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La Via dei Chakra
Voyager |
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"E vidi nella
mano destra di Colui che era assiso sul trono un libro a forma di rotolo,
scritto sul lato interno e su quello esterno, sigillato con sette sigilli.
«Chi è degno di
aprire il libro e scioglierne i sigilli?».
Ma nessuno né in
cielo, né in terra, né sotto terra era in grado di aprire il libro e di
leggerlo.
Io piangevo molto
perché non si trovava nessuno degno di aprire il libro e di leggerlo.
Uno dei vegliardi mi
disse:
«Non piangere più;
ecco, ha vinto il leone della tribù di Giuda, il Germoglio di Davide; egli
dunque aprirà il libro e i suoi sette sigilli».
Poi vidi ritto in
mezzo al trono circondato dai quattro esseri viventi e dai vegliardi un
Agnello, come immolato.
Egli aveva sette
corna e sette occhi, simbolo dei sette spiriti di Dio mandati su tutta la
terra.
E l`Agnello giunse e
prese il libro dalla destra di Colui che era seduto sul trono.
Cantavano un canto
nuovo:
«Tu sei degno di
prendere il libro
e di aprirne i sigilli,
perché sei stato immolato
e hai riscattato per Dio con il tuo sangue
uomini di ogni tribù, lingua, popolo e nazione e li hai costituiti per il
nostro Dio
un regno di sacerdoti
e regneranno sopra la terra».
Durante la visione
poi intesi voci di molti angeli intorno al trono e agli esseri viventi e ai
vegliardi.
E i quattro esseri
viventi dicevano: «Amen».
E i vegliardi si
prostrarono in adorazione."
Nella tradizione
Buddhista il Samsara si svolge nei sei regni della rinascita.
Questi sei reami, i
sei lokas, sono così suddivisi:
Loka degli esseri
infernali
Loka degli spiriti
famelici
Loka degli animali
Loka degli esseri
umani
Loka degli Asura
Loka dei Deva.
Ciascuno di noi, a
seconda delle tracce karmiche lasciate dalle incarnazioni precedenti,
rinasce incarnandosi in uno dei sei loka.
Sempre nella
tradizione Buddhista ci viene ricordato che tutta la manifestazione sorge
dalla nostra mente ed in essa si dissolve.
Riteniamo quindi che
i sei loka siano regni al di là di noi, ma allo stesso tempo dentro di noi.
In diversi momenti
della nostra vita attraverso le nostre emozioni manifestiamo gli attributi
degli esseri di ciascuno dei sei reami e sperimentiamo la stessa sofferenza
che essi provano.
In questo senso i sei
loka del Samsara possono essere associati ai chakra del corpo umano.
I sette chakra
dividono il regno della manifestazione in due dimensioni con due livelli
vibrazionali differenti.
Guardiamo ad essi in
questa ottica: 3 + 1 + 3 con un punto di fuga per ognuno.
Nella prima triade,
primi tre loka, vivono gli esseri infernali (Muladhara), gli spiriti famelici
(Svadhistana) e gli animali (Manipura).
Nella seconda triade,
4° - 5° e 6° loka, vivono gli esseri umani (Anahata), gli Asura (Vishudda)
ed i Deva (Ajna).
Ancora nella
tradizione buddhista si fa notare che non v'è differenza tra i regni di
incarnazione, in quanto tutti sono soggetti ad ignoranza e sofferenza.
In questo senso chi
si incarna nel sesto loka non sperimenta minor ignoranza e sofferenza di chi
si incarna nel primo.
Ma esiste una
distinzione per quanto riguarda il quarto loka, quello degli esseri umani, in
quanto viene definito il solo dal quale sia possibile giungere alla
liberazione.
In questo senso,
siamo fortunati, in quanto incarnati nell'unico reame in cui c'è la porta
d'uscita!
Una delle pratiche
preliminari, da intraprendere prima di pratiche più avanzate, è la pratica
di purificazione dei sei loka.
Purificando i sei
loka dentro di noi, bruceremo le tracce karmiche più grossolane e raffineremo
la nostra consapevolezza.
Consideriamo ora il
viaggio dell'iniziato attraverso le porte.
Prendiamo come
oggetto di osservazione il modello più semplice della scala.
Muladhara - il primo
regno - esseri infernali - rabbia
L'emozione negativa
che sta alla radice del primo loka è la rabbia.
Gli esseri infernali
passano il tempo ad odiarsi, uccidersi, farsi violenza l'un l'altro.
Mettiamoci nel primo
chakra, cosa sentiamo?
