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Dositeo Filippo Goti |
Una delle figure maggiormente avvolte nelle nebbie della leggenda gnostica, ma quantunque fondamentale per la rilevanza storica ad essa attribuita, risulta essere quella di Dositeo (Dusis, Dousis o Dosthai). Le rare voci giunte fino a noi lo dipingono come un seguace di Giovanni Battista, fondatore di molteplici comunità mistiche precristiane o contemporanee al Cristo fattosi uomo, e iniziatore di Simon Mago. Niente di certo è possibile assicurare su questo uomo, come del resto del suo illustre allievo, e il poco in nostro possesso è frutto degli scritti dei primi eresiologhi ( Cronaca Samaritana e Cronaca di Aboulfatah), che lo dipingono come ostile e avversario all'insegnamento di Gesù. E' a mio avviso rilevante che la contemporaneità delle due figure, quella di Dositeo e quella del Cristo, non è tanto indice di conflittualità, quanto piuttosto dell'estrema fecondità misterica e mistica della Samaria, terra di profeti, mistici, sette, e strada di passo fra Egitto, Roma e Siria. Così da avvalere l'ipotesi dell'origine precristiana dello gnosticismo stesso.
Alcuni testimonianze portano a credere che Dositeo fosse originario dell'Arabia, terra fertile di sette mistiche, portatore quindi di tradizioni esoteriche e astrologiche fenice e zoroastriane ( precursori quindi della gnosi iranica ), che coniugò con il ribollente panorama religioso ebraico di frangia così connaturato alla terra di Samaria. Ancora una leggenda lo vuole fondatore della setta dei Sadducei, altra appartenente al gruppo dei trenta discepoli. Qualunque sia la verità, è innegabile la rilevanza che questa figura ha rivestito al tempo in cui il cristianesimo vide la luce.
Dositeo fondò molteplici comunità, che per struttura ricordano quelle Essene (comunione, frugalità, testi segreti, trasmissione da maestro a discepoli ), e che sono sopravvissute fino al sesto secolo dell'era cristiana. Autoproclamatosi profeta perfetto simile a Mosè, e quindi sacerdote e mago, rivendicava automaticamente una veste messianica alla sua venuta, e cioè di intermediario fra uomo e divino, in grado di mutare l'avvenire dell'umanità stessa. Quindi non un semplice profeta, un mistico, un Maestro, ma autentica incarnazione del logos divino portatore di mutamento individuale e storico.
Poche sono le testimonianze, e tutte indirette, sulla dottrina di questo profeta. Il sistema trova fondamento su base lunare, composto da ventinove discepoli maschi e un discepolo femmina, dal nome Elena, sua compagna. Dositeo al centro rappresenta l'Uno Immutabile, che trasmette la conoscenza attraverso la compagna e prediletta Elena ( Selene in Greco, uno dei nomi della Luna, due annotazioni in proposito. La prima concernete la coincidenza nominale, e ciò lascia supporre anche sostanziale e dottrinale, con la compagna di Simon Mago, e l'altra storica Elena di Sparta sposa ad un principe di Troia città legata al culto di Apollo ).
E' possibile riscontrare nel pensiero di Dositeo il precursore della linea Barbelotiana, e della cosmogonia dei trenta eoni di Valentino, dove Elena, così come Sophia, è l'elemento di congiunzione fra il mondo immutabile del divino, e il mondo mutabile dell'uomo, fra il superiore e l'inferiore, eterno elemento di caduta e di ritorno.