con riferimento all'Albero spehirotico
di Francesco Ieiaiel
La preghiera del “Padre Nostro” è lo strumento più ardito ed efficace per rivolgersi all’Eterno e sentirsi consapevoli, nello stesso tempo, della propria natura divina. Infatti, il “Padre Nostro”, nei simboli e nelle formule contenuti nei vari versetti che lo compongono, racchiude un metodo che fornisce un insieme di applicazioni pratiche per sviluppare e aumentare la propria natura psicospirituale e, successivamente, di raggiungere l’unione con il Sé Spirituale (la Scintilla Divina che alberga in ciascuno di noi). Certamente, tutto questo non è di facile attuazione o, tanto meno, ci si può illudere che un sì gran beneficio possa essere acquisito con una recita automatica della Preghiera, seppure partecipata da una sincera ed estrema devozione. Il “Padre Nostro” è un rituale magico, anzi di alta magia, e, pertanto, per produrre i suoi effetti deve essere eseguito secondo le regole proprie dei riti magici. Non si possono ottenere, perciò, dei risultati di alta valenza se si prescinde dall’attivare quella condizione interiore che va formandosi esclusivamente se si applica l’elemento chiave comune ad ogni rituale: il trinomio “ Pensiero – Sentimento – Volontà”. Se si analizza la struttura del “ Padre Nostro”, ci si rende subito conto che essa comprende le tre fasi canoniche ed essenziali che compongono ogni rituale magico:
L’invocazione è contenuta nella parte della preghiera che recita: “Padre nostro che sei nei cieli; sia santificato il Tuo Nome; venga il Tuo regno; sia fatta la Tua volontà, come in cielo così in terra“. La richiesta, che concretizza l’oggetto del rito, è espressa nella parte della preghiera che recita: “Dacci oggi il nostro pane quotidiano e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori;” Infine, il ringraziamento o meglio, in questo caso, la comunione con l’Eterno sono realizzati nell’ultima parte della preghiera che recita: “E non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male. Amen.” Cioè, possedere e mantenere la condizione di purezza per poter essere in comunione con la Divinità. Il significato del termine “purezza” è meglio espresso dalla parola ebraica “Kadosh” ( c w d q ), che esprime la condizione di purezza riferita alla santità. Non incorrere in tentazione e essere liberi dal male significa avere il dominio della propria natura inferiore, in modo da controllare pensieri ed emozioni che sono foriere di energie che tendono ad impastoiare l’uomo per tenerlo legato alla materia e all’individualità e, quindi, a renderlo schiavo del suo piccolo ego. Il dominio della propria natura inferiore rende l’uomo capace di squarciare tutti i veli che nascondono il principio della Divinità che è in lui e permettergli, così, di riconoscere la sua vera natura. A completamento di questa preghiera sarebbe utile, se non indispensabile, aggiungere la seguente formula che, nell’indicare un atto di sottomissione e rispetto, attrae la potenza della Divinità nel piano dell’azione: “Perché Tuo è il regno, e la potenza, e la gloria del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.”
Dopo questa indispensabile premessa, si può passare ad illustrare un uso pratico del “Padre Nostro”, quello che utilizza la tecnica cabalistica, con riferimento specifico all’Albero Sephirotico. Il metodo consiste nell’attribuire a ciascuna sephira dell’albero un versetto della preghiera e utilizzare le note corrispondenze delle sephiroth con le parti del corpo.
Quest’applicazione della preghiera tende a risvegliare ed armonizzare tutti i centri energetici del corpo, in modo da ottenere un perfetto allineamento dei corpi spirituale, mentale, animico e fisico. Attraverso questa sopravvenuta condizione, infine, si cercherà di raggiungere l’illuminazione spirituale e l’unione con il Sé superiore. ESECUZIONE Ci si pone in posizione eretta con le braccia lungo i fianchi, i palmi delle mani in avanti e i piedi appena divaricati. Dopo aver rilassato il corpo fisico, acquietato il corpo animico e concentrato il corpo mentale, s’inizia la preghiera.