Avvertiamo il nostro
legame con la terra, sentiamo un punto di congiunzione unico con essa.
Ma più di questo non
riusciamo a scorgere.
Siamo consapevoli che
è il nostro punto di contatto con la terra, siamo consapevoli che è lì che
ci troviamo e da lì non possiamo sfuggire.
Dall'interno di
questo chakra non ci è dato di comprendere il perchè della nostra
situazione.
Per quanto
indaghiamo, troviamo solo un senso di unione con la materia ed a tratti questo
senso è coercitivo, perchè non c'è luce, dentro questa sfera, in cui
possiamo riconoscere la nostra consapevolezza.
Cosa possiamo fare?
Possiamo attaccarci a quest'unico punto di terra che riconosciamo con tutte le
nostre forze, perchè è l'unica sicurezza che quì abbiamo.
Restiamo legati ad
esso e godiamo di questo possesso. Ci siamo seduti sul nostro trono.
Ma la realtà è che
non abbiamo idea di cosa sia questo trono (ricordate, vi siete messi nel primo
chakra, se lo avete fatto, non avete ricordo di quel che c'è oltre).
E' la prima porta, il
primo sigillo.
Siamo fermi in essa,
questa terra ferma e densa e non sappiamo perchè.
Dentro di noi, col
tempo, si forma una granda paura: paura di rimanere bloccati, paura di non
respirare, che non vi sia luce, che non vi sia uscita.
E allo stesso tempo
attaccamento a questa condizione, perchè l'unica che abbiamo, l'unica
che possiamo ciecamente difendere.
Qualunque movimento
in noi sarà paura. Qualunque movimento fuori di noi genererà rabbia.
MA
Possiamo sentire
diversamente.
Questa terra nera in
cui siamo immersi cos'è?
Questo buio, questo
silenzio, cosa sono?
Perchè è tutto così
denso, così fitto?
Cosa sentiamo adesso?
Il silenzio non è più
un'ordine muto, ma è stasi e pace.
Non siamo rinchiusi,
siamo solo fermi.
Questa sosta è per
assimilare gli elementi del terreno in cui siamo immersi.
L'insegnamento è:
assimila, sedimenta, trasuda la tua sostanza all'esterno, in uno scambio mutuo
e lento.
L'antidoto è amore.
Svadhisthana - il
secondo regno - spiriti famelici - avidità
Abbiamo oltrepassato
la prima porta, abbiamo acquisito conoscenza ed imparato che l'ambiente
attorno a noi non è lì per minacciarci ma ci fa crescere e ci fa bene.
Ora siamo bravissimi
ad assimilare dall'esterno e sappiamo che ci dà soddisfazione.
L'incarnazione nel
secondo loka è data dall'emozione negativa detta avidità.
Gli esseri famelici
hanno bocche piccole ed uno stomaco enorme, mai pieno.
Cercano insaziabili
ed insaziati fuori di sè qualcosa che riempia il loro ventre senza fondo, ed
un senso di vuoto lacerante li divora.
Mettiamoci nel
secondo chakra, cosa sentiamo, chi siamo lì?
Sentiamo che siamo
acqua, un fluido bacino di acqua. Una sensazione languida ci avvolge, siamo
immersi nella fonte stessa del desiderio.
E' così piacevole
che non potremmo farne a meno.
Qualunque cosa cada
in quest'acqua o tocchi quest'acqua ci muove, ci avvolge, ci scioglie di
piacere.
Ma se solo pensiamo
che possa finire e che ritorneremo al secco e all'immobilità siamo
terrorizzati, ci sentiamo svuotati, abbandonati, disperati.
Ne accumuliamo
famelicamente.
Vogliamo vogliamo
vogliamo.
MA
Possiamo capire cos'è
questa voglia e da dove ci giunge il suo soddisfacimento.
Cos'è che è così
dolce?
Cos'è che è così
piacevole?
Cosa fa muovere di
delizia questa stessa acqua?
E perchè crediamo
che questa delizia possa avere fine?
Non avrà fine se la
lasciamo muovere, l'acqua ferma soltanto è morta.
Lasciarla muovere ci
dà delizia, non fermarla.
Quest'acqua è in
tutto/i, è per tutto/i e non avrà fine.
Il dare ci restituirà
gioia. Concediamo.
L'antidoto è
generosità.
Manipura - il terzo
regno - animali - ignoranza
Superata la seconda
porta viviamo in uno stato di apertura totale verso l'esterno. Diamo e
riceviamo elementi ed energia.
Ma siamo come animali
che non sanno perchè questo accade.
