Le Caste in India

Simone Taddei

Parte  introduttiva della tesi di laurea in Giurisprudenza . Diritto costituzionale comparato. Titolo: aspetti legislativi del  sistema delle caste in India dal  1947 a oggi.

 

· Il nome India /  cenni introduttivi    -

 

Avvicinandosi  all’argomento India  bisogna armarsi  di un po’  di pazienza  preparandosi  alla possibilità  di dover rivedere concetti  e concezioni  che si  rivelano preconcetti   e pregiudizi dovuti  ad una superficiale  e succinta informazione riguardante  invece un tema di larghissime dimensioni geografiche , storiche, culturali  e soprattutto  di grande diversità al  suo interno . Si dice che ci siano più religioni  all’interno dell’Induismo  che al suo  esterno.  Cominciamo  dal nome . Si dice che il Mahatma Gandhi pianse all’atto della  unificazione  indiana, nel  1947 ,  quando  fu  scelto il nome India. Il nome oramai nel  corrente uso mondiale da diversi secoli non  apparteneva alla storia linguistica del  subcontinente. Noi abbiamo  ricevuto informazioni su questa terra  e le sue caratteristiche dalle vie di  comunicazione islamiche . Il nome del fiume Hindu ( adesso per  ironia della sorte scorre  nell’attuale Pakisthan) , in realtà Sindhu , ci veniva portato in lingua Persiana o Urdu , e a causa della  difficoltà di  espressione della lettera S entrava nel linguaggio comune con la iniziale H . Hindu significa fiume  ,  quindi India significa il fiume in lingua persiana. L’insieme delle terre e  popoli  e  lingue e dialetti  e credi  che aveva come  minimo  comune denominatore  i VEDA ,  e la appartenenza al sistema delle caste si autodefiniva in lingua sanscrita  Bharata Varsha  oppure Brahmana Varsha. Bharata è  un re epico della tradizione indiana sunto  di  tutti i  valori nobili ( in sanscrito arya ) caratterizzanti il Re per eccellenza , o meglio per  dirla in termini esatti di casta  lo Kchatrya . Legalità, coraggio, lealtà, perdonatività, protettività, equanimità, senso del dovere  e tenuta della tradizione , semplicità, rinuncia . La sua epica è tuttora diffusamente narrata in giro per l’India  e  il termine Bharata usato correntemente . Il partito politico  attualmente ,  all’opposizione  nel Congresso , ma al  governo  fino  a un anno  fa si  chiama BJP ( Bharata Jay Party – Gloria all’India ) -  Brahman invece  è l’eponimo di spirito , spiritualità. L’altro diffuso nome dell’India rappresenta la sua caratteristica palese agli occhi  del resto  del mondo  , la ricerca filosofico-spirituale , la religiosità . Brahman Varsha era quindi indicante la terra dello spirito.  Stiamo  comunque riferendoci  ad  un’area  territorialmente non identificabile  nei  termini attuali . La radice STH , in  sanscrito è , come la nostra,  indicativa di stare, to stay, stato , immobilità .  Sthanu è uno  dei nomi  di Shiva , colui che rimane sempre al centro  della danza degli  elementi cosmici che  invece sono sempre  in movimento , egli  è il  signore del tempo  . Il suffisso sthan  ,  stato, lo troviamo  a ovest nei nomi degli  attuali Afganisthan…etc  e andando  ad est , a parte  il palese nome Indonesia , nel nord dell’Australia si  trova  la Papuasia , la cui  parte centrale si  chiama IranJaya  ( sanscrito : gloria ai nobili ,  ai  governanti , kchatrya ) . Con un minimo comune denominatore religioso  questa terra probabilmente si estendeva fra  il 25° parallelo  e  l’equatore per un circa 6-7.000 km mostrando  anche archeologicamente , comuni architetture  , simboli, templi, riti , la lingua sanscrita della casta brahmana  e altro. Ma un’altra rilevante  quanto comune qualità , che la rendeva omogenea  era la esistenza  e la appartenenza  o meno  al Varna Ashrama Dharma  , in italiano il sistema delle caste   ( alla lettera Varna = colore, tono, intonazione / Ashrama = comparto / Dharma , l’ordine , la regola). Nelle scritture , intatte e fresche , tramandate e  integralmente conservate  tutt’oggi sono  citati e definiti vari popoli non aderenti  al  varna ashrama dharma  come  ad esempio i Mlecca,  i Barbara, gli Yavana ( greci) , Kambodya . Casta è una parola portoghese che significa “ razza pura “  . Connotata negativamente fino  dalla sua apparizione  non risulta formalmente nel linguaggio  vedico e risulta  un po’ limitativa nella capacità di  esplicare il fenomeno  di organizzazione sociale relativo. Migliaia di  etnie , decine di migliaia di tribù  , migliaia di  dialetti ,  centinaia di lingue, attualmente 15  alfabeti ufficiali , costumi, folklori , diversità geografiche e  morfologiche estreme   sono lo scenario che impressiona  immediatamente il viaggiatore che attraversa per la prima volta il sub continente  indiano .  Per avere una  idea di quanto  il termine numeroso e  molteplice  abbia sempre avuto  a che vedere con l’India basta dare  una  occhiata al contesto e  alla fonti   della loro letteratura e filosofia , da dove deriva  cioè   quello che stiamo per  raccontare . Così come  un uomo  di legge trova nelle fonti giuridiche la autorevolezza delle sue tesi , così l’uomo vedico ha un riferimento logico , organico in una serie di  testi , narrati oralmente  in forma metrica , trascritti ,  raccontati etc. – Tali testi  di  cui  diamo un  breve excursus sono tuttora  alla base della vita sociale  indiana . Tali testi non hanno un  ordine  gerarchico  ma come perle su un  filo , in modo circolare e direi  auto referenziale ,  trattano temi a volte diversi a volte simili ,  con enfasi  e toni  differenti ,  soddisfacendo le varie necessità dei vari  tipi di personalità o di approccio o  di  stile  di tipi di  esseri umani  che vi  si rivolgono , con la caratteristica di non confliggere  fra di loro  ma comprendere in una unica tradizione la normale diversità del grande e  molteplice.  Come abbiamo premesso il termine Induismo non è indiano, o meglio non   è  sanscrito e tanto meno esisterebbe  un  termine equiparabile al nostro  attuale “religione “ .   I termini con  cui  viene e veniva  indicato il corpus delle scritture vediche , dei riti,  delle credenze  e conoscenze  filosofiche, teologiche e scientifiche  sono vari . Fra  i più importanti ad esempio : Vaidyk Dharma ( l’ordine della conoscenza) , Ekantika Dharma ( l’ordine dell’Uno) , Sanatana Dharma

( l’ordine dell’eternità ) ove  , importante , la radice VD è la base della squadra di parole legate al termine  “conoscere, vedere”   e DHR  a quello “ sostenere “}  .

