Ignazio è nato a Loyola,
nella Guipuzcoa (Paesi Baschi) nel 1491, da una famiglia di piccola nobiltà.
Ha frequentato la corte e ha partecipato a campagne militari. Nel 1521,
costretto a stare a letto per una ferita riportata nella difesa di Pamplona,
ha trascorso il tempo leggendo una vita di Cristo e le vite dei santi.
Queste letture lo animarono e emerse il
desiderio di seguire le orme di Gesù. Iniziò un lungo periodo di
pellegrinaggio esteriore e interiore. L'itinerario del "pellegrino" - così
si definisce Ignazio stesso nel raccontare la sua vita - ebbe come prima
tappa il paese di Manresa, vicino Barcellona. Qui ha vissuto un'intensa
esperienza spirituale che si è prolungata lungo tutto l'arco della sua vita.
Il libro degli
Esercizi Spirituali
è il condensato di questa esperienza del santo. Il cammino, sempre
improntato a quello di un pellegrino, lo portò a Gerusalemme, dove gli fu
proibito di stabilizzarsi, come avrebbe voluto, per cui dovette tornare in
Europa. Arrivato a Barcellona, si dedicò agli studi per poter aiutare meglio
gli altri. A Parigi, dove si era recato per approfondire e concludere la
formazione filosofico - teologica, pose le prime basi per la fondazione
della Compagnia di Gesù.
Qui infatti si costituì attorno a lui
un gruppetto di una decina di studenti, che Ignazio stesso ha denominato
"amici nel Signore". Questi "amici" (tra cui incontriamo Francesco Saverio,
futuro santo e patrono delle Missioni) erano di diverse nazionalità e erano
animati dallo stesso ideale di aiutare gli altri. Ignazio fu ordinato
sacerdote a Venezia nel 1537 e nello stesso anno si recò a Roma. Lungo
questo ultimo tratto di cammino verso la meta Ignazio ebbe un nuovo incontro
forte con il Signore a La Storta, vicino Roma. E proprio a Roma quel
gruppetto che si era formato a Parigi ora si mette a disposizione del Papa
per essere inviato in missione ovunque: diventa la comunità che fonda la
Compagnia di Gesù.
Questa venne approvata dal Papa Paolo
III nel 1540. Ignazio nel 1541 fu eletto primo Generale dei gesuiti. Con
ogni genere di attività apostolica contribuì grandemente alla restaurazione
cattolica nel secolo XVI e all'inizio di una nuova attività missionaria
della Chiesa. Fino al 1556, anno della sua morte, ha governato i gesuiti
componendo le costituzioni dell'Ordine, scrivendo circa 6000 lettere e
interessandosi di diverse dimensioni della società: dai governanti alle
povere donne di strada, dal difendere e propagare la fede nello scacchiere
nel mondo allora conosciuto alle questioni riguardanti singole persone.
Ignazio fu in sintonia con il detto: "non farsi costringere dal massimo e
tuttavia farsi contenere dal minimo: questo è divino" . Fu dichiarato santo
da Gregrorio XV nel 1622.
Cronologia della vita di Ignazio |
1491 |
Nascita
di Ignazio Lopez di Loyola ad Azpeitia nella casa-torre della famiglia.
È l'ultimo di 13 figli di Beltran Ibañez de Oñaz e di Marina Sanchez de
Licona. |
1506 |
Ignazio,
orfano di padre e di madre, è ad Arévalo, paggio del ministro delle
finanze del re Ferdinando il Cattolico, Juan Velazquez de Cuellar. Qui
riceve un'educazione cavalleresca. |
1515 |
Ignazio
è accusato di «enormi delitti», commessi ad Azpeitia durante il
carnevale. Si ignora come terminò il processo. |
1517 |
Dopo la
morte di Juan Velazquez de Cuellar, Ignazio si reca presso il castello
di Antonio Manrique, duca di Najera e viceré di Navarra: vi rimarrà fino
all'età di 26 anni. |
1521 |
Durante
l'assedio della fortezza di Pamplona da parte dei Francesi, Ignazio
rimane gravemente ferito alle gambe da una palla di cannone e viene
ricondotto a Loyola. Alla vigilia della festa di San Pietro, verso il
quale aveva una speciale devozione, comincia lentamente a migliorare.
