La Triplice Natura dell'Uomo
Carlo Caprino |
Il primo uomo è un prodotto amalgamato, è una creatura amalgamata; è un deposito di quella della sinistra e di quella della destra, e un Logos spirituale: la sua mente è divisa in due secondo l'una e l'altra delle nature dalle quali ricevette il suo essere.
Il brano sopra riportato è estratto dal Trattato tripartito, il quarto degli scritti contenuti nel “codice Jung” rinvenuto a Nag Hammadi nel 1945, scritto in greco tra il 150 e il 180 d.C. e fondamentale per la conoscenza della visione gnostica valentiniana, ed in particolare di quella che è la natura dell’uomo e del creato.
Prima di tentare un commento del brano citato, ho ritenuto interessante cercare di chiarire – quantomeno a me stesso – l’ambito e l’ambiente in cui l’opera ha visto la luce.
Sotto il termine “Gnosticismo” - che deriva dal greco gnosi (conoscenza o sapienza) si suole raccogliere una serie di sette e orientamenti religiosi abbastanza variegati e non di rado divergenti, se non in contraddizione, tra loro. Queste differenze, lungi dall’essere considerate una debolezza dottrinaria, erano viste come l’ovvio effetto della grandezza della materia trattata contrapposta alla limitata comprensione umana, che poteva afferrarne e conoscerne solo una parte. Tra i vari movimenti gnostici dei primi secoli dopo Cristo spiccano i Valentiniani, sia per il corpus dottrinale che per il livello di diffusione raggiunto. La setta prende il nome dal vescovo Valentino[1] e fu attiva, divisa in due Scuole principali, sia nella zona italo-europea che in oriente.
Per Valentino, la creazione era originata da un ente detto Metropator (Madre-Padre) con una parte maschile chiamata Abisso e da una femminile detta Silenzio, dall’unione di queste due entità nacquero Intelletto e Verità e da essi poi a cascata tutta una serie di eoni[2] uniti in coppie maschile-femminile dette sizigie; prima otto (Ogdoade), poi dieci (Decade), infine dodici (Dodecade), che insieme formavano il Pleroma[3]. Il mondo e gli uomini sarebbero stati creati dal Demiurgo tramite Achamoth, generato dall’eone Sophia,[4] che era stata espulsa dal Pleroma per il suo desiderio di voler conoscere[5] l’ente supremo Metropator. Infatti è a causa di questo atto che viola l’armonia divina e dal turbamento che coglie Sophia per il suo peccato, che per successive “cadute” viene ad essere creato il Demiurgo, Dio minore identificabile nello JHWH ebraico, destinato a plasmare il mondo esterno al Pleroma e la sostanza psichica. Il Demiurgo, ignaro della sua origine e segretamente ispirato dalla madre Sophia crea il mondo materiale[6] (diviso dai valentiniani in mondo materiale e mondo psichico-animale) e infine l’Uomo, che poteva essere dotato di natura ilica/materiale, psichica o spirituale.
Questi tre generi erano identificati con differenti caratteristiche e differenti destini: gli ilici o terreni (identificabili con i pagani), sono quelli nati dalla materia cattiva creata dalla passione di Sophia Achamoth[7] e destinati per questo a scomparire. Gli psichici – in cui vengono identificati i cristiani e gli ebrei - fatti a somiglianza del Demiurgo, ossia col la stessa buona materia nata dal sentimento di conversione di Sophia Achamoth e quindi possessori dell'anima ma destinati ad una redenzione incompleta, ovvero ad ascendere insieme al Demiurgo al regno di Sophia Achamoth, solo però quando essa sarà condotta al mondo divino e si unirà in sizigia con l'Eone perfetto Gesù. Infine gli pneumatici o spirituali – in cui gli gnostici vedevano loro stessi - uomini in cui vennero nascosti, ad insaputa del Demiurgo, i semi spirituali partoriti da Sophia Achamoth ad immagine e somiglianza degli angeli del corteo dell'eone Gesù.
I pneumatici quindi, dotati della scintilla divina (pneuma) sono destinati a ricongiungersi con il mondo divino indipendentemente dalle loro azioni e della consapevolezza della loro natura, mentre gli psichici, dotati di libero arbitrio, possono dissolversi come gli ilici oppure salvarsi in funzione delle scelte e dal comportamento tenuto nel loro transito terreno. Nessuna speranza invece per gli ilici, destinati a perire nella carne.