Ciò che affligge gli
esseri di questo loka è l'ignoranza.
Vivono una vita
intensissima, sentono emozioni continue, vengono impressionati da tutto quello
che li circonda.
Ma non sanno perchè!
Non sanno cos'è questo continuo movimento, queste sensazioni, quello che in
essi si agita gli è sconosciuto.
Entriamo nel terzo
chakra: cosa sentiamo?
Un nodo, un fulcro,
un qualcosa di forte che ci tira dentro.
Ma cos'è? Cos'è??
Fa male tanto è forte. Fa paura quanto è intenso. Cosa sarà mai!!??
Ci fa ripiegare in
noi stessi per la paura.
Come animali
selvatici impauriti ci rintaniamo.
MA
Se io non mi chiedo
cos'è, se mi metto lì buono buono e ascolto, questo nodo cos'è?
Se non scappo per la
paura ma rimango quì, fermo, sereno, che trovo?
Sono io!
Io!
Questo nodo è la mia
potenza, la mia forza, il mio essere quì e ora, la mia presa di possesso del
mio essere.
Sono io, e questo
corpo è mio!
Mi sono conosciuto.
Ho acquisito
consapevolezza del mio essere uno.
L'antidoto è:
conoscenza.
A questo punto
avviene il primo salto dimensionale.
Entriamo in un nuovo
paradigma.
Anahata - il quarto
regno - esseri umani - gelosia
Acquisendo la
consapevolezza del mio essere, sono entrato nel mondo degli esseri umani.
Entriamo nel quarto
chakra: abbiamo imparato che io sono quì e il resto è fuori di me.
Siamo ben piazzati,
abbiamo il nostro potere, la nostra forza, una gran soddisfazione ci pervade
quando pensiamo "io sono".
E' così piacevole e
così soddisfacente questa appropriazione che cominciamo ad aggiungere qualità
a questo io sono: "io sono così e non così, io sono questo e non
quest'altro".
E sì! E' proprio
bello! Come siamo funzionali! Tutto, ora va benissimo!
Se non fosse che mi
accorgo che se qualcuno mi toglie quello di cui mi sono con così tanta fatica
appropriato, me ne dispiaccio.
Questo pensiero che
gira nella mia testa è così bello, che non voglio rinunciarci.
L'oggetto del mio
pensiero è così importante per me, è il gioco su cui dimostro che ho
imparato a giocare.
Se me lo tolgono,
impazzisco.
Ho passato anni a
definire come è fatto il mio io (che non è come il tuo!) e se mi tolgono una
di queste definizioni soffro.
La mia vita, se penso
che un giorno tutto o qualcosa di questo mi sarà tolto, è un inferno.
MA
Puoi anche sentire
diversamente.
Puoi accorgerti che
quello che hai lo puoi condividere, che la sostanza di quel che sei è fatta
perchè anche divisa per due o per mille sia sempre intera.
Puoi accorgerti poi
che se un oggetto del tuo pensiero ti viene tolto, ti rimane comunque il
pensiero.
Puoi accorgerti che
se ti tolgono anche quel pensiero, rimani ugualmente uno, non perdi lo stato
che con così tanta fatica hai conquistato.
Se anche ti
togliessero questa unità, dov'è il problema? L'hai conquistata una volta, la
potrai, se vuoi, riconquistare quando vuoi.
Questo è solo uno
stadio in cui ti senti così. Sei anche negli altri stati. Solo che sei
diverso.
Ma di che ti
preoccupi? Tieni presente la qualità innata dentro di te, essa soltanto non
può variare.
L'insegnamento è: la
fonte di vita, luce e amore è inesauribile e non risiede nè varia
nell'oggetto in cui si specchia, ma è assoluta.
L'antidoto è una
grande apertura del cuore.
Vishudda - il quinto
regno - Asura - orgoglio
Compreso che siamo
esseri così grandi e che nel nostro cuore alberga una fonte di vita
inesauribile possiamo ancora cadere fascinati.
L'orgoglio è il male
che affligge i semi-dei, impegnati tutto il tempo in battaglie nei cieli.
La sua sede è nel
chakra della gola, il quinto chakra.
Superato il reame del
quarto troveremo un blocco proprio all'altezza della gola.
Entriamo.
Crediamo di essere
potenti, forti. Abbiamo realizzato in effetti qualcosa di molto grande nel
nostro precedente passaggio.
Siamo convinti di
avere la soluzione in tasca a tutti i mali che affliggono gli altri e che ormai
il nostro territorio sia molto importante.
