La Massoneria
a cura di Jhaoben
Scrivere un articolo sulla Massoneria spiegando un minimo di storia e di filosofia dell'Istituzione è un opera improba; è infatti facilissimo perdersi dietro ad astruse ed interminabili elucubrazioni sulle sue origini o sullo sviluppo nei singoli paesi, sviluppo che inoltre non è avvenuto in modo lineare, ma in maniera estremamente ramificata, costellata com'è la sua storia di scissioni, riunificazioni, rami secchi ecc. Per non parlare della sua filosofia ed etica che si basa principalmente sull'assenza di dogmi, tanto che l'articolo primo della Costituzione del Grande Oriente di Francia recita: “La Massoneria, considerando le concezioni metafisiche del tutto rimesse all'esclusivo apprezzamento individuale dei suoi membri, rifugge da qualsiasi affermazione dogmatica”, questo se da un lato concede una quasi illimitata possibilità di speculazione filosofica, dall'altro impedisce una definizione schematica del pensiero massonico. Generalmente quando qualcuno mi domanda che cos'è la Massoneria gli rispondo che è come un sapore, un odore, posso descriverlo con mille parole, ma se uno non lo ha mai provato non potrà comprenderne a pieno la fragranza. Questo articolo non deve essere quindi preso come un tentativo velleitario di spiegare che cos'è la Massoneria ai non Massoni (definiti profani nel linguaggio massonico), ma solo come una chiacchierata fra due amici; per questo ho cercato di affrontare gli argomenti in modo volutamente superficiale al fine di dare una infarinatura, in modo da stuzzicare l'appetito del lettore senza in realtà saziarlo. Al termine dell'articolo troverete una corposa bibliografia dove poter approfondire gli argomenti di maggior interesse, nonché i siti web delle principali Obbedienze Italiane. Peccherei sicuramente di presunzione se credessi che un unico articolo possa chiarire ai profani che cosa sia la Massoneria, ma spero solo di stimolare la curiosità ed indirizzare coloro che sono interessati all'argomento verso libri seri che parlino seriamente di Massoneria, evitando quindi i pamphlet denigratori che troppo spesso troviamo nelle librerie; infatti l'ignoranza nei confronti della Massoneria è sicuramente il suo più acerrimo nemico, in quanto le ha creato intorno una cortina di sospetto e diffidenza. Nel mondo profano troppo spesso i Massoni vengono visti esclusivamente come “[…] dei maghi neri, dediti alle pratiche più spaventose: sacrilegi, assassini per maleficio, invocazioni del diavolo, sabba, orge ecc. Nessuna accusa, generata da una delirante fantasia, ci è stata risparmiata: ne fa fede tutta una letteratura particolare. Anche i primi Cristiani godettero di un'altrettanta cattiva reputazione, perché, come noi, si riunivano al "coperto" e il dispetto dei profani li porta sempre ad interpretare in male ciò che avviene al riparo della loro indiscrezione” (O. Wirth). Questa fallace visione spesso impedisce profani di animo buono e sensibile di avvicinarsi senza timore all'Istituzione.
Le radici della Massoneria si approfondano nella notte dei tempi, le leggende che aleggiano attorno all'origine della Fratellanza sono estremamente varie e nebulose, alcune si richiamano ai saggi Egiziani, ai sapienti Ebrei, al Cristianesimo primitivo, ai Johanniti, ai manichei, ai catari, ai crociati, ai Templari ai Rosacroce. Folle di autori si sono dati un gran daffare per dimostrare con prove più o meno valide le nobili origini dell'Istituzione. Questo continuo affannarsi per la ricerca di radici storiche che donassero maggior lustro all'Associazione neonata, è opera principalmente del '700, quando cioè la ricerca storica non aveva ancora caratteri rigorosi, e pertanto più facilmente autori privi di scrupoli amanti più del sensazionale che della verità hanno creato una grande quantità di documenti falsi, o manipolati, che come risultato hanno non solo inquinato le già scarse prove, ma hanno anche reso più nebuloso ed incerto il problema delle origini. Tale ricerca storica è comunque, a mio avviso, fuori luogo in questa sede, in quanto più che una discendenza reale storicamente provabile delle grandi Istituzioni iniziatiche del passato, si tratta più che altro di una discendenza spirituale che non è dimostrabile con documenti irrefutabili; la Massoneria ha fatto propri i valori più alti e nobili del pensiero dei grandi iniziati del passato, sublimandoli in quella che orgogliosamente viene definita filosofia massonica. Se ci vogliamo, invece, cimentare in una ricerca storicamente documentata e documentabile, ci dobbiamo limitare all'origine di quella che, comunemente, viene definita Massoneria Moderna o Speculativa.
