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La dimensione “politica” di Sri Aurobindo -Interpretando il passato, prospettive per il futuro dell’ Umanità- Vivashavan |
L’azione di Sri Aurobindo e Mère non si è limitata solo all’aspetto spirituale, volta a dischiudere per l’umanità la possibilità di un passaggio evolutivo e un nuovo livello di coscienza, la Supermente, ma si è sviluppata anche su piani più concreti: vi è stata una azione diretta anche sul piano politico e culturale a livello planetario.
Possiamo schematizzare questa azione che non si è mai interrotta per tutta la vita di Sri Aurobindo individuando tre fasi o momenti dell’azione politica di Sri Aurobindo:
- in gioventù fu tra gli ispiratori ed i capi, direttamente “sul campo”, della lotta per la liberazione dell’India dal potere coloniale inglese ed anche dopo che si fu ritirato a Pondicherry per sviluppare il suo yoga continuò a seguire gli avvenimenti del suo Paese;
- dalla metà degli anni trenta e fino al 1945 è impegnato in una strenua lotta, svoltasi a livello occulto, ma non per questo meno reale e concreta, contro il nazismo, la cui vittoria avrebbe per molti aspetti vanificato o rallentato il suo lavoro;
- alla fine della sua vita rende più che mai evidente il sostegno ad una evoluzione umana in grado di dischiudere alla specie le porte per il passaggio ad un più elevato stadio evolutivo. Quest’ultima fase sarà lasciata in eredità a Mère, che la porterà avanti con una azione diretta sui grandi fatti mondiali e con la fondazione di Auroville, che rappresenta la vera speranza per una effettiva futura unità umana.
Intorno a questi passaggi cruciali Sri Aurobindo ha comunque svolto costantemente una azione complessa, sviluppata sul piano spirituale innanzitutto, ma anche su quello mentale e culturale e su quello più direttamente politico, attraverso una attività incessante e praticamente quotidiana. L’azione di un Maestro Realizzato non è solamente quella grossolana di intervento palese e conclamato sulle vicende storiche e politiche, ma avviene soprattutto su piani sottili, rimane ignota e sconosciuta, se non per riferimenti ed accenni fatti dallo stesso protagonista.
Sri Aurobindo sostiene non senza un pizzico di ironia, che la causa ultima di certi avvenimenti chiave della storia dell’Europa, tipo la rivoluzione francese, sono da ricercarsi più che nelle dinamiche economiche, sociali, politiche e militari, nell’intervento di qualche Maestro Yogi immerso nella meditazione in qualche grotta dell’Himalaya.
Rifiutò l’offerta di presiedere il nuovo parlamento indiano, subito dopo l’ottenimento dell’indipendenza del suo paese, indipendenza per cui aveva lavorato direttamente, con l’organizzazione della lotta anche armata, poi successivamente, con molto realismo, propugnando l’alleanza con gli Alleati (e quindi anche con l’Inghilterra) per sconfiggere le forze del male, rappresentate dai nazisti. Ma dalla sua stanza a Pondicherry determinò scelte importanti per il mondo ed per l’India.
Sri Aurobindo non si è comunque sottratto ad una analisi più “mentale” (anche se la sua mente era certamente purificata ed illuminata) ed ha ha esposto in maniera organica la sua visione dell’evoluzione dell’umanità sotto il profilo psicologico, storico, sociale e politico nei due libri “Il Ciclo umano” e “L’ideale dell’unità umana”.
Inoltre con migliaia di lettere ed altri numerosi scritti Sri Aurobindo ha sviluppato la propria azione sul piano politico. Soprattutto in India si è colto questo aspetto dell’azione di Sri Aurobindo, che ha comunque una sua valenza ed importanza su scala planetaria: nelle Università indiane il pensiero politico di Sri Aurobindo è studiato, così come è tenuto in alta considerazione negli ambienti culturali.
Questa è sicuramente una parte del pensiero di Sri Aurobindo meno conosciuta in occidente, tuttavia non è poco importante: affrontare il tema della sadhana dello yoga integrale nella concreta vita ordinaria non può prescindere dalla consapevolezza del quadro complessivo in cui questa sadhana ha luogo e delle indicazioni che anche a questo proposito offre il Maestro.
Sappiamo infatti che nella sadhana dello yoga integrale non vi è solo un movimento ascendente di coscienza, ma vi è anche il movimento discendente per cui la coscienza più alta che si raggiunge ridiscende e rimodella il nostro piano mentale. Poiché nel nostro agire sociale facciamo un riferimento costante (e quasi sempre inconscio) ai nostri valori ed alla nostra cultura, oltre che alle nostre opinioni e simpatie, è importante divenire consapevoli di tutto ciò e aver presente le grandi idee e le grandi opzioni che stanno dietro ai nostri pensieri e ai nostri comportamenti sociali e politici, oltre ché alle dinamiche che ne determinano rapporti ed interazioni.
L’operazione di fare scendere su questi piani una luce ed una coscienza più alta non è certo facile e richiede sicuramente un lavoro lungo e complesso sui propri piani mentali e vitali.
Per aver una visione completa del pensiero di Aurobindo relativamente a questi temi il consiglio è di leggere i due testi sopracitati (“Il Ciclo umano” e “L’ideale dell’unità umana”), può essere utile comunque un sintetico richiamo a quanto ivi contenuto.
