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GEBURAH www.fuocosacro.com |
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Abbiamo detto, parlando di Chesed, che è una
Sephirah che si esprime tramite benevolenza e generosità senza limiti.
È l’amore che tutto perdona e giustifica e abbiamo detto che la
creazione è dovuta al Chesed di Dio come dice il verso biblico “Olam
Chesed, ibanè” = il mondo viene costruito sull’amore”. Chesed è
la capacità di attrarre a sé, di perdonare, di nutrire i meritevoli
come i non meritevoli. È attaccamento e devozione, è la mano destra
che vuole chiamare a sé, avvicinare gli altri. Ma perché tutto questo
potesse esistere anche in noi si è reso necessario il principio di
ristrettezza e di severità che permettesse attraverso lo Zimtzum di far
sì che la Luce Infinita divenisse finita. La Sephirah Geburah è quella
che rende possibile l’esistenza di qualcosa di diverso dal bene
assoluto, un bene relativo, la radice dei nostri mali, ma è anche vero
che tramite essa, noi finiti possiamo ritornare infiniti, perché in
essa c’è anche la radice del bene assoluto, Chesed. Infatti nella
evoluzione umana, prima di arrivare a Chesed, si deve conquistare
Geburah e questo significa che dobbiamo passare attraverso la Forza
della Severità che in questa Sephirah si rivela più che mai spietata.
Non si può accedere alla fonte inesauribile di “Amore” senza
riuscire a separare il bene dal male, le tenebre dalla luce, le esigenze
della personalità da quelle dello spirito e senza lottare per
allontanare il male e far trionfare il bene. In una frase biblica
leggiamo: “Il Cielo è dei Violenti” Sembra proprio un paradosso, ma
è pur vero: per arrivare all’Amore con la “A” maiuscola bisogna
essere, in un certo senso, violenti. La violenza per la “Conquista dei
Cieli”, è da intendersi come violenza contro ciò che è male per
l’evoluzione e la consapevolezza, è da intendere come violenza contro
i nostri demoni, ed è da ritenersi quella forza di Geburah che si pone
al servizio di Dio e questo è il vero significato della forza di
Geburah che nell’Albero della Vita viene in ascesa dopo Thiphereth
(equilibrio) e vuole raggiungere Chesed (amore). Ma la Forza che nasce
da Geburah, a livelli più bassi, può anche manifestarsi nell’essere
umano sotto forma di rabbia, di vendetta, di rigidità, di fredda
decisione e così via.
Geburah, significa “Forza”, è al centro del Pilastro della
Severità e possiamo dire che è l’origine del pianeta Marte, che come
tutti sappiamo è il pianeta rosso, associato alla guerra, al ferro
infuocato. Ma la Cabala ci insegna che tutte le Sephiroth sono Sante e
che sono tutte illuminanti e necessarie alla crescita individuale. È
inconcepibile pensare che la crescita verso l’Amore puro, verso
l’affermarsi di una vita cosciente di un individuo limitato non passi
attraverso grandi prove. La nostra personalità è basata sugli istinti
di conservazione, che tendono a sopraffarci, tanto che spesso, e per
alcuni in maniera stabile, si impadroniscono anche dei piani superiori
che sono in noi: riescono, infatti, a soggiogare non solo il piano
fisico che è per natura tendente alla pigrizia, ma anche quello emotivo
e quello razionale, offuscando i nostri Principi Superiori e le nostre
esigenze di infinito. Si può uscire dalle grinfie degli istinti della
personalità solo se lo desideriamo in maniera sentita, oserei dire
imperiosa, quasi violenta, e se prendiamo coscienza di quello che
vogliamo veramente. Lo studio della Cabala può aiutarci a conquistare
una coscienza sempre più ampia di quello che è il nostro compito nella
vita e di come dobbiamo agire per realizzarlo, senza che ci venga detto
o imposto da altri. Tutte le religioni ci insegnano quale può essere il
nostro bene, ma se in noi non si è svegliato il desiderio della
conquista del bene assoluto e non siamo pronti a conquistarlo, i loro
insegnamenti saranno considerati sempre moralistici e imposti
dall’esterno.
Per questa ragione, studiando le varie Sephiroth cerchiamo di capire o
meglio di prendere coscienza di come siamo fatti, di quali sono i nostri
archetipi o i nostri Principi basilari e cerchiamo di studiare come fare
leva su di essi per rendere la nostra vita sempre più da risvegliati e
autentica. Per ogni Sephirah che superiamo, il nostro stato di coscienza
si amplia e diventiamo più consapevoli del nostro posto nella vita e
nell’universo tanto da saperci autoimporre sacrifici impensabili per
conseguire scopi più idonei alle nostre possibilità umane.