Finiamo per imporci,
nel bene e nel male.
Ci imponiamo agli
altri nell'azione.
Ci imponiamo
proferendo ordini e dictat, regole per tutti: sappiamo di aver ragione.
O ci imponiamo col
nostro silenzio, gli altri non meritano le nostre perle.
Semineremo guerra o paura
o isolamento.
MA
Se solo per un attimo
cerchiamo di ricordare quanta ignoranza, dolore e paura e senso di
isolamento abbiamo sofferto, ci sembrerà stupido affliggere chi è attorno a
noi con la nostra superbia.
Se solo ci
connettiamo nuovamente con quella fonte di vita che abbiamo trovato, scopriamo
che non c'è alcuna verità per cui lottare, alcun nemico da abbattere.
Ci rendiamo conto che
come il tempo ha agito su di noi, dandoci la possibilità di comprendere, agirà
sugli altri, dando loro modo ugualmente.
Se sappiamo che nella
tempesta in molti soccombono ed aumentano le loro sofferenze, non semineremo
più vento.
Ma giunti alla
fascinazione di questo reame sarà molto arduo per noi capire... abbiamo
lasciato alle nostre spalle, l'unico reame da cui potevamo giungere a
liberazione e dovremo attendere una nuova incarnazione umana per mettere in
pratica l'insegnamento del cuore.
L'antidoto è l'umiltà
ed il senso di pace interiore.
Ajna - il sesto regno
- Deva - tutte le emozioni negative centrate nell'io
Gli esseri di questo
regno sono gli Dei.
Sono immortali.
Vivono indugiando con
piacere un po' in tutte le emozioni negative, in una versione
blanda e soddisfacente.
Giochiamo e ci
divertiamo, liberi di fare ogni cosa desideriamo, senza peccato, senza morale.
Ogni cosa desideriamo
si realizza.
Senza sforzo, senza
pena.
Siamo il centro del
piacere stesso.
Conosciamo ogni legge
ed ogni capriccio ci è dato.
Ogni cosa si
materializza a nostro piacimento.
Non scorgiamo più
gli altri mondi, quelli in cui v'è sofferenza.
Stiamo così bene,
così tranquilli e soddisfatti, nella nostra corte di dei a noi simili.
Non vogliamo cambiare
il nostro stato, è così bello!
MA
Gli dei sono gli
esseri più sciagurati, in quanto la sofferenza non li ha mai colti nella loro
gabbia dorata, dandogli la possibilità di capire.
Il ciclo degli dei
avrà fine.
La nostra immortalità,
la nostra vita durata un eone avrà fine.
E quando quella fine
giungerà e la nostra forma si estinguerà finiremo nel bardo.
E lì la scoperta
degli altri mondi e della realtà di illusione in cui abbiamo vissuto fino a
quel momento sarà terribile.
Immaginate: dopo una
vita eterna di colpo scoprire che era solo illusione, che siamo anime cresciute
nell'ignoranza.
E che i mondi che ci
aspettano pullulano di sofferenza, di cui avevamo dimenticato qualunque
memoria.
La disperazione sarà
lancinante.
L'antidoto a questa
gioia egoistica è la totale compassione per tutti gli esseri senzienti che
sorge dalla consapevolezza di sè.
Sahasrara - il
settimo regno
Termino con le parole
di un maestro.
"Attraverso
ciascuna di queste emozioni negative che sorgono dai semi karmici soffriamo
nello stesso modo degli esseri di ciascuno dei sei loka.
Praticando con
fiducia le meditazioni sui sei loka, le cause radice della nostra sofferenza
si dissolveranno gradualmente e tutti gli esseri senzienti ne trarranno
beneficio."
Chiaramente, il
percorso quì descritto, per fini esemplificativi, è stato molto semplice.
Ma nella vita di
tutti i giorni nulla è così lineare, ed i sei regni si manifestano in noi in
ogni singolo pensiero.
Sta a noi ricordare
la luce pura e chiara che tutto indiscriminatamente illumina.
L'Agnello si
sacrifica nel bagno di dolore dei peccati del mondo, per condurre attraverso
ogni luogo la luce.
L'Agnello è l'uomo
che porta nel suo petto chiara questa luce.
Ripercorre ciascuno
dei reami portando in essi sempre più consapevolezza.
Con generosità,
fiducia, consapevolezza, pace e amore egli "è degno di ricevere potenza
e ricchezza, sapienza e forza, onore, gloria e benedizione".
Ricordiamoci che
l'unica via d'uscita è nell'essere umano, nel 4° chakra, nel nostro cuore.
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