Fin dal medio evo i tagliatori di pietra ed i costruttori di cattedrali si erano riuniti in associazioni, in confraternite che tutelavano i loro interessi e che custodivano gelosamente le tecniche di costruzione; "…accanto alla gerarchia feudale e a quella religiosa, esisteva nella società medioevale pure una tal gerarchia industriale-operaia. Ed a somiglianza della Chiesa e del Feudalesimo per le classi privilegiate, anche il Compagnonaggio per le classi lavoratrici rappresentò un privilegio e una potezione…". Tali confraternite non erano certo una rarità nell'epoca, basta ricordare le Arti minori e le Arti maggiori della Firenze comunale, le Gilde in Germania, Inghilterra e Francia, le Gremi in Spagna che raccoglievano in varie corporazioni gli artigiani e che tutelavano gli interessi della categoria. Queste associazioni godevano di particolari privilegi, ma fra le varie corporazione quella che di gran lunga si elevò sulle altre sia come organizzazione, sia come insegnamenti, sia per i privilegi posseduti, fu la corporazione dei Maestri Comancini (o muratori); in Inghilterra i Maestri Comancini furono detti Free Masons, in Francia Franc-Maçon, ecc., ovvero Liberi Muratori. Le associazioni dei Liberi Muratori, possedevano un discreto potere in quanto erano le uniche un grado di costruire determinati edifici e custodivano i propri segreti gelosamente, tramandandoli da Maestro Costruttore a Maestro, in un'epoca nella quale non esistevano trattati di tecnica delle costruzioni, dato che i primi testi di architettura risalgono al XVI secolo: non si possiede infatti alcun trattato medievale di architettura, salvo l'album di Villard di Honnecourt del secolo XIII, incomprensibile ai non specializzati. Ed è proprio alla fine del 1500 che, sia per la diffusione della scienza delle costruzioni, insegnata nelle Università di tutta Europa, sia per la netta diminuzione delle commesse per la costruzione di cattedrali, che avevano rappresentato per secoli la massima espressioni delle capacità costruttive delle Logge Muratorie (ed anche la loro maggior fonte di lavoro), l'attività di tali officine degradò fino a farle sparire quasi totalmente in tutta Europa, solo in Inghilterra sopravvissero alcune Logge; la loro sopravivenza era dovuta alla capacità di far entrare nel loro contesto elementi non operativi, ovvero persone non direttamente interessate al mestiere, ma attratti dai rituali, dall'insegnamento morale e dalle speculazioni liberali che erano possibili all'interno della Loggia; questi personaggi del mondo della cultura e dell'aristocrazia del tempo erano detti Liberi Muratori Accettati, in tal modo il lavoro della Loggia si allargò alla discussione teoretica e alla speculazione a scapito della operatività, ma questo contribuì alla sua sopravvivenza. Per comprendere lo sviluppo della Massoneria in quegli anni è necessario contestualizzare storicamente gli avvenimenti che stiamo narrando: il '600 era un'epoca estremamente cupa per il pensiero filosofico scossa come era da continue guerre di religione fra cattolici e protestanti, basti ricordare la notte di San Bartolomeo a Parigi o la guerra dei trent'anni che insanguinò gran parte dell'Europa; in particolare in Inghilterra si era conclusa da poco l'avventura della Rivoluzione Inglese di Cromwell e delle sue teste rotonde; al termine delle rivoluzione era ritornato sul trono di Inghilterra un sovrano Cattolico Carlo II Stuart, mentre la maggioranza della popolazione era anglicana; infine il 22 febbraio 1689 in seguito ad una sommossa popolare l'allora Re d'Inghilterra Giacomo II fu costretto ad abdicare a favore di Guglielmo d'Orange, campione del protestantesimo a cui farà seguito nel 1714 Giorgio I Hannover, ach'esso protestante. Tutti questi capovolgimenti politici, e l'incertezza del potere fece si che i principi di libertà e di tolleranza fossero assolutamente misconosciuti, esprimere liberamente il proprio pensiero in un epoca in cui il potente di turno aveva la brutta abitudine di far rotolare in terra la testa degli oppositori, poteva essere dannoso alla salute!! Ecco perché una società "segreta" in cui regnava l'uguaglianza e soprattutto la tolleranza era particolarmente appetibile per le menti più aperte. Nelle Logge vigeva infatti una regola ferrea che permane tuttora, era vietato parlare di politica e di religione, questi infatti sono gli argomenti dove maggiormente le discussioni possono trascendere, cosa che in Loggia non deve avvenire, in quanto in essa deve regnare la fratellanza reciproca fra i singoli membri. All'inizio del '700 i Massoni Accettati finirono per essere in maggioranza e presero saldamente in mano le redini dell'Istituzione salvandola da un tragico naufragio nel mare dell'oblio.
