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Nel SEFER YETZIRA’ Libro Della Formazione
troviamo scritto :
Capitolo I°, Sezione I°
“Con trentadue Vie meravigliose di saggezza, YA, Iddio degli eserciti,
Signore Vivente e Re dell’universo, Dio Onnipotente, Misericordioso,
Clemente ed Eccelso ed Elevato e che risiede in Alto, e il cui Nome è
Sacro, incise e creò il Suo mondo con tre SEFARIM (le tre numerazioni:
numero, numerante, numerato) : SEFOR, SIPPUR e SAFER. (Forma, Formante e
Formato; Il numero, la parola e la scrittura)
Dieci SEFIROT BELIMA’ (Emanazioni o Sfere) e ventidue lettere
fondamentali : Tre Madri, Sette Doppie e Dodici Semplici.
Capitolo I°, Sezione 9
Queste sono le Sefirot Belima : Uno, Lo Spirito del Signore Vivente. Il
Soffio dallo Spirito (ALEPH, aria,), Acqua dal Ruach (dallo Spirito =
MEM), Fuoco dall’acqua (SHIN). Superiore e Inferiore, Est ed Ovest,
Nord e Sud.”
Le tre lettere “Madri o Genitrici” (Aleph, Mem, Scin), che
simboleggiano gli elementi, aria, acqua e fuoco, compongono
l’universo. L’anno (o il tempo) consiste anch’esso di tre parti:
tre stagioni, e cioè l’estate, che corrisponde all’elemento Fuoco,
l’inverno all’elemento Acqua, la primavera e l’autunno, stagioni
intermedie, corrispondono all’elemento Aria, anch’esso intermedio
fra fuoco e acqua. L’uomo è un trinità: testa, torace e addome. Il
mondo è una trinità: il fuoco è la sostanza dei cieli, l’acqua
condensata è la base della terra, l’aria è il termine medio che li
divide e che è necessario per mantenere la pace fra i due.
Le sette lettere doppie rappresentano i contrari nel cosmo, le forze che
servono a due opposti fini. Così vi sono sette pianeti che esercitano
una influenza a volte buona a volte cattiva; I giorni della settimana e
le notti, esse sono doppie perché esprimono due suoni diversi secondo
se hanno il puntino (daghèsc) o no.
Le dodici lettere semplici sono gli emblemi dei dodici segni dello
Zodiaco, dei dodici mesi dell’anno, dei dodici organi del corpo umano,
e così via.
L’ “Albero della Vita” è proprio il diagramma che simboleggia
appunto quanto detto nel SEFER YETZIRA’ sulla Creazione. Indica il
programma secondo il quale si è svolta la creazione dei mondi; indica
il cammino di discesa lungo il quale le anime e le creature hanno
raggiunto la loro forma attuale. Esso è anche il sentiero di risalita,
attraverso cui l’intero creato può ritornare al traguardo a cui tutto
anela. L’ ”Albero della Vita” secondo i cabalisti, è la “scala
di Giacobbe” la cui base è appoggiata sulla terra e la cui cima tocca
il cielo. Lungo di essa gli angeli salgono e scendono in continuazione,
e con essi sale e scende la consapevolezza degli esseri umani. Suo
tramite ci arriva il nutrimento energetico generato dai campi di Luce
che circondano la Creazione. Lungo la serie di canali delle Sefirot,
tale nutrimento scorre e discende, restringendosi e suddividendosi fino
a raggiungere tutti gli esseri che ne hanno bisogno per sostenersi in
vita. Lungo l’Albero della Vita salgono anche le preghiere e le forme
di coscienza di coloro che cercano Dio e che desiderano vivere in regni
sempre più vasti e perfetti dell’Essere.
I tre pilastri dell’Albero della Vita corrispondono alle tre vie
iniziatiche: Facile, colonna della Grazia (destra), Difficile, colonna
della Severità (sinistra), Regale, colonna della Clemenza, (centro).
Solo la via Regale ha in sé la capacità di unificare gli opposti.
