Occidente e Consumismo

di Emanuele Fusi

 

 

"Dalle mie esperienze imparai

a considerare la vita come una cosa seria,

come un problema da risolvere"

B. Croce

 

Gli occidentali conducono in genere una vita meccanica, priva di anima, intelligenza, profondità e amore.

Benchè in ragione della sua prosperità materiale l’individuo contemporaneo abbia potuto superare la maggior parte delle difficoltà di un tempo, nonchè muovere passi importanti verso il conseguimento del suo benessere materiale, lo spirito materialistico ha distolto la sua attenzione dalla realtà, mentre gli aspetti spirituali e morali dell’esistenza umana sono caduti nell’oblio.

Infatti, la civilizzazione attuale ha seminato la confusione e generato grandi turbamenti.

Le scoperte, le invenzioni che sono state fatte fino ad oggi per assicurare, verosimilmente, il benessere umano, non hanno potuto alleviare l’angoscia e le pene effettive dell’uomo, apportandogli altresì un autentico benessere, oppure eliminare le gravi crisi morali di cui soffre.

Aldilà dei suoi bisogni fisici, l’uomo prova un grande slancio per la dimensione spirituale.

Egli è tanto desideroso di avere un conforto morale, quanto lo è di soddisfare i suoi bisogni materiali. Ma, per quanto riguarda i bisogni spirituali, occorre cercarne la soddisfazione nel dominio metafisico.

Ridurre il pensiero umano alla sola sfera della materia è un errore imperdonabile, dato che ciò non è in alcun modo conforme alle esigenze della natura umana.

Il bene dell’uomo, che  ha sempre rappresentato come costante il suo approdo ideale, incomincia laddove il pensiero, nel corso del suo processo di sviluppo, supera lo stadio della civilizzazione materiale.

Osservando le nostre debolezze sociali e i nostri vizi, noi constatiamo che il nostro cammino verso la perfezione non ha seguito un andamento multilaterale, mentre l’individuo contemporaneo, essendosi costruito una falsa idea del vero bene, non ha saputo discernere la strada che lo avrebbe condotto alla salvezza.

***

In uno dei sui migliori libri[1], Konrad Lorenz, premio Nobel per la medicina, affronta nella prospettiva della biologia e dell’etologia, alcuni problemi capitali che si pongono al mondo d’oggi, i quali corrisponderebbero ad altrettanti peccati capitali, che la civiltà occidentale ha accumulato nella sua evoluzione e che minacciano oggi di ucciderla.

Acutamente, con occhio lucido dello scienziato, Lorenz analizza le cause e i meccanismi di questi e altri peccati, la cui gravità è spesso tanto maggiore in quanto non vengono riconosciuti come tali; e tra di essi due sono quelli che hanno ucciso l’anima dell’uomo occidentale: l’estinzione dei sentimenti e l’indottrinamento.

La crescente intolleranza al dolore e il venir meno dell’attrazione del piacere, fa perdere all’uomo la capacità di investire lavoro faticoso in imprese che sono remunerative solo al ungo termine, con la conseguenza dell’impazienza di soddisfare immediatamente ed istantaneamente ogni nuovo desiderio: a tutto ciò è inerente la proprietà dell’inerzia e quindi l’eccessiva preoccupazione di evitare a ogni costo la più modesta sofferenza con la conseguenza dell’irraggiungibilità della gioia e della sua divina scintilla.

L’intolleranza al dolore”, afferma Lorenz, “trasforma i naturali alti e bassi della vita umana in una pianura artificiale, le onde grandiose del mare tempestoso in vibrazioni appena percettibili, le luci e le ombre in un grigiore uniforme”

La conseguenza di ciò è la noia mortale, che minaccia i rapporti sociali che vanno da quello tra i coniugi e i figli, fino a quello con i parenti e gli amici, le cui conseguenze sono sotto gli occhi di tutti: divorzi e separazioni ogni anno in aumento, suicidi, ricerca di fuga nelle droghe, impotenza sessuale nei maschi (come ci conferma il noto psicoanalista e scrittore Claudio Risè, oltre il 40% dei maschi bianchi non è più capace di generare[2]).

L’uomo della civiltà moderna  è troppo annoiato di tutto per coltivare qualcosa di duraturo e non deve far meravigliare più di tanto che le persone più annoiate della vita cerchino continuamente stimoli nuovi tanto che tale mania del nuovo intacca tutti i rapporti dell’individuo con gli oggetti del mondo circostante: tale malattia, perchè di ciò si tratta, fa in modo che ci si stanchi presto del possesso di una macchina o di un paio di scarpe: tali oggetti perdono attrattiva come  la perdono l’amante, l’amico e la patria.

Naturalmente, da tutto ciò, gli unici a guadagnarci sono i grossi produttori e le multinazionali, che grazie ai bisogni artificiali inculcati nelle masse anonime e incolte, sfrutteranno la veloce circolazione delle merci e dei consumi.

