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APPUNTI SULLA "REINTEGRAZIONE" Francesco Brunelli
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Anche l’Uomo-Dio, o Reau, abusò, seguendo quanto
dice il «Trattato», dei suoi previlegi. Orgogliosamente ritenne che
la potenza in suo possesso fosse così grande come quella del
Creatore ed il dramma comincia.
Uno dei principali prevaricatori «sotto la forma apparente di un
corpo di gloria» persuade Adamo «ad operare secondo la scienza
demoniaca». «Hai in te innato — gli dice — il Verbo della
Creazione... crea dunque delle creature perché sei un creatore.
Opera di fronte a quelli che sono fuori di te, ti renderanno
l’omaggio e la gloria che ti competono».
Tale affermazione era tuttavia solo apparentemente fondata in quanto
se Adamo possedeva un «potere creatore» tuttavia non poteva
servirsene senza la cooperazione del Creatore stesso; in altri
termini se la volontà del Primo Uomo fosse stata quella del
Creatore, il frutto della operazione sarebbe stato perfetto poiché i
due pensieri creatori si sarebbero completati agendo in sincronia.
Ma Adamo intraprendendo la creazione di esseri spirituali senza la
cooperazione divina commise una colpa ancora più grave di quella che
era all’origine dell’Universo, anche se è ben vero che tale crimine
proveniva «dalla sua volontà e non dal suo pensiero» in quanto
l’idea gli era stata indotta dagli spiriti perversi. Colpa più grave
abbiam detto in quanto egli operò quell’atto creativo che gli altri
non avevano avuto il tempo di compiere avendo la divinità impedito
alla loro volontà ribelle di manifestarsi.
Come si nota facilmente attraverso tali racconti, nel pensiero di
Martinez, l’origine del «male» è nella volontà creatrice delle forze
primordiali. Egli conserva le tradizioni esistenti in tutte le
teologie in merito alle due differenti «creazioni», la prima detta
degli Angeli, sulla quale la Genesi non si sofferma
sottointendendola solo con il suo primo versetto. «All’inizio Dio
crea il cielo e la terra» (Gen I, 1) per passare alla seconda «La
Terra era senza forma e vuota, le Tenebre erano ecc...».
Ma gli «Angeli» non sono stati sottoposti ad una «prova» da Dio,
come la tradizione giudeo cristiana vuole — osserva giustamente
Robert Ambelain — «al contrario, alcune entità giunte al termine
della missione per cui erano state emanate (cioè liberate e dotate
così necessariamente di libero arbitrio) si rifiutarono di
reintegrarsi nell’Assoluto, nel Piano Divino... preferendo il me,
momentaneo, peribile, illusorio, al sé eterno, reale,
indistruttibile. Da loro stesse, preferirono vivere ‘fuori’
piuttosto che essere riassorbite e rimarranno a causa della loro
attitudine lontane dalla ‘luce’».
È evidente che l’insieme di tali entità o energie (l’eggregoro del
male inteso come privazione del bene) necessariamente agirono sull’Adamo-Kadmon,
sull’uomo archetipo, androgino preposto al mantenimento di un
equilibrio universale — di un universo non identico al nostro.
E l’equilibrio preesistente nel «regno», che «non è di questo
mondo», si rompe creandosi un’altro equilibrio ed un’altro universo.
Martinez così prosegue sintetizzando quanto è contenuto nel
«Trattato».
La punizione fu doppiamente severa sia per il risultato dell’atto
criminale, sia per il cambiamento di stato del colpevole. Dio
«rinchiude nella forma di materia creata da Adamo, un essere
minore». In realtà Adamo non produsse che una forma tenebrosa
(materiale) e non una forma gloriosa simile alla sua. Egli stesso la
chiamò «Houwa» o «Homenesse» che misticamente deve intendersi «carne
della mia carne, ossa delle mie ossa, opera della mia operazione
concepita ed esercitata per opera delle mie mani».
E il Creatore lascia sussistere l’opera del Minore affinché di
generazione in generazione venga, dall’immagine stessa del suo
crimine, punito... affinché la sua posterità non ignori la
prevaricazione ed apprenda in tal modo che le pene e le miserie che
sta soffrendo non vengono dal Creatore, ma dal suo primo padre, dal
creatore cioè della materia «impura e passiva» (soggetta cioè alla
sofferenza).
E così Adamo venne bandito dal mondo celeste e precipitato negli
abissi della terra, contemporaneamente anche la sua «forma gloriosa»
venne trasformata in una forma materiale e passiva soggetta alla
corruzione. «Questo corpo fatto di materia terrestre aveva la stessa
figura apparente del corpo di gloria con il quale Adamo era stato
emanato» ma era una semplice riproduzione identica a quella della «Houwa»
da lui creata.
Prigioniero di questa forma Adamo dovrà abitare la terra «sulla
quale prima del suo crimine regnava come Uomo-Dio senza essere
confuso con essa e con i suoi abitanti». Agirà come un essere
spirituale temporale (composto di un’anima e di un corpo) soggetto
al tempo ed alle sue leggi (morte) a cui prima non era sottomesso.
Houwa gli servirà a perpetuare la razza dei minori decaduti, perché
condannato a riprodursi materialmente, non potrà più usare delle
essenze «spiritose» materiali, inoltre, essendo separato da Dio
potrà essere preda degli spiriti perversi.
Nel suo stato di gloria, conosceva direttamente il pensiero di Dio e
quello dei demoni, leggeva l’uno e l’altro come su un libro aperto;
il previlegio dello spirito puro e semplice (non imprigionato nella
materia) è di «poter leggere nello spirito per sua corrispondenza
naturale e spirituale». Dopo la caduta Adamo non ebbe più che una
conoscenza passeggera e frammentaria del pensiero divino per mezzo
di «effluvi» che gli iniziati chiamano «intelletto buono». Per una
disgrazia fu più accessibile alle suggestioni dei demoni i cui
pensieri comunicavano direttamente con lui per mezzo dello «spirito
cattivo».