Senza di essa l’Albero della Vita diventa quello della conoscenza del
bene e del male. I due pilastri rappresentano inoltre le due polarità
basilari di tutta la realtà. L’insegnamento principale contenuto
nella dottrina cabalistica è quello delle integrazioni delle componenti
maschile e femminile, da effettuarsi sia all’interno della
consapevolezza umana che nelle relazioni di coppia.
Spiegano i cabalisti che il motivo principale per cui Adamo ed Eva si
lasciarono ingannare dal serpente fu il fatto che il loro rapporto non
era ancora perfetto. Il peccato di Adamo consistette nell’aver voluto
conoscere in profondità la dualità senza aver prima fatto esperienza
sufficiente dello stato di Unità Divina, e senza aver portato tale unità
all’interno della sua relazione con Eva. Dopo il peccato, l’Albero
della Vita venne nascosto, per impedire che Adamo, con il male che aveva
ormai assorbito, avesse accesso al segreto della vita eterna e, così
facendo, rendesse assoluto il principio del male. Adamo doveva fare
esperienza della morte e della distruzione, poiché lui stesso aveva,
purtroppo, scelto così. Tramite tali esperienze negative il suo essere
malato avrebbe potuto liberarsi dal veleno del serpente e ridiventare la
creatura eterna che Dio aveva concepito. Quindi tutte le esperienze
tragiche e dolorose che purtroppo succedono durante la vita umana, sono
da considerarsi, anche, occasioni per rendersi conto della distanza
frappostasi tra lo stato ideale, del quale conserviamo la memoria nel
super-conscio, e lo stato attuale. Esiste però una via più facile, più
piacevole, la quale, pur non eliminando completamente la sofferenza, ci
permette già da adesso di assaggiare la gioiosità e la perfezione
contenuta nell’Albero della Vita, in misura variabile a seconda delle
capacità di ognuno. Si tratta della via della sapienza esoterica, la
Cabalà.
Come dice la Bibbia, la via che conduce all’albero è guardata da una
coppia di Cherubini, due angeli armati di una spada fiammeggiante. Essi
rappresentano le due polarità fondamentali dell’esistenza, così come
si esprimono sui piani più elevati della consapevolezza. Con il
graduale riavvicinamento e riunificazione di tali principi, questi
angeli cessano di essere i “Guardiani della soglia” e diventano i
pilastri che sostengono la porta che ci riconduce al giardino
dell’Eden.
Il mondo come manifestazione del divino è formato in realtà di quattro
“mondi” come li chiama sempre la Cabalà. Essi sono: a) il mondo di
Azilut o della emanazione; b) il mondo di Beriah (Briah), o delle idee
creative; c) il mondo di Yetzirah o delle formazioni creative; d) il
mondo di Asiyah o della materia creativa.
Il mondo di Azilut costituisce il dominio delle dieci Sefirot. Il mondo
di Beriah contiene il trono divino che emana dalla luce delle Sefirot ed
anche le anime degli uomini pii. Il mondo di Yetzirah è la scena degli
“Atrii Divini”. I sette atrii celesti guardati dagli angeli in cui i
ricercatori si sforzano di essere ammessi. Gli angeli hanno qui la loro
dimora, governati da Metatron; e vi si trovano anche le anime degli
uomini ordinari (considerati distinti dai pii). Nel mondo di Asiyah si
trova l’ordine inferiore degli angeli. Gli Ophanim, il compito dei
quali è di combattere il male e di ricevere le preghiere degli uomini.
Così, considerando che la gerarchia degli angeli incomincia solo con il
“terzo mondo”, mentre le anime dei pii appartengono al
“secondo”; possiamo dire che la posizione dell’uomo nella
evoluzione divina, è superiore a quella dell’angelo.
Ma parliamo, ora, del contenuto delle Sefirot.
