Per la Virilità Assoluta
di Emanuele Fusi
"L'essenza del Bushido è
prepararsi alla morte, mattina e sera,
in ogni momento della giornata.
Quando un Samurai
è sempre pronto a morire,
padroneggia la Via"
("Hagakure" di Yamamoto Tsunetomo)
Il maschile ed il femminile sono i principi eterni che hanno governato,
governano e governeranno sempre l’universo e il Cosmo; dalla Terra nascono le
piante e la vegetazione una volta piantato il seme così come dalla donna nasce
la vita una volta che l’uomo la ha posseduta.
Questa legge naturale è una legge inviolabile e sacra, universale ed eterna;
nessuno potrà mai infrangerla, e qualora la pazzia umana tentasse di
delegittimarla, come sta già avvenendo con la fecondazione artificiale o
l’ingegneria genetica o la legittimazione della "famiglia omosessuale", le
conseguenze sarebbero catastrofiche nel breve tempo.
Il principio maschile e femminile sono due principi opposti e complementari,
diversi ed ineguagliabili, e quindi insostituibili e
assimilabili, ma col femminismo si sono dati i primi colpi alla legge
universale di sessi, con le assurde idee che l’uomo e la donna siano uguali e
che la donna deve essere libera ed emancipata dal punto di vista sessuale,
economico, sociale.
Da tutto ciò ne è derivato la dissoluzione delle famiglie, la corruzione del
tessuto sociale, la falsificazione dei rapporti tra uomo e donna.
***
Il mondo moderno e la civiltà occidentale si possono distinguere chiaramente
dalle società tradizionali e sane di una volta e di quelle rare che ancora
esistono, per lo snaturamento complessivo dei tipi sessuali naturali, quello
maschile e femminile, con la conseguenza dello sfaldamento dei loro rapporti.
L’entrata della donna con parità di diritti nella vita privata moderna, la sua
nuova libertà, il suo trovarsi accanto agli uomini nelle scuole, nelle
fabbriche, nelle università, negli sport e perfino nell’esercito ha comportato
la rinuncia della donna ad essere donna, e soprattutto ad essere femmina.
La donna, dunque, quale controparte dell’uomo, è strutturata diversamente: come
potrebbero compenetrarsi ed unirsi se fossero uguali?
Grazie al femminismo, il sesso e la donna sono divenuti i temi dominanti della
società attuale con la conseguenza di una intossicazione sessuale, la cui
controparte è una preminenza della donna nella vita sociale e sessuale. Il tutto
è alimentato da un’atmosfera ginecocratica e matriarcale inculcata tramite
diversi mezzi di comunicazione: cinema, riviste , rotocalchi, concorsi di
bellezza.
Nota giustamente J.Evola che “ la donna è diventata una specie di supporto
quasi disanimato, di centro di cristallizzazione di quell’atmosfera di
sessualità diffusa e cronica, tanto che la grandissima parte delle stelle dai
tratti fascinosi, in pratica, come persone, hanno qualità sessuali affatto
scadenti, il loro fondo esistenziale essendo presso a poco quello di comuni
ragazze sviate e alquanto nevrotiche.”[1]
***
L’intossicazione erotica e la libertà sessuale ha condotto le relazioni fra uomo
e donna ad una banalizzazione e ad un materialismo, a un immoralismo volgare con
la relativa conseguenza del sesso come una specie di genere corrente di consumo
di massa; e, quel che è peggio, si sono sviluppate certe forme femminili di
anestesia sessuale, tipica di quelle ragazze moderne nelle quali esibire la
propria nudità, l’accentuare tutto ciò che può presentare come esca all’uomo, il
culto del proprio corpo, la cosmetica costituiscono l’interesse principale e
danno loro un piacere sublimato
preferito a quello specifico dell’esperienza sessuale normale e concreta, fino a
provocare, per questa, una specie di insensibilità e, un certi casi, perfino di
repulsa nevrotica.
