Meister Eckhart Nolite timere eos qui corpus occidunt, animam autem occidere non possunt
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"Non temete chi vi vuole uccidere nel corpo",
giacché lo spirito non uccide lo spirito. Lo spirito dà vita allo spirito. Chi
vi vuole uccidere, è il sangue e la carne. Cosa è carne e sangue, insieme muore.
La parte più nobile nella creatura è il sangue, se esso vuole rettamente; ma il
sangue è anche la parte più trista nella creatura, se vuole malvagiamente. Se il
sangue vince la carne, l'uomo è umile, paziente, casto, ed ha in sé tutte le
virtù. Se invece la carne vince il sangue, l'uomo diviene superbo, iracondo e
impudico, ed ha in sé tutti i vizi. Qui viene lodato san Giovanni. Non posso
lodarlo più di quanto Dio stesso lo avrebbe lodato.
Fate ora attenzione! Vi dirò qualcosa che non ho ancora mai detto. Quando Dio
creò il cielo, la terra e tutte le creature, non operò niente; non aveva niente
da operare, non v'era in lui opera di alcun genere. Allora Dio disse: "Vogliamo
fare un'immagine". Creare è cosa semplice; lo si fa quando e come si vuole. Ma
quel che io faccio, lo faccio io stesso e con me stesso ed in me stesso, e là
imprimo completamente la mia immagine. "Noi vogliamo fare un'immagine":
"non tu, Padre, neppure tu, Figlio, e neppure tu, Spirito santo, ma noi,
nella decisione della santa Trinità, vogliamo farci un'immagine". Quando Dio
fece l'uomo, operò nell'anima l'opera identica a se stesso, la sua opera
operante, la sua opera sempiterna. L'opera era così grande, da non essere altro
che l'anima, e l'anima non era niente altro che l'opera di Dio. La natura di
Dio, il suo essere e la sua divinità, dipendono dal fatto che egli deve
operare nell'anima. Benedetto, benedetto sia Dio! Quando Dio opera nell'anima,
allora ama la sua opera.
Dove è l'anima in cui Dio opera la sua opera, là è l'opera così grande, da non
essere altro che l'amore; l'amore, a sua volta, non è altro che Dio. Dio ama se
stesso, la sua natura, il suo essere e la sua divinità. Nell'amore in cui Dio
ama se stesso, ama tutte le creature, non in quanto creature, ma in quanto Dio.
Nell'amore in cui Dio ama se stesso, ama tutte le cose.
Voglio dirvi ancora qualcosa che non ho mai detto. Dio gusta se stesso.
Nell'atto del gustare se stesso, egli gusta tutte le creature. Nell'atto in cui
gusta se stesso, gusta tutte le creature, non in quanto creature, ma le creature
in quanto Dio. Nell'atto di gustare se stesso, gusta tutte le cose. Fate ora
attenzione! Tutte le creature dirigono il loro corso verso la loro più alta
compiutezza. Ora vi prego: ascoltate, nell'eterna e sempre duratura verità e
nell'anima mia! Di nuovo vi dirò qualcosa che non ho mai detto: Dio e la
Divinità sono separati l'un l'altra così ampiamente come il cielo lo è dalla
terra. Dico ancora di più: l'uomo interiore e l'uomo esteriore sono separati
l'un l'altro così ampiamente come il cielo lo è dalla terra. Ma Dio lo è molte
migliaia di miglia in più: Dio si forma e si dissolve.
Ora torno indietro alla mia parola: Dio gusta se stesso in tutte le cose. Il
sole getta la sua chiara luce su tutte le creature: quella che riceve la luce
del sole, lo attira in sé, e tuttavia esso non perde niente della sua potenza
luminosa.
Tutte le creature si privano della propria vita per il proprio essere. Tutte le
creature si portano nel mio intelletto, per essere in me spiritualmente. Io
soltanto procuro di nuovo tutte le creature a Dio! Guardate cosa voi tutti fate!
Ora torno indietro al mio "uomo interiore ed esteriore". Guardo i gigli nel
campo, il loro chiaro splendore, il loro colore e tutte le foglie. Ma il loro
odore non vedo. Perché? Perché l'odore è in me. D'altra parte: quel che dico, è
in me, ed io lo dico fuori di me. Tutte le creature hanno sapore in quanto
creature per il mio uomo esteriore, come il vino, il pane, la carne. Per il mio
uomo interiore, invece, niente ha sapore in quanto creatura, ma solo come dono
di Dio. Il mio uomo più intimo, poi, non le gusta come dono di Dio, ma come
eterne.
Prendo una catinella d'acqua, vi metto dentro uno specchio e la pongo sotto la
sfera del sole; allora dal disco e dal fondo del sole esso getta la sua chiara
luce, e tuttavia in ciò non svanisce. Il raggio di ritorno dello specchio nel
sole è sole nel sole, e tuttavia lo specchio è quello che è. Così anche è con
Dio. Dio è nell'anima con la sua natura, col suo essere e con la sua divinità, e
tuttavia egli non è l'anima. Il raggio di ritorno dell'anima è Dio in Dio, e
tuttavia essa è quello che è. Dio si forma, dove tutte le creature esprimono
Dio: là si forma "Dio". Quando io ero ancora nel fondo, nel terreno, nella
corrente e nella fonte della divinità, nessuno mi chiedeva dove volessi andare o
cosa facessi: là non v'era nessuno che mi potesse interrogare. Ma quando fluii
all'esterno, tutte le creature dissero: "Dio"! Se qualcuno mi chiedesse:
"Fratello Eckhart, quando venite da casa?", allora vi sono stato dentro. Così
parlano tutte le creature di " Dio". E perché non parlano della divinità? Tutto
quello che è nella divinità, è uno, e di ciò non si può parlare. Dio opera, la
divinità non opera, non ha niente da operare, in lei non è alcuna opera; mai ha
guardato ad un'opera. Dio e la divinità sono separati dall'agire e dal non
agire. Quando io ritorno in "Dio" e non rimango fermo là, la mia irruzione è
molto più nobile del mio efflusso. Io solo porto tutte le creature dal loro
essere spirituale nel mio intelletto, perché siano una cosa sola in me. Quando
pervengo nel fondo, nel terreno, nella corrente e nella fonte della divinità,
nessuno mi chiede da dove venga o dove sia stato. Nessuno là ha sentito la mia
mancanza, e là "Dio" si dissolve.
Chi ha compreso questa predica, a lui la concedo pienamente. Se non vi fosse
stato nessuno qui, avrei dovuto predicare a questa cassetta per le offerte. V'è
della povera gente che torna a casa e dice: "Voglio sedere in qualche luogo,
consumare il mio pane e servire Dio!". Ma io dico nella verità eterna che questa
gente deve rimanere smarrita e non può mai raggiungere e conquistare quel che
raggiungono gli altri, che seguono Dio nella povertà e in terra straniera. Amen.