LE TRE STELE DI SETH
Filippo Goti |
BREVE COLLOCAZIONE STORICA
Il codice in cui è inserito il testo gnostico " Le Tre Stele di Seth" (NCH VII, 118,10 - 1277,32), è datato attorno al 340 d.c., e oltre al citato manoscritto raccoglie le "Parafrasi di Sem", il "Secondo Discorso del Grande Seth"," l'Apocalisse di Pietro" e gli "Insegnamenti di Silvano" .Lo scritto che andiamo ad approfondire ha in realtà un altro, titolo oltre a quello in oggetto : "La rivelazione di Dositeo in merito alle tre stele di Seth". Parrebbe che fosse tenuto in grande considerazione presso la Samaria, ed è forse per questa ragione che è stato attribuito a Dositeo, che si vuole originario proprio di quella regione così ricca e fervente di mistici, maghi, profeti, e comunità spirituali.
Dositeo è uno dei primi maestri gnostici, che la tradizione vuole essere stato iniziato dallo stesso Giovanni Battista, e quindi portatore di un carico tradizionale le cui radici sono preesistenti allo stesso Gesù Cristo, e da cui anch’esso ha attinto. E' doveroso ricordare come il cristianesimo sia un fenomeno poliedrico, sia che lo consideriamo espressione di tradizioni diverse, sia che lo consideriamo come radice di differenti tradizioni, di cui le varie Chiese non rappresentano altro che la forma religiosa, di un fenomeno spirituale dalle origini ancora avvolte nel mistero.
E' tipica la prassi, nel mondo divulgativo gnostico, dell'attribuzione di un testo ad un Maestro, sia per indicare la continuità dell'insegnamento, sia per proteggere l'estensore dall'intolleranza religiosa, che spesso poteva avere come estrema conseguenza la prigionia o la morte. Quindi la riservatezza era spesso sinonimo di sopravvivenza.
Prima di affrontare la narrazione del testo, è utile qualche breve informazione atta a chiarire la tecnica letteraria seguita dall'estensore dell'opera.
Il termine "rivelazione" non deve essere "letto" nel senso apocalittico tipico della giudaistica, ma in chiave gnostica e quindi riferita ad un insegnamento segreto, riservato ai puri, ai pneumatici, a coloro che sono in grado di comprendere oltre il velo dell'illusione. La rivelazione è un accadimento, un fenomeno, che irrompe da un piano "alto" dell'intelletto, capace di modificare completamente la percezione e la cognizione di colui che la riceve. Le "Tre Stele di Seth" simbolicamente rappresentano la verità superiore immutabile, per questo scritta su di un elemento (la pietra) capace di perdurare al movimento del tempo, che sono riportate alla luce da un luogo inaccessibile, da un iniziato.
Nella premessa del testo si legge:" .............. Molte volte ho innalzato lodi con le potenze e fui giudicato degno, per mezzo di loro, di queste incommensurabili grandezze. "
Un percorso di di "vedere", "comprendere" e "ricordare" le parole di "vita" frutto di una spiritualità individuale, espressione di un cammino iniziatico.
SINTESI DEL TESTO
Lo scritto, come abbiamo già indicato, si apre attribuendo il messaggio segreto racchiuso nelle tre stele a Dositeo, che le ha lette e fatte sue (comprese) in un luogo segreto, e attribuendo a Seth la paternità della generazione vivente e non vacillante ( cioè gli gnostici che hanno in se la verità delle parole, e non vacillano innanzi alle forze che dominano la creazione ). Il testo si articola poi in tre stele, una per ogni figura della Triade Gnostica.
Nella prima Stele Dositeo si rivolge ad Adamas, il Figlio Superiore, l'Uomo Superiore, l'archetipo divino del figlio dell'Ente, quale padre di Seth, e attraverso di esso della generazione degli gnostici: coloro che non sono nati da "donna", cioè che non rispondono al dominio della Natura, alle fluttuazioni del tempo, alle ipocrisie della mente, ai cicli della materia, ma sono spirituali, in quanto la loro "qualità essenziale" deriva dal mondo divino. Dalla non mescolanza, dalla distinzione, dalla non contaminazione. E' utile annotare come il Figlio Superiore, quindi estrema ed ultima espressione eonica, posto quasi sul limitare del mondo divino e del mondo demiurgico, rappresenti il Padre degli spirituali, o per meglio indicare la congiunzione fra la diade superiore Padre e Barbelo, e quella inferiore Seth e Gnostici. In totale, una pentade il cui fulcro è proprio Adamas.
Questa è la lode che Dositeo rivolge ad Adamas:
"Tu vieni dall'Uno attraverso l'Uno. Tu sei partito e sei venuto all'Uno. Tu hai salvato. Tu hai salvato. Tu ci hai salvato, o portatore della corona, datore della corona!"
L'espressione individuale dell'Adamas è quindi quella salvifica, la sua provenienza è attraverso l'Uno, come attraverso se stesso è possibile il ritorno all'Uno.
Nella seconda Stele incontriamo la Barbelo, il primo eone che raccoglie tutti gli attributi della Fonte, espressi al femminile. Essa è unica in quanto raccoglie tutte le qualità del Padre in modo indistinto, ma è anche molteplice manifestandole. E' la monade, la prima distinzione all'interno della Fonte.