Con l’ evoluzione del sistema informatico e delle tecnologie, la comunicazione di massa è diventata oramai planetaria.; è cosa ovvia ai sociologi, agli scienziati della comunicazione, ai giornalisti e agli opinion-makers che il pensiero collettivo e le abitudini generali non si formano spontaneamente, ma sono il più delle volte creati a tavolino e poi immessi nel circuito della comunicazione; ma il pensiero, finchè rimane solamente una idea astratta, non avrà possibilità di consolidarsi nella coscienza addormentata degli uomini: occorre, dice Lorenz, che la teoria si trasformi in convinzione, e che poi si elevi il numero dei seguaci. Eccoci alla creazione della opinione pubblica.

Una volta formatasi l’opinione pubblica, tutti coloro che contestano il nuovo verbo che essa incarna, vengono esclusi dal gioco mediatico e tacciati di eresia, se non di terrorismo: l’indottrinamento esige l’accomunare grandi masse di individui, interi continenti e tutta l’umanità nella stessa falsa credenza; ma tale manipolazione delle masse porta alla rovina dell’umanità.

I fabbricanti dell’opinione pubblica credono che condizionando l’uomo, da esso ci si possa aspettare qualsiasi cosa e farne ciò che si vuole, sia contro la natura (inquinamento) che contro l’uomo (guerre e per il poter economico) e contro la sua profonda essenza (distruzione della coscienza).

Oggi, nell’Occidente, tutti siamo sudditi di un pensiero imposto dall’alto che proclama come unici e veritieri dagli ideali dell’ “American way of life” ed essi stanno minacciando di espandersi in tutto il globo, anche in quelle parti dove le tradizioni religiose e spirituali rimangono ancora vive.

In realtà, non siamo che schiavi degli interessi commerciali del grande capitale e della grande industria alle cui esigenze adattiamo il nostro modo di vivere: mangiare cibi e indossare gli abiti che vengono giudicati adatti per noi, senza che ce ne rendiamo conto.

Il mezzo per tutto ciò è la moda, che riesce a convincere la grande massa addomesticata dei consumatori che il possesso dell’ultimo modello  in fatto di vestiti, scarpe, televisore, perfino animale, ecc., rappresenti il più inequivocabile “simbolo di prestigio”.

Svuotatati gli individui di ogni residuo sano e coscienzioso, messo di fronte all’immenso mercato dei consumi, insomma ridotto ad un animale che vive di istinti, non sarà in grado di contestare neanche i nuovi pensieri che si affacceranno su altri campi che non sono quello dei consumi.

Così, se per l’opinione pubblica, un domani, sarà cosa normale che una coppia di omosessuali possa adottare dei bambini, la gran massa lobotomizzata andrà dietro al numero e alla moda, e quindi se sarà di moda accettare tali idee, ben vengano nella nostra società.

***

E così, in questa oscurità, in questa dimensione troppo umana e materiale, dove non c’è più il ricordo di Dio, in questo deserto, ci sono persone che si rendono contro che dentro di sè le cose non vanno, che non accetta la dittatura delle menti celata dietro il sorriso e l’ottimismo degli show-men, che ha ancora la facoltà di alzare lo sguardo al cielo e provare stupore, interrogandosi sull’Infinito, sentendosi parte di esso ed delle sue leggi.

Ma non sa dove andare perchè il deserto è troppo esteso di fronte a sè, ne vuole scappare, perche è cosciente di appartenere ad un’altra razza, ad un’altra dimensione. e la paura di essere solo in questa battaglia contro il mondo moderno e la civiltà di latta e di metallo, il timore di essere emarginato è grande; ma poi trova amici che sono sul suo stesso livello di coscienza, e non dispera più.

"A partir da un dato punto, non è più per il sangue, non più per un umano destino potrai ancora sentirti unito a qualcuno. Unito ti potrai sentire solo con chi è sulla tua stessa via"[3].

Capisce che non è più solo nel suo duro e difficile cammino pieno di belve e di trappole ad ogni angolo, ma la Fede virile nelle proprie idee e nei Valori dell’ Uomo Integrale e Integrato nella legge di Dio lo sorregge e lo innalza sopra gli uomini-bestia che affollano gli stadi, i cinema, le strade urbane e le discoteche.

Osserva silenzioso questo mondo fatiscente e corrotto  sapendo che tutto ciò porta alla morte dell’Anima e al Niente; prova disprezzo e distacco, ma allo stesso tempo pena, per quei corpi umani dalla faccia metallica che dentro sono già morti.

 



[1]             KONRAD LORENZ, Gli otto peccati capitali della nostra civiltà” Adelphi,Miano

[2]             Claudio Risè, et alias, "LA QUESTIONE MASCHILE", ed.SEB.

[3]             Evola J. "SULLA VISIONE MAGICA DELLA VITA - Introduzione alla Magia quale scienza dell'IO", 1955.

Nell'ora dell'angustia a luce vaga, sopra il suo Golem il suo sguardo è posato. Chi ci dirà le cose che ha provato Dio, al rimirare il suo rabbino in Praga?



Articolo pubblicato nella rivista LexAurea37, si prega di contattare la redazione per ogni utilizzo.

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