Il Male e Basilide
Filippo Goti
E' interessante come la speculazione
di Basilide nasce apparentemente dal problema del male; dico apparentemente in
quanto è il risultato di una riflessione attorno alla radice delle cose. Dei
legami che legano la creazione, la creatura e il creatore; del perchè della
caducità delle cose, e del perchè della fallacità umana. Basilide non può
accettare una visione religiosa e creazionista, in quanto tale funzionalità non
assume senso alcuno ne filosofico, ne soterologico. Che senso ha una legge che
deve essere rispettata in modo inconsapevole? Ecco quindi la rottura della
filosofia di Basilide con la legge e il Dio tetragrammatico, e la conseguente
intuizione di come il "male" sia contingente alla dimensione della creazione, e
al suo involucro grossolano il fisico e la mente. JHVE viene quindi visto come
il dominatore dell'Ebdomade o cielo dei sette pianeti; egli è il Dio della
Creazione, della Legge (il numero 7 ancora oggi rappresenta la legge che governa
la creazione), sopra a tale governo (che ritroviamo in numerose scuole, e testi
quale il Libro di Enoch) abbiamo altri 8 cieli retti dal vero Demiurgo (ancora
verrebbe di spender due parole attorno al numero 15 ). L'Ogdoade, è il cielo
delle stelle fisse, e ancora troviamo un forte corrispondenza sia con la
sapienza zoroastriana, sia con testi mistici del secondo e terzo secolo che
precede il fatidico anno zero. Qualche tradizionalista legato alle teorie dei
cicli cosmici, potrebbe sicuramente trarre considerazioni e riflessioni.
Se i sette governano le acque astrali, e gli otto le stelle fisse ponendo così
completezza al sensibile e all'ultrasensibile, al mondano e all'ultra modano:
che assieme danno senso compiuto alla manifestazione, oltre ai 15 (Bafometto
Tifone), abbiamo il limite esterno delimitato dallo Spirito Santo. Tale potenza
è spirituale, niente ha da dividere con la corporeità e la psichicità. Siamo
nell'Ipercosmo, nella regione posta oltre la manifestazione. Qui dimora l'Ente
misterioso, occulto, ineffabile e inesistente ( potenza della potenza). Da esso
tutto ha origine, in quanto esso è la radice assoluta del tutto, e del tutto che
dal tutto si snoda.Ciò che esiste è per sua emissione (consapevole o meno )
ricaduta nello spazio sottostante, in quanto rispetto ad esso è grossolana e
pesante. di un ammasso seminale contenente tutte le cose conosciute e
sconosciute.
La parte pesante di questa emissione, tramite sacrificio e purificazione,
ritorna al Padre, passando per lo Spirito e in virtù dell'azione salvifica del
Figlio. Figlio che rappresenta la discriminate, che permette il ritorno del
sottile, elemento del separando alchemico. La parte grossolana forma le potenze
inferiori, gli Arconti a loro volta formatori dei 15 cieli sottostanti: ognuno
per propria competenza.
Possiamo vedere tutto ciò come una ricca e complessa cosmogonia, oppure come il processo di decadenza e di ascesa che porta il pensiero puro, a perdersi nelle regioni del fare.
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