in cui posso essere stato iscritto dal 1785; le mie occupazioni
non mi consentono di seguire ormai questa carriera, non Io tedierò con un
racconto particolareggiato delle ragioni che mi costringono. Egli sa bene che
togliendo il mio nome dai registri non si farà alcun torto poiché non gli servo;
sa del resto che il mio animo non vi è mai stato iscritto; ora non è essere
legati, l'esserlo in figura. Lo saremo sempre, lo spero, come cohen, lo saremo
anche con l'iniziazione.-.... (Lettera inedita di Claude de Saint-Martin a
Willermoz indirizzata da Strasburgo il 4 luglio 1790 - Archivio del Supr.
Consiglio Martinista di Francia ).
Questo estratto è istruttivo sotto molti aspetti.
Innanzi tutto ci dimostra che Saint-Martin non fu iscritto in un registro
massonico che a cominciare dal 1785 e che solo nel 1790 si separò da quell'ambiente.
Come tutti gli illuminati francesi si era rifiutato di partecipare alla riunione
organizzata dai Filaleti e che si aprì il 15 febbraio 1785.
Non solo gli Illuminati francesi, ma anche Mesmer, delegato d'un centro
d'Illuminismo tedesco, e tutti i membri del Rito Scozzese Filosofico rifiutarono
di partecipare a quella riunione, nella quale Cagliostro fu messo in condizioni
di provare le sue affermazioni.
Ma se Saint-Martin riportava la Massoneria al suo vero compito, egli non cessò
mai di fare numerose iniziazioni individuali. Uno dei suoi allievi, Gilbert, fu
pure, più tardi, allievo di Fabre d'Olivet. Un altro dei suoi allievi diretti,
de Chaptal, fu nonno di Delaage, tanto che si può seguire storicamente, in
Francia, la traccia dell'Ordine Martinista ininterrottamente, e una delle opere
del cavaliere Arson ci descrive una organizzazione assai erudita di Martinisti
in pieno funzionamento nel gennaio 1818, cioè dopo la morte di Saint-Martin e di
Willermoz.
Opinioni sul Martinismo
Il numero dei Massoni che si sono opposti ai progressi dell'anarchia sorpassa di
molto il numero di coloro che li hanno favoriti. Nel 1789, il venerabile d'una
loggia martinista del Delfinato, apprendendo che alcuni briganti si erano
riuniti a dei coltivatori ingannati dal falsi ordini del re, per saccheggiare e
incendiare le case dei nobili nelle campagne, fece tutti gli sforzi possibili
per far cessare i saccheggi.
Cercò di infondere agli altri il suo zelo per la conservazione del diritto di
proprietà. Non si limitò di contribuire agli ordini severi che vennero dati
contro gli incendiari e i ladri; egli stesso guidò la forza armata, combattè con
essa e dimostrò sempre tanta intrepidezza nelle azioni quanta purezza nei
principi.
Opinione di J. de Maistre
Per quarant'anni almeno Joseph de Maistre è stato in intimi rapporti con i
Martinisti ed altri mistici: egli è penetrato nel loro spirito, nelle loro
teorie e nei loro progetti. Il suo giudizio ha dunque un grande peso. Senza
dubbio, rimprovera loro di detestare l'autorità, di aderire a opinioni
origeniste; ma avrebbe protestato se questi mistici cristiani, che conosceva a
fondo, fossero stati dei satanisti o dei luciferiani.
"E' deplorevole che in Francia vi sono stati dei laici e anche dei preti tanto
ignoranti del carattere del Martinismo da confonderlo con la più assurda delle
sette moderne. Non bisogna confondere gli Illuministi tedeschi, discepoli di
Weishaupt e livellatori accaniti, con il "virtuoso discepolo di Saint-Martin che
non solo professa il cristianesimo, ma lavora a elevarsi alle sublimi altezze di
questa legge divina."
Questi uomini di desiderio pretendono di potersi innalzare sino alle sublimi
conoscenze dei primi cristiani.