Queste tre nature sono diretta conseguenza degli attori della creazione: l’eone Gesù, Sophia (o il frutto generato dalla sua insana passione) e il Demiurgo: Sophia non può dare forma all’elemento spirituale-pneumatico che le è consustanziale, però può agire sulle altre due sostanze, e da quella psichica crea il Demiurgo, che a sua volta plasma la sostanza psichica e ilica che costituisce il mondo materiale. Il Demiurgo ignora la sua origine e che sopra di lui si stende il mondo divino, così che la sua ignoranza lo porta a credere di essere l’unico Dio. Ma il mondo psichico e ilico è comunque imitazione di quello divino,[8] poiché all’insaputa del Demiurgo opera Sophia, a sua volta mossa dal Salvatore.[9]
Il Demiurgo crea così l’uomo quale “tunica di pelle”, rendendo visibile e mortale la sua sostanza e trasmettendogli senza rendersene conto anche la propria natura psichica, a sua volta ricevuta dalla Sophia-Achamot; all’interno di alcuni di loro vi è inoltre l’uomo pneumatico, frutto del seme introdotto di nascosto da Achamot tramite l’intervento dell’eone Gesù. Da Adamo viene trasmesso il solo elemento ilico-materiale, mentre gli elementi spirituali sono insufflati per imperscrutabile volontà superiore.
Dalla cosiddetta “Grande notizia” di Ireneo ci perviene una sintesi di queste tre nature:
“Essendoci dunque tre sostanze, quella ilica, che chiamano anche di sinistra, per necessità è destinata alla distruzione, perché non può accogliere alcun soffio di incorruttibilità. Invece la sostanza psichica, che chiamano anche di destra, in quanto intermedia fra quella ilica e quella spirituale, va a finire la dove la si sarà orientata. Quella spirituale è inviata giù per essere formata qui unendosi con l’elemento psichico, educata con questa nel ritorno. Questa dicono che è sale e luce del mondo. Infatti ha bisogno di insegnamenti psichici e sensibili: per questo motivo dicono che è stato creato il mondo. Il Salvatore è venuto all’elemento psichico, che è dotato di libero arbitrio, appunto per salvarlo. Egli ha assunto le primizie di ciò che avrebbe salvato: da Achamot ha assunto l’elemento spirituale, dal Demiurgo ha rivestito il Cristo psichico, per l’economia ha rivestito un corpo, che è di sostanza psichica, ma fatto con indicibile arte per poter essere visibile, palpabile e passibile. Nulla invece ha assunto di ilico, perché la materia non può accogliere la salvezza.[10] Ci sarà la consumazione allorché tutto l’elemento spirituale sarà formato e perfezionato con la gnosi: sono costoro gli uomini spirituali che hanno perfetta conoscenza di Dio e di Achamot, iniziati ai misteri. Sostengono che costoro sono essi stessi [gli gnostici, N.d.R.]”
Dovremmo avere a questo punto una luce sufficiente ad illuminare il brano citato all’inizio, che per comodità riportiamo scomposto:
(a) Il primo uomo è un prodotto amalgamato, è una creatura amalgamata;
(b) è un deposito di quella della sinistra e di quella della destra, e un Logos spirituale:
(c) la sua mente è divisa in due secondo l'una e l'altra delle nature dalle quali ricevette il suo essere.
Il primo periodo sembra ripetere due volte lo stesso concetto ma, se ci fidiamo della traduzione, presenta tra le due frasi che lo compongono una piccola ma interessante sfumatura: infatti mentre con “prodotto” si intende un qualcosa di costruito o fabbricato dall’uomo o comunque da un fenomeno naturale, con “creatura” si indica un essere creato ex novo da Dio, recitando una nota legge fisica insegna che nel mondo materiale “nulla si crea e nulla si distrugge”. L’essere apparentemente unitario rivela intanto due origini, l’una divina e l’una materiale, in un amalgama, ovvero in un composto in cui non è possibile distinguere e riseparare i componenti di base.
Se il punto (a) indica i due artefici, il punto (b) indica sinteticamente le nature componenti, già descritte nel passo di Ireneo citato, ovvero: la ilica, detta di sinistra e la psichica, detta di destra, con in più la pneumatica, data dal Logos spirituale.