“Padre nostro che sei nei cieli” Si deve visualizzare una luce bianca e brillante al centro della testa. Con questa invocazione si prende coscienza della Scintilla Divina e si attiva la sephira Kether.
“Sia santificato il Tuo Nome” Con questa invocazione si riafferma la presenza Divina e si attivano le sephirot Hochmah e Binah. La luce bianca e brillante scende dal centro della testa alla tempia sinistra e a quella destra formando un triangolo di luce che purifica il tempio vivente dell’operatore. Questa luce si diffonde su tutto l’essere rendendo l’operatore purificato dall’Amore e dal Fuoco Divino.
“Venga il Tuo Regno” Con questa invocazione si attiva la sephira Chised. Si prende coscienza della misericordia, attributo di Dio in quanto giudice benigno e soccorritore degli uomini. Non tralasciare che Chised è anche detto Ghedulah, cioè, Maestà o Grandezza di Dio, come dire che la misericordia è sinonimo di regalità. Nell’attivare questa sephira si dovrà sentire il calore e l’energia creativa della misericordia e visualizzare il colore azzurro sulla spalla sinistra.
“Sia fatta la Tua Volontà come in cielo così in terra” Con questa invocazione si attiva la sephira Gheburah, la Forza o Potere di Dio. Si deve prendere coscienza della propria forza di volontà, in modo tale da riuscire trasformare i pensieri e le parole in mere azioni costruttive. L’uomo di desiderio deve diventare uomo di volontà. Nell’attivare questa sephira bisogna visualizzare il colore rosso sulla spalla destra. ”Dacci oggi il nostro pane quotidiano” Con questa invocazione si attiva la sephira Tiphereth, la Bellezza e l’Armonia. Questa sephira è collocata nel plesso solare, il centro della percezione dei sentimenti e delle emozioni. Bisogna prendere coscienza che questi sentimenti ed emozioni devono essere di qualità elevate, per esprimere e rafforzare la devozione verso il Padre. Le passioni e i sentimenti legati alla materia grave rendono schiavo l’uomo, in quanto, logorando questo importante centro vitale, lo annebbiano e lo distolgono da funzioni più nobili e costruttive. Nell’attivare questa sephira bisogna visualizzare il colore giallo oro del sole al centro del plesso solare.
”Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori” Con questa invocazione si attiva la sephira Netzach, la Vittoria, o anche Eternità e Trionfo. A questo punto bisogna prendere coscienza che l’armonia creata dall’accettazione e dalla tolleranza è lo strumento che determina la vittoria, il trionfo sulle forze negative che appesantiscono e inquinano l’aura dell’uomo. Perciò, bisogna alimentare il sentimento di altruismo e la capacità di perdonare. Nell’attivare questa sephira si deve visualizzare il colore verde sull’anca sinistra.
”Non ci indurre in tentazione ma liberaci dal male” Con questa invocazione si attivano le sephiroth Hod e Yesod. Nella consapevolezza che le tentazioni e il male non possono essere indotte dal Sé Spirituale, con questa richiesta si cerca l’aiuto per riconoscere le tentazioni e resisterne all’attacco. Anche nella convinzione che la tentazione è un banco di prova per saggiare il grado di crescita spirituale via via raggiunto. Nell’attivare queste sephiroth si devono visualizzare: per Hod il colore arancione sull’anca destra e per Yesod il colore argento sul pube.
“Perché Tuo è il regno, e la potenza, e la gloria del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.” Con questa invocazione, che in aggiunta alla formula tradizionale, completa il “Padre Nostro”, si attiva la sephira Malkuth. Lo scopo di questa ultima invocazione è che la Luce, la Vita e le Energie Divine devono diventare vive nel piano dell’azione. Nell’attivare questa sephira si deve visualizzare il colore marrone sui piedi.
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