Nella Bibbia leggiamo: Dio disse: “Sia la luce. E la luce fu”. È,
quindi, la parola di Dio che crea e le Sefirot (manifestazioni,
emanazioni, luci) che sono la manifestazione di Dio operante nel cosmo (YEVE’),
sono esse stesse la parola di Dio, Sono la Scechinàh, (la presenza di
Dio fra gli uomini). Ogni Sefira è infatti un nome di Dio (nome, numero
e forma). Un nome che l’En-Soph nella sua azione creatrice adopera per
appellare se stesso (si chiama in causa). La Creazione avviene
attraverso le Sefirot in Dio. Essa costituisce un movimento interno
dell’En-Soph. È il movimento in cui l’En-Soph rompe il diagramma
che lo cela alla vista dell’uomo ma si manifesta a livello delle
Sefirot. (Nella creazione, dice lo Zohar, Dio si manifesta come Io, Tu,
Egli. Quando il suo impulso creativo prende l’avvio è, Egli. Quando
parla al cuore dell’uomo e si fa conoscere alla sua anima con amore e
benevolenza, Dio è, Tu. Ma quando si dispiega in tutta la sua potenza
manifestandosi nel pieno del suo fulgore e nel complesso delle sue
infinite capacità è, Io). Le Sefirot, quindi hanno un nome con il
quale Dio si chiama in causa per creare, e lo fa seguendo un ordine
numerico e assumendo una forma. Nel numero ritroveremo, quindi, le
qualità del nome e della forma ; nelle lettere, che sono la forma,
ritroveremo le qualità del numero e del nome.
Nel Libro Yetziràh: cap I°, Sez. 8 è scritto:
Dieci Sefirot Belimà:
UNA: Lo Spirito del Dio Vivente, Benedetto Lui e Benedetto il Suo Nome
che è vivente in eterno. La Voce, il Soffio e la Parola sono lo Spirito
Santo.
DUE: Soffio, dallo spirito incise e plasmò con essi 22 lettere
fondamentali.
TRE: Acqua dal Ruach (Spirito), incise e plasmò con essi fango e
calcina. Li incise come una aiuola e ne fece come un muro. Li coprì
come un tetto (e versò su di loro neve, e fu fatto polvere come fu
detto: poiché alla neve dirà: sii terra).
QUATTRO: Fuoco dall’acqua incise e plasmò in essi il Trono di Gloria.
Angeli e Ruote e Animali Sacri e Angeli Aiutanti e con loro tre fondò
la Sua dimora come fu detto: fa i Suoi Angeli, Spiriti e i Suoi
Aiutanti, Fuoco bruciante. Scelse tre lettere dalle semplici nel segreto
delle tre madri “EMESH” e le fissò nel Suo Nome Grande e sigillò
con Loro Sei Estremità:
CINQUE: Sigillò in Altezza.......... e firmò con YHV
SEI: Sigillò di Sotto............... .......e firmò con HYV
SETTE : Sigillò ad Est...................e firmò con VYH
OTTO : Sigillò ad Ovest.................e firmò con VHY
NOVE : Sigillò a Sud.....................e firmò con YVH
DIECI : Sigillò a Nord....................e firmò con HVY
Ad ogni numero corrisponde una lettera e con le operazioni numeriche i
cabalisti penetrano i segreti della Natura e delle Scritture. Le lettere
sono sostituite dai numeri e i numeri dalle lettere.
I numeri si dividono in tre serie, ognuna delle quali ha nove lettere
corrispondenti. (dall’Aleph alla Teth)
La prima serie è composta dai numeri semplici da 1 a 9, chiamati numeri
piccoli.
La seconda serie contiene le decine, da 10 a 90, chiamate numeri mediani
La terza serie è formata dalle centinaia, da 100 a 900, e si tratta di
numeri grandi.
Le migliaia sono rappresentate come unità, ma con sopra due punti.
La Cabala letterale ha tre specie di operazioni:
a) Il Notaricon o arte dei segni
b) La Gematria, che consiste negli scambi e nelle combinazioni delle
lettere
c) La Themurah o trasposizione delle lettere.