Malgrado questa maggiore apertura verso la negatività, tuttavia la
parte già assegnatagli gli aveva impresso un carattere indelebile ed
Adamo continuava ad essere superiore a tutti gli esseri spirituali,
non solo, ma di fronte al suo errore ed alla successiva
comprensione, Dio «si riconciliò spiritualmente con lui e lo
ristabilì nelle stesse virtù e potenze possedute in principio contro
gli infedeli alla legge divina».
Tuttavia Adamo «peccò» nuovamente.
Ma vediamo un po’ più approssimativamente quanto accadde con la
rottura dell’equilibrio all’atto della creazione prevaricatrice di
Adamo, secondo gli studi del ricordato Robert Ambelain.
L’Uomo-Archetipo, creando, modifica le leggi esistenti spezzando
così l’equilibrio nel quale si trovava. Da Architetto dell’Universo,
diviene il Demiurgo. Volendo creare degli esseri spirituali non fa
che obbiettivare i propri concetti, desiderando di creare dei corpi
non riesce che ad integrarli nella materia grossolana, volendo
animare il Chaos non fa che imprigionarvisi. L’Uomo-Archetipo era un
androgine, abbiamo detto, «Dio crea l’uomo a sua immagine: maschio e
femmina... ed è l’elemento negativo, femminile, quello che Adamo
oggettiva fuori di lui». È questo «lato» sinistro, femminile,
passivo, lunare, tenebroso, materiale che si separa dal «lato»
destro, maschile, attivo, solare, luminoso, spirituale, per dare
vita ad Eva.
Questa Femmina-Archetipo, è la nuova materia, l’Eva della Genesi, la
simbolica donna che Adamo «penetra» per creare la vita, la Madre
simboleggiata in tutte le religioni con molteplici nomi.
Ed ecco la seconda colpa di Adamo. «Quando con Houwa furono
costretti ad abbandonare il mondo celeste, ricevettero l’ordine di
riprodurre forme simili alle loro»; obbedirono «con una furiosa
passione dei sensi della loro materia», sì che Dio rifiutò la sua
cooperazione a questa opera.
Il loro primogenito Caino, cioè «il figlio del dolore», cadde in
potere delle potenze demoniache. Abbandonandosi ancora al delirio
dei sensi procrearono due figlie: Cainan ed Aba I, poi, con un
intervallo di sei anni, due maschi e due femmine.
Il primogenito di questa seconda serie fu concepito in conformità
dei precetti del Signore, senza eccesso sensuale; in tal modo «il
Creatore non poté rifiutarsi di corrispondere alla loro operazione»
e nacque un essere dotato di ogni virtù e saggezza spirituale che
venne chiamato Aba IV cioè «figlio di pace» ma Caino, furioso per
aver dovuto cedere il suo diritto di progenitura ad Abele,
incoraggiato dalle sorelle Cainan ed Aba I, lo uccise.
In tal modo, il sangue espiatorio del giusto sigillò la seconda
riconciliazione di Adamo verso Dio. Gli uomini tuttavia vennero
privati di una luce sul loro cammino e Dio «riversò i doni della
vittima su un’altro minore. Adamo concepì un terzo figlio che chiamò
Seth cioè ‘ammesso alla posterità di Dio’».
A partire dalla terza posterità di Adamo la sorte dell’umanità è
fissata per sempre: il genere umano si compone di due classi: i
discendenti di Caino e la posterità di Seth. I primi sono reprobi,
prigionieri della materia. Scopriranno i mezzi per costruire città,
fondere metalli, sfruttare miniere, ... ma erreranno nelle tenebre e
quando il diluvio avrà cancellato dalla faccia della terra la prima
umanità pervertita, essa rinascerà con la discendenza di Cam.
I secondi pur praticando culti favorevoli a Dio furono deboli come
lo fu a sua volta il Primo Uomo e, malgrado la difesa divina, la
posterità di Seth si unì con «i figli degli uomini, cioè le figlie
concubine della posterità di Caino» e decadde a sua volta «da tutte
le conoscenze divine spirituali che Seth le aveva comunicato».
La storia del popolo ebreo non sarà che il racconto dettagliato di
queste ricadute seguite da un pentimento e da una riconciliazione
effimeri. Gli ebrei infatti, benché illuminati a differenti riprese
da un inviato, dimenticano le verità perdendo ogni comunicazione con
Dio facendo così cadere intere generazioni nelle tenebre sino a che
non compare un nuovo profeta il cui insegnamento non abbia un
successo più duraturo.
Dovremmo dilungarci eccessivamente su un infinito numero di
particolari aventi un contenuto esoterico eccezionale, non lo
possiamo fare nei limiti impostici dallo scopo iniziale, ma dovremo
concludere in qualche modo questo excursus in cui assistiamo alla
involuzione dell’Uomo Archetipo, affermando che egli può sicuramente
riprender possesso del suo primitivo splendore e della sua libertà
separandosi dalla materia di cui è permeato. Per raggiungere un tale
scopo occorre che tutti gli uomini, cellule dell’archetipo, si
reintegrino definitivamente ristrutturando l’Adamo. Come ciò possa
avvenire sarà l’oggetto di ulteriori comunicazioni; Martinez con la
sua dottrina, certamente originale, ne offre una chiave ed i suoi
seguaci hanno cercato di forzare con essa le barriere esistenti.
Sito di riferimento per ulteriori approfondimenti: IL TRILUME BLOG DI MARTINISMO |
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