Introduzione al Misticismo (2)

Erica Tiozzo

 

Il misticismo occidentale dalla Controriforma al Settecento


Abbiamo passato in rassegna, nello scorso numero, la storia del misticismo dai primordi della Grecia presocratica fino all'avanzare del Rinascimento, osservando il flusso e riflusso di una speciale mistica, detta dell'essenza o speculativa, di impronta neoplatonica, che abolisce il rapporto predefinito Creatore-creatura e supera l'alterità Dio-Uomo.
E' certamente, ai nostri fini e chiaramente opportuno in questa sede, l'avere un maggiore occhio di riguardo per questo tipo di mistica che non per quella sentimentale, trasudante sofferenza e passionalità: non si pone affatto in dubbio che il traguardo dell'Unione col Divino sia possibile in entrambe le tipologie di esperienze, ma ci sembra, in questa nostra dissertazione e in questa rivista, più consona ai lettori la modalità speculativa.

LA CONTRORIFORMA

Le grandiose esperienze mistiche di stampo eckartiano, i curiosi intellettualismi alla Giordano Bruno, e le speculazioni dotte e intense di un Bohme o di un Silesius subiscono una brusca battuta d'arresto durante i cupi tempi della Controriforma cattolica.
La mistica è imbavagliata: coloro che hanno esperienza di Dio e delle sue manifestazioni, devono vagliare attentamente quanto dichiarano di esperire, pena la morte.
Numerosi santi, tra cui Dottori della Chiesa, hanno dovuto difendersi da accuse di eresia sino alla fine della vita terrena e talvolta, leggendo i loro scritti, ancora oggi non possiamo valutare con certezzza il grado di sincerità con il quale potevano, e volevano, esprimersi.
La Controriforma, per tagliare le ali agli slanci inquieti della mistica, favorisce la venerazione ad un Cristo sempre più umano e sofferente, la cui Passione è la base per un attaccamento sempre più forte e morboso al dato sensibile e al dogma.
Non sono più permessi voli di fantasia, libere associazioni o anche solo accostamenti eterodossi; la dottrina detta le regole di ogni volontà ascetica.
Ignazio di Loyola,(1491-1556) fondatore dei Gesuiti, è spirito dolorosamente separato dal Padre e tremante di terrore. I suoi Esercizi Spirituali del 1548, pur lodevoli per la grande capacità immaginativa che impongono, sono un rigoroso metodo di ascesi in cui si ricercano le cosiddette "consolazioni", ovvero le "piccole grazie" (le "mercedes", nel linguaggio teresiano).
Il timor di Dio, l'Alterità, l'inarrivabile modello del Crocifisso condizionano tutto l'Ordine dei Gesuiti che affronta severe purgazioni ed espiazioni; l'ascesi proposta ed esperita è più psicologica che spirituale. L'immaginario gesuitico è cavalleresco, militareggiante, fortemente militante.
Come l'Ordine dei Gesuiti, anche l'Ordine del Carmelo, fondato da Santa Teresa d'Avila, propugna meditazioni cristologiche e passioniste ed accetta, in cambio di severe purificazioni ed estenuanti sacrifici, mirabolanti visioni e grazie che premiano l'Anima impegnata nel difficile cammino del ricongiungimento a Dio.

SANTA TERESA D'AVILA, S. GIOVANNI DELLA CROCE E LE CARMELITANE

Nobile, castigliana, santa e mistica, Teresa di Avila (1515-1582) è pietra miliare nella storia del misticismo cattolico romano.
Non certo rappresentante della mistica speculativa, ma neppure di quella meramente sentimentale, è figura di straordinario carisma e complessità. Di fine intelligenza e singolari doti letterarie, dal carattere forte e imperioso, Teresa ha il coraggio, nei suoi scritti dalle finalità didattiche, di dettagliare le proprie esperienze mistiche.
Pazza isterica o santa che fosse, Teresa d'Avila in molti passi analizza in modo profondo e preciso le tappe del cammino dell'Anima assetata del Divino fulgore e il suo “Castello Interiore” è oramai un grande classico che, per le sue incommensurabili perle di saggezza e il suo equilibrio, merita un'attenta lettura.
In questo testo, summa della propria esperienza estatica, Teresa paragona l'Anima al centro di un castello, in cui è nascosto Dio. L'ascesi, rigorosa, prevede una graduale purificazione e la rinuncia alla propria volontà, fino a perdersi nell'Amore divino; il metodo proposto, che farà scuola in Occidente, è basato sull'”orazione del cuore e della mente”, una preghiera incessante,interiore, molto simile a certe metodologie devozionali esicastiche già illustrate.
Santa Teresa, nonostante l'acume delle sue intuizioni, e la prova provata degli eccezionali poteri paranormali di cui era in possesso, rimane ancorata alla spiritualità cattolica controriformistica, tutta lacrime, sangue e dottrina: la matassa dell'affettività non è ancora del tutto sbrogliata, proprio a causa dell'eccessiva attenzione all'umanità di Cristo.
Grande amico e ammiratore della santa, Giovanni della Croce (1542-1591)anch'egli santo, porta a compimento gli insegnamenti della fondatrice dell'Ordine Carmelitano, riuscendo forse a superare la propria maestra tramite una meditazione fondata più sul Nulla che sul Cristo: di “notte dello Spirito” parla sovente il mistico spagnolo, in cui la cristologia è quasi assente.
Echi ekhartiani e singolari accostamenti con le filosofie orientali: il pensiero teologico di questo grande contemplativo, che si sofferma soprattutto sulla via purgativa, ha suscitato ammirazione in tutto il mondo.
Subì, come Teresa, processi inquisitori e fu addirittura imprigionato.
L' Ordine Carmelitano, sia quello classico che quello scalzo, è fortemente cristologico, molto psicologistico, inserito nel quadro della devozione affettiva e della mortificazione corporale e spirituale; tuttavia, non mancano esempi di monaci e monache che hanno raggiunto alte vette dello spirito, tra cui, oltre ai fondatori, possiamo annoverare Santa Maria Maddalena dei Pazzi.

