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Il Mistero Mariano di Erica Tiozzo |
Molto spesso ci si rivolge ad altre religioni, magari orientali,
dimenticando il considerevole apporto simbolico del cristianesimo. Anche
il cristianesimo parla dello Spirito, della Materia, della Carne e dei
rapporti esistenti tra questi fattori; spesso, insospettabilmente,
motivi e temi vicini a noi fin dalla nostra prima infanzia, nascondono
un repertorio immaginifico, codificato in simboli, di comprovata
potenza.
Anche i dogmi, spesso tanto vituperati dagli argonauti dello spirito, che si dichiarano liberi pensatori, non sono da meno nello sfoggiare un eccezionale repertorio archetipico.
Tornando al cristianesimo, oltre al dramma cosmico e microcosmico dell’Uomo Dio, vanno parallelamente considerati di profondissimo impatto psichico e valenza inizatica i misteri mariani.
Essi si fondono sì sulle Scritture, ma soprattutto su teologia e mistica cristiana, dei primi secoli e medievale in particolare, con recentissimi rigurgiti dogmatici anche nel secolo scorso, improntato ad una forte devozione verso Maria di Nazareth.
Teologia e mistica sono forse due sentieri diversi e inconciliabili, in aperta contraddizione, da cui prendere spunto , per un ricercatore spirituale?
Di primo acchito, parrebbe di sì; ad un esame più attento, grazie alla lente del simbolismo, le due discipline hanno meno distanze incolmabili di quanto sembri.Gli alchimisti cristiani avevano inteso molto bene la portata di questi due diversi approcci al religioso, l’uno più razionale e logico, l’altro più intuitivo e poetico.
Tuttavia,l’una sembra fare da basamento all’altra: sull’esperienza mistica spesso si articola la speculazione teologica.
Uno dei campi in cui si può verificare concretamente questa cooperazione tra due campi in apparenza così diversi è la mariologia, dalla quale si dipartono le varie teorie sull’azione di Maria Madre di Dio nella vita cristiana. Maria, personaggio evangelico rilevante ma misconosciuto, ha messo a dura prova mistici, santi e teologi.
Per chiarezza, accenneremo qui alla mariologia e al suo excursus storico; non essendo questa la sede più adatta, l’intervento esplicativo sarà limitato a qualche cenno. Poi, si tenterà di dare una lettura simbolico-esoterica dei misteri affrontati dalla mariologia.
La mariologia
Chi pensa che la mariologia sia una branca recente della teologia si sbaglia: la mariologia è vecchia quanto lo stesso cristianesimo, datando dalle primissime battute dell’espansione religiosa legata all’opera di Gesù Cristo nei continenti europeo e africano. Certamente serba in sé un contenuto devozionale che da molti è stato ritenuto sentimentale, privo di fondamento biblico, e posteriore al cristianesimo delle origini.
Non è così, essendo la mariologia speculazione apparsa fin dai primi istanti nelle comunità cristiane e non potendo essere ridotta a semplice escamotage di convenienza storico-culturale, nel blando tentativo di appropriarsi dei devoti alla Grande Madre.
La mariologia attuale, di marca cattolica, propone quattro dogmi incentrati sulla figura, l’opera e le caratteristiche della Madonna: Maria Madre di Dio, Vergine Madre, Immacolata concepita, Assunta. Vi sarebbe un quinto dogma mariano, non ufficiale, da sempre vissuto e sentito a livello popolare e anche dai più grandi santi dei secoli scorsi: l’azione redentrice di Maria, collaboratrice del Figlio al cosiddetto “piano di salvezza”. Al contrario, nell’ortodossia, nonostante una forte pietà mariana, non vi è stata l’esuberanza dogmatica che ha conosciuto la cattolicità: là i dogmi concernenti la madre di Gesù Cristo ufficialmente accettati sono soltanto i primi due, circa la maternità divina e la verginità perpetua.
Gli ultimi due dogmi cattolici riguardano l’Assunzione corporea di Maria in cielo e la sua Immacolata Concezione, cioè la preservazione dal peccato originale.