 

Torniamo  alle fonti  e citiamone solo le più importanti :

· I 4 Veda (RigVeda, SamaVeda, YajurVeda, AtarvaVeda – detti   Veda Samita , raccolta di inni) –

In forma poetica ,  simbolica , sono  circa 2000 inni che servivano  al rito , alla liturgia e riguardavano  le parole , le melodie, la organizzazione icono-geometrica, la regolarità dello svolgimento.

· Le Upanishad ( seduti vicino  al maestro)  – trattati filosofici di argomento  spirituale sono  tradizionalmente 108  di cui le  più importanti  solo  14 e vanno  , in termini  europei,  dalle 5-7 pagine alle 150 .

· Le Itihasa ( alla lettera “ così avvenne” ) – La grande Epica indiana . Sono il Mahabharata ( 8 volte Iliade e Odissea insieme , 100.000 distici  “ sloka”}  , in termini  di edizione stampata in Europa direi sulle 8000 pagine )   - Il Ramayana , 24000 sloka.

· I Purana ( alla lettera “ storie antiche” ) – Sono molte ma le più importanti  sono  18  e trattano  della classica mitologia . Vanno  dai 10.000 ai 50.000 sloka ognuna . In totale superano  i  400.000 sloka ( 32 volte Iliade e Odissea  insieme) -

· Shad Darshana ( 6 scuole di pensiero ) -  sono  vie di pensiero e materie di  studio , codificate in raccolte che datano migliaia di  anni prima della era attuale , che possono  essere seguite da chi lo voglia , con proprie caratteristiche  e fonti . Non confliggono  l’una l’altra ma permettono  ai vari  caratteri e attitudini  di  poter di massima  intraprendere gli  studi  più vicini  alle proprie qualità. Sono: Nyaya ( la logica, epistemologia ) . Vaisheshyka ( la fisica  delle particelle ), Yoga ( psicologia) , Samkya ( cosmogonia ) , Mimansa ( ritualità religiosa) , Vedanta ( vetta dei Veda, la teologia).

· Gli Shastra – Sono i manuali utili  alla vita materiale e a tutti i  suoi  aspetti . Sono quindi shastra , i libri  della politica, economia, del  diritto, della medicina, chimica, agronomia etc…….- Fra questi la famosa Manu Samita ( raccolta delle leggi  di Manu ) , un  antesignano evoluto   codice civile  ,  che tratta fra le altre cose nell’intero  capitolo X , dei vari comportamenti , obblighi e diritti  dei varna, delle caste. Manu , nella mitologia indiana è il nome del  primo uomo.  –  Citiamo  da le leggi di Manu cap. X Art.63 “ Manu ha detto che la nonviolenza , la veridicità, il non rubare, la purificazione e  il controllo dei  sensi  costituiscono in breve  un dovere comune a tutte e quattro le classi” – Art. 130 – sono stati così esposti i  doveri delle quattro  classi nei  casi  estremi ; assolvendo correttamente  questi  (doveri) esse attingono il livello ultimo dell’esistenza ( il fine dell’esistenza , la realizzazione spirituale , la  liberazione dal ciclo delle rinascite , la beatitudine ) .

 

Permettetemi  solo una nota poetica che  ho  sentito in uno  dei miei viaggi in India.

Si dice che Shiva nella sua forma Nataraja ( alla lettera signore della danza - re della danza cosmica e colui che ha  insegnato le 108  posizioni  della danza classica  indiana  , la Bharata Natya )  si sia reso  conto  che l’uomo impara molto di più dalla arte drammatica  in tutte le sue forme ( danza ,teatro,  poesia, etc…)  che  non  dai  riti e  dalla filosofia . Così prese le parole del RigVeda , le melodie del SamaVeda, le forme estetiche dal YajurVeda  e  l’essenza  ( rasa  in  sanscrito) poetica   dall’Atarvaveda e compose  il  quinto Veda e  lo chiamò  Bharata Natya Veda ed esso risultò più bello di  tutti.

 

 

Adesso  cominciamo  a recarci  verso il nostro  argomento   che ha a che fare con  la legge , l’ordine, la regola . Per fare ciò  è  necessario introdurre  il  concetto  di  DHARMA  , che  ovviamente  deriviamo  dalle  infinite volte  in  cui  viene citato , usato  e  portato  alla attenzione del lettore nei  testi , fonti sopra appena citati.