Geburah, come abbiamo già accennato, è ritenuta essere la sephirah che
nella discesa della Luce Infinita d’Amore, si incarica di
restringerla, controllarla e indirizzarla e, come mano sinistra che
ridimensiona la Luce, di farla giungere a noi, ma è ritenuta anche
quella forza atta a porre limiti e termine a ciò che è negativo
all’esistenza. Quindi senza Geburah, l’Amore non potrebbe
realizzarsi in noi, non troverebbe un recipiente adatto a contenerlo.
Geburah fa spazio alla Luce togliendo ciò che è negativo, inoltre
rende l’Amore saggio e attivo. Di per sé l’Amore, nell’essere
umano, sarebbe un sentimento pio e meritevole, ma privo di dinamismo e
discernimento. Nell’anima illuminata, Geburah, non scompare,
corrisponde al “Timor di Dio”. Si tratta del timore che nasce dalla
consapevolezza di essere arrivati molto in alto, di aver acquistato una
responsabilità maggiore, in base alla quale verremo esaminati, secondo
le capacità di comprensione raggiunte. È il timore che nasce dalla
contemplazione delle vette ancora da raggiungere, dalle altezze ancora
da scoprire. Timore e rispetto per ciò che si percepisce “Grande e
Giusto”. Se non abbiamo rispetto e timore del vero Amore, sarà
proprio Geburah che ci farà capire che siamo ancora soggetti
all’illusione e di non essere in grado di saper amare veramente,
perché la sua forza, senza Chesed, si trasformerà in male per noi. Il
”Timore Reverenziale” quello dovuto all’acquisizione di maggiore
consapevolezza è quello che ebbe Isacco sul monte Moria. Il Patriarca
che viene tradizionalmente associato a Geburah, il figlio unico di
Abramo e Sara, che pur consapevole di dover essere sacrificato a Dio,
seguì ugualmente il padre. Geburah, in Isacco, è al suo meglio,
diviene la capacità di offrire la propria vita in sacrificio, per
rendere testimonianza alla propria fede in Dio. È la forza di
restituire la vita a chi ce l’ha data, in qualunque momento ciò ci
venga richiesto.
Quindi nella personalità, la eccessiva espansività di Chesed, non
ancora stabilizzato, viene bilanciata da Geburah che rappresenta sia la
capacità di opposizione, cioè di bloccare tutto ciò che può essere
dannoso all’anima, sia la forza e la robustezza necessarie per
misurarsi con circostanze avverse. Ma se consideriamo Geburah, ancora
squilibrato, senza l’influsso di Chesed, cioè dell’Amore, vediamo
la sua forza divenire eccessiva e divenire la radice del dolore, della
sofferenza, delle difficoltà, delle malattie e del male in genere.
Geburah è da considerarsi anche la radice dell’intensità della
esperienza, dell’eccitazione, dell’entusiasmo, della determinazione,
della forza di carattere, e che a volte, a livelli bassi, si manifesta
come emotività negativa: paura, rabbia, odio, vendetta, ecc.. Geburah
da sola indica la piena separazione e divisione e per questo viene
associata al secondo giorno della Creazione. Leggiamo nella Bibbia:
“Nel secondo giorno, Dio separò la Luce dalle Tenebre” e vi fu la
divisione delle acque, quelle Superiori da quelle inferiori. E nella
Bibbia non è scritto, per il secondo giorno, come per il primo,
associato a Chesed, “ E Dio vide che era cosa buona”.
All’interno dell’Essere Divino, dicono i commenti biblici (come già
abbiamo accennato), Geburah è stata la “Forza” necessaria per
operare lo Zimtzum o Restrizione , l’atto tramite il quale la Luce
Infinita che riempiva l’esistenza, venne completamente velata perché
si potesse preparare lo spazio all’interno del quale sarebbe stata
possibile l’esistenza delle creature finite. Tutto il male che è in
noi deriva da questa Restrizione o Zimtzum la cui conseguenza è quella
dell’invisibilità del Divino e quindi delle prove della sua
esistenza. Il Creatore, essendo infinito, non può manifestarsi a noi
limitati, siamo noi che ci dobbiamo proiettare sinceramente verso la sua
luce e solo allora possiamo essere aiutati perché avremo trovato la
giusta strada. Anche se Geburah è da considerarsi l’origine
dell’oscurità delle cose nascoste e del senso di mancanza e di vuoto
è pur sempre il veicolo più giusto. Lo spazio vuoto, come ci insegna
anche la fisica moderna, non sarà mai completamente tale. Le onde
energetiche si trasmettono anche attraverso lo spazio vuoto e per questo
si può postulare l’esistenza di un campo unificato che è
potenzialmente presente anche nel vuoto assoluto. Dal quale campo si
possono estrarre particelle elementari tipo fotoni, gravitoni e altre.