Le Logge si trasformarono quindi da operative in speculative, il lavoro manuale lasciò il passo al lavoro spirituale, comunque l'elemento "speculativo" si guardò bene dall'abbandonare il linguaggio ed i rituali "operativi", anzi li custudì con amore ed operò al fine di ripristinare l'antica simbologia massonica ormai usurata degli anni e dall'uso. Finalmente il 24 giugno del 1717 a Londra le quattro Logge dove la componente Accettata era maggioritaria si riunirono in un unica Gran Loggia durante i lavori della quale fu eletto il primo Gran Maestro nella persona di Anthony Sayer. Nel 1721 l'allora Gran Maestro duca di Montagu incaricò i Fratelli Desaguiliers ed Anderson di redigere le "Costituzioni" comprendenti un compendio storico, i doveri del Massone e le regole generali. Queste costituzioni rappresentano a tutt'oggi la base su cui si poggia la Massoneria Moderna o Speculativa. Ma non tutte le Logge aderirono a questa iniziativa, anzi questo determinò la prima scissione della Massoneria Moderna, la scissione dei Moderns e degli Ancients, nonché la formazione della Gran Loggia di Scozia e la Gran Loggia d'Irlanda che contendevano il primato alla Gran Loggia d'Inghilterra. Si dovrà aspettare il 1813 per ricomporre la frattura e vedere la formazione della Gran Loggia Unita d'Inghilterra, denominazione che permane immutata fino ai giorni mostri. Questo, comunque, non ha impedito alla Massoneria di crescere im modo esponenziale in tutto il mondo.
Il processo di codificazione della Massoneria e la sua trasformazione da operativa a speculativa, o moderna, è comunque un processo molto più lento e graduale di quanto non si possa evincere da queste poche righe, non esiste infatti una data certa, ne un gruppo di persone in particolare a cui si deve questo processo. "Come un seme cresciuto silenziosamente nel buio della terra, così la Massoneria è lievitata nelle pieghe della storia manifestandosi conclamatamente agli inizi del '700" (Moramarco).
Da quel fausto giorno la Massoneria si è diffusa in tutto il mondo conosciuto grazie anche al rapido crescere dell'impero britannico; numerose Logge iniziarono a chiedere il riconoscimento della Gran Loggia di Londra; lo sviluppo fu enorme, nel 1723 le Logge riconosciute erano 52, nel 1730 divennero 104, nel 1755 salirono a 271; questo sviluppo esponenziale facilitò enormemente lo scopo della Massoneria superando rapidamente il particolarismo locale verso l'universalità dell'Istituzione. Non altrettanta fortuna ebbero però le altre Gran Logge che rimasero realtà confinate presso a poco nei loro territori, e che finirono per scambiare un reciproco riconoscimento con la UGLE.
Abbiamo già accennato che il mirabile sviluppo della Massoneria può essere deputato all'enorme sviluppo come potenza militare ed economica che l'Inghilterra stava avendo in quegli anni, ma bisogna anche considerare come il XVIII secolo sia il secolo dei lumi, il secolo in cui con maggior fervore si può osservare la rinascita delle scienze umanistiche e naturalistiche, dello spirito di libertà, dei primi fermenti di democrazia, come dimostrano la Rivoluzione Americana a quella Francese. In ogni nazione sorsero gli ideali di Libertà, Uguaglianza, Fratellanza e proprio in Inghilterra questi ideali trovano il loro maggior sviluppo grazie alla pluricentenaria tradizione di democrazia e di tolleranza che ivi si respirava. Di estremo interesse, data la grande importanza che i Massoni le attribuiscono tanto da definirla "prima Virtù", è il concetto di Tolleranza, soffermiamoci pertanto brevemente sulla nascita di questo concetto in senso moderno. Il XVII secolo fu il periodo in cui l'intolleranza sia da parte della Chiesa Cattolica che da parte dei riformisti protestanti raggiunse il massimo culmine. Ma da questi fermenti, costati non poche vite umane, nacquero nuove idee e nuovi concetti riguardati la Tolleranza; nasce infatti il concetto illuministico di religione naturale che in Germania si intreccia con esperienze mistiche, mentre in Inghilterra e in Francia assume rigore di pensiero riflesso. Questo filone umanistico, che non poco contribuì alla formazione del concetto di Tolleranza, si rifugiò in Olanda dove si osservò un risorgere della ragione prima con i giusnaturalisti quali Spinoza e Locke, e poi con gli illuministi. È proprio in questo periodo che nasce il vero concetto di Tolleranza come noi lo intendiamo, un valore più vasto nel contesto del principio di Libertà, ed è proprio sul trinomio Tolleranza, Uguaglianza e Fratellanza che si basa il principio irrinunciabile della Libertà. Ma bisogna aspettare la Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo, americana (1776) e francese (1789) per vedere riconosciuta la libertà come un diritto innato dell'uomo, attributo originario dell'individuo.
