I.N.R.I. con la N rovesciata
a cura di
Fratello BJ
Tra i tanti enigmi che circondano Rennes le Chateau, il mistero che più attirava
la mia attenzione è sempre stato quello della N rovesciata sulla scritta
I.N.R.I. di molti crocefissi presenti nella zona, ma anche oltre il sud della
Francia stessa: da Parigi, alla Spagna, all'Italia settentrionale, terre di
Catari, terre di Templari.
La spiegazione più accreditata secondo cui la parola "Nazareth" letta al
contrario andrebbe a significare in ebraico: " io so dov'è la camera segreta, o
il "Sancta Sanctorum" poi mi lasciava insoddisfatto; quest'inversione è
piuttosto diffusa e non esclusiva della croce sulla tomba di Saunière, e un
segreto simile non poteva rimanere tale ed essere tramandato in luoghi così
lontani.
Per me questa N non svelava un segreto ma poteva solo aggiungere o togliere o
modificare qualcosa che riguardava il fatto della crocefissione; ma anche quanto
aveva scritto Guenon sull'inversione dei simboli che avrebbe un valore
controiniziatico e di negazione mi lasciava perplesso, perché si trattava di un
segno in ogni caso presente in Chiese e crocevia, e non è pensabile che le
autorità ecclesiastiche sempre ben presenti e attive, anche brutalmente e con
spargimento di sangue, su manifestazioni non ortodosse della loro fede avessero
tralasciato di correggere un glifo che negava qualcosa sul simbolo del
Cristianesimo stesso, e che cioè suggeriva un Cristo mortale e non risorto.
Se così fosse avremmo poi i satanisti ben contenti di usare questo simbolo per
rimarcare il loro credo, invece sulla croce capovolta che usano la scritta
I.N.R.I. è scritta regolarmente, anch'essa capovolta ovviamente.
Andando a cercare cosa ne pensassero le stesse autorità ecclesiastiche mi sono
trovato davanti ad un'irridente operazione di smontaggio di tutto il fenomeno di
Rennes, arrivando a sentirmi giudicare le N rovesciate come ovvi errori
d'ortografia di scalpellini semianalfabeti, magari mancini. Ma io ero stato
mancino e ricordo bene la mia indecisione sul 5, sulla S, e sulla Z che per me
potevano anche essere capovolte, ma mai sulla N, e inoltre avevo 6 anni e non
scrivevo per lavoro già da anni, considerando poi che maestre o committenti, con
gusto, esigono che si correggano gli errori, sennò non si passa ad essere
promossi o ad essere pagati.
Di conseguenza per capirci qualcosa dovevo trovare reperti che si collegavano al
crocesfisso e che potevano suggerire concetti che la semplice N rovesciata non
spiegava.
Ad allontanare l'ipotesi di errori basta ricordare una croce dei Templari che si
trova su di un obelisco a Lesina, che è inscritta in un anello sul quale è
scolpita la parola NAZARENUS con una N dritta e una invertita.
Nelle mie ricerche trovo che in Spagna in una chiesa il crocefisso con la N
rovesciata è sormontato da un nido di un uccello e il commentatore suggerisce
che il nido stava per "negare" la morte, la resurrezione, ma ciò non mi
convinceva sia per le ragioni sopra esposte, cioè della necessità della
congruenza di un simbolo all'interno di una chiesa, sia poichè né in spagnolo,
né in latino, né in francese nido era assonante con il verbo negare o il
sostantivo negazione.
Ma da ciò mi scaturiscono finalmente nuove intuizioni: perché vedere la N come
rovesciata secondo un asse verticale e non capovolta secondo un asse
orizzontale?
Il risultato era graficamente lo stesso, ma era ragionevole ricevere come
suggerimento il volo dello Spirito Santo, simbolizzato da una colomba, sul suo
nido, e cioè l'azione dello Spirito Santo che ha operato affinchè la Natura
prendesse una direzione contraria per reintegrarsi con il Divino.
Dopotutto Rennes è piena di simboli capovolti e non rovesciati.
Questo era un piccolo sentiero per la comprensione, ma avrei scoperto dopo che
la strada decisiva passava sul considerare la N come invertita, sebbene i
risultati finali delle due concezioni avrebbero collimato perfettamente.
Cercando qualcosa su Picatrix, libro conosciuto dai Templari, che si
autodefinisce di arte negromantica, trovo che il pianeta Saturno è rappresentato
da un glifo che è una N, ma rimane non chiara l'interpretazione della sua
inversione: se, infatti, Saturno retrogrado in astrologia indica l'orfanità,
l'abbandono del padre, si potrebbe anche osservare che, durante i Saturnali,
tutte le norme e le regole erano invertite per chi partecipava a quei culti
misterici, e allora l'inversione della N stava a suggerire la normalità
recuperata tramite il ritorno all'età dell'oro di Saturno? Altre parole, di
culti diversi, per ricalcare gli stessi concetti sopra esposti.
E la strada decisiva viene dalla scoperta che in una chiesetta basca esiste una
meridiana che passa da ore IV a ore XVI.
Ora se poniamo attenzione il numero romano IV è molto vicino a una N e così il
VI alla N capovolta: la meridiana ci afferma che il corso del sole, e cioè la
Luce del Christos (X) purificatore trasforma il IV in VI, e, secondo le lame dei
Tarocchi, il IV è l'Imperatore, di cui O. Wirth scrive: ".è l'essenza animica,
oscurata dalla sua incarnazione e tenuta prigioniera in seno alla materia, che
deve elaborare per riconquistare la propria libertà.. L'Imperatore è infatti il
Principe di questo Mondo: regna sul concreto, su ciò che è corporeizzato.".