Durante la convalescenza, non trovando in casa i racconti cavallereschi
da lui preferiti, legge la Vita di Cristo di Ludolfo il Certosino e la
Leggenda aurea (vite di santi) di Giacomo da Varazze. Nell'autunno ebbe
luogo la conversione di Ignazio. Desidera seguire l'esempio dei grandi
santi, in particolare Francesco d'Assisi e san Domenico, e mettersi al
servizio di Cristo con una fedeltà cavalleresca maggiore di quella
prestata ai signori della terra. |
1522 |
Ignazio
si reca prima a Aranzazu (santuario vicino a Loyola) e poi a Montserrat
(poco distante da Barcellona), presso l'abbazia benedettina, dove fa la
confessione generale della sua vita. Alla vigilia della festa
dell'Annunciazione, trascorre tutta la notte in preghiera in una
singolare «veglia d'armi». Quindi depone le suoi abiti cavallereschi e,
vestito da pellegrino, parte per Manresa, dove conduce per più di un
anno una vita di preghiera e penitenza. Ignazio comincia a scrivere gli
Esercizi Spirituali. Presso il fiume Cardoner «riceve una grande
illuminazione», da cui esce profondamente trasformato. |
1523 |
Ignazio
arriva a Barcellona, da dove vorrebbe imbarcarsi per Gerusalemme. Si
imbarca invece per Gaeta e da qui si dirige verso Roma, dove arriva la
domenica delle Palme. Incontra il papa Adriano VI, che benedice il suo
prossimo pellegrinaggio nei luoghi santi. Da Venezia parte per la Terra
Santa. Visita Gerusalemme, il Santo Sepolcro, Betania, Betlemme, il
Giordano, il Monte degli olivi, e vorrebbe fermarsi in quei luoghi, ma
deve rinunciare al suo progetto perché il superiore dei Francescani
glielo proibisce. |
1524 |
Rientra
a Venezia, va a Genova e da qui si imbarca per Barcellona, dove
comincia, a trentatré anni, a studiare la grammatica latina. |
1526 |
Studente
di filosofia e teologia ad Alcalá. Altri compagni si aggiungono a lui:
Calixte de Sa, Juan de Arteaga, Lope de Cáceres e un giovane francese,
Jean de Raynald. Ignazio e i suoi quattro compagni sono inquisiti dal
Vicario generale della città. Ignazio, dopo aver tentato di trasferirsi
presso l'università di Salamanca, decide di trasferirsi a Parigi. |
1528 |
Nella
capitale francese Ignazio rimase fino al 1535, ottenendo il dottorato in
filosofia. Riunisce attorno a sé alcuni giovani maestri: Pietro Favre,
Francesco Xavier, Laínez, Salmerón, Rodrigues, Bobadilla, con i quali
nella cappella di Montmartre, il 15 agosto 1534, fa voto di vivere in
castità e in povertà e di recarsi a Gerusalemme; se poi per qualsiasi
ragione quel pellegrinaggio non si fosse realizzato essi si sarebbero
rimessi alla decisione del Papa perché fosse lui a fissare il luogo dove
esercitare il loro servizio sacerdotale. |
1537 |
Ignazio
si trasferisce in Italia: prima a Bologna e poi a Venezia, dove è
ordinato sacerdote. Insieme a Favre e Laínez si avvicina a Roma,
rinunciando definitivamente a tornare in Terra Santa. A 14 chilometri a
nord della città ha una straordinaria esperienza mistica («visione di La
Storta»), che lo conferma nell'idea che portasse il nome di Gesù a
quella «Compagnia» o un gruppo di apostoli, che attraverso di loro il
Signore Gesùstava facendo nascere. |
1538 |
Ignazio
e i suoi compagni si offrono al Papa, secondo il voto di Montmartre. Il
papa Paolo III accetta la loro offerta e come prima missione indica loro
la catechesi di tutti i bambini delle scuole di Roma. Ignazio celebra la
sua prima messa la notte di Natale nella cappella della natività della
basilica di Santa Maria Maggiore. |
1539 |
Paolo
III approva a voce la formula dei nuovo Istituto. |
1540 |
Il 27
settembre Paolo III approva la Compagnia di Gesù con il decreto «Regimini
Militantis Ecclesiae» |
1541 |
Ignazio
è eletto all'unanimità, l'8 aprile, Preposito generale della Compagnia.
Chiede una nuova elezione, preceduta da tre giorni di preghiera. Il 13
aprile viene confermata l'elezione di Ignazio, che dopo sei giorni
accetta. Il 22 aprile Ignazio e i suoi sei compagni vanno in
pellegrinaggio alle sette chiese di Roma, e fanno la professione
religiosa nella basilica di S. Paolo fuori le Mura. |
1544 |
Ignazio
lavora alla redazione delle Costituzioni |
1546 |
Documento «Exponi nobis» di Paolo III, che consente a Ignazio di
ammettere nell'Ordine dei coadiutori. |
1548 |
Paolo
III approva il testo degli Esercizi Spirituali. Ignazio, pur ammalato,
continua a occuparsi delle Costituzioni. |
1549 |
Ignazio
per la prima volta parla del progetto di fondare il Collegio Romano. La
malattia gli impedisce anche di scrivere e di occuparsi dei catecumeni
di Roma |
1550 |
Il 21
giugno: decreto: «Exposcit debitum» di papa Giulio III, che conferma la
Compagnia di Gesù. Ignazio completa la stesura delle Costituzioni. |
1551 |
Ignazio
tenta invano di dare le dimissioni da Preposito generale. Inaugurazione
del Collegio Romano, per il quale redige le prime «Regole». |
1552 |
Ignazio
si oppone decisamente alla fusione della Compagnia di Gesù con altre
congregazioni religiose già esistenti. |
1553 |
Dietro
la pressione dei suoi compagni inzia a dettare le sue meomorie,
comunemente designate come Autobiografia. |
1556 |
Si
aggravano le condizioni di salute di Ignazio, che si ritira prima in una
casa sull'Aventino, poi rientra nella casa situata vicino alla cappella
di Santa Maria della Strada (incorporata nell'attuale chiesa del Gesù di
Roma), dove muore il 31 luglio. |
1609 |
Paolo V
proclama Ignazio beato. |
1622 |
In una
solenne celebrazione nella basilica di San Pietro, Gregorio XV proclama
santo Ignazio di Loyola. |
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