La Massoneria si fece portavoce di questi ideali, riaffermando l'Uguaglianza e la Fratellanza tra gli uomini nonché facilitando la nascita del concetto di Tolleranza in senso moderno ovvero come principio irrinunciabile della Libertà. È pertanto ovvio che una Istituzione i cui principi si basavano sull'Uguaglianza, sulla Fratellanza, sulla Libertà, sulla Tolleranza, sull'Universalità in quegli anni avesse uno sviluppo enorme. Il fatto che le Logge offrissero uno strumento, un mezzo di crescita interiore, una palestra della mente dove tutti coloro che sentivano interiormente la necessità di chiudere con un passato dove i diritti dell'uomo venivano costantemente calpestati, ed il dispotismo regnava indisturbato, un luogo dove Uomini Liberi potevano liberamente incontrarsi per scambiarsi i propri convincimenti, ha certamente determinato un afflusso di menti eccelse, di menti aperte all'interno dell'Istituzione.
Il più bell'elogio alla Massoneria è scritto da John Robinson: “La ragione è il sole che illumina questa setta e la libertà e l'eguaglianza sono gli oggetti del suo culto”.
Nell'ottocento la Massoneria ha inoltre svolto un ruolo di primaria importanza nell'Unificazione dell'Italia, troppo spesso nei libri di storia si dimentica come l'intero Risorgimento sia stato voluto, progettato, e pagato a caro prezzo dai Fratelli Massoni e Carbonari. I nomi dei nostri Patrioti si uniscono a quello del generale Giuseppe Garibaldi primo Gran Maestro della Massoneria Italiana. Ed ancora, la camera del giovane Stato Italiano era composta per quasi i 2/3 di Massoni; questa egemonia dell'Istituzione nella politica italiana si è interrotta con l'avvento del fascismo, che come tutti i regimi totalitari sia di destra che di sinistra, non poteva tollerare la presenza sul territorio nazionale di un organizzazione votata al completo affrancamento dell'uomo sia dai gioghi politici, sia dai giochi religiosi.
Per concludere questa breve introduzione storica all'Istituzione Massonica è opportuno dare un breve sguardo all'attuale situazione politica massonica italiana. A tutt'oggi sul territorio Italiano esistono più di venticinque Obbedienze (così vengono chiamate le Potenze Massoniche) tre sono le principali: il Grande Oriente d'Italia, che Massimo Introvigne definisce Maggioritaria in quanto è la Famiglia numericamente più cospicua origina nel 1860 dalla fusione dei vari Grandi Orienti, presenti prima dell'Unità d'Italia, la Gran Loggia d'Italia che origina da una scissione avvenuta nel 1908 dal Grande Oriente ad opera di Saverio Fera, allora Numero due del Rito Scozzese Antico ed Accetto, e la Gran Loggia Regolare d'Italia, che, anch'essa, origina da una scissione avvenuta nel 1993 sempre dal Grande Oriente ad opera del prof. Giuliano Di Bernardo, allora Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia. Il Grande Oriente d'Italia (GOI) di spirito più conservatore e dogmatico, è riconosciuto soprattutto dalle Obbedienze Statunitensi, la Gran Loggia d'Italia (GLdI), di ispirazione più progressista e liberale, è riconosciuta del Grande Oriente di Francia e dalla Obbedienze cosiddette adogmatiche, la Gran Loggia Regolare d'Italia (GLRI) è riconosciuta dalla Gran Loggia Unita d'Inghilterra (UGLE), e qui si apre, per ovvi motivi solo brevemente, l'annoso problema della Regolarità. Se ci atteniamo alle Leggi Massoniche della UGLE una Obbedienza massonica si potrebbe fregiare del termine di "regolare" solo se riconosciuta dalla UGLE stessa, in quanto quest'ultima si auto considera la Loggia Madre del mondo, e pertanto si arroga il diritto di giudicare tutte le altre Obbedienze e di dare patenti di regolarità o meno. Quindi L'UGLE dovrebbe controllare che i Lavori nelle varie Officine si svolgano regolarmente seguendo gli Antichi Doveri di Anderson e Desaguiliers, in realtà, come nel mondo troppo spesso avviene, talvolta la patente di regolarità viene data più con intenti di