Balzac e i Martinisti
Il curioso estratto che segue ci rivela che Balzac aveva appreso, quasi
certamente, in seduta d'iniziazione, la reale filiazione dell'Ordine Martinista.
"La teologia mistica comprendeva l'insieme delle rivelazioni divine e la
spiegazione dei misteri. Questo ramo dell'antica teologia è segretamente restato
in onore fra noi. Jacob Boehme, Swedenborg, Martinez de Pasqually, Saint-Martin,
Molinos, le signore Guyon, Bourignou e Krudener, la grande setta degli Estatici,
quella de gli Illuminati, in diverse epoche, hanno degnamente conservato le
dottrine di questa scienza, il cui scopo ha qualcosa di spaventoso e di
gigantesco."
Unione dei Martinisti e dei Rosa-Croce
La tendenza di questi ultimi Rosa-Croce è diffondere la teoria cabalistica
dell'emanazione con le dottrine del Cristianesimo, tendenza che prepara la via
all'unione dei Rosa-Croce con i Martinisti e gli Illuminati.
Il Martinismo contemporaneo
La Francia che, nell'Invisibile, è la figlia primogenita dell'Europa e che, per
conseguenza, deve sempre conservare il centro dello spirito iniziatico, aveva
visto la maggior parte delle logge massoniche allontanarsi da ogni sforzo
spirituale per racchiudersi nei compromessi nefasti della politica e per
scendere sempre più in basso sino a diventare dei centri attivi d'ateismo e di
materialismo.
Abbandonando lo studio dei simboli che dovevano trasmettere alle generazioni
future, facendo, col pretesto dell'anticlericalismo, una incessante guerra ad
ogni credenza nobile e ad ogni ricerca dell'ideale nell'umanità, i massoni
francesi divennero rapidamente indegni di essere annoverati nel numero dei
membri della grande famiglia massonica universale.
Fu allora che i maestri dell'Invisibile diressero la grande reazione idealistica
e fornirono al Martinismo il mezzo per prendere una considerevole estensione.
Come Martinez aveva adottato lo Swedenborghismo in mezzo al quale doveva agire,
come Saint-Martin e Willermoz avevano creato gli indispensabili adattamenti,
così il Martinismo contemporaneo ha dovuto adattarsi all'ambiente e all'epoca,
ma conservando all'Ordine il tradizionale carattere e il primitivo spirito.
L'adattamento consistette soprattutto nell'unire strettamente l'opera di
Saint-Martin a quella di Willermoz. Così gli iniziatori liberi creando
direttamente altri iniziatori e sviluppando l'Ordine con l'azione individuale,
qualificavano troppo l'opera di Saint-Martin.
Ma i gruppi d'iniziati e d'iniziatori retti da un centro unico e ordinati
gerarchicamente, caratterizzavano il Willermozismo e dovevano essere oggetto di
particolare attenzione.
Ecco perché il Martinismo contemporaneo costituì, accanto agli iniziatori
liberi, il Supremo Consiglio, assistito dai Delegati Generali e dai Delegati
speciali, il quale amministra le logge e i gruppi sparsi attualmente in tutta
l'Europa e nelle due Americhe.
Non chiedendo ai suoi membri che piccole quote, senza diritti d'ammissione
all'Ordine, non esigendo alcun tributo regolare da parte delle logge al Supremo
Consiglio, il Martinismo è rimasto fedele al suo spirito ed alle sue origini
facendo della povertà materiale la sua prima regola.
In tal modo ha potuto evitare tutte le irritanti quistioni di denaro che hanno
causato tanti disastri in certi riti massonici contemporanei; e così ha potuto
pretendere dai suoi membri un lavoro intellettuale sostenuto, creando scuole,
distribuendo i loro gradi esclusivamente per esame e aprendo le loro porte a
tutti a condizione di dar prova di una ricchezza Intellettuale o morale
qualsiasi e respingendo gli oziosi e i pedanti che pensavano di arrivare a
qualcosa con il denaro. Il Martinismo ignora le radiazioni per mancato pagamento
di quote e i suoi capi solamente sono chiamati a giustificare il loro titolo
partecipando, secondo il grado, allo sviluppo generale dell'Ordine.