 

 

 

IL DHARMA

Adesso concentriamoci  sul termine dharma  , e non dimentichiamo  che  la esatta  accezione del  sistema delle caste è varna ashrama dharma.  Tentiamo  di  elencare alcuni  significati più importanti di dharma ( radice dhr : sostenere ,  tenere  insieme ,   il sostegno  di  tutto ) . Legge naturale , natura  universale,  giustizia, dovere, regola , essenza regolatrice  eterna e ciclica  .  Il dharma è  quella forza che tutto  muove,  regola e sostiene, l’equilibrio universale, la legge sacra , la giustizia eterna , l’insieme degli infallibili principi   che sottostanno alla etica di ogni  singolo componente l’universo e alla sua propria funzione . Di natura sottile  , subdola, come la forza di gravità , si dice che abbia qualità di  reciprocazione. “ Chi serve  il  dharma dal dharma  è  servito , chi  colpisce il  dharma , dal  dharma colpito “ , recita un passo  del Mahabharata ,  intendendo  che accordarsi  al  dharma genera soddisfazione .   Scienza della azione ,   include il  concetto  di  etica e  morale ma  li supera   . E’ la legge naturale , può riguardare questioni individuali , regole sociali , principi  di  arte , filosofia , scienza , ma soprattutto la via della verità  oltre  la religione e la  spiritualità. E’ una combinazione di  leggi  e doveri , principi  e forze , che sostengono  l’esistere . Il dharma  è piacere  recita  il  Ramayana ma l’adharma ( non trovare la corrispondenza fra  il  comportamento  e  la legge universale ) genera dolore . Cito  dal Mahabharata  :“… come  una  mucca  non elargisce  subito i suoi beni preziosi , chi  compie adharma non  raccoglierà subito i frutti amari  di tale azione  errata  ma essa   frutterà certamente  come cibo indigesto  nello stomaco” .

Fra i  vari concetti  che ne  riempiono  la galassia  troviamo  il Dharma composto nel  suo insieme da una sommatoria di funzioni  specifiche  illimitate :   il  dharma peculiare  a  cui  ciascun  individuo o parte dell’insieme   è attratto  in base alle sue tendenze , attitudini . Ciò è   detto  Svadharma , il dharma specifico .  Dharma e Svadharma  dunque .  Dharma dell’acqua  è  essere fluida  e quello  del fuoco  è bruciare  .Dharma dei ragazzi  ha a che fare con  attività  fisiche e sportive  come  il dharma della terra  è  quello  di  girare  intorno  al sole così che noi  ne scaturiamo il dharma del giorno  e della notte . Degli  elettroni  è girare  intorno  al nucleo   e così  costituire  l’atomo. Il dharma delle cellule del fegato è diverso da quelle del  cuore. E così come  leggi fisiche  operano per tutti  gli esseri  viventi  senza riguardo a nazionalità , religione  o razza così le leggi  del  dharma  hanno  effetti per ognuno. Nel Mahabharata  in un passo su Re Yavati si dice  : “….. poi tale tigre di un  re , avendo installato  suo figlio Puru  nel regno , più tardi dopo lungo tempo si incontrò con il dharma del  tempo  ( kala dharma).” Osservando con attenzione i cicli naturali, possiamo scorgere la presenza di quest’ordine divino: gli alberi tornano a fiorire regolarmente nella stessa stagione; i giorni e le notti si avvicendano da eoni con ritmo inalterato,  il sole non abbandona la sua orbita  .  E’ curioso  notare che un altro  termine per  indicare  il  dharma è  RTAM . ( Radice RT – ritmo, rito, ritorno, retto,  diritto, rettitudine….??? ) . Il termine sanscrito per  indicare le quattro stagioni è RTU .

 

E’ interessante  notare come  in tutta la letteratura vedica  da questi  concetti ne derivano regole comportamentali ,  suggerimenti  di  saggezza, conoscenza ( Veda) . Ci serve fare riferimento  ad alcuni  fra questi che  in  questa sede non possiamo  approfondire  . I 4 obbiettivi della vita . ( Dharma, artha, kama e moksha ) . I 4 stadi di una vita ideale di  100  anni ( Brahmacharya, gryasta, vanaprasta, samnyasin ) . Anche la concezione  del  tempo ( kala) non prescinde dalla ciclicità e regolarità dharmica.

 

I 4 yuga ( ere)  formano i tempi dei  giorni  e delle notti  di Brama i cui  anni  formano i  tempi dei  giorni  e delle notti  di  Vishnu  , la sua espansione e la sua contrazione .  Tempo eterno , senza  inizio né fine  , non esiste  una creazione ex  nihilo , ma  una eterna ripetizione  di manifestazioni ,   espansioni e  riassorbimenti ( come  il  ragno  tesse la sua tela e poi la riassorbe….) che  si verificano  come attività dell’unico Essere , Dio  , di cui tutto è parte  e di cui  tutto mantiene nel microcosmo le sue caratteristiche macrocosmiche . Omosostanzialità micro  e macrocosmica , fra  il piccolo  e  il grande  . Il tentativo sociale di agire  in ottemperanza al  dharma, la sua applicazione  pratica , sociologica non sarebbe altro  che  il  varna ashrama dharma . Vediamo  in che  modo .

 

IL VARNA ASHRAMA DHARMA  - Le 4 caste.

 

Le caste , i comparti sociali , presi nella loro  larghissima accezione  , sono quattro ,  di  cui  solo i primi  tre sono detti dvija ( nati due volte) in quanto  accedono  alla vita con una cerimonia di iniziazione . Oltre a ciò  i loro componenti  condividono  una sola cosa : l’obbligo  di  studio  delle scritture a differenza della quarta nei confronti  della quale  è  addirittura vietato mostrarle. Per  il  resto la differenza fra il membro  di una casta e l’altra  è  simile “ a quella fra  un leone e  un elefante” . La nascita  in sanscrito  è  detta Jati . Jana è la famiglia ( gens ) . Jati è anche la corporazione di mestiere . I fuori casta sono  detti  Avarna ( alfa privativa) , coloro fuori  dal sistema : altre religioni , tribù ( adhivasi,  tuttora circa 1.500 tribù per  un  totale di  circa 80 milioni  di  persone nella sola Unione Indiana). Adesso lasciateci  esporre  la situazione in termini di  simbolo  e  mito  storico  e  non  di  empirica osservazione sociale. Va detto  che  prescindendo dalla conoscenza delle scritture vediche , religiose e epiche risulterebbe impossibile interpretare la forza coesiva che tiene  insieme la società indiana e che  noi  abbiamo  definito  sistema delle caste. Comunque , cosa che risulta ancora  oggi incredibile agli occhi  di un  esterno,   è  che  i privilegi  di  casta  non  siano  materiali . La gerarchia è data da valori  spirituali  e i privilegi  di  casta vengono mantenuti con  totale non osservanza della ricchezza ottenuta nella vita.

