IL MISTERO DEGLI ERETICI SARDI
di Anatares666 |
Il millenarismo imperversava. Gli animi pii provavano un sincero terrore:
l'avvicinarsi dell'Anno 1000 aveva riportato in vita le suggestioni
apocalittiche del primo cristianesimo. In corrispondenza della data si
temeva che sarebbe giunta
Tutto ciò costituisce un presagio che ben si accorda con la profezia di
Giovanni, là dove dice che Satana verrà liberato, e al termine di mille anni
[uscirà per sedurre le nazioni ai quattro punti della terra].
Tra i tanti eventi descritti come calamitosi, molti
devono essere connessi alla comparsa di gruppi di
Protocatari,
riconducibili al Dualismo Bogomilo. E' però da notare che alcuni casi sono
di natura totalmente dissimile, come quello di Vilgardo da Ravenna,
spiegabile piuttosto come un fermento neopagano nato tra i cultori delle
lettere. Un fenomeno certo stravagante per il contesto dell'epoca, ma
descritto tutto sommato nei particolari. Per contro un passo è ancora senza
alcuna spiegazione soddisfacente:
Anche dalla Sardegna, isola dove gli eretici sempre abbondano, in quel tempo
uscirono alcuni che andarono a traviare in parte la popolazione della
Spagna: e finirono massacrati dai cattolici.
A cosa si riferisce Rodolfo il Glabro? Non sono riuscito a trovare in alcuna
fonte altre allusioni a movimenti eterodossi in Sardegna. Il fatto, di per
sé eccezionale, dovrebbe risalire al tardo X secolo, quindi prima della
comparsa dei fermenti protocatari. Qual era la situazione religiosa della
Sardegna dell'epoca in questione? Va notato che se ci fosse stata
un'inveterata abbondanza di dissidenti religiosi, la cosa sarebbe dovuta
emergere anche nelle opere di altri autori, anche se è probabile che la
natura periferica di quel territorio spieghi almeno in parte questo
silenzio.
Quando i Vandali
giunsero ad occupare l'isola verso il 456, la cristianizzazione era
abbastanza recente e non si era diffusa che nei centri costieri. I Vandali
erano una popolazione appartenente al ramo rientale dei Germani, come i
Goti e i
Burgundi.
Seguivano l'Arianesimo,
ma essendo un'aristocrazia poco numerosa, la loro influenza religiosa sulle
popolazioni sottomesse fu in pratica nulla. Avendo occupato anche l'Africa e
perseguitandovi accanitamente il clero cattolico, utilizzarono
Le lotte tra le diverse confessioni cristiane non
toccarono la popolazione dell'interno. Questa regione era conosciuta come
Barbaria, ossia come Terra Barbara (da cui
Barbagia), perché i suoi abitanti non erano
stati romanizzati. I Barbaricini, lontanamente imparentati con i
Baschi, continuavano ad
esprimersi in un idioma preindoeuropeo derivato dal nuragico, e adoravano
gli idoli. Non c'è traccia di un singolo cristiano in quest'area prima
dell'epoca di Gregorio Magno.
Quando il dominio vandalico finì in Sardegna, nel 534, vi subentrarono i
Bizantini. Papa Gregorio Magno scrisse nel maggio del 594 una lettera al
barbaricino Ospitone,
esprimendosi in questi termini:
"Gregorio ad Ospitone, capo dei Barbaricini.
Poiché nessuno della tua gente è Cristiano, per questo so che sei il
migliore di tutto il tuo popolo: perché sei Cristiano. Mentre infatti tutti
i Barbaricini vivono come animali insensati, non conoscono il vero Dio,
adorano legni e pietre, tu, per il solo fatto che veneri il vero Dio, hai
dimostrato quanto sei superiore a tutti.
Ma dovrai mettere in atto
Se per caso tu stesso non potrai fare ciò perché sei occupato in altro, ti
chiedo, salutandoti, di aiutare in tutti i modi gli uomini che abbiamo
inviato lì, cioè il mio "fratello" e coepiscopo Felice e il mio "figlio"
Ciriaco, servo di Dio consolatore, e di aiutarli nelle loro mansioni, di
mostrare la tua devozione nel Signore onnipotente, e Lui stesso sia per te
un aiuto nelle buone azioni come tu lo sarai per i servi consolatori in
questa buona opera, e tramite loro ti mandiamo veramente la benedizione di
San Pietro Apostolo, che ti chiedo di ricevere con buona disposizione
d'animo."
Sembra che l'intento cristianizzatore di Gregorio si
sia dimostrato fallimentare e che anzi il paganesimo abbia conosciuto una
fase di espansione accompagnata da violente scorrerie ai danni delle
popolazioni cristianizzate di lingua romanza.
Il dominio bizantino, limitato alle coste, portò nuove forme di culto
cristiano, fino ad allora sconosciute. Alcuni residui di quest'epoca ancora
permangono. Un tipico esempio è il culto di
San Costantino (in sardo Santu Antine).
L'Imperatore Costantino è ignorato dal martirologio romano, ma è considerato
santo dalla Chiesa Ortodossa, che anzi gli attribuisce un singolare epiteto,
chiamandolo Pari agli Apostoli.
Qualche autore ha pensato che Rodolfo il Glabro
alludesse a forme di monachesimo greco-bizantino, che sarebbero state
considerate eretiche. Ancora oggi qualcuno nei forum si chiede con stupore
come mai i Sardi venererebbero Costantino se
Non è comunque possibile che il cronista facesse riferimento a questo. L'uso
di termini come "eretici" o "traviare" alludono evidentemente a contenuti
dottrinali e non a mere differenze formali.
Non è neppure possibile pensare che Rodolfo confondesse
del tutto l'eresia con il paganesimo. Agli adoratori di pietre ed alberi non
è mai interessato il proselitismo. Chi erano dunque questi dissidenti
religiosi che veleggiarono fino alla Spagna? Questo è un vero mistero, e a
differenza dei tanti falsi dei misteriologi non ha soluzione alcuna. Si
potrebbe pensare a Bogomili radicatisi precocemente attraverso ambienti
monastici bizantini. Non si trovano comunque prove a favore di questa
interpretazione. Dai documenti emerge che
La stessa ipotesi di una precoce influenza bogomila
comporta difficoltà. Se corrispondesse al vero, nei secoli successivi
l'isola avrebbe dovuto essere un territorio ben predisposto alla diffusione
del Catarismo, che vi apparve invece solo in forma marginale. Verso la fine
del XIII secolo
Interessante è infine notare quanto contrasti con il
quadro descritto da Rodolfo il Glabro la faziosa affermazione del
Vaticano, secondo cui "
Sarebbe tra l'altro bello disporre di una macchina del tempo e spedire tra i
Barbaricini pagani chi ha scritto "Sì, cari
amici, nel susseguirsi delle invasioni e delle dominazioni, la fede in
Cristo è rimasta nell’anima delle vostre popolazioni come elemento
costitutivo della vostra stessa identità sarda".
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