E' il re dei punti cardinali, dei quattro elementi, delle quattro stagioni.
E il VI secondo le lame dei Tarocchi è l'Innamorato di cui sempre Wirth scrive:
".L'arcano VI mostra il meccanismo dell'atto volontario della personalità
cosciente , raffigurata dall'Innamorato, il quale è - l'Uomo di desiderio - di
Claude de Saint-Martin.Poiché si tratta della Grande opera umanitaria, alla
quale possono consacrarsi soltanto i più valenti lavoratori dello spirito, essi
devono avere imparato a volere e ad amare. L'Innamorato è, sotto quest'aspetto,
l'iniziato che ha concluso l'apprendistato. Se incrociando le braccia, si mette
agli ordini del Buon Pastore, conosciuto dai Cavalieri Rosacroce, questo avviene
perché si sforza di dimenticare se stesso: si proibisce di volere per il proprio
beneficio personale e non vuole altro che il bene altrui."
L'Innamorato realizzato è l'eletto sentimentale cioè l'uomo che si è specchiato
in se stesso: 6+6=12, l'Appeso, l'Illuminato. Se però avesse dimenticato
qualcosa e invece di specchiarsi il 6 si rovesciasse, avrei il 9, L'Eremita,
distaccato dal mondo e insensibile alle passioni ma non illuminato e compiuto.
A questo punto diventa interessante cercare se tra le innumerevoli edizioni dei
Tarocchi esista una versione con N rovesciate, e su quale lama.
E' tra i tarocchi di Marsiglia che trovo un mazzo che ha l'Appeso (in francese)
(XII) e la Ruota della fortuna (X) con le N invertite.
Si può osservare che la loro somma dà 22, il numero degli arcani maggiori, e che
sono complementari, fissano momenti della sorte veramente opposti, ma accomunati
dall'avere la N rovesciata, cioè su entrambe agisce il VI, l'Innamorato, a voler
indicare che l'Amore divino iniziatico si esprime sempre, sia nel fortunato
vincitore che in chi si trova, anche se solo metaforicamente, immobilizzato,
impotente, appeso per una gamba a testa in giù o per diretta colpa o per sorte
avversa, perché entrambe dimensioni illusorie dell'Essere, inganni dovuti alla
nostra cecità di discernimento della vera Realtà..
Per inciso trovo interessante notare che anche l'Imperatore è raffigurato, in
piedi o seduto secondo le versioni dei Tarocchi, con una gamba che incrocia
l'altra, come ha l'Appeso, come se qualcosa in lui, pur nel momento del potere e
del dominio, preludesse alla sorte dell'Appeso.
Ma tornando alla nostra N. in base alle osservazioni precedenti si può dedurre
che la sua presenza su di una croce assume il significato di rimarcare
l'ottenuta cristificazione sotto l'egida dell'Amore divino, stato di Grazia, e
ottiene la resurrezione.
Qualcuno, con la N rovesciata, in modo misterioso ma incisivo, ci vuole
segnalare che il corpo sul crocefisso non è un cadavere impotente, e forse i
Templari sputavano davvero su questo stato simbolico, su questa scena offerta,
cioè sul Gesù cadavere e appeso, per esaltare la natura nascosta a quanto
appariva e cioè la glorificazione del Cristo raggiunta al centro della croce,
come ripete la loro croce, con ciascun braccio che termina con una punta di
freccia verso il centro.
E di conseguenza ci suggerisce che la sofferenza e la morte sono menzogne.
Sulla scacchiera della vita dove i momenti di fortuna e trionfo e quelli di
disperazione e solitudine sono attigui ed in agguato, all'inevitabile "Chah mat!",
scaccomatto, il re è morto, bisogna rispondere "viva il Re", perché non è
veramente morto, lo è solo al gioco dei fallimenti e dei successi, e lì non si
può più evolvere sulla scacchiera, che è il mondo manifesto, e deve cambiare
piano.
Noi siamo inevitabilmente il Re della scacchiera, e dopo un po' di mosse
troviamo il nostro cammino autentico nella Reintegrazione.
Percorrendo altri sentieri che abbandonano l'argomento dei Tarocchi ho altresì
trovato che nell'alfabeto ebraico, che tuttavia è composto di ventidue lettere
come sono gli arcani maggiori dei Tarocchi, la lettera NOUN, corrispondente alla
N, ha valore 50, e il cinquantesimo giorno dopo la Pasqua, Pentekostos, si
celebra la Pentecoste, e cioè la discesa della Spirito Santo, sotto forma di
lingua di fuoco, sugli Apostoli e i presenti. L'inversione della N sembrerebbe
da intendersi come la salita della lingua di fuoco al cielo, cioè il ritorno
dello Spirito Santo verso la sua fonte nel momento della morte, un altro modo di
ribadire altri concetti oltre la semplice morte di un corpo, come abbiamo visto
prima.
Nell'alfabeto egizio poi la N è raffigurata dal geroglifico indicante l'acqua, e
l'inverso dell'acqua è il fuoco, e l'inversione ci ricorda che saremo giudicati
dall'acqua e dal fuoco