politica massonica che di vera obbiettività. Ma dal momento che per ogni stato vi può essere una sola Obbedienza riconosciuta dall'UGLE, una sola risulta "regolare" in tal senso; in realtà tutte e tre le principali famiglie massoniche dal punto di vista rituale risultano essere estremamente serie e lige ai dettami dalla Libera Muratoria e pertanto tutte potrebbero definirsi Regolari; non a caso quello della "regolarità" è il vero nervo scoperto della Massoneria mondiale, e di quella italiana in particolare. Fra le tre Obbedienze italiane esistono sole delle piccole differenze, soprattutto di tipo filosofico-esoterico, in particolare il GOI e la GLRI sono Obbedienze esclusivamente maschili, mentre la GLdI è una Obbedienza mista, in quest'ultima inizialmente la componente femminile era puramente simbolica, una o al massimo due sorelle per Loggia, ma negli ultimi anni il numero delle donne è costantemente aumentato e sempre più spesso possiamo ritrovare una donna che riveste il ruolo di Maestro Venerabile o Presidente di una Camera Superiore. Infine ricordiamo la Gran Loggia Massonica Femminile, Obbedienza, evidentemente esclusivamente femminile, sulla cui regolarità non mi pronuncio, nata nel 1990, e che presenta una decina di Logge sparse sul territorio nazionale di cui due a Firenze ed una a Prato, è riconosciuta dal 1991 dalla Gran Loggia Femminile di Francia; mantiene inoltre stretti rapporti anche di riconoscimento reciproci con la GLdI. Le altre Obbedienze vengono definite Massoneria di frangia, talvolta nel marasma spiccano alcune Obbedienze nate da scissioni prevalentemente dalla GLdI che risultano essere serie e dove i Lavori si svolgono in maniera rituale, ma sfortunatamente esistono anche alcune obbedienze (la minuscola non è un caso) che con la Massoneria hanno veramente poco a che fare; sono spesso queste obbedienze che assurgono spesso agli onori della cronaca infangando il nome della Massoneria Italiana, è infatti sufficiente che una persona si rechi dal notaio per fondare una nuova Obbedienza e fregiarsi del nome di Massoneria. A tutt'oggi in Italia non esiste una legge sulle associazioni che tuteli le Istituzioni serie e fino a che questa anomalia non verrà sanata il "sottobosco" massonico delle obbedienze continuerà a proliferrare.
Dopo questa introduzione di carattere storico necessaria per comprendere appieno l'Istituzione, diamo un breve sguardo agli scopi. La finalità della Massoneria può essere facilmente sintetizzato nella continua ricerca di una soddisfacente risposta a tre quesiti:
- Da dove veniamo?
- Chi siamo?
- Dove andiamo?
Sarebbe sufficiente rispondere in maniera esauriente a queste tre domande per poter essere in grado di capire appieno l'iniziazione, vorrebbe infatti dire che il Fratello in realtà è riuscito a raggiungere una tale grado di introspezione da aver conquistato il massimo grado di illuminazione, ma per ovvi motivi questo è uno stato non facilmente raggiungibile; la Massoneria non potrà "infondere" magicamente la perfezione nei suoi adepti, ma può insegnare un metodo, donare un viatico che permette al singolo di incamminarsi sulla strada dell'iniziazione che porterà i più fortunati a "conoscere se stessi". “Io sono colui che è con voi in ogni tempo. Io sono il padre, io sono la madre, io sono il figlio. Io sono l'incomprensibile e l'immacolato. Sono venuto per annunziarti ciò che è, ciò era e ciò che sarà, affinché tu conosca le cose che non sono manifeste e quelle manifeste e per ammaestrarti sull'uomo perfetto” (Apocrifo di Giovanni 2). Questa ricerca interiore continua che inizia ritualmente dal primo ingresso nel Tempio Massonico e che è simboleggiato dall'acrostico di alchemica memoria VITRIOL, è definita ricerca della Verità; questo è un cammino arduo ed individuale, che porterà l'iniziato all'interno di se stesso, alla ricerca dalla pietra filosofale celata nel recesso più recondito del proprio animo.
