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ALBERO DELLA VITA E LE SEPHIROT www.fuocosacro.com |
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Abbiamo già detto che l’Albero della Vita
contiene la sintesi dei più noti insegnamenti della Cabala; che
consiste di una struttura dotata di tre pilastri; di dieci entità
circolari, chiamate Sephiroth e di ventidue canali che le collegano. Sui
suoi tre pilastri, oltre a quanto detto nella tornata precedente, diremo
che conferiscono all’Albero stabilità, durata e solidità e che la
sua continuità si estende all’infinito. I tre pilastri dell’Albero
della Vita, come sappiamo, corrispondono alle tre vie iniziatiche:
Facile (destra), Difficile (sinistra), Regale (centro), ma sappiamo
pure, che solo la via mediana ha in sé la capacità di unificare gli
opposti e che nessuna creatura può fare a meno di muoversi lungo tutte
e tre le vie. Infatti, se privato del pilastro centrale, l’Albero
della Vita diviene quello della conoscenza del bene e del male, dal
quale proveniva il frutto che portò la morte in Adamo e nel genere
umano.
Spiegano i Cabalisti che il motivo principale per cui Adamo ed Eva si
lasciarono ingannare va rintracciato nel fatto che il loro rapporto non
era ancora perfetto. Il peccato di Adamo consistette nell’aver
dedicato la sua attenzione e interesse alla dualità e alla separazione
senza prima aver fatto abbastanza esperienza dello stato di unità
perfetta e senza aver portato unità all’interno della sua relazione
con Eva. Se Adamo si fosse cibato prima dell’Albero della Vita si
sarebbe irrobustito a sufficienza e il frutto dell’Albero della
conoscenza sarebbe stato innocuo (nell’Eden esistevano due Alberi,
quello della Vita e quello della Conoscenza). Ma il serpente si insinuò
fra Adamo ed Eva e li convinse che la conoscenza era più importante
della vita, e che la separazione era più bella dell’unità. Dopo il
peccato l’Albero della Vita venne nascosto per impedire che Adamo, con
il male che aveva ormai assorbito, avesse accesso al segreto della vita
eterna, e, così facendo, potesse rendere assoluto il principio del
male. Adamo doveva passare attraverso la morte e la distruzione, perché
solo tramite tali esperienze dolorose il suo essere malato poteva
liberarsi dal veleno dell’albero della conoscenza, per ridiventare la
creatura eterna che Dio aveva concepito. Il dramma umano non è altro
che la continuazione dell’esperienza di Adamo. Dopo aver perso lo
stato paradisiaco del Giardino dell’Eden, l’Umanità non ha più
accesso diretto all’Albero della Vita che è l’unica vera risposta
ai bisogni di infinità, di gioia e di eternità che ci portiamo dentro.
La via che conduce ad esso in modo diretto ed immediato è guardata da
una coppia di Cherubini con la spada fiammeggiante. Essi rappresentano
le due polarità, principi fondamentali dell’esistenza. Tramite il
graduale riavvicinamento e riunificazione di tali principi, i Cherubini
cessano di essere i “Guardiani della Soglia” il cui compito consiste
nell’allontanare tutti coloro che non sono pronti ad entrare, poiché
le loro intenzioni non sono ancora pure. Se una persona desidera
armonizzare il maschile con il femminile, cioè fare la sintesi delle
dualità, accettare e superare i contrasti e si adopera in questo senso,
i Cherubini diventano per lei le colonne di riferimento, i pilastri che
la riconducono al giardino dell’Eden. Eliminando la frattura presente
fra Adamo ed Eva, nella quale si era infilato il serpente, scompare il
pericolo della scelta sbagliata. E, con le ali incrociate, i Cherubini
diventano gli angeli che accompagnano i giusti attraverso la
“Cinquantesima Porta della Conoscenza”.