 

I Brahmana ( radice Bhr = spirito , essenza vitale inerente ogni cosa esistente ) – I brahmana sarebbero  coloro  che hanno attitudine alla ricerca filosofica e spirituale , amano  risolvere  i quesiti di fondo  della vita  umana , considerano la materia quasi un  ostacolo a tale ricerca .  Tendenzialmente attratti più da temi artistici , intellettuali  che da temi materialistici sono  dediti  in primo luogo ai  servizi del  tempio . Il loro svadharma o  dovere  di  casta   è  studiare le scritture , imparare  e fare  i  riti , insegnare le scritture  e insegnare  i  riti .  Coloro che scelgono la via del rito sono camerieri  della tradizione che servono in tavola così  come a  loro viene servita. Recitano  le scritture che la semplicità e  lo studio dei Veda dovrebbe essere la loro vera ricchezza.  Hanno la grande funzione sociale della conservazione della tradizione vedica , in tutti i  suoi infiniti aspetti : riti dalla nascita alla morte , poesia, letteratura , tecniche di  costruzione  sacra,  scultura e pittura , cibo , vestiario . Rappresentano  nel  corpo  sociale la mente del  divino  e nel  mito del RigVeda  fuoriescono  dalla mente del  divino  conservandone le qualità. Il loro colore  è il bianco. Per essi per esempio il  delitto non  è mai  ammesso né il divorzio .  Il loro cibo è vegetariano  e come  il loro  comportamento si accora ai principi  di ahimsa ( non nuocenza) . Niente alcool. La loro vita quotidiana  è  caratterizzata da una quantità di  riti  e comportamenti per mantenere la purezza che consente loro  di  essere gli operai  del rito , il tramite , nel tempio ,  di  tutti verso l’accesso alle divinità e cerimonie . All’atto  della loro iniziazione circa alla età  di 12-14 anni  vengono  forniti  di un  cordone trifilo , da  portare dalla spalla sinistra verso l’anca destra  che rappresenta il legame con i  tre Veda. Per dare  una  idea dei  dettagli  castali esistono ,  scritte, norme su  come annodare  il  filo  all’atto  delle funzioni private .

Gli Ktchatrya ( radice Ktchi - verbo  governare  , pensiamo  al  nostro termine schiatta , oppure a satrapia ) – Sono coloro  che hanno  attrazione , attitudine , carattere verso  valori  come  , legge, ordine, legalità, lealtà, coraggio, organizzazione, eguaglianza, onore, rispetto. Sono gli amministratori e coordinatori  della società nei  suoi vari aspetti. Il Re ( raja)  , i nobili , i politici, magistrati, avvocati,  dirigenti, poliziotti, militari, guerrieri, commercialisti . Considerano più importante  il rispetto delle regole che  non la accumulazione delle ricchezze , la equità del comportamento , l’etica,  e la conservazione dell’ordine della società. Il loro  dovere di  casta è proprio la stabilità dell’ordine sociale , la protezione dei bisognosi , la persecuzione dei fuori legge , dei malvagi. Per loro  la violenza è  uno  strumento  per  il mantenimento  dell’ordine sociale. Il loro colore  è il rosso . Solitamente gli  eroi epici sono  ktchatrya .   Sono la espressione sociale delle braccia del divino  e da tali organi  fuoriescono nel mito citato dal Rig Veda. Possono  cibarsi di  carne animale in caso  di  belligeranza. Mai  della  mucca. L’alcool è  considerato un  disonore . Difensori  delle tradizioni in primo luogo della famiglia e del matrimonio secondo le regole hindu.

 

I Vaysha – (  radice VSH – i comuni , il popolo ) – Sono gli  artefici della energia materiale della società. Coloro che attratti dalla accumulazione materiale , producono e creano le condizioni  per tutti  i  beni  utili  alla vita del  corpo  sociale.  Imprenditori, artigiani, contadini, proprietari , commercianti etc… -  Il loro dovere di  casta  è poeticamente riassunto  nella frase : mantenere le mucche.  Donare ai  brahmana affinché possano  effettuare  i  riti ,  pagare le tasse agli ktcatrya per  l’ordine sociale. Rappresentano lo stomaco  del divino  e creano la energia per tutto il resto  del  corpo . La parte ricca della società. Il loro colore  è il giallo. Si cibano anche di  carne  e bevono alcolici , ma non della mucca. Sono a  loro volta organizzati in infiniti gruppi etnici e castali con regole e costumi  appositi. A loro è concesso non  avere attrazione verso le scritture.

 

Gli Sudra – ( non ho  trovato etimologia) -  Sarebbero  coloro  con  attitudine  alla sicurezza materiale,  alla necessità di  protezione periodica , potremmo  definirli  in termini economici i salariati . La loro connotazione caratteriale  sarebbe  la incapacità di  indipendenza e  iniziativa individuale.    Il loro colore  è il nero. Vengono  assunti  a vita da membri delle tre caste  e hanno come dovere di casta servire i dvija a cui si riferiscono . Il loro dovere di casta  è il lavoro eseguito correttamente per  il loro  coordinatore . Rappresentano le gambe del  divino  e da esso  provengono secondo la  mitologia .  La esecuzione della vita materiale quotidiana della società dipende da  loro . A loro  volta sono suddivisi   in gruppi, corporazioni ,  direi in  numero infinito in  cui ognuno  conosce , calendari di  feste, colori , vestiti,  simboli ,  cibi  , doveri e diritti etc… Trova nella casta una seconda famiglia e protezione e stabilità  e sicurezza sociale. Una galassia di  mestieri , funzioni , molte volte  indispensabili e insostituibili . La casta degli  artigiani , produttori  di tamburi in Tamil Nadu è detta Paryam  da cui il  termine globalizzato parya .  La vicinanza al trattare carne  o  derivati di  corpo , cadavere, come pelle , o  capelli o ossa, etc.. determina  il livello  di  bassezza della casta. Più si ha   a che fare con  il cadavere e  più si è bassi .  Per  loro  si  tollera che a seconda delle sottocaste si cibino  di  carne , fino  addirittura ai mangiatori di  cane, mitici Chandala , presi  ad esempio quali la casta più bassa  immaginabile. Mai la mucca. ( Appannaggio dei non indiani ). Il divorzio non è  scandalo. Per essi esistevano  e sussistono  norme cosiddette di  evitazione , comportamento da tenere all’atto dell’incontro con le altre caste , in  special modo nei  confronti  dei  brahmana.

