Basilide e la Lettura Allegorica
Filippo Goti
«In verità vi dico: non passerà questa generazione finché tutto ciò sia avvenuto» (Vangelo di Luca 21,32),
Era prossimo il Regno dei Cieli?! L'interpretazione letterale del passo del Vangelo di Luca, che riporta un dialogo fra Gesù e i discepoli, pare affermarlo. Già la generazione delle persone che avevano conosciuto Gesù, e che rette si fossero mantenute nei suoi insegnamenti morali avrebbero conosciuto il Regno dei Cieli. Accadde ciò ?! No. Non è accaduto allora, e non è accaduto ancora oggi. Tale evidenza comporta, oggi come ieri, una serie di riflessioni attorno alla veridicità letterale dei passi evangelici, non per ultima la resurrezione. La vittoria sulla morte è il fondamento della fede cristiana-cattolica; il dubbio attorno alla seconda venuta di Gesù, nei tempi indicati dagli apostoli, apre una serie di interrogativi attorno alla stessa struttura del messaggio evangelico, dei precetti morali e della prospettiva che esso offre. Lo gnostico Basilide già nel primo secolo dopo cristo, prende atto del fallimento della narrazione evangelica; e proponendo una lettura allegorica della passione sul Golgota, fornisce, per primo, un'altra visione alternativa della vita, della passione e della morte di Gesù. Per Basilide Gesù Cristo è realmente il Figlio di Dio, a differenza ad esempio di quanto avanzato da Simone di Samaria e da altri gnostici, ma non è Gesù ceh muore in croce, bensì la sua esteriorità carnale, l'involucro fisico o sostitutivo. Onde per cui i supplizianti ebrei e romani, e i nazareni, furono ingannati da questa esteriorità, era infatti inconcepibile per Basilide che il figlio del Vero Dio, che l'inviato terreno dell'Ineffabile, potesse sottomettersi alle leggi di coloro che era venuto per rettificare. I carnefici (ebrei e romani) che detengono il potere religioso e politico, il popolo plaudente, non rappresentano forse coloro che ricercano nella lettera, nella forma enunciativa una verità di per se stessa avvolta nelle spire della manifestazione ?
I Padri della Chiesa tesero a confutare questa Cristologia allegoria, fra questi
si distinse Ireneo che ebbe a dire, come secondo Basilide Simone di Cirene, che
era stato costretto ad aiutare Gesù a portare la croce, fu crocefisso in sua
vece, mentre il secondo prendeva tranquillamente le sembianze del primo.
Alcuni studiosi come Mead hanno sollevato seri dubbi attorno a quanto riporta
Ireneo in merito alla crocifissione di Gesù in chiave basilidiana. Del resto
quanto desideriamo evidenziare è la nascita del docetismo (Gesù versus Cristo)
già nei primi decenni dell'era "cristiana". Tesi questi supportata anche
dall'Apocalisse di Pietro, che parla di un Gesù Vivente sorridente seduto su di
un Albero (della vita), in contrapposizione con la parte carnale messa in croce.
Basilide insiste su di una realtà
trinaria: il corpo fisico, l'anima, e la scintilla spirituale. Un tema
tradizionale che sarà poi successivamente ripreso da molte tradizioni esoteriche
o iniziatiche, dimostrandosi anche in questo precursore.
Vorrei offrire una riflessione attorno alla scena della morte di Gesù, descritta
da Basilide. Non può esser essa stessa l'allegoria, dell'allegoria ? Dove ancor
di più viene messa in risalto l'assurdità di una letteralità dei vangeli ?
La pretesa di una lettura non allegorica, la condanna dello gnosticismo, il
fallimento del cattolicesimo sono tre temi fra loro intimamente legati: nodi di
difficile risoluzione per molti, che si preferisce lasciare nel dimenticatoio.
La condanna che venne mossa allo
gnosticismo , che rappresenta l'autentico rivitalizzatore del pensiero
platonico, aristotelico e pitagorico in chiave "cristiana", da parte dei "Padri
della Chiesa" fu quello dell'errore intrinseco ad una lettura "allegorica" dei
vangeli. A tale lettura si contrapponeva quella "letterale".
Drammaticamente però la lettura allegorica, la ricerca del simbolo e del
contesto filosofico, dei vangeli è l'unica che permette di mantenerne
l'autorità. Un'autorità non tanto in chiave morale e sociale, bensì in chiave
sapienziale.
Come ben sappiamo, o si dovrebbe sapere, il cattolicesimo si regge sulla
promessa della seconda venuta di Gesù, e sulla promessa della resurrezione della
carne. Diamo di seguito lettura dei passi sinottici dove ciò viene
rappresentato:
Matteo 24:32 Dal fico poi imparate la parabola: quando ormai il suo ramo
diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l'estate è vicina.
Matteo 24:33 Così anche voi, quando vedrete tutte queste cose, sappiate che
Egli è proprio alle porte.
Matteo 24:34 In verità vi dico: non passerà questa generazione prima che
tutto questo accada.
Matteo 24:35 Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non
passeranno.
Marco 13:30 In verità vi dico: non passerà questa generazione prima che
tutte queste cose siano avvenute.
Luca 21:32 In verità vi dico: non passerà questa generazione finché tutto
ciò sia avvenuto.
Il fallimento della dimensione "letterale" dei vangeli è testimoniato
dall'evidente constatazione che nella generazione immediatamente successiva a
quella di Gesù, egli non è TORNATO. Trasferendo nel cattolicesimo quella nevrosi
messianica (seppur mitigata proprio dall'inclusione di temi gnostici) tipica
dell'ebraismo.
Tale evidente constatazione non sfugge a Basilide, che la rilegge in modo
allegorico (utilizzando come leva filosofica la prima lettera ai Corinzi di San
Paolo), portando ad escludere la vittoria sulla morte del corpo così come era
intesa. Ponendo in discussione la stessa interpretazione del mistero della
Croce: il quale non era più il sigillo sulla morte della carne; ma quello della
liberazione dello Spirito. Del resto può essere sottoposto al giogo della
carnalità, lo Spirito che proviene da un piano dell'Essere ad essa sicuramente
superiore?
Ecco quindi in Basilide (contestato dal mastino Ireneo) la trasfigurazione del
Vangelo in una "metafisica dello Spirito"; in un'attenta riflessione
sull'autentica tradizione cristiana che evidentemente non poteva e non doveva
essere ridotta alla resurrezione della carne.
In quanto la carne non era risorta così come professato generazione successiva.
Articolo pubblicato nella rivista Abraxas 5 , si prega di contattare la redazione per ogni utilizzo.
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