QUIETISMO, PIETISMO E QUACCHERISMO

Mentre Francesco di Sales, santo, vescovo svizzero, stabiliva un'equivalenza innegabile tra sentimentalismo e mistica, appaiando volontà e amore, proprio in Italia (pochi lo sanno) il prete spagnolo Miguel de Molinos (1640-1696) fondava il Quietismo ponendone le fondamenta nella sua “Guida spirituale” del 1675.
Centrato su una passività e una imperturbabilità disposte persino a porsi su posizioni antidogmatiche e antitradizionali, il Quietismo, che si opponeva strenuamente al Giansenismo dell'epoca, è una corrente mistica vera e propria che può elencare illustri e conosciuti esponenti, tra cui La Combe, Madame Guyon e Fenelon.
Respinta dal cattolicesimo come eresia, la mistica quietista aveva diversi punti di contatto con il movimento del Fratelli del Libero Spirito medievali o altre eterodossie cristiane tardoantiche: rifiutava i sacramenti, la gerarchia ecclesiastica, la mediazione sacerdotale, proponendo un annichilimento totale dell'ego fino al punto di rendere del tutto indifferente al soggetto l'idea stessa della redenzione.
Il punto più alto raggiunto dal Quietismo è forse quello dell'aristocratica Jeanne Guyon (1648-1717) che arrivò persino a praticare l'inversione del gusto nelle sue durissime ascesi. Prolifica scrittrice, la mistica francese spinse fino al disinteresse per la salvezza personale il suo pensiero e la sua capacità di abbandonarsi a Dio. Per la maestra spirituale del futuro Fenelon, l'Anima partecipa di una generazione divina attraverso la rigenerazione del Logos.
L'umanità di Cristo va trascesa per raggiungere il proprio Sé, che non può più peccare, avendo raggiunto la perfezione divina.
Molto stimata in ambienti quaccheri e metodisti, l'opera di Madame Guyon fu particolarmente studiata e apprezzata da Francois Fenelon, prelato di Cambrai, suo diretto discepolo, che inserì nel suo pensiero anche la mistica salesiana.
Di matrice invece protestante, il Pietismo fondato da Jacob Spener (1635-1705) è antidogmatico come il Quietismo e vanta gli stessi portentosi sforzi ascetici, ma è sorretto da una teologia della Grazia di stampo agostiniano che pone l'accento sulla conversione e l'ossessione del peccato. Inevitabile, perciò, nonostante le buone premesse, lo scivolone nell'emotività e nella preoccupazione costante della pratica espiativa.
I Quaccheri, egualmente ostili al dogmatismo e alla struttura, rappresentano l'ultimo tentativo mistico seicentesco protestante: fondati da George Fox (1624-1691),anticlericali, coltivano un particolare culto dello Spirito Santo cui subordinano anche la Scrittura, che qui ha meno importanza rispetto ad altri ambienti protestanti.
Il forte impegno sociale e la predicazione rendono però il rapporto con lo Spirito Santo estremamente affettivo e la mistica del movimento è appesantita da quest'emotività.

LA FILOSOFIA SPINOZIANA

Baruch Spinoza (1632-1677) fonda invece il suo pensiero sull' Etica, unico mezzo in grado di insegnare la via alla beatitudine.
Al pari di alcuni grandi maestri orientali come Lao Tzu o Confucio, il filosofo olandese di origine ebraica prospetta il primato di etica e morale, unici mezzi di conoscenza, poichè è per loro tramite che si comprende e si supera la schiavitù delle passioni. Dio è la sostanza, causa eterna di sè stessa, di cui sono conoscibili solo pensiero ed estensione mediante l'utilizzo dell'intuizione e del pensiero geometrico, logico ma intuitivo.
Dio è nel mondo e il mondo è in Dio: il pensiero di Spinoza, veramente eretico per i suoi tempi, al punto di provocargli la scomunica, è immanentistico e sfiora il panteismo. Non solo: è antifinalistico e anticreazionistico.
Non c'è bisogno di mediatori, di redentori, l'uomo partecipa della natura divina e solo attraverso la purificazione, l'intuizione, l'esercizio dell'etica può comprendere la Sostanza prima ed unica, fonte dell'universo creato.
Il costrutto spinoziano, solo apparentemente razionalistico, è in realtà permeato da un forte senso del Sè.