 

SHIVA E  IL  CHANDALA

 

Nell'opera "L'Induismo Vivente", di Jean Herbert, viene riportato il caso emblematico di Nanda, un giovane fuoricasta nato nel XIV sec. nel distretto di Tanjore, il quale, non solo venne riconosciuto come proprio guru dal maestro brahmano del villaggio, ma, giunto a Chidambaram, dove Siva danza eternamente il tandava, venne ammesso nel sancta sanctorum dai 2.999 brahmani (Siva era il  3.000mo) preposti al servizio del tempio e investito del cordone brahmanico da Mahadeva stesso. "Questa è la storia - conclude J. Herbert - del santo paria Nanda, che le genti del paese non smettono tuttora di raccontare e che fa scendere le lacrime dai loro occhi".

E a Chidambaram  si narra anche dell'incontro, in uno stretto vicolo di Kasi ( Varanasi)  di Sri  Sankara ( uno dei più grandi filosofi indiani , del  calibro  di Platone  ,  siamo intorno  al 700 d.c.)  con un Chandala circondato da quattro cani . Allorché il grande Acharya ( maestro) ingiunse all'intoccabile di andarsene nel mentre  lo stava incrociando  sullo stesso  cammino ,  questi rispose:   “Comandi di spostarsi a questo corpo fatto di cibo dal tuo corpo fatto di cibo,  o alla coscienza ch'è in esso dalla tua coscienza.  Fatti di cibo sono  entrambi i nostri corpi, non c'è nulla da accettare o rifiutare in essi. Come puoi considerare il tuo più puro del mio? Se invece ti riferisci alla coscienza, essa è una soltanto, priva d'attaccamento, pura, eterna,  imperitura, senza distinzioni o differenze. Egualmente si riflette lo splendore del  sole nelle purificatrici acque del Gange o in un vaso colmo d'urina;  dov'è dunque la differenza tra la coscienza di un brahmano e quella di un chandala?".

Dopo una pausa di silenzio, Sankara, stupendo il proprio seguito, si prosternò ai piedi dell'intoccabile e proferì le  memorabili strofe del Manisapancaka:

"In verità io sono il soggetto veggente e non  l'oggetto veduto. Chi abbia questa ferma convinzione è mio maestro,  sia egli un chandala o un brahmana,  nato due volte". Non appena Sankara  ebbe  pronunciato tali parole, il chandala si trasformò in Shiva, signore di Kasi, e i cani nei quattro Veda eterni.

 

 

 

Intoccabilità , inguardabilità  e mobilità di  casta .

Come ebbe a dire Vikram , 27 anni  a Udaipur, guida turistica locale di Genio del Bosco , tour operator specializzato  su India : In India blood is blood ( In India  il  sangue è  sangue , la nascita è  nascita) e il brahmana Ganesh Diktcha di Chidambaram ci narrò che egli  appartiene ad  una delle 300  famiglie che adesso  gestiscono il tempio di  Shiva Nataraja  ,  300  ma  un  tempo  erano  3.000  . Il tempio adesso viene  usato in un  decimo  della sua capacità di  dimensione ( 14 ettari) .  Il sistema delle caste  è  talmente  indiano  da avere contagiato  anche  le comunità non hindu , le quali hanno  finito per sviluppare al loro interno una forma simile anche nei  casi  di  dichiarata avversione alla disuguaglianza castale.  E ciò non  solo in  Pakisthan o  Bangla Desh , ove la etnia apparente  e totalmente  simil indiana ma anche nelle comunità  religiose non hindu . E ’ noto un caso di pochi  anni  fa  di un  sacerdote cattolico in Kerala  che decise di  abbattere nella sua chiesa  il muro  che divideva le frequentazioni  delle varie caste  e come risultato ottenne  la fuga dalla sua congregazione.  La casta   è  un gruppo sociale chiuso  al  quale si  appartiene quasi  esclusivamente per nascita , comprende  più famiglia , può essere  o non essere correlata ad una  occupazione. Ha una  più o meno  forte connotazione dal punto  di  vista etnico  o religioso o  geografico , pratica la endogamia e ha delle regole dietetiche e commensali.  Si pensi  che  il matrimonio intra casta viene detto anuloma ( nel verso  del pelo) mentre  il suo  contrario è  pratiloma (contropelo) .Attenzione , il sistema delle caste hindu , apparentemente strutturato su una gerarchia basata su  principi  di  carattere spirituale e rituale sembra essersi formato nel  corso  di lunghissimi  secoli e soprattutto  sulla base di  due termini  sanscriti : varna ( colore, attitudine, qualità ) e jati ( nascita fisica)  che  i testi antichi , le fonti sembrano  distinguere  in modo netto ,  e che  ora , a differenza vengono sbrigativamente considerati intercambiabili. Il tema della mobilità di casta  o  della appropriata appartenenza è  sovente in primo piano  nelle scritture classiche  che tende a ribadire  i diversi significati  dei due termini  suesposti. Nella casta coesistono gli aspetti funzionale , etico ed ereditario. E anche la nascita non è ,  secondo la teoria del  guna-karma , un  evento  casuale  e  pertanto  anch’essa sarebbe parte delle qualità complessive dell’essere  individuale.  Patanjali nel II secolo  a.c. affermava  che “ ciò che fa  un  brahmana è l’ascesi, l’erudizione ed  una nascita legittima (yoni)  e che se è privo di  ascesi ed erudizione  egli  è un  jatibrahmana  ( brahmana di  sola nascita ). Le scritture  sono piene di  esempi  di  qualità diverse dalla appartenenza di nascita e ciò non è  contrario alla tradizione.  Nel Mahabharata , alla fine del terzo capitolo  detto Vanaparva , in un bellissimo pezzo di letteratura  , il più vecchio  dei  cinque fratelli , Yudisthira , il re , deve rispondere ad un Genio del lago , per  liberare i  suoi  fratelli caduti in  stato  di morte apparente . Yudisthira  è  figlio di  Dharmaraja ( dio del dharma , della giustizia)  e viene  interrogato  sulle qualità delle singole  caste e  i loro  attributi  distintivi . La sua risposta è  che le qualità sono  caratteriali  e non di nascita e le descrive dettagliatamente .  In un duello teorico filosofico  di  raffinata efficacia  il Genio gli insinua  il fatto  che chiunque può avere tali qualità  e quindi in questo modo  gli  dice : “ O Re tu fai saltare l’ordine sociale e questo è il più adharma dei  comportamenti per  il migliore degli  ktchatrya , il  Re  quale tu  sei “ . La risposta di Yudisthira merita di  essere citata : “ O Yaksha ,  re delle acque di  questo lago – dice il  re -   tu che sei  molto  edotto sul  sistema delle acque sapresti indicarmi l’esatto  rivolo da cui nasce il sacro Gange ? “ – Lo Yaksha rispose : “ NO ,  o  migliore fra i Re , e la tua conoscenza  mi  genera piacere .” - 