Nella visione di Sri Aurobindo l’umanità è una e l’evoluzione è una: non vi sono popoli più o meno eletti. Egli sviluppa una visione “integrale”, “olistica” della storia umana. Non vi sono limiti di tempo, né limiti geografici: considera aspetti che riguardano sia tutti i continenti che tutte le epoche storiche: il suo è pensiero universale.
Sri Aurobindo considera l’aspetto psicologico (e spirituale) come quello in cui avviene principalmente lo sviluppo evolutivo della specie.
Analizza puntigliosamente il passato storico dell’uomo, vedendo in esso un movimento verso la futura unità del genere umano. Attraverso tentativi, momenti di “riflusso”, errori, un procedere.,fino ad ora a tentoni, in analogia con l’evoluzione naturale. E’ prossimo il momento in cui l’uomo avrà la possibilità di determinare queste dinamiche intervenendo in modo cosciente, con una evoluzione cosciente basata su una realizzazione Supermentale.
Assume le idee chiave della rivoluzione francese: libertè, egalitè, fraternitè, e le pone in un’ottica spirituale. La rivoluzione francese non è quindi vista come qualcosa che si contrappone alla religione ed alla spiritualità. E’ questa un pensiero con grande potenzialità di innovazione rispetto alle spiritualità ed alle religioni del passato (e del presente), che considerano quasi sempre la rivoluzione francese, con un semplicismo fuori luogo, come un evento portatore di valori contrari a quelli dello spirito o della religione. Aurobindo sostiene che fino ad oggi, mentre si sono molto sviluppate le tematiche della libertè e della egalitè, ben poca attenzione sia stata rivolta alla fraternitè, vera chiave di volta per la crescita complessiva dell’umanità.
Riprende e sviluppa il tema della “Religione dell’umanità” dandogli una connotazione più ampia. I valori a cui si riferisce sono ben noti e sono alla base del pensiero sociale e politico più evoluto che si è sviluppato nel corso degli ultimi due secoli. Appare estremamente importante che un grande maestro spirituale non solo si confronti con questo credo dell’umanità, ma decida di farlo in buona parte suo, cogliendone i limiti, ampliandolo nella visione e nei contenuti, dando ad esso una dimensione anche di natura spirituale.
Esamina l’obiettivo dell’unità umana, considerandolo non in termini semplicistici e schematici, ma nella complessità del problema e nelle difficoltà teoriche e pratiche della sua realizzazione.
Coglie, ad esempio, i pericoli che deriverebbero dall’affermarsi di un sistema sociale e politico governato e schiacciato dall’uniformità. Presenta e discute invece la sua visione dello sviluppo sociale, che è quella che mira all’unità nella diversità.
Evidenzia quindi l’importanza dello spirito di ogni nazione e dell’apporto che questa può dare all’insieme dell’evoluzione umana e a questo proposito dimostra l’importanza dell’apporto di ogni nazione, di ogni cultura, di ogni lingua. In quest’ottica, il punto d’arrivo non è quindi uno Stato mondiale accentrato, ma la forma di una federazione di stati liberi ed indipendenti.
Coglie la complessità sociale e culturale della società, la sua articolazione in classi e in comunità intermedie fra l’individuo e la nazione. In questo quadro vede l’importanza della dimensione collettiva dell’individuo e del muto scambio fra questo e la collettività in cui è inserito e che lo circonda.
Individua il tema dell’armonia proprio all’interno di questa complessa relazione.
Vede il valore della ragione, ma anche la sua insufficienza. Buona parte de “Il ciclo umano” è dedicato a questo tema e a esaminare come l’evoluzione umana attraversi la fase della Ragione e possa porre le basi per sviluppare al massimo questa facoltà e andare oltre.
E’ importante anche cogliere il metodo usato da Sri Aurobindo: parte sempre da una precisa ricognizione dei fatti, dei processi concreti, della realtà; di ogni tesi esamina aspetti anche contrastanti con il fine di realizzare il vero in una sintesi superiore; pone attenzione alle forze in campo, ricerca le leggi dei processi storici, concretamente e rifuggendo gli schemi astratti; nella sua visione il processo evolutivo è complesso, non è lineare; vede anche gli aspetti vitali della storia umana, oltre che quelli mentali; la sua azione è sempre pragmatica.
Sri Aurobindo aveva colto i segni dell’avvicinarsi di una nuova era, contrassegnata dalla dimensione spirituale, cinquant’anni prima; tutta la sua opera vede un continuo intreccio tra dimensione spirituale ed azione diretta sugli eventi umani, in altre parole tra una spiritualità rinnovata ed una politica rinnovata, cogliendo tutte le difficoltà inerenti il progresso umano.
Su un altro versante vediamo come sia molto attento ai fenomeni nuovi della sua epoca: lo sviluppo impetuoso della scienza ed il fatto che il pensiero scientifico sia globale e non si arresti ai confini delle singole nazioni; il pieno dispiegarsi dell’economia quale fenomeno internazionale; lo sviluppo delle comunicazioni terrestri e marittime e delle telecomunicazioni, ecc. Non considera questi aspetti come qualcosa di antispirituale o una manifestazione della distorsione introdotta dalla mente, ma come il manifestarsi su un piano materiale della sempre maggiore unità della razza.
La grandezza della sua opera consiste nel saper cogliere tutti gli aspetti della vita umana, individuale e collettiva e saperli porre nella giusta prospettiva dell’evoluzione umana verso una società spiritualizzata, governata sempre più da un più alto principio di coscienza.
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