In Cabala, infatti si dice che lo Zimtzum non ha nascosto del tutto la
Luce Infinita, ma al suo interno è rimasto un Reshimo o Rimanente. E
che il Bene Assoluto non è stato tolto, ma solamente nascosto, ed è
tenuto in serbo per “Coloro che temono Dio”.
Geburah (Forza) e Chesed (Amore) sono le origini delle due qualità
fondamentali dell’animo: l’Amore e la Forza; l’attrazione e la
repulsione. L’importanza del loro interagire si deduce
dall’affermazione che queste due Sephirot sono le due ali
dell’essere umano, ciò che lo rende simile agli angeli. È la
ricchezza e l’espansione del nostro essere emotivo che ci dà la
possibilità di volare, cioè di sollevarci al di sopra
dell’attrazione gravitazionale della materia. La Cabala afferma che,
nell’essere umano, la forza di volare non deriva dal mentale o sfera
intellettuale, ma soprattutto dal coordinamento dell’amore con una
sana e potente attività. Geburah da sola significa isolamento,
significa disordine, entropia (seconda legge della termodinamica che
prevede un evitabile aumento del grado di disordine nel sistema vitale),
ma quando interagisce con Chesed passiamo sotto la legge dell’anti -
entropia, secondo la quale la crescita e lo sviluppo della
consapevolezza umana non hanno limite, dato che loro tramite si riesce a
portare nella creazione un grado d’ordine sempre maggiore, ad
infinitum.
Abbiamo quindi bisogno del realismo di Geburah per equilibrare
l’idealismo di Gedulah o Chesed, altrettanto quanto abbiamo bisogno di
temperare la giustizia con la grazia. Geburah è l’elemento dinamico
della vita che porta attraverso e sopra gli ostacoli. Il tipo mancante
di aspetti marziani non affronta mai la vita. Quando abbiamo imparato a
renderci conto delle esperienze restrittive, abbiamo preso la prima
delle iniziazioni di Geburah; e quando abbiamo imparato a perdere la
nostra vita al fine di ritrovarla, abbiamo preso la seconda. Esiste un
certo tipo di coraggio in Geburah che non teme la disgregazione, perché
sa che tutti i principi spirituali sono indistruttibili. Geburah è
distruttivo soltanto per ciò che è temporale; esso è il servitore di
ciò che è eterno. Possiamo dire che è la sede della nostra coscienza.
Non dobbiamo mai maledire la spada e considerarla strumento del demonio,
essa stessa, se la consacriamo e la benediciamo, potrà sconfiggere
qualunque male e il possente Khamael, Arcangelo di Geburah, guiderà i
Seraphim nella battaglia, non con rabbia distruttiva, ma con temperanza
e impersonalmente al servizio di Dio in modo che il male possa essere
spazzato via e possa prevalere il bene assoluto.
L’immagine magica di un potente guerriero sul carro di battaglia
indica la natura dinamica della forza di Geburah e così il chakra
mondano, Marte. L’esperienza spirituale è la Visione di Potere. La
corretta manipolazione del potere è una delle maggiori prove: si deve
conoscere la legge dell’alternanza e della trasmutazione tramite
sacrificio quando è necessaria la grazia e la severità, capire il
momento di intervenire drasticamente per stroncare le situazioni
negative sia nel governo della propria personalità sia in quello di una
nazione. Colui che ha chiara la legge dell’alternanza capisce quando
è il momento di aspettare, se vuole agire con profitto. Chi ha il
Potere deve saper rinunciare a cose importanti per se stesso, a favore
di altre che riguardano il bene della comunità. Il Sacrificio non
imposto è il mezzo migliore per cambiare la forma e la funzione di
un’energia, è in realtà la trasmutazione di una forza. Un atto di
sacrificio per essere convertito in energia spirituale ha bisogno del
macchinario sia psicologico che cosmico, ciò che sacrifichiamo brucia
nel fuoco delle nostro desiderio e con la forza - vapore cosmica. Questa
energia spirituale così ottenuta sarà libera di essere applicata ad
altri meccanismi e quindi riapparire sul piano della forma nel modo
desiderato.