Un esempio delle trasposizioni di lettere differenti, lo vediamo
continuamente nella parola sacra, dove sono utilizzate per rappresentare
il gioco incessante con cui la divinità creatrice produce la varietà
dall’Unità.
IEVE ; 2)IEEV ; 3)IVEE ; 4)EVEI ; 5)EVIE ; 6)EEIV ;7)VEIE ; 8)VIEE ; 9)VEEI
; 10)EIEV ; 11) EIVE ; 12) EEVI .
Una illustrazione tipica di un certo misticismo rabbinico è impostata
sui numeri Cabala numerica e sul nome divino. Esempio: il valore
numerico delle lettere che compongono il nome di Metatron è 314 che
corrisponde a quello delle lettere che formano la parola Sciaddai (=
Onnipotente, uno dei Nomi Divini). Perciò l’Essenza di Dio esiste in
Metatron ; egli è il luogotenente di Dio e rappresenta la fase attiva
della divinità come si manifesta nell’universo.
Ogni lettera dell’Alef-Beit ebraico è un vettore di energia e di luce
divina, che agisce sulla consapevolezza umana in modo triplice: tramite
la sua forma, nome, e valore numerico. In altri termini, ogni lettera
ebraica è un canale tramite il quale vengono riversati nel mondo
correnti di purissima energia. Nella lingua ebraica ogni lettera
possiede un nome e un significato compiuto. Ad esempio, Alef significa
“insegnare”, Beit significa “casa”, Ghimel significa
“donare”....... Inoltre lo stesso suono della lettera ha un grande
potere “Mantrico”, se cantato o intonato durante particolari
esercizi di meditazione. Ciò significa che il suono ha la proprietà di
far vibrare, tramite il fenomeno della risonanza, particolari organi
fisici e spirituali, migliorando il loro funzionamento, aprendoli alla
ricezione dei flussi energetici provenienti dalla consapevolezza
cosmica.
Significato cabalistico dell’alfabeto ebraico:
Aleph = uomo ; Beth = abitazione ; Ghimel = organo ; Daleth =
divisibilità ; He = soffio vitale ; Vau = luce, chiarezza ; Zain =
inclinazione, tendenza ; Cheth = lavoro ; Teth = rifugio ; Jod =
comando, durata ; Khapf = forma ; Lamed = elevazione, sviluppo ; Mem =
donna ; Nun = frutto ; Samekh = movimento circolare ; Kwain = materia ;
Phe = bocca, parola ; Tsad = termine ; Koph = strumento tagliente ; Resh
= testa umana ; Shin = fuoco ; Thau = reciprocità.
Ora guardiamo da vicino le quattro lettere che compongono il nome di
Dio, YEVE ‘ o TETRAGRAMMATON.
YUD = ABBA = PADRE numero 10
HEY = IMA = MADRE numero 5
VAV = ZEIR ANPIN = VOLTO IN MINIATURA = FIGLIO numero 6
HEY = NUQVA = FEMMINA= FIGLIA numero 5
La somma dei numeri che compongono il nome di Dio, YEVE’ è, quindi,
26 = 8
Il numero 8 esprime equilibrio (al livello di prima lettura), idee di
lavoro, calore, legislatura, azione normale, ma è anche il segno
dell’infinito (terza lettura) e delle espressioni o figure di Dio (PARTZUFIM,
preposte alla salvaguardia del bene) e vogliono dire: YUD = espressioni
e figure (= PARTZUFIM); HEY = Anime (= NESHAMOT); VAV = Luci (= SEFIROT);
HEY = Mondi (= OLAMOT).
Da OLOMOT (Mondi, Universi) abbiamo i quattro mondi della creazione: YUD
= ATZILUT = EMANAZIONE; HEY = BRIAH = CREAZIONE ; VAV = YETZIRA’ =
FORMAZIONE ; HEY = ASSIAH = AZIONE.
.Dalle SEFIROT (Luci) abbiamo le dieci emanazioni e in questa fase i
recipienti ricevono una prima rivelazione della Luce. SEFIRA significa
tre cose: “Numero”, “Storia”, “Pietre Preziose”.
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