Uno scrittore[2]
ha giustamente rilevato una forma di sadismo psicologico in quelle donne d’oggi
che “mettono ben in mostra il proprio corpo ma fornendolo di un simbolico
cartello con la scritta “vietato toccare”. Tormentatrici sessuali di questo tipo
s’incontrano ovunque: la ragazza che si presenta in bikini ridottissimi, la
signora con provocanti scollature, la ragazzina che per la strada cammina
ancheggiando in pantaloni aderentissimi o con minigonne che lasciano vedere più
della metà delle cosce e che desidera essere guardata ma non toccata, e che sono
tutte capaci di indignarsi”
E l’uomo di fronte a tutto ciò non reagisce, si lascia dominare da queste forme
di regressione psichica che lo rendono completamente soggiogato al culto della
donna, finendo a non pensare ad altro, sprecando il proprio tempo prezioso alla
ricerca della considerazione di questi vuoti umani quali sono le ragazzette di
oggi, la cui più grande aspirazione è quello di essere una show-girl.
Non possiamo non disprezzare le donne moderne con la loro arroganza e la loro
superficialità, con il loro animo volgare e il loro mancato pudore.
L’uomo vero dovrebbe dire di no a tutto questo, dovrebbe rinunciare non al sesso
tout court, ma ad abbassarsi di fronte alle donne pur di avere rapporti
sessuali con loro, che poi nella gran parte dei casi non ha, perchè, come dice
un personaggio di Don Byrne “l’uomo che si perde completamente in una donna,
per quanto il suo amore sia forte, non è un uomo; e la donna sentirà del
disprezzo per lui”; il Remarque ha paragonato
tale situazione ad un masso che amava l’onda: “L’onda spumeggiava e
turbinava intorno al masso, lo baciava notte e giorno, lo abbracciava con le sue
bianche braccia e lo supplicava di venire da lei. Lo amava e mareggiava intorno
a lui, così lentamente lo minava; e un giorno il masso, completamente corroso
alla base, cedette e cadde nelle braccia dell’onda. E d’un tratto non fu più un
masso con cui giocare, da amare, da sognare. Fu solo un masso di pietra in fondo
al mare, annegato in lei. L’onda si sentì delusa e si mise a cercare un’altra
roccia”
***
Il vero uomo dovrebbe riscoprire i valori della virilità e della lotta, dovrebbe
avere come modello per la condotta della propria esistenza la figura
dell’Asceta, dell’Eroe, del Guerriero, e non dell’uomo-macchina che guadagna i
soldi per comprarsi l'autovettura grossa e veloce per far colpo sulle donne da
cui desiderare di avere poi un rapporto sessuale: di tale uomo non possiamo che
provare disprezzo quale offesa alla categoria dei maschi.
Eppure la maggior parte degli uomini sono proprio così: paurosi e timidi.
Ed impauriti di fallire di fronte
alle donne sempre più aggressive e insoddisfatte di questi mezzi-uomini, questi
ultimi cercano di mascherare le loro frustrazioni esibendo beni materiali, soldi
e un fisico ridicolo costruito nelle palestre più alla moda dove cercano di
compensare la loro debolezza interiore con una forza esteriore, assumendo spesso
farmaci che portano anche all’impotenza.
L’uomo interiormente debole merita di soggiogare di fronte alla lotta per
l’esistenza, perchè esso rappresenta un fallimento esistenziale.
L’uomo femminilizzato, interiormente labile, tranquillino, addomesticato dalla
società a divenire un buon produttore ed un cattivo padre, non è un essere umano
e non possiamo che essere fieri della sua distruzione.
La donna è simbolicamente una forza potentissima che ha bisogno di un punto di
riferimento al di fuori di sè che sia fermo, stabile, immobile al quale
appoggiarsi o intorno la quale vorticosamente girare.
La tradizione vedica e antico-indiana chiama il principio femminile "Shakti",
che vuol dire appunto forza, potenza, materia che crea il mondo; ma una forza
lasciata libera a se stessa provoca soltanto distruzione e caos.
La concezione egualitaria e femminista tiene presente solo il lato esteriore
dell’essere umano, la sua materialità, i suoi interessi senza riguardo
all’interiorità: nessuno nega che una donna tramite la propria intelligenza
razionale possa divenire un’ ottimo avvocato
o una personalità politica, ma affiorerà in lei la grande tristezza di
chi non vive secondo la propria natura, e tale tristezza affiora assumendo le
forme della scontentezza, della mancanza di appagamento e di serenità, senza che
sappia naturalmente individuarne la ragione, la causa essendo appunto situata in
profondità, nell’interiorità più intima
Una vera donna dovrebbe avere caratteri totalmente diversi da quelle di oggi,
dovrebbe avere valori profondamente contrari all’attuale epoca, e solo così
potrebbe realizzarsi pienamente, soprattutto amando il proprio uomo.