Come già accennato, le dieci Sephiroth sono considerate, sul piano
spirituale le DIECI POTENZE DELL’ANIMA, dieci luci o sorgenti di
energia che aiutano la crescita di coloro che si rivolgono ad esse nel
cammino di ritorno alla “Vera Vita”. Sono facoltà potenziali che
ciascuno di noi possiede, e che possono venire sviluppate in maniera
crescente. Le dieci Sephirot formano un diagramma (Albero della Vita) da
usare nella meditazione, sia per comprendere e classificare
informazioni, sia per favorire l’incontro con gli stati superiori di
consapevolezza. L’Albero della Vita aiuta inoltre a percepire, a chi
è dotato di profonda intuizione, le particolari dinamiche che avvengono
all’interno stesso della mente Divina. Le Sephiroth non rappresentano
soltanto importanti concetti metafisici, ma anche situazioni pratiche ed
emotive che ognuno di noi attraversa nella vita di ogni giorno. Le
Sephirot sono dieci principi basilari riconoscibili nella molteplicità
disordinata e complessa della vita umana, con le dieci Sephirot possiamo
unificare la vita, darle un senso e darle pienezza. L’Albero della
Vita è da considerarsi il programma secondo il quale si è svolta la
creazione dei mondi e il cammino di discesa lungo il quale le anime e le
creature hanno raggiunto la loro forma attuale, ma è importante per noi
comprendere che è il sentiero di risalita, attraverso cui l’intero
creato può ritornare al traguardo a cui tutto anela. Secondo
un’espressione cabalistica l’Albero della Vita è la “scala di
Giacobbe”, la cui base è appoggiata sulla terra e la cui cima tocca
il cielo. Suo tramite ci arriva il nutrimento energetico generato dai
campi di luce che circondano la creazione. Lungo la serie dei canali e
delle Sephirot tale nutrimento scorre e discende, restringendosi e
suddividendosi fino a raggiungere la totale creazione. Lungo l’Albero
della Vita salgono, infine le preghiere e le forme di coscienza di
coloro che cercano Dio. Le Sephirot sono l’origine di interi settori
dell’esistenza, sia nel mondo fisico, che in quello psicologico come
pure in quello spirituale: nel mondo fisico, Il sistema solare; nel
mondo psicologico, le tappe dell’evoluzione ( i tarocchi) ; nel mondo
spirituale, la sempre maggiore presa di coscienza.
Cerchiamo ora di capire meglio di cosa si parla quando si nomina la
parola “Sephirah”. Contrariamente a quanto può far pensare la
somiglianza fonetica, non significa “sfera”. Dall’esame della
radice ebraica possiamo avere chiaro il significato di questa parola.
Sephirah proviene dalla radice Saphar (Samekh - Peh - Resh) che ha tre
significati: NUMERO - LIBRO O STORIA - LUCE.
a) NUMERO : Le Sephiroth possono venire capite tramite le qualità
possedute dai primi dieci numeri interi. Lo studio della Cabala
comporta, quindi la chiarificazione dei concetti della numerologia e la
loro ridefinizione. Ad esempio il valore esoterico del numero “uno”
ci permette di poter intuire il valore della Sephirah “Keter”
(Corona) e così avviene per il numero due, ma avviene anche il
contrario, il significato che il Sepher Yitzirah dà alle Sephirot ci fa
capire meglio il valore dei numeri.
b) “LIBRO O RACCONTO”. Tutto il contenuto della Bibbia può venire
letto attraverso le Sephirot: ad esempio, i primi sei giorni della
Genesi sono le sei Sephirot da Chesed (Amore) a Yesod (Fondamento): I
Patriarchi sono personificazioni dell’energia contenuta nelle Sephirot
(Abramo è Chesed, Isacco è Gheburà, Giacobbe è Tipheret, ecc.)
c) “LUCE o PIETRA PREZIOSA”. Qui le Sephirot sono centri dai quali
viene irradiata un’energia superiore, puro riflesso della Coscienza
divina. Esse sono dei fari di guida lungo il cammino di crescita morale
e spirituale, sono delle pietre preziose che arricchiscono colui che le
scopre, tramite la presa di coscienza dei loro significati e la messa in
pratica dei loro insegnamenti.