Il punto (c) afferma che la mente è orientata in base a quale delle nature abbia generato l’essere. Un po’ come il dilemma del novello automobilista che si trova a dover manovrare tre pedali con due piedi, qui abbiamo una mente divisa in due sulla base di tre nature. In effetti è ancora il brano di Ireneo citato in precedenza a illuminare la questione. Mentre la natura ilica è a se’ stante, alla natura psichica può aggiungersi – in alcuni casi - anche quella spirituale, da cui viene in qualche modo guidata. Quindi nell’uomo ilico la mente è orientata al male e alla perdizione, mentre nell’uomo psichico (e ancor più in quello pneumatico) dovrebbe essere orientata al bene, o quanto meno averne consapevolezza.
A questo punto appare evidente che dalle poche righe citate potrebbero originarsi pagine e pagine di esegesi e spiegazioni; non è nella mia volontà e tantomeno nella mia capacità dedicarmi ad un compito così improbo e impegnativo, pure mi sento di condividere alcune delle banali riflessioni che la lettura di questo brano ha originato in me.
Due nature, ilica e psichica che convivono, si equilibrano e confliggono tra loro senza possibilità di prendere le distanze l'una dall'altra e magari con il tentativo di sfruttare al meglio la convivenza. Guai a ignorare il seme divino che ci è stato insufflato, poiché “fatti non fummo per viver come bruti, ma per seguire virtude e conoscenza”; altresì guai a volersi ammantare di un aura mistico-spirituale, ignorando o deprimendo il corpo materiale che – ci piaccia o no – è veicolo e tabernacolo della particola psichico-spirituale. Ci si ritrova uomini “tra demonio e santità”, come cantava un rocker italiano qualche decennio fa, con il compito (o la scelta, a seconda dei punti di vista) di prendere in primis coscienza di questa situazione e poi agire di conseguenza. L'essere bipedi comporta, oltre a indubbi vantaggi, anche maggiori difficoltà a mantenersi in equilibrio rispetto ai quadrupedi, analogamente le due nature debbono essere per quanto possibile “equilibrate” per evitare rovinose cadute nel nostro transito terreno.
La nostra mente è divisa in due, afferma l'autore del Trattato tripartito, in funzione delle nature da cui ricevette l'essere; non si parla di percentuali e neppure della possibilità di un orientamento a senso unico, non c'è “l'una O l'altra delle nature” ma ci sono “l'una E l'altra delle nature”, fortunatamente non siamo solo ilici, purtroppo non siamo solo psichici, ne' tanto meno spirituali.
Nella cosmogonia gnostica, dopo che l'eone Limite ebbe reintegrato il mondo divino ed espulso la passione peccaminosa di Sophia dal Pleroma, l'eone Abisso, per mezzo dell'eone Intelletto emise la sizigia Cristo e Spirito Santo per portare a perfezione finale il mondo divino. Cristo fece conoscere agli altri eoni la loro vera nascita avvenuta per successive emanazioni ad opera principalmente di Intelletto e dell'essenza del Pre-Padre; mentre lo Spirito Santo rivelò agli eoni la loro sostanziale uguaglianza con quelli che compongono l'Ogdade, così che
“Tutti gli eoni sono stati resi uguali per forma e volere e sono diventati tutti Intelletti, tutti Logoi, tutti Uomini e tutti Cristi, e similmente gli elementi femminili tutte Verità, tutte Vite, tutte Spiriti e Chiese”
Se così è, siamo per l'appunto ad un bivio in cui dobbiamo scegliere la Via da percorrere valutando i nostri obbiettivi e le nostre possibilità, facendo i conti col fardello del corpo e con i voli dell'anima. Abbiamo in potenza tanto la possibilità di sprofondarci nella perdizione quanto di innalzarci sino alla soglia del Pleroma. Sta a noi l'onore e l'onere della scelta, e forse allora gnosi non significa solo conoscere la nostra origine ed il nostro destino, ma anche – o forse soprattutto – i modi e gli strumenti per partire dall'una e realizzare l'altro.