Ma nonostante tutto la disgregazione esistente nell'epoca attuale, chi vuole
veramente conoscere la propria interiorità non può tralasciare un sano rapporto
con l'altra metà del cielo, la Femmina.
Amare la femminilità in ogni donna è cosa ardua oggi, per i motivi che sono
stati detti; ma è più che necessario cercare di farlo, in quanto senza conoscere
e frequentare l'opposto a noi, è impossibile integrarsi nell'Unità primordiale.
Per questo noi uomini dovremo aiutare le donne a riscoprire la propria qualità
innata di femmina. Ciò che del resto aveva già intuito Nietzsche il grande
filosofo e veggente, che arrivò a capire in maniera lucida che tipo di umanità
sarebbe venuta a predominare dal 1900 in poi; il filosofo affermò che il compito
del vero uomo, in questa epoca di decadenza, è quello di "salvare la donna nella
donna", ossia di aiutarla a preservare il proprio Eterno Femminino, di non farla
degradare in qualcosa di ibrido, di disanimato e di bastardo, che causa
inevitabilmente il prevalere delle forze anonime e onnipervadenti della tecnica
e delle scienza nella vita di tutti i giorni.
La dedizione, il silenzio, la pazienza, la calma, l'accettazione, sono virtù
femminili che salvano e donano pace all'animo irrequieto dell'uomo: questi sono
i lati dell'anima femminile che ogni donna dovrebbe avere cura di coltivare,
invece di aspirare ad eguagliare e/o superare gli uomini in attività di tipo
materiale o intellettuale, che mai potranno realmente realizzarla nell'intimo e
nel profondo.
Assistiamo, al contrario, alla trasmutazione della donna in un essere
artificiale privo di qualità, anch'essa vittima della moderna promessa della
società dei consumi, promesse fatte di benessere, soldi, shopping, divertimenti
banali.
Ma in questa grande parodia, in questo circo di illusioni e di mediocrità senza
fine, il primo essere che ne soffre le conseguenze è proprio la donna, che
grazie al suo intuito e alla sua sensibilità derivatele dal fatto di essere
maggiormente connessa al mondo della natura, realizza nel profondo che l'assenza
di veri e sani rapporti tra uomini e donne, è l'inizio della fine di una
civiltà.
Celebrare un culto al Maschile e al Femminile è una via di salvezza in questa
epoca del Ferro; e pertanto i maschi devono riservare un culto alle vere donne
che ancora serbano dentro di sè la verità e la loro legge naturale in questi
tempi folli, pieni di segni di una prossima distruzione; una lode ad esseri
femminili traboccanti di femminilità, che amano il loro status e che
riescono ancora a dare gioia ai propri uomini che hanno deciso di amare.
Per chi ne è capace, sarebbe di vitale importanza riuscire a celebrare la
Femminilità nei suoi diversi aspetti, da quello creativo e rassicurante, a
quello distruttivo e dissolvente, che poi non sono altro che i due archetipi
fondamentali del femminino eterno (Demetra contro Venere).
In alchimia si parlerebbe di Acque che salvano, e Acque che dissolvono (le c.d.
"acque corrosive"), essendo queste ultime le forze abissali dell'Eros che
l 'uomo deve assorbire attivamente tramite l'atto sessuale, per trasformarle in
ebbrezza salvifica a trasfigurante, secondo gli insegnamenti dell'antica
Tradizione Tantrica Indiana, dell'alchimia sessuale Taoista e della Gnosi
occidentale.
L'energia femminile travolge l'uomo debole, ma rafforza gli uomini virili e
dominatori di se stessi e degli altri: questi sono coloro che riescono ad
assorbire il femminino dentro di sè per non esserne schiavi, divenendo così un
salutare strumento di elevazione psichica e spirituale, verso le regioni
profonde dell'inconscio, ove non esiste la morte perchè vi è completezza,
unione, armonia, totalità con la propria parte diversa ed ignota.
Chi non riesce a fare ciò deve provarci, altrimenti difficilmente potrà muovere
dentro se stesso quelle forza necessarie per vincere le sfide della vita, che
gli esoteristi chiamano da sempre "acque vivificanti" ottenute grazie alla
trasformazione alchemica delle "acque dissolventi" e "corrosive" di cui si è
parlato poco sopra.
Articolo pubblicato nella rivista
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