Filiazione Martinista Saint-Martin, Chaptal, Delaage
Il passaggio del Martinismo ai gruppi che dovevano dargli l'estensione
dell'epoca attuale è avvenuto per mezzo di un modesto occultista che fu sempre
fedele a due grandi principi: la conservazione della tradizione iniziatica dello
spiritualismo, caratterizzata dalla Trinità e la difesa di Cristo all'infuori di
ogni setta. Sono i caratteri dell'Incognito a cui è stato affidato il deposito
sacro e Henri Delaage, poiché è di lui che si tratta, preferì restare fedele
alla sua iniziazione anzichè fondare una nuova setta non tradizionale come fece
Rivail (Allan Kardec).
Delaage spinse il rispetto del segreto sino al punto di non parlare dell'
origine della sua iniziazione nei libri e solo agli intimi amava parlare
apertamente del Martinismo, la cui tradizione gli era stata trasmessa dal nonno,
de Chaptal, iniziato da Saint-Martin. La lettera che segue giustificherà e
proverà quanto diciamo.
Società Astronomica di Francia
Parigi, 19 Gennaio 1899 Al Dott. Encausse
Caro Dottore,
Non ho difficoltà a ripetervi oggi per scritto quanto vi dissi ultimamente a
viva voce a proposito di Henri Delaage. Ho avuto con lui frequenti relazioni dal
1860 al 1870 e mi ricordo che spesso mi ha parlato di suo nonno il ministro
Chaptal e di Saint-Martin (il filosofo incognito) che suo nonno conosceva
personalmente. Si era occupato, con Matter, della dottrina del Martinismo, sulla
quale quest'ultimo autore ha pubblicato un' opera presso la Libreria Accademica
Didier dove l'ho incontrato qualche volta.
firmato: Flammarion
Inoltre, ecco due estratti molto caratteristici di Delaage, circa l'origine
della sua iniziazione personale.
“Uomo di tradizione, noi ci riallacciamo, con tutte le fibre del cuore, alle
sublimi istituzioni del Cristianesimo".
“La tradizione o conoscenza profonda di Dio, dell'uomo e della natura, è
grandemente necessaria a tutti i popoli. L'uomo al quale essa è stata svelata
nell'iniziazione e che incomincia a rivelarla per renderla visibile a tutti gli
occhi, palpabile a tutte le mani, deve preoccuparsi di scegliere dei simboli,
delle allegorie, dei miti che siano in relazione con i costumi, la natura, le
conoscenze del popolo che egli aspira a dotare del prezioso beneficio della
Verità- Altrimenti la rivelazione non rivelerà niente all'intelligenza nè al
cuore; inoltre, se esiste qualcosa capace di istupidire un uomo e di farne un
perfetto cretino è mettergli sulle labbra e dinanzi agli occhi dei simboli di
cui non afferra il senso, poiché, quando si comanda all'intelligenza di
conservare nella sua memoria delle cose incomprensibili inevitabilmente si
impone allo spirito l'ordine di suicidarsi. Abbiamo posto in linea di massima
che all'inizio del mondo il peccato aveva abbrutito l'uomo avviluppando l'anima
d'organi limitati e materiali che potevano metterla in relazione con le creature
finite della terra, ma troppo limitate per consentirgli di essere, come prima
della caduta, in diretto rapporto con Dio. Quindi, la lotta dell'iniziato contro
gli elementi della Natura, sollevati contro l'uomo decaduto: la terra su cui
egli trionfa penetrando nel suo seno; l'acqua, traversandola; il fuoco,
passandovi; l'aria dimorandovi impassibilmente sospesa; quindi anche la lotta
con la propria carne che, con il digiuno e la castità, egli riduce in schiavitù;
infine, la rinascita della sua anima alla potenza e alla luce della vita."
Alcuni mesi prima di morire, Delaage volle consegnare a un altro il seme che gli
era stato affidato e da cui non riteneva di poter estrarre alcun frutto. Povero
deposito, costituito da due lettere e alcuni punti, riassunto della dottrina
dell'iniziazione e della trinità che aveva illuminato tutte le opere di Delaage.