IL CICLONE ILLUMINISTA

Dalla metà del Settecento, un nuovo modo di intendere la religione, la scienza, la fede soffia in tutta Europa.
Sta arrivando il Secolo dei Lumi, il secolo illuminista: nuovi valori si propagano in Europa tramite la classe intellettuale e alcune sollevazioni popolari. Si esaltano laicità, razionalismo, fratellanza, libertà, uguaglianza.
Chiesa e religione sono state, secondo la filosofia illuminista, apportatrici di ignoranza e superstizone per secoli, e vengono duramente perseguitate. Fede e mistica non sono viste di buon occhio e si apre una stagione di decadenza per i tradizionali valori religiosi.
Nuove scoperte scientifiche, volontà emancipatorie, liberalismo e spirito nazionalistico investono le masse per la prima volta, causando la nascita di alcuni Stati moderni.
La filosofia materialistica si fa strada e ciò che è astratto ed immateriale è respinto dal senso comune.
Vi sono tuttavia, anche nel secolo dei lumi, il secolo anti-religioso e anti-mistico per eccellenza, personalità mistiche di tutto rispetto la cui eredità spirituale è tuttora visibile in Occidente.

EMMANUEL SWEDENBORG: UNA FIGURA A TUTTO TONDO

Mistico, sensitivo, teologo, scienziato, Swedenborg (1688-1772) si applicò con tenacia e entusiasmo a vari campi del sapere, tant'è che figura tuttora in libri di matematica, filosofia, chimica, metallurgia, come in testi di mistica e parapsicologia per le vette raggiunte dal suo pensiero e per le sue capacità visionarie e precognitive.
Svedese, conosciutissimo all'estero ma poco in Italia, Swedenborg cominciò ad interessarsi delle problematiche dell'anima e del suo destino solo in età avanzata.
Si dice avesse doti di chiaroveggente, spiritista e fosse solito ricevere straordinarie visioni angeliche.
Di impostazione neoplatonica, grazie ai suoi numerosi scritti Swedenborg ha influenzato il pensiero di Kant, di Jung, di Balzac, Blake, H. James,Coleridge, Emerson, Keller e altri.
Per il mistico svedese, Dio è nel Pensiero e Cristo rappresenta l'esperienza materiale e terrena del Divino, che si esprime in una modalità trinitaria nel creato.
Dio è Uomo fin dall'eterno e prova ne è Gesù Cristo: natura divina e umana anche in questo caso si compenetrano.
Tuttavia, la visione di Swdenborg del Divino non era immanentistica, nè trascendente: l'uomo stesso, semplicemente, è prova e teatro di Dio.

OETINGER, IL MAGO DEL SUD

Ministro pietista, in piena epoca illuminista Friedrich Oetinger,(1702-1782) detto "Il mago del Sud" elabora un sistema di pensiero complesso, coniugando dottrine cabalistiche e meditazioni bohmiane.
Lo sforzo di Oetinger è notevole: il grande erudito tedesco cerca di combinare sapienza antica e moderna. Per Oetinger, tra soggetto ed oggetto non esiste differenza alcuna, Adamo può divenire Dio Padre.
Lo sforzo sistematico è teosofico ed universale: vorrebbe costruire un sapere unitario, olistico in cui l'esegesi biblica, la filosofia e la scienza convivono.

IL FILOSOFO INCOGNITO

Misconosciuto in Italia, molto apprezzato in Francia e conosciuto per i suoi talenti letterari, filosofici e linguistici, Louis Claude de Saint Martin (1743-1802)nobile avviato alla carriera legale, è l'ultimo grande mistico del secolo dei Lumi.
In verità neoplatonico, profondamente antiaristotelico, dapprima seguace delle idee teurgiche di Martinez de Pasqually, poi bohmiano, Saint Martin, che praticò la castità per tutta la vita, indicava nella preghiera e nell'interiorità i veri mezzi di conoscenza e salvezza.
Per Saint Martin, l'uomo sconta gli errori seguiti alla Caduta e alla divisione dell'Androgino e solo nelle tenebre del proprio essere, sondando e purificando, potrà legittimamente appropriarsi di Sophia, la Sapienza.
Lo sguardo di Saint Martin è esoterico, intimistico; per lui esiste una Causa attiva raggiungibile solo coltivando l'ascesi: "la sola iniziazione che predico e cerco, con tutto l'ardore della mia anima, è quella tramite cui possiamo entrare nel cuore di Dio e far entrare il cuore di Dio in noi, per realizzare un matrimonio indissolubile che fa di noi l'amico, il fratello e lo sposo del nostro Divino Riparatore. L'unico mezzo per arrivare a questa Santa Iniziazione è spingersi sempre più negli abissi del nostro essere e non mollare la presa finchè non siamo giunti a trarne la vivente e vivificante radice" scrive.
Centrale, in questo processo di redenzione, risulta essere l'azione del Riparatore, il Cristo Redentore.
Molti sono i libri scritti da Saint Martin, famosissimo nella Parigi rivoluzionaria.

 

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