Cavalleria e Amor Cortese

B. de Kemper

 

 

Parlando di cavalleria templare, non è stato ancora dimostrato che Filippo il Bello sia stato un sovrano indegno, e che Bonifacio VIII sia stato invece buon rappresentante di una autorità spirituale autentica. Anche se le confessioni dei Templari sono state ottenute sotto tortura, esse si confermano vicendevolmente. Si deve dunque pensare che, prevedendo d’essere interrogati, si fossero messi d’accordo preventivamente? Inoltre, come mai, sapendo che potevano essere arrestati dai sicari di Filippo il Bello, pochi di loro sono fuggiti?

Certi ordini militari sono stati fondati dalla Chiesa - sembra che sia giustamente il caso di Dracula (Vlad Tepes Dracul). Allora vorrei richiamare l’attenzione sul fatto che dopo essere stati fondati da una casta guerriera, di uomini d’arme, i Templari hanno visto il loro centro di gravità  trasferirsi, proprio a partire dal momento in cui Bernardo di Chiaravalle è intervenuto con la sua Regola. Si sa che, all’epoca, i monasteri cattolici erano autentici bordelli: è lecito quindi che sia rimasto il dubbio che l’accusa di andare contro la morale cristiana, praticando presunti riti satanici, non sia stata diffusa ad hoc proprio da Filippo il Bello per metterli in cattiva luce davanti al popolo - anche se, all’epoca, i sovrani, si facevano beffe della “vox populi”.

 

Se i Templari furono davvero una organizzazione tradizionale regolare, come spiegare l’esistenza, al di fuori del nucleo centrale esoterico, d’un secondo cerchio exoterico, votato ad attività economiche? Una cosa del genere stride. Una organizzazione esoterica degna di questo nome potrebbe aver bisogno di una “copertura”, ma non dovrebbe trattarsi di qualcosa di commerciale. Fino a prova contraria, le attività commerciali dei Templari non sono iniziate che a partire dal momento in cui Bernardo di Chiaravalle, cioè la Chiesa, ha messo il naso nei loro affari. Non potrebbe allora trattarsi di una organizzazione guerriera fagocitata, distolta dalla sua vera missione dai rappresentanti del clero cattolico?

 

 Si presume che i Templari potrebbero essere stati gli inventori del capitalismo moderno, ma un sospetto non equivale alla certezza. Comunque, se così fosse, sarebbe confortata la tesi di due autori americani secondo i quali, dopo la loro dispersione, molti Templari si sarebbero rifugiati.…in Svizzera. Supponendo poi che all’interno di quell’ordine esoterico che sarebbero stati i Templari, ci fosse una ulteriore suddivisione, ovvero un gruppo esoterico e un gruppo super-esoterico, ci si può chiedere per quale ragione i due ordini sarebbero stati in conflitto. Stando alle informazioni storiche ufficiali, tutti indistintamente erano accusati di praticare il rituale della croce rovesciata e calpestata sotto i piedi.

Filippo Il Bello ha svalutato la moneta - ma non è certo stato il primo nel Medio Evo; d’altra parte, se i Templari hanno anticipato davvero il sistema bancario moderno e le carte di credito, non si può criticare troppo il sovrano se li ha dichiarati fuori legge!

 

Riguardo poi ad assimilare  la Cavalleria alle Corti o ai Fedeli d’Amore, forse le crociate, con l’allontanamento degli uomini dalle donne rimaste ad aspettarli, hanno dato l’occasione al clero e ai poeti di favorire un sentimento platonico. Guénon e altri hanno suggerito che la Candida Rosa dantesca sia stata influenzata dai Roseti sufici, ma senza trarne le estreme conseguenze. Non si è trattato di una semplice influenza: non ci sarebbe stato nessun amor cortese senza l’intervento del sufismo, e forse nessun sufismo senza il tantrismo a monte.  In questi tre fenomeni si osservano punti in comune, per esempio la “tecnica” della castità, ma è certo che essa non abbia lo stesso valore ovunque: nel tantrismo essa non è usata per rendere perenne il desiderio, come invece nel sufismo (Ibn Dawud: “Ah, non mantenere la tua promessa d’amarmi, per paura che ne segua l’oblio”), e nel mondo dei trovatori (Cercamon: “Nulla mi attira di più di un oggetto che sempre sfugge”). Qui, esaltazione del desiderio, là  superamento dello stesso.

De Rougemont fa risalire la nascita dell’amore umano ai primi tre decenni del XX secolo. Inutile poi ricorrere a schemi freudiani per spiegare l’amore platonico; nei trovatori, opera un perenne desiderio sufico o cortese, un masochismo lambiccato, un raffinato e quasi morboso sentimentalismo, decadente perché cerebrale.

La regola cavalleresca riflessa e coltivata dai romanzi bretoni si opponeva ai costumi feudali. Il romanzo bretone dà alla donna il ruolo che in precedenza spettava al sovrano. Il cavaliere si riconosce vassallo di una Dama eletta, ma nella realtà quotidiana, resta vassallo d’un signore. Da qui i conflitti sul diritto e il dovere.

De Rougemont aggiunge: “Secondo la versione ufficialmente ammessa, l’amor cortese è nato da una reazione all’anarchia brutale dei costumi feudali. A questi abusi, generatori di infiniti contrasti e guerre, l’amor cortese oppone una fedeltà indipendente dal matrimonio legale, fondata solo sull’amore:  si arriva persino a dichiarare che matrimonio e amore non sono sempre compatibili”...

