Vangelo di Filippo: La Verità non è venuta nel mondo nuda Pino Landi |
Vangelo di FIlippo
67.) La verità non è venuta nel mondo nuda, ma è venuta in simboli ed immagini.
Esso non la riceverà in altra maniera. C'è una rigenerazione e un'immagine di
rigenerazione. Ed è veramente necessario che si sia rigenerati attraverso
l'immagine. Che cos'è la resurrezione? E la immagine è necessario che risorga
attraverso l'immagine e la camera nuziale; l'immagine attraverso l'immagine, è
necessario che si entri nella Verità, che è la restaurazione.
Questo è inevitabile per coloro che non soltanto ricevono il nome del Padre e
del Figlio e dello Spirito Santo, ma che li hanno ottenuti proprio per sé. Se
uno non li ottiene proprio per sé, anche il nome gli sarà tolto. Ora questi si
ottengono con il crisma della pienezza della potenza della Croce, che gli
apostoli hanno chiamato la destra e la sinistra. Infatti costui non è più un
cristiano, ma un Cristo.
La mente dell’uomo per la sua propria struttura funzionale non può “conoscere ”
se non attraverso un processo duale. La coscienza mentale procede per analisi,
nella sua visione la mente è il soggetto interiore che in vari modi “approccia”
l’oggetto di conoscenza, esteriore che non può essere che “altra cosa” ,
distinta.
In questo mondo materiale e fenomenico, in cui la coscienza ordinaria è
coscienza mentale, l’essenza non si manifesta nuda, ma vestita di abiti tali da
essere conosciuti dalla mente: immagini e simboli.
Le immagini non sono “la cosa”, ma le raffigurazioni della “cosa” che se ne fa
la mente ed i simboli uno strumento per giungere alla “cosa” superando le
limitazioni della mente stessa. .
In occidente, come in oriente gli antichi Saggi si occuparono, prima ancora di
perseguire la Conoscenza, dei meccanismi attraverso i quali è possibile all’uomo
avvicinarsi alla Verità delle cose. La psicologia moderna è come un bambino che
inizia ora a fare i primi vagiti, ma l’Antica Sapienza, comunque sia stata
presentata, ha sempre fornito solide fondamenta su cui erigeva le sue
costruzioni.
E’ dunque attraverso l’immagine ed il simbolo che questa veicola che le
limitazioni della mente possono essere superate e con esse può essere superato
il modo di essere dell’uomo comune. C’è un altro modo di conoscere: attraverso
l’energia e le vibrazioni che l’immagine contiene ci si può identificare con la
cosa in sé, con l’essenza. E’ un modo diretto di cogliere la Verità delle cose,
per adesione, per identificazione: è una unione in cui il soggetto conoscente,
l’oggetto conosciuto e l’azione del conoscere non sono più separati, ma
divengono un’unica realtà essenziale.
Quella Realtà Essenziale è unica, la sola Realtà, è la Conoscenza e la Verità.
Da quella Verità è scaturita ogni cosa ed in quella Verità ogni cosa sarà
trasformata ed assorbita.
La conoscenza per identificazione è la conoscenza gnostica che solo una
Coscienza sovra mentale può realizzare, una Coscienza che procede per sintesi,
che giunge attraverso le raffigurazioni mentali a cogliere l’essenza, a cogliere
la Vita e la Verità in un desolato deserto di morte e di menzogna.
La Conoscenza gnostica è il processo inverso, speculare a quello di emanazione.
E’ il riassorbimento nella comune Radice delle cose.
Il processo di rinascita nella conoscenza gnostica non è per tutti gli uomini:
non basta la ricerca e la richiesta, occorre la risposta. Già è di pochi la
sincera aspirazione, e non a tutti coloro che chiedono verrà dato. Ad un
“movimento” verso il Divino, il Padre, di sincera richiesta, di adesione, deve
corrispondere un “movimento” di discesa dello Spirito, che è la risposta del
Padre, il corrispondere a volontà della Volontà. Il Padre, il Divino
trascendente, opera nell’uomo attraverso il Figlio, il Cristo interiore, l’Atman,
il Divino nell’uomo. Con l’identificazione nel proprio Sé, l’uomo riscopre il
Divino immanente nelle cose ed in lui stesso. Diviene allora “uno” con tutto ciò
che esiste, discende su di lui la Spirito del Divino Cosmico.
La mente ha trovato diversi nomi e definizioni, fondato metafisiche e teologie
sull’aspetto trinitario del Divino, ma è solo nella pratica che si ottiene la
sintesi, nella pratica dell’uomo di conoscenza che realizza il Divino nella
trascendenza, in sé e nel cosmo, identificandosi con l’Uno, con il Tutto oltre
ogni definizione e qualificazione…Ma giunge a questa meta attraverso una
responsabilità personale ed individuale: attraverso il lavoro interiore la
Conoscenza è anche e contestualmente crescita e trasformazione; una conoscenza
per identificazione che è anche Libertà non potrà mai procedere attraverso le
parole o l’esperienza altrui, ma solamente attraverso il lavoro, la pratica,
l’impegno e la volontà personale.
Il Cristo non è un concetto metafisico, religioso, non è un mito, è “la”
realizzazione; il punto di incontro dei diversi piani, il centro della croce, il
centro dell’albero sefirotico. Non è qualcosa di esterno, ma il Centro interiore
in cui convergere ogni volontà, ogni pensiero ed ogni sentire, ogni motivazione
esistenziale, così che divenga effettiva la trasformazione in Cristo, o meglio
la riscoperta di ciò che siamo sempre stati: una sostanza divina che gioca a
mascherarsi e a riscoprirsi in un istante eterno.
L'eccezionalità di questa esperienza religiosa sta nel fatto che non si trattava
di pura e semplice speculazione filosofica, sterile e astratta, ma di un'idea
rivoluzionaria ed affascinante, capace di far presa anche su un pubblico
incolto.