Ma l'invisibile era presente e fu egli stesso che si incaricò di riallacciare le
opere alla loro reale origine e di consentire a Delaage di affidare il suo seme
a una terra in cui poteva svilupparsi.
Le prime iniziazioni personali, senz'altro rituale che la trasmissione orale di
due lettere e alcuni punti, ebbero luogo dal 1884 al 1885, in via Rochechouart.
Di là vennero trasferite in via Strasburgo dove videro la luce i primi gruppi.
La prima loggia si tenne in via Pigalle, dove Arthur Arnold fu iniziato e
intraprese così il cammino che doveva allontanarlo definitivamente dal
materialismo. La loggia fu poi trasferita in un appartamento in via della Tour
d' Auvergne dove le tenute d'iniziazioni furono frequenti e fruttuose dal punto
di vista intellettuale. I quaderni videro la luce (1887 - 1890) e fu allora che
Stanislas de Guaita pronunciò il suo bel discorso iniziatico. Da questo momento
i progressi sono rapidissimi.
Il gruppo esoterico, la Libreria del Meraviglioso, creata e diretta da un
laureato in legge, membro fondatore della loggia: Lucien Chamuel, videro
successivamente la luce e nel 1891 il Supremo Consiglio dell'Ordine Martinista
veniva costituito con un locale riservato alle tenute e alle iniziazioni, in via
Treviso 29, poi in via Bleue e infine in via Savoia.
Poi l'Ordine costituì delegati e logge dapprima in Francia e in diversi paesi
d'Europa, poi nelle due Americhe, in Egitto e in Asia.
Tutto ciò è stato ottenuto senza che un Martinista abbia mai pagato una quota
qualsiasi, senza che una loggia abbia mai fornito un regolare tributo al Supremo
Consiglio. I fondatori hanno consacrato tutti i loro guadagni alla loro opera e
il Cielo li ha degnamente ricompensati dei loro sforzi.
Ciò che distingue particolarmente l'iniziazione di Martinez, è l'apparizione,
sin dal primo grado dei cohen, del ternario. Ci sono tre colonne di colore
differenti, dominate da una grande luce. Questo ternario, unificato nel
quaternario, si sviluppa armoniosamente negli altri gradi. Nel secondo grado, la
storia della caduta e della reintegrazione è presentata al recipiendario e i
gradi seguenti servono ad affermare la riconciliazione della creatura con il suo
creatore.
Tutti questi particolari sono necessari poiché i quaderni martinisti
contemporanei sono stati stampati nel 1887 e solo otto anni più tardi gli
antichi catechismi delle logge lionesi pervenivano al Supremo Consiglio a
dimostrare l'integrità della tradizione da Martinez sino ad oggi.
Carattere del Martinismo contemporaneo
Derivando direttamente dall'Illuminismo cristiano, il Martinismo doveva
adottarne i principi. Ecco perché le nomine sono fatte esclusivamente dall'alto
in basso, il Presidente dell'Ordine nomina il Comitato Direttivo, il quale
designa i membri del Supremo Consiglio e i delegati generali e amministra gli
affari correnti; i delegati generali nominano i capi delle logge i quali
designano i propri ufficiali e sono maestri delle loro logge. Tutte le funzioni
sono ispezionate direttamente dal Supremo Consiglio per mezzo degli ispettori
principali e degli ispettori segreti. Tale è il riassunto di questa
organizzazione che ha potuto, senza denaro, espandersi considerevolmente e
resistere sino ad oggi a tutti i tentativi di accaparramento tentati
successivamente da diverse confessioni e soprattutto dal clericalismo attivo.
L'Ordine ha resistito a tutto, anche alla calunnia che definiva i suoi membri
sia degli inviati dei Gesuiti, sia dei sostegni dell'Inferno o dei maghi neri.