In un’epoca ancora particolarmente dura, in cui l’esistenza materiale era estremamente penosa, i rapporti umani non potevano essere ancora fondati sul sentimento e i suoi sottoprodotti: l’azione aveva inevitabilmente la precedenza sulla contemplazione. Non c’era tempo per i piagnistei, né per il guerriero, né per il contadino. Non c’era tempo per inventare proverbi come “fate l’amore, non fate la guerra”: il 68 era ancora molto lontano.

Il guerriero gozzovigliava in mezzo alle donne e alla carne, e quando ne aveva bisogno, le donne erano pronte ad affettare quella carne e ad  aprire le gambe, se necessario; e questo – brutalmente – era proprio quasi tutto. Se Nietzsche pensava davvero che la donna fosse “il riposo del guerriero”, e se aveva integrato questo pensiero nella sua vita quotidiana, non c’è da stupirsi che sia diventato pazzo in quella vagina a cielo aperto che era ormai la Svizzera del diciannovesimo secolo.

 

Non è per caso che le crociate corrispondano alla nascita dell’amor cortese in Europa: tutti gli uomini guerreggiavano in Palestina, e in quel tempo, sempre in Europa, chi regnava a corte? I preti, le donne, e gli artisti. E dietro di essi, come una sorta di legame invisibile, i banchieri, i borghesi, e gli Ebrei.

Qualche decennio prima di attirare gli Europei in Palestina in una guerra insensata, i Califfi lanciano, all’inizio dell’undicesimo secolo, una offensiva culturale: mandano dei sufi ad insegnare agli Europei “l’amore”, attraverso la loro poesia misticheggiante e le loro arie estenuanti, debilitanti, un riflesso artistico, nel migliore dei casi, di un tantrismo basato su sentimenti astratti e decadenti.

In quest’ottica, la storia del Medio Evo appare come una prima tappa verso la svirilizzazione dell’uomo europeo, tesa cioè ad addomesticarlo. La chiesa comincia ad imporre la sua visione del guerriero o del cavaliere, la cui missione sarà ora di venire in soccorso delle vedove e degli orfani...come se i cavalieri avessero avuto bisogno del consiglio di Bernardo, prima d’allora, per venire in soccorso dei deboli… La stessa cosa accadde in India, dove ancor prima di Gesù Cristo, i bramini  s’incaricarono di devitalizzare la casta guerriera.

Non a caso, la Chiesa cattolica del Medio Evo considerò l’amore un sentimento pericoloso per l’ordine sociale, sia perché minacciava le istituzioni della famiglia, base della società, sia perché rendeva possibili i matrimoni fra persone di condizioni differenti; da qui la lotta della chiesa medievale contro l’amor cortese.

A proposito della devozione a Maria, infatti, Bernardo di Clairveaux ha protestato in una famosa lettera contro 'Questa nuova celebrazione che risulta sconosciuta alla tradizione della Chiesa, che la ragione non approva, e che la tradizione stessa non può permettere...che apporta una novità, la quale è sorella della superstizione e figlia della volubilità". Anche il culto dell'amore e della donna idealizzata è stato una novità del primo dodicesimo secolo. Un secolo più tardi, Tommaso d' Aquino ha dichiarato, persino più apertamente, che “Se Maria era nata senza peccato, Gesù Cristo non avrebbe avuto bisogno di redimerla”.

La poesia Sufi fa sospettare che molte sue motivazioni siano dunque legate ad una celebrazione dell'amore adolescenziale o comunque per adolescenti. Molti poeti arabi sembrano essere stati omosessuali, e così molti trovatori. Tralasciando lo “spirito” della Sophia, ma restando sulla “lettera”, Baudelaire ha scritto che l'amore per le “donne intelligenti” sia soprattutto il piacere del pederasta: solo un pederasta, secondo lui, sembrerebbe voler idealizzare le donne.

 

Andando oltre, l’amore è visto spesso come  una forza distruttiva o autodistruttiva; l’amore felice, nella letteratura occidentale, semplicemente non esiste più; il mito di Tristano e Isotta ne è un esempio perfetto: tutto non è più che sofferenza, e dunque passività. Questo sentimento nell’antichità greco-romana non veniva considerato come positivo. Plutarco lo definisce una “frenesia”: “Bisogna perdonare coloro che sono innamorati come se fossero dei malati”.

Secondo Guido De Giorgio, il culto della Dama nei cavalieri nasce dal fatto che non potendo conoscere il divino direttamente, lo fanno attraverso l’amore (la Dama) e la morte (la Guerra Santa). Ora chiediamoci: perché all’inizio dell’ undicesimo secolo dopo Cristo gli uomini d’arme non possono più conoscere il mondo divino? Il fatto è che la maggior parte dei giovani “tradizionalisti” vedono le cose come se vivessero in un regno di pure idee, fuori dalla realtà; invece, la vita non è altro che la guerra stessa. A un certo livello metafisico gli opposti sono complementari, ma non così quaggiù, ed è in funzione di questa lotta senza pietà fra opposti che conviene vedere la storia, delle idee e degli avvenimenti.

 

Ciò che il Medio Evo ci mostra è l’ inizio di uno spostamento del centro di gravità dal polo maschile a quello femminile. Per rendersene conto, niente di più istruttivo che la lettura degli studi dei medievalisti più seri, a condizione di avere dei punti di riferimento adeguati per potersi orientare romanamente nei grezzi dati storici che ci vengono forniti.

__________________________

Tutti i diritti sui testi qui consultabili sono di esclusiva proprieta' di www.fuocosacro.com  e dei rispettivi Autori. Per qualsiasi utilizzo, anche non commerciale, si prega prima di contattarci fuocosacroinforma@fuocosacro.com


[Home]