Potremmo  suggerire  una visione della società castale  non  tanto mediante  uno schema verticale di tipo  gerarchico , quanto piuttosto mediante  uno  schema orizzontale  nel  quale  i  vari  numerosi gruppi siano posti intorno  ad  un centro ideale rappresentato dalla norma cosmica che abbiamo  definito dharma.  Non sembra  importante quindi  che i brahmana siano  superiori  agli ktchatrya  o  altri gruppi  quanto che essi ne siano  separati giacchè il primo nemico dell’ordine sociale e funzionale è la confusione dei  varna , dei  ruoli , la perdita delle competenze.   Alcuni di  questi  gruppi avarna dediti  a lavori a contatto  con la  morte   avevano e hanno  regole di  evitazione  e venivano in inglese detti “ intoccabili” . Altri  che lavorano per loro   ,per esempio lavandai di panni mestruali, spazzini, conciatori,  dovevano lavorare  di notte per evitare di  essere visti  , detti “inguardabili “ .   Gandhi chiese e ottenne che fosse cambiato il loro  epiteto anche nei  discorsi pubblici in  harijan ( hari è dio e jan nascita = figli di  dio ) . Da tenere presente che gli  addetti  al crematorio  di Varanasi  sugli  scalini ( gath) del Gange sono  dei  Parya ,  famiglie ricche  , che svolgono un lavoro insostituibile ed hanno il diritto oltre che di  farsi pagare di trattenere tutti i valori  residui  dalla produzione di  ceneri  sacre.  Una casta curiosa da citare sono gli incantatori  di  cobra .Con i loro santi , feste, tradizioni, colori, lingua e vestiti , non  rispettano limiti territoriali  di nessuno legati al ciclo meteo-temporale dei loro  serpenti . tutte le caste conoscono bene  i loro calendari sacro-popolari che scandiscono ciclicamente la vita degli  appartenenti.

Vale la pena accennare alla storia di Satyakama , narrata nella Chandogya Upanishad. Un bambino attratto , innamorato dello  studio dello scritture ,  che  spesso  di  nascosto  va a spiare  i  ragazzi  che studiano  alla gurukula , scuola del  guru ,  salmodiando a memoria gli sloka metrici delle scritture . Un giorno  scoperto  dal guru gli  rivela la sua intenzione di  andare alla scuola e  prega  il  guru  di  accettarlo  come discepolo ( a 12 anni  solitamente si  andava per 12 anni  alla gurukula  e questa era lo stadio  di  vita detto  brahmacharya  , ricercatore  spirituale.)  Il guru  gli da la sua disponibilità ma gli  chiede chi è suo  padre , quale  è  la sua nascita . Satyakama ( alla lettera , amore per la verità) torna a casa e chiede alla madre. Ella gli risponde sinceramente : caro  figlio  io  sono  casta prostitute e sono  stata con molti uomini  e al tempo  della tua nascita non  mi  fu possibile  individuare il  tuo  esatto padre. Satyakama torna dal  guru  e spiattella esattamente ciò  che la madre aveva raccontato. Il guru replica: “  caro Satyakama  la tua  indifferenza verso  la menzogna e  il  tuo naturale attaccamento  alla verità dimostrano una delle qualità  tipiche del  brahmana .  Il brahmana non  ipotizza  l’uso  della menzogna che per lui  rappresenta solo  debolezza . Il creato  e  il  dharma si  basano  sulla verità. Io ti  dico che la tua nascita è  di  carattere bramanico .  “ E lo  ammise alla scuola e divenne un famoso conoscitore delle scritture.

Riportiamo  adesso alcune citazioni particolarmente invitanti  e rappresentative relative al tema che stiamo trattando .

· ABBEY J.A. DUBOIS – Abate gesuita , vive a Mangalore fra il  1860  e 1910 ove muore . Studia  in maniera esemplare , maniacale, ammirevole per  l’indologo , l’induismo, il comportamento  quotidiano dei singoli gruppi sociali e  molti  altri  temi. Lascia svariati  testi  fra cui  eccelle  il completo HINDU MANNERS CUSTOMS AND CEREMONIES ( Modi , maniere  usi ,costumi e cerimonie hindu.) , 750 pagine ,  ripubblicato in inglese dalla ASIAN EDUCATIONAL  SERVICE   nel  2001) – Di seguito riporto insufficientemente  alcuni brani  scelti ,  traduzione mia . E’ veramente  un peccato non poter  riportare la quantità di  casi interessanti  ed estremi  di  vita  relativa alla appartenenza alla casta che l’Abate riporta .