"Da te proviene la salvezza. Tu sei la sapienza. Tu sei la conoscenza. Tu sei la verità. E' per mezzo tuo che c'è la vita...........Da te proviene l'intelletto. Tu sei intelletto"
E' a Dositeo , che la Barbelo si rivela come eone, come spirito eterno ed incorruttibile, in quanto è la Barbelo il primo eone, che perennemente è rivolta in contemplazione della fonte di luce.
"Noi infatti siamo un'ombra di te, così come anche tu sei un'ombra del primo preesistente"
La terza Stele raccoglie le lodi all'Essere Supremo, al Padre, al preesistente al tempo, alla sostanza, ad ogni qualità, ad ogni spazio.
"Tu sei lo spirito vivificante..... Tu sei,infatti, l'esistenza di tutti....... Tu sei l'intelletto"
Ed è attraverso lo spirito vivificante dell'Adamas in Seth, e dell'intelletto della Barbelo, che Dositeo può rivolgersi al Padre e benedirlo. Viene ricordato nella conclusione la prescrizione liturgica:
"Colui che si ricorderà di questi tre esseri divini, e li glorificherà in ogni momento, costui sarà perfetto tra i perfetti"
Chi è Seth ? E' la forma archetipale che incarna la ribellione dello gnostico, verso l'ordine apparente delle cose, alla ricerca della conoscenza salvifica. La ribellione contro il ciclo della natura, quale primo atto del percorso redentivo.
Chi è Adamas ? L'archetipo divino, l'immagine divina del Figlio a cui lo gnostico si deve ispirare, è il corpo di luce disvelato, posto oltre l'orlo della manifestazione.
Chi è la Barbelo ? Le piene qualità indistinte, unitarie e molteplici del Padre, i doni, le attribuzioni che sono influsse nello gnostico, sospinte dal vento spirituale, anche il tramite di salvezza.
Chi è il Padre ? E' l'essere supremo, il punto di arrivo attorno a cui ricongiungerci.
CONSIDERAZIONI FINALI
Il testo, dalla grande vocazione poetica, si connatura come un percorso di lode e glorificazione verso questi tre esseri divini (Adamas, Barbelo, e l'Essere Supremo) e l'estensore ci ricorda come solo attraverso la loro gloria è possibile giungere alla perfezione. Il testo ci dispone a due riflessioni:
1 La prima di queste è legata alla Tradizione nella sua duplice realtà di forma e di contenuto. La forma della Tradizione è necessariamente quel veicolo fisico che permette l'attraversamento del tempo e dello spazio, nella catena di uditori, lettori, iniziati ed adepti, dove l'ordine non è affatto casuale.
La forma raccoglie il veicolato, cioè il contenuto tradizionale, in questo caso rappresentato dalla triade gnostica:
Adamas (il Figlio).
"Ti benedico, Padre, o Santo Adamas".
Barbelo (la Madre)
"A Barbelo, la madre.......... Barbelo, vergine maschio, prima gloria del padre invisibile. "
L'Essere Supremo(il Padre)
"All'Essere supremo, il padre. Rallegriamoci. Rallegriamoci" Egli è l'ingenerato.
Andando così a simboleggiare lo stesso processo del pensiero: Azione ( il Figlio ), Volontà (la Madre), Pensiero (il Padre)
Ma non basta "vedere" il contenuto, come indica chiaramente la premessa del testo, bisogna comprenderlo (prenderlo e farlo in noi), e ricordarlo. Chiunque può per fortuna imbattersi in un elemento tradizionale, ma se non lo comprende prima, e non lo ricorda dopo ( perchè distratto o inebriato dalle cose del mondo: altro tema gnostico) tutto è inutile. Ecco quindi la conoscenza gnostica, capace di una transustanziazione integrale, ma espressione ultima di un percorso. Sempre nel testo possiamo leggere, come ciò avvenga attraverso le benedizioni, la preghiera, e la conoscenza dei nomi ( arte magica ).
2 La seconda riflessione ruota attorno alle origini del cristianesimo. Non si può negare l'indubitabile apporto dello gnosticismo al cristianesimo nascente. Si deve ora ricordare come lo stesso gnosticismo cristiano ( ma l'attento lettore saprà bene come questi due fenomeni sono di difficoltosa distinzione ), non sicuramente afferente alla realtà giudaica ( intesa come espressione religiosa Giudea all'interno di Israele ), sia espressione di altra Tradizione,i cui elementi sono da ricercarsi nelle pratiche ascetiche, misteriche e magiche della Samaria, come nella conoscenza iniziatica egiziana.
Con l'indicazione di Seth, quale Padre della generazione che non vacilla (che non è sottoposta all'azione della vita, dei fenomeni, dell'illusione, della mistificazione, delle forze della Creazione ), non siamo innanzi al tipico fenomeno dell'inversione gnostica, dove figure "avverse" della mitologia o della religione, sono poste come esempi da seguire nel percorso di conoscenza, ma ad una chiara indicazione dei natali reali del fenomeno gnostico. Natali che ci guidano in Egitto, fedeli al passo vangelico:
Matteo 2:15 dove rimase fino alla morte di Erode, perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: Dall'Egitto ho chiamato il mio figlio.
Prima pubblicazione sulla rivista Abraxas numero 1, ( ABRAXAS numero 1 )