Ogni volta i capi sono stati prevenuti dei tentativi fatti e dei mezzi per
evitarli ed ogni volta il successo è venuto a confermare l'alta origine delle
segnalazioni fornite.
Il Martinismo dunque si ricongiunge attraverso i suoi capi del Supremo Consiglio
all'Illuminismo cristiano. Nel suo complesso l'Ordine è soprattutto una scuola
di cavalleria morale, che si sforza di sviluppare la spiritualità dei suoi
membri con lo studio del mondo invisibile e delle sue leggi, con l'esercizio
della dedizione e dell'assistenza intellettuale e con la creazione in ogni
spirito di una fede tanto più solida in quanto basata sull'osservazione e sulla
scienza. Il Martinismo costituisce dunque una cavalleria dell'Altruismo opposta
alla lega egoista degli appetiti materiali, una scuola nella quale si impara a
ridare al denaro il suo vero giusto valore di sangue sociale, e a non
considerarlo un influsso divino, infine un centro nel quale si impara a restare
impassibili di fronte ai turbini positivi o negativi che sconvolgono la Società!
Formando il nucleo reale di questa università vivente che rifarà un giorno il
matrimonio della Scienza senza divisione con la Fede senza epiteto, il
Martinismo si sforza di rendersi degno del proprio nome creando scuole superiori
delle scienze metafisiche e fisiogoniche sdegnosamente escluse dall'insegnamento
classico con il pretesto che sono occulte.
Così gli esami istituiti in queste scuole vertono sul simbolismo di tutte le
tradizioni e di tutte le iniziazioni, sulle chiavi ebraiche e sugli elementi
della lingua sanscrita, che consentono ai Martinisti che hanno subite queste
prove di spiegare la loro tradizione a molti massoni titolari di alti gradi e
dimostrare che i discendenti degli Illuminati sono rimasti degni della loro
origine.
Tale è il carattere del Martinismo e si capisce che è impossibile ritrovarlo
integralmente in ogni membro dell'Ordine che rappresenta un adattamento
particolare di questi fini generali.
Ma quest'epoca di scetticismo, d'adorazione della fortuna materiale e d'ateismo
aveva tanto necessariamente bisogno di una reazione veramente cristiana,
indipendentemente da tutti i cleri, siano essi o cattolici o protestanti, e
legata soprattutto alla Scienza che, in tutti i paesi dove è penetrato, il
Martinismo ha salvato dal dubbio, dalla disperazione e dal suicidio, molte
anime: ha riportato alla comprensione del Cristo molti animi che le manovre
clericali e il loro scopo d'adorazione a Cesare, avevano allontanato da ogni
fede. Dopo di ciò, che si calunni, che si diffami o che si scomunichi il
Martinismo, che importa! La Luce attraversa anche i vetri sporchi ed illumina
tutte le tenebre fisiche, morali o intellettuali.
Gli avversari del Martinismo e le loro obiezioni
Malgrado le sue deboli risorse materiali, i progressi dell'Ordine Martinista
furono rapidi e considerevoli.
Così il suo successo suscitò tre generi di avversari.
1) I materialisti atei che rappresenta molto bene il Grande Oriente di Francia;
2) I clericali;
3) Tutte le società e tutti gli individui che combattono Cristo e
cercano di sminuire la sua opera, apertamente od occultamente.
Quindi una ridda di obiezioni, di sottintesi che è necessario indicare per
permettere ai membri dell'Ordine di distruggerli.
I materialisti
I materialisti, dopo aver accusato i Martinisti d'essere dei Gesuiti, degli
alienati, dei "sognatori di un'altra età che non potrebbero far nulla in questo
secolo dei lumi e della ragione", sono stati messi in agitazione dai rapidi
progressi di quest'Ordine ed hanno tentato di copiare l'organizzazione dei
"Gruppi martinisti" senza riuscirvi; poiché essi hanno sognato di fare dei
"gruppi di giovani atei" collegati al sistema elettorale del Grande Oriente.
E' allora che ci si è preoccupati della questione del denaro. Un Ordine che
procedeva così presto, doveva fruttare molto ai suoi fondatori. Quanto versavano
al mese i membri? Nulla..- Quanto costavano i documenti dei delegati? Nulla...