“…Ho visto  e sentito  molte di  quelle persone che si  avvicinano allo spirito  e carattere di  altre nazioni offuscate da pregiudizi  che  non  vedono il ben organizzato  e  il ben governato  se  non in  ciò che sono  abituate a vedere nei loro paesi . Vorrebbero vedere tutte le nazioni  della terra avviate sullo stesso stile  del loro  stesso paese e  tutto ciò che ne differisce lo considerano non civilizzato o ridicolo. E ho incontrato anche persone , intelligenti  e sensibili per altri  aspetti  ma  imbevute così di  pregiudizi che si  sono portati dall’Europa pronunciare sentenze che a me appaiono quanto  di  più errato giudizio in merito alla divisione in caste  fra gli hindu. Per essi non solo le caste sono inutili  al  sistema politico-sociale , ma anche ridicole, e anche studiate per portare problemi e disordine fra la gente. Da parte  mia avendo vissuto amichevolmente alcuni  decenni  fra gli hindu e avendone studiato  da vicino  vita e caratteri  sarei  arrivato  alla conclusione opposta  in merito alla suddivisione  in  caste. Io considero   il  sistema delle caste  essere per  molti  aspetti il chef d’ouvre ( colpo di genio) , il più felice tentativo riuscito  di  legislazione fra gli hindu.  E’ mia convinzione che solo  grazie  alla distribuzione della gente  in  caste e gruppi  che l’India ( 1890) non sia caduta  in uno  stato  di  barbarismo ed abbia sviluppato,  preservato, perfezionato  le arti , le scienze e la civiltà  ….... Non considero le caste esenti  da grandi difetti  ma credo  che  gli  evidenti vantaggi  , nel  caso  di una nazione come quella degli hindu sorpassano  di  gran lunga quelli negativi……..Dopo averci pensato  a  lungo non trovo  altra ragione  eccetto il  sistema castale  che  sia causa per gli hindu  di  non essere caduti in livelli di inciviltà  simili  ai  loro  vicini o  almeno quasi  tutte le  popolazioni  delle zone torride.  La casta assegna ad ogni individuo la sua  professione e  il passaggio  di  tali  conoscenze da padre a figlio , di  generazione  in  generazione,  fa si  che  sia  molto  difficile per ognuno  cambiare ciò  che gli  viene assegnato e tale istituzione  è stata probabilmente l’unico vero modo  per mantenere in India  la civiltà . …\….  Gli antichi  legislatori , puntavano  ad  una società basata sulla stabilità , ed è da  notare che  non c’è una singola antica  usanza rispettata nelle quotidiane abitudini  degli  abitanti  che non abbia la religione alla base dei  suoi motivi……niente  è lasciato  al  caso , tutto  è  disposto con una regola e il fondamento di tutti i loro costumi  è puramente  e semplicemente la religione. E’ per questo che gli hindu  considerano le loro usanze anche le più semplici (lavarsi i  denti o dare da mangiare ai pesci)  del  tutto inviolabili , essendo  essenzialmente religiose,  e pertanto  comportamenti  sacri…\…Un hindu  di alta casta  può , senza citare il suo  titolo o presentare albero  genealogico , tracciare la sua discendenza anche per più di duemila anni  senza paura di  contraddizione. Senz’altro  documento  che la appartenenza alla sua casta egli , a dispetto  della sua povertà, presentarsi ovunque ed essere  oggetto  di richieste per matrimoni molto  di  più di  ricchi hindu  di  casta più bassa……E uno  dovrebbe essere giustificato  se cita le caste come la causa della preservazione in India del grande patrimonio letterario, artistico  e artigianale che ha generato la attrazione di  tutto il mondo  ai  suoi superbi prodotti…\..Gli hindu  sono  passati spesso  sotto il  giogo di invasori  che  hanno tentato  di imporre vere regole religioni  e costumi  differenti  dalle loro.  Nondimeno  tutti  questi  sforzi in India si  sono  rivelati  flebili tentativi  contro i  costumi indiani , soprattutto perché il sistema delle caste  li ha difesi…… e  li ha anche condannati o espulsi ( il peggiore immaginabile) in  quanto è la casta che applica una severa legge penale per comportamenti fuori  regola ( l’infliggere tali punizioni potrebbe al giorno  d’oggi – 1890- essere seguita da eventuale procedimento penale al tribunale Penale  o  Civile )…….. L’essere espulso , procedura effettuata con moltissima formalità,  rende esso come se fosse morto,  non gli lascia  niente  in  comune con il mondo , perde reputazione, onore, ma anche famiglia , figli e patrimonio  e dovunque egli vada sarà sempre riconosciuto  come un fuori casta….tollerato solo  se accetta un reinserimento in  casta più bassa…. È motivo di  espulsione per esempio , il  celare la appartenenza alla tua vera casta…..

….ma comunque senza speranza è il caso  di  colui che sotto  qualsiasi circostanza abbia mangiato carne di mucca. Non c’è via per essere condonato anche se avesse commesso tale sacrilegio  sotto violenza……….Apparentemente non esiste istituzione al  mondo  più vecchia del sistema delle caste in India  e i sistemi  simili  di  Greci, Latini o  Egizi , benché apparentemente  posteriori  sono  molto  attenuati… Così come gli hindu  sono  solennemente impegnati a rispettare le loro  tradizioni , nuovi e stranieri  modi  di  vita sono cose mai  sentite nella maggior parte del paese e una persona che tenta di portare  tali innovazioni ecciterebbe un risentimento  generale  e opposizione e verrebbe marcata come persona pericolosa….

· Citazioni  dalla Bhagavad Gita -   ( Detto il  Vangelo  degli  Hindu  è parte del VI capitolo  del Mahabharata  e rappresenta  un  eccezionale sunto  di  tutti i  temi  della religione  induista. )

Capitolo  18

 

41. Brahmana, kshatriya, vaishya e sudra si distinguono per le qualita' che manifestano nell'azione, o vincitore dei nemici, secondo le tre influenze della natura materiale.

42. Serenita', controllo di se', austerita', purezza, tolleranza, onesta', saggezza, conoscenza e pieta' sono le qualita' che accompagnano l'attivita' del brahmana.

