Scacchi

MilleNomi

 

Gli scacchi sono sempre stati una fonte di riflessione profonda nella mia vita.Curiosità iniziale, e poi un grande amore, che bencè poi si è attenuato, è rimasto presente nel mio intimo.

Una delle nostre grandi presunzioni, forse la più grande, è che ogni accadimento della vita, del nostro agire, sia gestibile in se, non soffermandoci a riflettere, doverosamente, come in realtà tutto è collegato, e come tutto si influenza reciprocamente.

Gli scacchi ci insegnano questo.

Quando i pezzi sono ancora disposti nelle caselle di partenza, tutto è possibile, e infinite sono le combinazioni che si aprano alla tecnica e alla immaginazione dei giocatori.

Nel proseguo della partita, mossa dopo mossa, ci accorgiamo che le varianti si riducono in modo progressivo, o drastico, fino a quando le azioni stesse sono forzate, fino a quando non vi sono più mosse utili.

Nel mio avanzamento, lungo l’iniziazione del gioco, ho appreso che non solo la capacità di calcolo era fondamentale, ma anche il riconoscere l’altrui progetto di gioco.

La comprensione che il nostro movimento sulla scacchiera, non è libero, ma ostacolato da quello altrui, ci deve porre nella condizione mentale di visualizzare che sussiste non solamente una forza inerziale interna (difficoltà a porre in essere il progetto ), ma anche una forza antagonista esterna ( l’avversario dinamico ).

Molte volte la mia azione è stata coronata dal successo, molte volte no. Gli insuccessi nel gioco degli scacchi, quando gli antagonisti sono esperti, non sono dettati da grossolani errori o sviste ( anche se possono capitare ), ma bensì da piccoli vantaggi posizionali ( strategici ) che sono a poco a poco persi. Il mio vantaggio è lo svantaggio dell’aversario, e viceversa, in un gioco di specchi multipli.

Possiamo vedere queste negatività strategiche, come dei sassolini, che a loro volta partoriscono altri sassolini, fino ad arrivare ad un punto in cui il peso è insostenibile, e tutta l’illusione del gioco crolla.

Onestamente posso assicurarvi, che la sconfitta per un giocatore di scacchi, equivale ad una piccola morte, come un fulmine che colpisce una torre svettante, in quanto non vi è caso, ma solamente inferiorità.

La vita è come una partita a scacchi, mossa dopo mossa creiamo le condizioni per i nostri successi o insuccessi, o apriamo o precludiamo altre possibilità di manovra, questo accade in modo inconsapevole ( ignoranza di se e della legge), oppure in modo consapevole ( e questo genera una profonda sofferenza intima o una profonda tensione mistica ).

Quando muoviamo i primi passi, tutto è nuovo, tutto è d’oro, e ogni risultato è possibile, e conseguibile in bellezza o essenzialità, ma poi un feroce animale divora, in modo veloce o sottile, il tempo e le possibilità a noi concesse.

Drammatiche sono tre constatazioni:

1. Non siamo mai soli a condurre il gioco della nostra vita.

2. Il feroce animale siamo noi stessi.

3. Nella vita possiamo fallire.

Quanto prima la nostra mente fragile e sofisticata, prenderà consapevolezza di tali ineluttabili verità, e quanto prima potrà essere compiuta un’autentica rivoluzione psicologica, che ci permetterà di porci in modo finalmente attivo e fattivo nei confronti della vita e degli altri.

Il problema della macchina umana, risiede nel credersi protagonista di una partita a scacchi, di cui non ha conoscenza delle reali dinamiche, e questo lo porta a subire un doppio inganno: interno ed esterno.

Nel gioco degli scacchi, non si è Maestri conoscendo le mere capacità di mossa dei pezzi, ma creando armoniosamente in virtù della sensibilità acquisita del potere di influenza della posizione. Non si occupa lo spazio, ma lo si controlla, attraverso una fitta ragnatela di relazioni fra i vari pezzi.

Ciò vale anche nella vita. Se noi non poniamo in essere un’analisi continua del nostro posizionamento, e di quello altrui, ci troveremo, nostro malgrado, ad essere sacrificabili, o inutili all’armonia della partita evolutiva.

In conclusione ricordo che l’Universo, e il rapporto con il divino, è retto da numeri e simboli. Il quadrato rappresenta la materia, e il cerchio rappresenta lo spirito. In geometria esoterica sempre è stato presente il problema della quadratura del cerchio, dell’unione fra i due piani ( quello dell’uomo e quello divino ). Una soluzione fa quella di tramutare il quadrato in ottagono, che ne rappresenta la trascendenza. Le 64 caselle quadrate, che compongono la scacchiera, mi portano a pensare alla trascendenza, della trascendenza.

Alla congiunzione di noi divini in divenire, attraverso una continua evoluzione esponenziale, in modo da aumentare i contatti con la sfera divina, e in tal modo di portare in noi la luce, grazie ai raggi di conoscenza, che da essa promanano.

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