Chi pagava le spese di stampa, della corrispondenza, del segretariato e dei
diplomi necessari per mettere in movimento un tale organismo? I Capi.
Dunque non si poteva più accusarli di trarre un profitto qualsiasi da un
movimento al quale essi consacravano la maggior parte dei loro redditi.
Così le "persone pratiche" finiscono per credere che i Martinisti sono pur
sempre convinti.
Clericali
Gli attacchi dei clericali sono più perfidi e più scaltramente presentati.
Lasciando da parte ogni questione materiale, se la prendono con Io spirito e,
nonostante tutte le affermazioni e le evidenze contrarie, è impossibile per loro
ammettere che gli occultisti, e il vostro servitore in particolare, non
dedichino al diavolo qualche segreto culto. I Martinisti quindi devono
nascondere le loro intenzioni, e queste persone, che osano difendere Cristo
rimettendo al suo posto il clero che lo vende tutti i giorni ai mercanti del
tempio, si dedicano, secondo questi buoni clericali, alle più terrificanti
evocazioni di Satana ed ai suoi più illustri demoni.
E' strano quanto sia difficile far entrare nella testa di un redattore di un
giornale di sagrestia, l'idea che il clero e Dio possano agire indipendentemente
l'uno dall'altro e che si può perfettamente ammettere la bontà di Dio e la
rapacità materiale del clero che vuol far credere di agire in suo nome, senza
confonderli un istante. Attaccare un inquisitore, secondo il loro parere,
significa attaccare Dio stesso.
Alto là!
I Martinisti vogliono essere dei cristiani liberi da ogni legame clericale e le
accuse di Satanismo faranno loro alzare le spalle, chiedendo il perdono del
Cielo su coloro che li calunniano ingiustamente.
Racconteremo nuovamente, a questo proposito, la gigantesca farsa composta da Leo
Taxil sul tema degli "occultistes diabolisants"? Mostreremo nel suo vero aspetto
la funambolesca società segreta del Laborum della quale possediamo gli esatti
nomi di tutti i dignitari? Diremo in che modo Io stesso Taxil debba essere
disposto a preparare una nuova mistificazione basata sulla "massoneria delle
donne"? A che serve?
Non è meglio lasciarsi insultare, calunniare, denigrare in ogni modo, senza
rispondere diversamente che con il perdono e la dimenticanza?
Ogni nuovo attacco, essendo ingiusto e vile, vale al Martinismo un nuovo
successo e non resta mai senza ricompensa. Ecco il vero maneggio delle leggi
occulte e il vero uso delle facoltà spirituali dell'uomo.
Quando accusiamo gli scrittori clericali di burlarsi allegramente del pubblico
ingenuo che ingoia i loro rospi e di usare procedimenti polemici indegni di un
autore che si rispetti, si potrebbe credere che ci sia da parte nostra una
animosità qualsiasi e una tendenza all'esagerazione - Così ci accingiamo a
mettere i nostri lettori in grado di giudicare qualcuno di questi procedimenti.
Scegliamo l'ultima perfidia apparsa. L'autore, certamente, sarà ben felice
d'essere presentato al pubblico. E' un tale di nome Antonini, professore
all'Istituto Cattolico di Parigi, e il suo libro si intitola la Doctrine du Mal.
Si parla di Satana, di Lucifero, del Diavolo e del suo culto là dentro, voi non
potete farvene un'idea! Tuttavia gli manca l'estro di quell'eccellente Taxil, è
scialbo e senza immaginazione. Non abbiamo più il buon Bitru, a cui Taxil staccò
un pezzo dell'appendice caudale per offrirlo ai Gesuiti che l'accettarono con
riconoscenza. E' beninteso che gli occultisti (segnatevi), e in particolare il
vostro servitore, passano parte del loro tempo in compagnia del Diavolo a fare
anagrammi di cui Antonini stenta a trovare la chiave. Ma vediamo un pò un
campione di questa prosa.