Il Metodo Massonico prevede tre momenti fondamentali: lo studio, la meditazione ed il confronto in Loggia. Se infatti i primi due momenti sono puramente individuali, il terzo è pura condivisione, non è infatti sufficiente per il Massone la conoscenza, ma è necessario che questa venga filtrata dal lavoro dell'Officina che è sempre pronta ad apprezzare il Lavoro compiuto dal singolo, ma anche a ricondurre sui giusti binari eventuali devianze; è proprio il lavoro in comune che permette all'Officina di crescere nel suo insieme. Il Massone che non condivide il proprio lavoro con i Fratelli non solo commette il più abbietto gesto di egoismo, ma si auto limita nella sua crescita interiore, in quanto il Lavoro Massonico deve essere considerato un Lavoro collettivo e non solitario. Il ritirarsi in una torre di avorio della propria presupponenza rende il Lavoro sterile; così come non è possibile rinchiudere la verità in un unico testo, infatti ogni tomo, ogni libro, ogni pagina può contenere una propria verità apparentemente contrastante con un'altra, ma in realtà solamente complementare, così in ogni idea di un qualsiasi Fratello dal più esperto all'ultimo degli Apprendisti è possibile ritrovare quella scintilla, quel barlume di conoscenza che può illuminare, al Fratello attento e preparato, la via verso la Verità o verso la Vera Luce. “Come le innumerevoli pagliuzze d'oro vengono trascinate dal limo dei fiumi, così c'è del vero nell'ammasso grottesco delle superstizioni. Perciò sappiamo lavare il fango delle età per liberare il metallo prezioso” (O. Wirth). E proprio in questa continua ed estenuante ricerca della Verità che il Massone si forgia; e se la Verità assoluta non può essere compresa, il continuo studio ha pur sempre la funzione di accrescere l'adepto internamente, aumentandone le proprie conoscenze, la propria capacità critica, la propria maturità interiore; come in tutti i cammini iniziatici, l'importante non è raggiungere la meta, che infatti sarà raggiunta solo da pochissime persone, bensì il cammino stesso. In questo il Metodo Massonico si distingue da altri cammini iniziatici come ad esempio quello Martinista che prevede anche il cammino solitario non confortato dal confronto nella Loggia; l'origine di questa differenza, non da poco, deve essere ricercata nel tipo di iniziazione che distingue i due cammini. Nella Loggia Massonica il Maestro Venerabile è un "primus inter pares" ed infatti viene eletto dai Fratelli di Loggia, pertanto al momento dell'iniziazione quello che io chiamo forse erroneamente "crisma" viene trasmesso non dal Maestro Venerabile ma dall'intera Loggia, dall'intera Obbedienza, dall'eggregore; il Maestro Venerabile funge da lente concentrante che fa confluire il flusso energetico sul candidato, ha cioè un ruolo essenzialmente "passivo" (“Per i poteri da me conseguiti…”), questo ci fa dire che anche nel caso in cui il Maestro Venerabile non avesse giunto nel cammino iniziatico il livello necessario per poter trasmettere il crisma, se la Loggia o l'intera Obbedienza è fedele alla Tradizione, l'iniziazione è più che valida. Nell'iniziazione Martinista, invece, la Loggia non ha alcuna funzione, non a caso il Maestro non viene eletto, l'iniziazione avviene "da bocca ad orecchio" fra il Maestro Iniziatore e l'iniziando, addirittura l'iniziazione può avvenire in presenza del solo Iniziatore, questo fa si che il peso del "crisma" sia totalmente sulle spalle dell'Iniziatore stesso che deve essere in grado di trasmetterlo per conferire la sua validità; questa modalità di trasmissione influenza anche il Metodo Martinista che privilegia il rapporto Maestro-discepolo dal lavoro in Loggia, e permette la cosidetta "via solitara" che non necessita del confronto del lavoro in Loggia.