[1] Valentino visse nel II° secolo d.C. ed ebbe natali in Egitto, ricevendo la sua formazione culturale ad Alessandria, all’epoca grande centro di scambio e sorgente tra le più feconde nell’universo del pensiero tardo antico. Dopo una prima diffusione delle sue dottrine tra le elitès intellettuali della sua terra d’origine Valentino si trasferì a Roma tra il 140 e il 160 dove operò come diacono sotto i papi Igino e Aniceto. Partito da una formazione cristiana derivante dal suo essere stato discepolo di Teuda, che si dichiarava discepolo diretto di Paolo di Tarso, Valentino si allontanò decisamente dalla Chiesa (secondo Tertulliano a causa della mancata elezione a Vescovo di Roma) per percorrere la strada gnostica, incorrendo in diverse scomuniche di cui una “post mortem”. I suoi discepoli vengono compresi in due Scuole: una detta “italiana” ed un’altra detta “orientale”. Nuova luce sul suo pensiero hanno gettato i testi ritrovati a Nag Hammadi (Vangelo di Verità, Vangelo di Filippo, Trattato Tripartito, ecc.), fino ad allora conosciuto solo tramite le confutazioni degli eresiologi cristiano quali Ireneo, Ippolito e Tertulliano.
[2] Esseri superiori appartenenti alla sfera del Divino.
[3] Pienezza dell’universo divino.
[4] Nel “Trattato tripartito” non si parla del peccato di Sophia, ma il peccato viene ascritto all'eone Logos.
[5] Il termine “conoscere” si presta a diverse interpretazioni; da una parte il nome dell’eone, Sophia, che in greco significa “sapienza”, porta a immaginare un desiderio di conoscere che si scontra con un qualcosa che per sua natura è inconoscibile; Ireneo spiega che essendo Sophia l’ultimo e quindi più imperfetto eone, compie peccato di superbia volendo conoscere il Padre così come lo conosce Intelletto: «Ma si fece avanti l'ultimo e più recente Eone della Dodecade emessa dall'Uomo e dalla Chiesa, cioè Sophia, e subì passione senza l'unione col suo compagno di sizigia Desiderato» (Contro le eresie, I, II 2). In un’altra tesi Ippolito indica il peccato non come intellettuale ma sessuale; Sophia non genera in sizigia con la sua parte maschile ma da sola, come l’eone Abisso, volendo “conoscere” il Padre, ovvero unirsi con lui. In entrambi il casi il frutto è “divino” ma imperfetto.
[6] Non è possibile riassumere in poche righe il ricco e complesso sviluppo delle vicende che porta alla creazione del mondo materiale. Gli interessati potranno trovare molto materiale disponibile in Internet, a partire dal sito www.fuocosacro.com. Fondamentale riferimento bibliografico è l’opera di Luigi Moraldi, in particolare i suoi “Testi gnostici” e “La gnosi e il mondo”.
[7] Achamoth è l'aborto generato dalla passione dell'eone Sophia. Il nome Achamoth (in ebraico “sapienza”) viene utilizzato per distinguere l'Eone Sophia, reintegrata nel Pleroma, dalla passione della stessa Sophia rimasta esclusa dal mondo divino. Altro nome che si ritrova nei testi è quello di Madre, nel senso di madre di tutti gli uomini spirituali. Da alcuni passi di Ireneo si può ricavare che lo sdoppiamento di Sophia in due unità, una superiore e l'altra inferiore, è probabilmente da attribuire alla scuola di Valentino, e non allo gnostico che probabilmente aveva immaginato una solo Sophia prima nel Pleroma e poi espulsa fuori.
[8] Genesi 1, 27: “Dio creò l'uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò”
[9] “Dicono che il Demiurgo credeva di creare assolutamente da sé tutte queste cose, mentre invece le faceva per impulso di Achamot: così egli fece il cielo senza conoscere il cielo, plasmò l’uomo ignorando l’uomo, fece apparire la terra ignorando la terra. In tutto così egli ignorava le forme ideali di ciò che faceva e anche l’esistenza della Madre, e credeva di essere lui solo tutto. Invece fu la Madre causa per lui di questa creazione, che lo volle così guidare affinché fosse capo e principio della propria sostanza, signore di ogni attività.
[10] Interessante a questo proposito leggere il Loghion 7 del “Vangelo di Maria”: “... la materia sarà distrutta oppure no? Il Salvatore disse: Tutte le nature, tutte le formazioni, tutte le creazioni sussistono l’una nell’altra e l’una con l’altra, e saranno nuovamente dissolte nelle proprie radici. Poiché la natura della materia si dissolve soltanto nelle radici della sua natura. Chi ha orecchie da intendere, intenda”. Un commento a questo loghion è disponibile sulla sezione “Gnosticismo” del sito www.fuocosacro.com
Prima pubblicazione sulla rivista Abraxas numero 1, ( ABRAXAS numero 1 )