"Aulnay, Eliphas Levi, Desbarolles, de Guaita, per non citare che questi
iniziati, riconoscono che Luce astrale significa Luce della terra, detta astrale
perché la terra è un astro.
Su che cosa si basa una allegazione così strana?
"La dichiarazione degli iniziati passa generalmente inosservata, ovvero fa
sorridere. E tuttavia essa costituisce la confessione più grave e più
concludente del loro Satanismo.
"Poiché essi chiamano la terra un astro perché racchiude LA GRANDE STELLA CADUTA
DAI CIELI così come l'Apocalisse chiama Lucifero l'arcangelo che porta la luce e
precipitato nel Fuoco centrale della terra per aver voluto rendersi uguale a
Dio." (Doctrine du Mal, pag. 13)
Luce astrale vuol dire luce della terra
Il signor Antonini che si prende tanta pena per citare le parole esatte dei suoi
autori non ha cercato di giustificare la citazione presente con una vera
relazione, perché è semplicemente idiota!
Se la cava inventando la citazione che gli consentirà di dire le allegre cose
che seguono:
“La Terra che racchiude una stella! O miei professori d'astronomia! Dov'è questo
Sole; poiché una stella è un sole, a dar retta al mio buon amico e maestro
Flammarion, dov'è, questo sole, caduto nella Terra, allorchè deve essere più
grosso d'essa, dov'è, questo mostro di sole che non si vede più?.......
Questo Sole, Signore e Signori, è un arcangelo; quest'arcangelo è Lucifero e
Lucifero sta nel fuoco centrale della Terra e la Terra non è scoppiata nel
ricevere questo nuovo Sole nel suo seno!"
Ed ecco in che modo gli occultisti confessano d'essere Satanisti!
E' molto semplice ed è questa la roccia sulla quale Antonini costruisce la sua
argomentazione. Non si potrebbe essere più cortesi.
Gli avversari del Cristo
Se i clericali accusano i Martinisti di evocare Satana o qualche altro demonio
in sedute segrete che non sono mai esistite se non nella loro fervida
immaginazione, al contrario altre società che pretendono di studiare
l'occultismo e “sviluppare le facoltà latenti nell'uomo", senza credere del
resto all'esistenza del diavolo, fanno circolare ipocritamente delle circolari
confidenziali nelle quali accusano i Martinisti di passare il tempo praticando
la “Magia Nera".
Ora la pratica della magia nera consiste nel fare il male coscientemente e
vigliaccamente, e nulla è più lontano dal fine e dai procedimenti essenzialmente
cristiani dei Martinisti di ogni tempo, vecchi e moderni. I Martinisti non
esercitano la magia, sia bianca che nera.
Essi studiano, pregano e perdonano le ingiurie.
I Rosa-Croce spesso hanno dovuto combattere degli stregoni che abusavano
dell'ignoranza e dello scetticismo contemporanei per cercare scioccamente di
esercitare i loro talenti su vittime innocenti.
Ogni volta, i Rosa-Croce hanno apertamente avvisato gli individui che essi erano
dediti "al battesimo della Luce" e che hanno combattuto con la preghiera. Ma i
Martinisti, non appartenendo alla Rosa-Croce, non hanno mai avuto da difendere
collettivamente nessuna altra causa all'infuori di quella della verità ed essi
hanno agito sempre apertamente, pubblicando tutti gli atti e tutte le decisioni
loro.
Invece coloro che diffamano nell'ombra e si nascondono quando si vedono
scoperti, coloro che scrivono circolari ipocrite e che calunniano nascostamente
i Martinisti, della lealtà dei quali hanno paura, costoro non meritano che pietà
e perdono, e, quando si vedono le facoltà latenti manifestarsi con tali
procedimenti, si è portati a mostrare a questi uomini che la magia nera comincia
dalla diffamazione anonima che, nel piano mentale, è generatrice di larve
kama-manasiche, come la bassa stregoneria del contadino analfabeta nel piano
astrale. A buon intenditore, salve!
Dott. Gerard Encausse (Papus) 1899