Ma torniamo alla Massoneria, abbiamo quindi visto che essa non è in possesso, né tanto meno gelosa custode di un segreto, è solamente una Officina dove viene insegnato un Metodo che permette al singolo di accrescersi, e dove il piccolo contributo di un singolo Fratello si sublima per arricchire la conoscenza di molti. Ma allora che cos'è il segreto della Massoneria? L'autore di una delle definizioni più belle, ma anche meno facilmente intellegibili del segreto Massonico è Giacomo Casanova. “Coloro che entrano nella Massoneria solo per carpirne il segreto possono ritrovarsi delusi: può infatti accadere loro di vivere per cinquant'anni come Maestri Massoni senza riuscirvi. Il mistero della Massoneria è per sua natura inviolabile: il Massone lo conosce solo per intuizione, non per averlo appreso. Lo scuopre a forza di frequentare la Loggia, di osservare, di ragionare e di dedurre. Quando lo ha conosciuto, si guarda bene dal far parte della scoperta a chicchessia, sia pure il miglior amico Massone, perché se costui non è stato capace di penetrare il mistero, non sarà nemmeno capace di profittarne se lo apprenderà da altri. Il mistero rimarrà sempre tale. Ciò che avviene nella Loggia deve rimanere segreto, ma chi è così indiscreto e poco scrupoloso da rivelarlo non rivela l'essenziale: come potrebbe, se non lo conosce? Conoscendolo, non lo rivelerebbe”. Quindi il segreto iniziatico è il mistero, in senso metafisico di ogni iniziazione; un segreto-mistero che non si può trasmettere, che non si può insegnare; parte integrante della via iniziatica lo si apprende, o meglio, lo si comprende, a poco a poco lungo il processo di maturazione; un segreto quindi che non si riesce a svelare e che non si può tradire. Senza il segreto iniziatico anche il trinomio "Libertà Uguaglianza Fratellanza" diventerebbe il proclama di una associazione filantropica o politica e la Massoneria stessa si trasformerebbe in un movimento d'opinione. La Massoneria nasce e si sviluppa nel segreto iniziatico.
Bisogna a questo punto chiarire che la Massoneria non è assolutamente una società segreta in quanto le liste dei suoi adepti sono regolarmente a disposizione della Questura come quelle di qualsiasi altra associazione profana, in perfetta osservanza dell'articolo 18 della Costituzione. Può invece essere considerata una associazione di uomini liberi, il cui scopo è principalmente il miglioramento spirituale dell'Uomo come individuo al fine di migliorare il mondo in cui viviamo. “L'iniziazione massonica ha lo scopo di illuminare gli uomini, al fine di insegnar loro a lavorare vantaggiosamente, in piena conformità con le finalità stesse della loro esistenza. Ora, per illuminare gli uomini, è innanzitutto necessario liberarli di tutto ciò che impedisce loro di vedere la Luce” (Oswald Wirth). Tramite i suoi principi di Uguaglianza, Fratellanza, Libertà, Tolleranza la Massoneria cerca di insegnare ai suoi adepti un modo di vivere sia all'interno dell'Associazione, sia nel mondo esterno, che noi chiamiamo profano, all'insegna della correttezza, della bontà d'animo, dell'altruismo e della generosità; il suo compito non è quello di creare dei superuomini o dei santi, ma solo degli Uomini normali, persone oneste in grado di vivere senza per questo prevaricare i propri simili. Certamente può accadere che nella nostra Istituzione, per un errore di valutazione o per leggerezza, possano entrare delle persone disoneste o interessate, ma quale associazione può considerarsi del tutto esente da tale cancro? "L'ignoranza, l'ottusità e la delinquenza non hanno bandiere" possono celarsi nella Massoneria o nei partiti politici, nella Caritas o nell'ARCI senza peraltro che l'intera istituzione ne risenta, o debba venir colpita degli strali nella sua totalità. La Massoneria non può influire sul cuore di chi non si apre, non potrà magicamente trasformare l'egoista in altruista, il brutale in sensitivo, il vizioso in virtuoso; il Massone che incontrando un Fratello pensa come prima cosa a come potrebbe servirgli nella vita profana invece di adoperarsi al suo bene senza attendersi per questo alcun compenso se non la soddisfazione di aver compiuto niente più che il suo proprio dovere, non ha compreso lo spirito di Fratellanza. In Massoneria si può ricevere l'amore solo se precedentemente amore lo si è dato in egual misura. Solo chi appieno comprende il significato di tali parole può sentirsi degno di entrare nella Fratellanza Massonica.