La dogmatica: tentativo di una lettura sistematica ed esoterica
Il primo, il più importante dei dogmi mariani, riconosciuto dalla cattolicità e dall’ortodossia, riguarda il titolo di Madre di Dio, che è anche il puntello ideale per la costruzione della cristologia. Maria diede alla luce Gesù Cristo e quindi diede alla luce Dio? I teologi, nel 431 ad Efeso, risposero di sì e dichiarono eretica la posizione di Nestorio, per cui Maria era solo la madre del Verbo – Cristo nella sua umana persona. Il titolo di Madre di Dio era già comune e frequente prima del Concilio di Efeso, grazie al quale ebbe la benedizione ecclesiastica. Non è difficile scorgere in questo dogma un rafforzamento della dottrina trinitaria (Gesù è Dio, dunque partecipa di una natura umana e divina), un ideale congiungimento a vecchie e materne divinità femminili pagane, un mistero della natura, un mistero della grazia e dell’incarnazione….In filigrana, si può anche distinguere un motivo spesso trascurato, che è quello di una missione educativa ed iniziatica, di affidamento e cura, svolto da una donna (un principio o quantomeno una natura femminile) , donna che è Vergine Madre…..che, nel tempo e nella carne, origina di nuovo il Dio trascendente eterno ed immutabile, figlio del Padre, dando avvio ad un piano di salvezza. Maria dunque è il ventre, la fucina, il vaso in cui si compie il mistero assoluto dell’Incarnazione: ben lo sapevano gli alchimisti, che videro in Lei il perfetto simbolo della Materia Prima, della Sostanza, del Nigredo.
Maria compie un grande mistero: concretizza l’ipostasi di carne e spirito. Unisce, in una parola, ciò che “prima” era diviso e lo alleva amorosamente.Anche per questo è “mediatrice”, cioè media, intercede, facilita, come risulta chiaro nell’Annunciazione, nelle Nozze di Cana, nel Calvario…
Maria però è tale, in grado cioè di generare il Cristo- Spirito perché vergine. La verginità va correttamente compresa in uno stato di integrità fisica, morale, coscienziale, in purezza d’intenti e volontà. La fanciulla di Nazareth non è strumento passivo; al contrario, è sempre attiva.
Da quando ha pronunciato il suo Fiat, Maria è tutta e soltanto di Gesù, e Gesù, come uomo, è tutto e soltanto di Maria…. La Vergine, in forza della divina maternità, ha conseguito una singolare somiglianza con il Padre. Come il Padre infatti ha generato dall'eternità il Verbo secondo la natura divina, così Maria Santissima lo ha generato nel tempo secondo la natura umana. Come il Padre lo ha generato dalla sua sostanza divina, così la Madre lo ha generato dalla sua sostanza umana. Come il Verbo è l'unico Figlio del Padre, da lui generato verginalmente, così è anche l'unico Figlio della Madre, da lei generato verginalmente.
Nel dogma della maternità verginale è velato il portento della volontà, di un agire e di un pensare così puri da non essere contaminati e corrotti dal mondo ma elevati al punto tale da poter generare, pur nella Materia, lo Spirito- Sé che presto ci ricongiungerà al Tutto: il successivo episodio dell’ l’Assunzione, a questo riguardo, parla chiaro ed è forse il più leggibile dei dogmi.
L’Immacolata Concezione, dogma propriamente cattolico, è un rafforzativo della situazione di verginità prima del concepimento miracoloso del Sé, che altro non è che il Bambino.
Nell’Assunzione, l’ultima parvenza della nostra umanità corrotta e corruttibile, perché non eterna, ritorna al Cielo. Quest’ultimo dogma ribadisce che è il Cristo – Sé il nostro Salvatore, che ci dona la possibilità di riscatto dal mondo in cui siamo caduti; Maria è glorificata di riflesso, come nostro limitare umano più vicino divino, come nostra Natura Superiore, finalmente dragata di ogni fardello. Tuttavia, è Maria il nostro tramite, la nostra vela verso l’Infinito, di cui eccellente tappa è quel Cristo che tutti dovremmo raggiungere.
Conclusioni
Maria è la prefigurazione dell’Anima, dell’Anima che anela a Dio, praticamente in tutti i dogmi; è anche la rappresentante di un’umanità attiva, che si pone alla ricerca del Divino e del Sacro, sacrificando anche se stessa.
In verità, Maria giunge a compiere anche il sacrificio del Figlio, in quanto sua Madre: potremmo vedere anche in questi termini la sua silenziosa presenza al Calvario. In S. Bernardo (1090-1153) è presente l'idea che Maria, Nuova Eva, ha cooperato alla redenzione offrendo suo Figlio.
Egli scrive: «Offri il tuo Figlio, o Vergine Santa, e presenta al Signore il frutto benedetto del tuo seno. Offri per la riconciliazione di noi tutti la vittima santa, a Dio gradita».
Quello dell’Anima , come ci insegnano i dogmi mariani, è un percorso necessariamente di redenzione attiva e soggettiva, preposto alla nascita del Sé tramite il sacrificio dell’Ego.
Tuttavia, se il nostro Sé e l’Anima conosceranno un’unione intima e sponsale, se saranno cioè associati, potremo conoscere l’eternità…