43. Eroismo, potenza, determinazione, ingegnosita', coraggio in battaglia, generosita' e arte di governare sono le qualita' che accompagnano le attivita' dello kshatriya.

44. L'agricoltura, l'allevamento del bestiame e il commercio sono legate all'attivita' del vaishya. Il sudra, invece, serve gli altri col suo lavoro.

45. Seguendo, nelle sue attivita', la propria natura, ogni uomo puo' diventare perfetto. Ascolta ora, ti prego, come si giunge a questo.

46. Adorando il Signore, che e' la fonte di tutti gli esseri ed e' onnipresente, l'uomo puo', compiendo il proprio dovere, raggiungere la perfezione.

47. E' meglio compiere il proprio dovere, anche se in modo imperfetto, che accettare il dovere di un altro e compierlo perfettamente. Eseguendo i doveri prescritti secondo la propria natura non s'incorre mai nell'errore.

48. Ogni impresa e' coperta da qualche difetto, come il fuoco e' coperto dal fumo. Percio', o figlio di Kunti, nessuno deve abbandonare l'attivita' propria della sua natura, anche se e' piena di sbagli.

 

 

· Citazioni  dal Bhagavata Purana -  Detto anche Srimad Bhagavad ( il meraviglioso narrare a proposito  del Signore ) è una fra le  più poetiche  e amate opere della tradizione hindu. 24.000 sloka,  tratta di  Vishnu  e delle sue apparizioni , incarnazioni,  nelle varie ere , di cui  Rama è la settima e Krishna la ottava .

Canto III , capitolo 6 ,verso 30 –

……Suta Goswami disse:  o migliore della dinastia Kuru , la saggezza dei  Veda scaturì dalla bocca dell’Universale , coloro  che sono portati verso  questa conoscenza sono  detti brahmana  e sono i precettori naturali  e  i maestri  spirituali di  tutta la società. Il potere di  proteggere fu  allora creato  a partire dalle braccia della gigantesca forma Universale  e in relazione a questo potere si manifestarono  gli kshatrya ,  che aderiscono al  principio kshatrya, che consiste nel proteggere la società dagli  attacchi dei ladri  e dei  fuori dalla legge .I mezzi di  sostentamento di  tutti  gli uomini , la produzione dei  cereali, la distribuzione , furono manifestati dallo stomaco e dalle cosce della forma  Universale  del  Signore. I commercianti   e agricoltori  sono  addetti  a queste attività  e sono  chiamati  vaisya.  L’attitudine al servizio si manifestò  dalle gambe del  Signore Supremo , affinché possano  essere portati a compimento il dovere prescritto a ognuno . Sono i  Sudra  e soddisfano il Signore con il loro servizio…….

· SABALA la mucca dei desideri -  E ‘ un  piccolo brano tratto  da  una storia narrata durante un  episodio  del I capitolo  del  Ramayana  ( Il viaggio  di  Rama) , una delle più popolari  epopee della letteratura hindu.

…..A questo punto Satananda rivolgendosi  a Rama disse: “ Dato che  il potente Viswamitra , il migliore degli  asceti  è il vostro protettore voi  siete gli uomini più fortunati   nei tre mondi .  Adesso io vi narro come questo grande asceta di azioni meravigliose , Viswamitra, ottenne il più alto  stato di  Brahmana. Nei tempi  antichi  c’era un re di nome Kusha. Suo figlio fu Kushanabha. Il figlio di Kushanabha fu Gadhi. Questo sacro  e  potente Viswamitra  è  il figlio di  Gadhi.  Questo santo molto istruito regnava sopra  il  suo  regno in  qualità di  re  ed appartenente alla sua nobile casta kshatrya . Una volta questo  re si avviò per  un lungo  soggiorno insieme con il suo esercito  in giro per la terra. Dopo molto tempo il  potente conquistatore Viswamira raggiunse l’eremo  di Vasishtha  , verde ,  con piante  e alberi , adornato  di  frutti  e fiori  e visitato da uccelli  e cerbiatti.  Pii asceti  vivevano in  tale santo  eremo , alcuni  solo  di  acqua , altri vivevano  solo  di aria  altri solo di  foglie ,  e altri  di  frutta e radici.  Viswamitra fu  intimamente compiaciuto a tale vista. Viswamitra si recò presso il brahmana  e i due si scambiarono il benvenuto in modo adeguato alle  loro personalità . 

Viswamitra disse : “ O migliore fra i Brahmana ,  appartenente alla casta brahmana la cui   mancanza priverebbe gli uomini  della conoscenza dello scopo della vita lasciandoli  trascorrere il periodo dalla nascita alla morte come ciechi  guidati da altri  ciechi , ti porgo i miei  omaggi  “ .Vasishtha disse: “ O grande Re  appartenente alla casta kshatrya che garantisce  il mantenimento  dell’ordine sociale  senza la quale i Vaisya ( casta commercianti  e  imprenditori) prenderebbero il potere e per la loro natura nella foga di  accumulare distruggerebbero tutto  come  il  fuoco che  dopo  avere bruciato tutto intorno  a se , brucia se stesso ,  ti porgo i miei omaggi .”  …….

 

Nel 1947 , anno  della Indipendenza e proclamazione della Unione Indiana , si  parla quindi  di  circa 5000 fra caste e sottocaste .  545 regni ( solo i più grandi ) si uniscono. 545 Maharaja abdicano  e rimettono i propri poteri  al governo  rappresentativo democratico . Gli Ktchatrya lasciano il potere anche a Vaisya e Sudra . Questa è la situazione che il primo parlamento della neonata Unione Indiana , il Congresso,  si trova davanti nel  1947  , una situazione  in  cui nove decimi  di indiani  non è  a conoscenza di un  governo  centrale  o  di  cosa sia  un  governo  diverso da  un  re . Una situazione  che  pur in un  apparente caos vede  ogni  indiano cosciente della sua  posizione e del  suo  ruolo sociale in base ad un diritto  che alcuni  chiamano  consuetudinario , altri divino, altri  tradizionale . In sanscrito : Dharma. 

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