Più di ogni altra associazione umana, la Massoneria è un'entità complessa, essendo formata da uomini, gelosi della loro identità, i quali vogliono conservare integralmente la dignità di uomini liberi e tolleranti. Ognuno di essi, forte delle proprie esperienze personali, contribuisce ad arricchire ed a rafforzare tale complessità; è una Istituzione, quindi, a "misura d'uomo", dove l'Umanesimo reale regna incontrastato, e dove ogni tipo di coercizione è bandita. Il concetto veramente rivoluzionario della Massoneria consiste nel fatto che essa opera sull'uomo per modificare la società, trascurando i problemi connessi con le organizzazioni di uomini. È sua convinzione che per creare una società buona e giusta, si debba unicamente creare degli uomini buoni e giusti. Ma per ottenere ciò è necessario possedere un ideale di uomo, e la Massoneria non fa mistero della sua antropologia filosofica massonica. Tutti gli sforzi della Massoneria sono rivolti alla trasformazione della Pietra Grezza, rappresentata dal neofita, nella Pietra Levigata, ovvero l'Uomo in perfetta armonia con l'antropologia filosofica massonica, ovviamente l'uomo può perfezionarsi se, e solo se, realizza in modo unico e personale, tutte le condizioni che costituiscono il nostro concetto di uomo, ossia la Tolleranza, la Fratellanza, la Trascendenza ed il Segreto Iniziatico. La mancanza anche solo di uno di questi presupposti fa cadere indiscutibilmente la possibilità di miglioramento del singolo. Tale indole deve essere già in embrione nella persona avvicinata per poter essere poi risvegliata dagli insegnamenti iniziatici. Ecco quindi sorgere spontaneo un'altro concetto fondamentale per il perfetto funzionamento della Comunione, ovvero il Proselitismo. Questo deve essere estremamente accorto, deve essere effettuato da Fratelli esperti e coscienziosi, nonché il candidato deve essere posto ad un accurato vaglio dell'intera Loggia, in quanto anche solo un mattone fuori posto può indebolire l'intera costruzione. Inoltre, cosa non da poco, il mondo profano non riesce infatti a distinguere le colpe dei singoli dalle colpe dell'intera Istituzione, ed ogni qual volta un Fratello "sbaglia" ed assurge agli onori della cronaca è l'intera Massoneria a pagarne ingiustamente lo scotto.
Contrariamente a quanto si possa pensare, la Massoneria non è un'accolita elitaria, nelle sue Logge non trovano posto politicanti corrotti, generali golpisti e finanzieri senza scrupoli il cui solo scopo è quello di combattere la legalità delle istituzioni, bensì delle persone "normali", il così detto "uomo della strada"; gli ho definiti "normali" non per denigrarli, ma semplicemente perché la Massoneria è fatta di uomini e per gli uomini; il successo nel mondo profano non è assolutamente legato alle virtù che l'Istituzione ricerca negli uomini, non necessariamente l'uomo potente possiede bontà e gentilezza d'animo, tali virtù possono essere più convenientemente ricercate nella persona che non ha mai cercato di superare il suo prossimo con le prevaricazione o con la prepotenza, e per questo non è mai giunto ai vertici del mondo profano. Un'altra caratteristica è l'assoluta uguaglianza dei Fratelli, al momento di entrare nel Tempio ognuno si spoglia delle proprie vesti profane ed indossa il grembiulino ed i guanti bianchi; gli unici orpelli devono essere quelli previsti dal Rituale, i "metalli", ovvero tutte le ambizioni e sentimenti di superiorità ed orgoglio, devono essere lasciati al di fuori del Tempio, nell'Officina tutti i Fratelli sono uguali, distinti solo dai Gradi specchio fedele della maturazione raggiunta. Infatti nella Loggia si riuniscono persone estremamente diverse tra di loro, il professore universitario siede accanto al muratore, al pittore, al manovale, il medico accanto all'infermiere, l'avvocato accanto al garzone di bottega, nella perfetta uguaglianza. Al momento che il Massone varca la soglia del Tempio si spoglia dei suoi abiti profani per trasformarsi in un Uomo pronto a donare tutto se stesso per il suo miglioramento e quello di tutti i Fratelli, pronto a ricevere gli insegnamenti provenienti da persone anche culturalmente inferiori a lui, ma forse umanamente più ricche. È proprio il contatto fra persone tanto diverse che rappresenta la forza dell'Istituzione, dal crogiuolo, dall'Atanòr alchemico che rappresenta la Loggia e dove entrano esperienze ed insegnamenti tanto diversi, uscirà, dopo la putrefazione, l'Uomo nuovo, il Massone pronto ad operare nel mondo profano nel tentativo di migliorare le condizioni di vita dei suoi simili.
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