Numero - Libro - Luce indicano anche i tre livelli di qualità nei quali
operano le Sephirot. Dove agiscono come numeri, livello a), le Sephirot
sono le unità fondamentali delle leggi fisiche e matematiche su cui
poggia la creazione. Sono l’energia contenuta nei numeri, la loro
identità segreta, la loro vibrazione. A livello b), le Sephirot
rappresentano le fasi dell’emanazione divina e il contenuto delle
potenze dell’anima; esse si concretizzano in esempi pratici, morali e
psicologici (capacità di conoscere, di amare, di aver fiducia, di
temere, di operare, ecc.). A livello c), le Sephirot sono centri di luce
dai quali irradia costantemente il flusso benefico che guida la
creazione intera verso il compimento finale.
In ogni Sephira quindi troviamo tre livelli o piani, che riconosciamo in
natura e nelle facoltà umane: fisico, psichico - mentale e spirituale.
Infatti, come dice anche la filosofia indù, gli stessi piani che sono
in noi, sono nell’universo, gli stessi principi che regolano i piani
in noi, regolano anche quelli dell’universo. Nell’universo esiste
una serie di principi correlativi, corrispondenti ai differenti principi
della natura umana.
1) L’elemento fisico grossolano in noi corrisponde alla materia
solida, liquida e gassosa che ci circonda. Il nostro principio eterico
corrisponde all’etere o principio vitale universale. I due principi
insieme, materia e etere, costituiscono il piano fisico dell’universo.
2) Il principio della sensazione in noi corrisponde allo stesso
principio universale, l’Astrale o piano astrale
3) Il nostro principio intellettivo e la nostra anima corrispondono al
principio corrispondono al principio intellettivo e all’anima
dell’universo; i due insieme costituiscono il piano mentale del cosmo
4) e 5) L’elemento spirituale ed il Sé dell’uomo corrispondono al
piano Buddico e a quello Nirvanico.
Questi piani dell’universo, come i principi dell’uomo, non sono
sovrapposti, ma si interpenetrano. Come il liquido può penetrare il
solido, il gas può penetrare il liquido, così l’etere penetra tutta
la materia e si estende al di là della nostra atmosfera terrestre.
L’uomo quindi ha in sé tutti i principi dell’universo, anche quelli
divini, e per questo viene chiamato microcosmo.
Questa suddivisione in principi e piani ci riporta a quella cabalistica,
cioè nel significato dei quattro mondi: Assiah, mondo della Materia;
Yetzirah, mondo Astrale; Briah, mondo mentale e causale; Atziluth, mondo
Spirituale. E ci riporta anche alla posizione che le Sephirot assumono
in ciascuno di questi mondi. La Sephirah Malkuth costituisce, nei vari
Alberi e quindi a vari livelli, il mondo di Assiah, o piano della
Materia; le Sephirot, Yesod, Hod, Netzach, Tiphareth, Geburah, Chesed
costituiscono il mondo di Yetzirah, piano della forma; le Sephirot,
Binah, e Chocmah costituiscono il piano di Briah, o Creazione, con
l’antitesi dei principi maschile e femminile, mentre Kether
costituisce il mondo di Atziluth, che corrisponde al primo piano
dell’emanazione nel mondo della manifestazione. Al di là del mondo
della manifestazione vengono ipotizzati altri tre piani assolutamente
ipercettibili: l ‘Ain Soph Aur ; Ain soph ; Ain. Il cui significato è
“Luce Infinita del Non Manifesto” ; “Luce Infinita” ;
“Luce”. Possiamo dire quindi che l’Ain Soph Aur si è concentrata
in un punto, che era Kether e le emanazioni agiscono tramite crescenti
gradi di densità fino a Malkuth di Atziluth dal quale nasce il Kether
di Briah e così via, fino al Malkuth di Assiah.
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