Appunti di viaggio su Castel Del Monte
 

Yuri Giuliani

Primi passi

Quell’edificio impropriamente chiamato castello, Castel del Monte per l’appunto, sorge su un colle a 541 metri sul livello del mare. Su di esso è stato detto tutto e il contrario di tutto: residenza di caccia, luogo di svago, osservatorio astronomico, tempio laico, avamposto militare… nessuna certezza ci viene offerta dagli storici.

Il problema principale è la mancanza quasi assoluta di documenti dell’epoca al riguardo, a parte una lettera in cui Federico II invitava i costruttori dell’edificio ad ultimare i lavori.

Personalmente ho delle idee sullo scopo di questo “castello” e quella che segue non vuole essere altro che questo, un punto di vista, avvalorato da osservazioni sul luogo e da sensazioni soggettive.

Per chi volesse saperne di più consiglio intanto di visitare il sito internet www.castellodelmonte.it e nel caso di cercare libri a riguardo. Ne sono stati pubblicati diversi. Suggerisco l’interessante volume Castel del Monte: un viaggio controluce (vedi Bibliografia), che propone diversi argomenti interessanti che io qui ho affrontato molto parzialmente, cercando di restare nell’ambito della mia esperienza.

NB: Le sale di cui parlerò si riferiranno sempre, tranne nei casi in cui dirò diversamente, al piano superiore. Il piano terra è praticamente assente da questo studio, mentre per il terrazzo non ho avuto la possibilità di visitarlo.

 

Una passeggiata all’interno

Il portale di Castel del Monte non è eccessivamente grande, ma è imponente.

Una volta entrati ci si trova nella prima sala che, come tutte le altre, conserva la caratteristica pianta trapezoidale. Da essa si può accedere a una stanza ricavata dalla prima torre, forse un’ anticamera, o passare da destra alla seconda sala, che affaccia sul cortile.

Nel cortile ci sono tre ingressi, compreso quello della seconda sala, posta a ovest. Gli altri due danno accesso alle stanze a nord-est e a sud, collegate con le altre.

Sono tre le scale a chiocciola presenti nelle rispettive torri (le altre sono occupate da stanze di servizio) che portano al piano superiore. Qui le stanze, a differenza del piano terra, sono tutte collegate tra di loro tranne due. Tra la stanza est e quella a nord-est c’è infatti una parete divisoria.

Per terminare il sopralluogo di Castel del Monte bisognerebbe poter salire sul terrazzo, accessibile da una unica scala, quella della quinta torre. Ma a questa area, per motivi superiori alla mia volontà, non ci è stato concesso di accedere.

 

Il Castello, una enorme vasca?

Consideriamo che le sale hanno il pavimento incassato, con gradini in corrispondenza di tutti i passaggi. In tutte, ad eccezione di quelle situate in corrispondenza del portale, esiste uno scarico di acqua verso l’esterno, come se i vari ambienti fossero sottoposti a lavaggi abbondanti che necessitavano di un convoglio continuo di acqua verso l’esterno.

Sugli schienali dei sedili nelle varie stanze del primo piano sono praticate delle canalette, funzionali alla raccolta di acqua e condensa, canalette queste che vanno a raccogliersi a terra.

E’ solo l’incarnazione del desiderio di igene da parte di Federico II, tanto denigrata dalla morale dell’epoca… oppure c’è dell’altro?

L’ottagono, tra Cielo e Terra

La pianta di Castel del Monte è formata da due ottagoni concentrici che comprendono otto sale trapezoidali al piano terra e altrettante al primo piano.

Su ogni angolo esterno è innestata una torre anch’essa ottagonale, per un totale di otto.

All’interno, il cortile ottagonale sembra ospitasse un tempo una grande vasca ottagonale in breccia corallina.

L’ottagono rappresenta la posizione intermedia tra il Cerchio, che rappresenta i mondi dello spirito, ma anche il cielo e la trascendenza, e il Quadrato, ovvero il piano fisico; l’ottagono è l’anello di unione tra le due figure geometriche.

L’ottagono è anche la rappresentazione geometrica dell’8, numero magico per eccellenza, che rappresenta la realizzazione di un percorso, di una scala, la morte e la rinascita, il passaggio ad un livello superiore.

Un famoso testo egizio recita:”Io sono l’Uno che diventa Due, che diventa Quattro, che diventa Otto, e poi sono di nuovo Uno”.

Castel del Monte, con i suoi ottagoni e non solo, data la ridondanza di otto anche tra finestre, decorazioni e altro, incarna i salti evolutivi che occorrono all’uomo per raggiungere l’Uno.

Il Tre, Divino equilibrio

Oltre all’otto in Castel del Monte anche il numero tre domina, anche se in via più nascosta.

La trifora della sala a Nord al piano superiore, le tre finestre interne, i tre ingressi al cortile, le tre scale a chiocciola al piano terra, la bizzarria degli scoli per l’acqua sui lati interni dell’edificio, presenti su tutti i lati tranne che in tre…

 

A Est, il rettangolo Aureo

Studiando gli accessi alle varie sale che compongono l’ottagono del piano superiore ci si accorge di essere di fronte ad un messaggio riguardo l’importanza delle stanze.

Sopra ogni passaggio da una stanza ad un’altra ci sono delle figure geometriche che si alternano.

Per ogni passaggio ci sono due figure diverse, una per lato: sezioni di cerchio (figura), triangoli e un solo rettangolo.

Stiamo per entrare nella stanza a est, quella che forse era usata per operazioni esoteriche…

Volgendo il capo verso l’alto vediamo nella chiave di volta scolpita l’immagine di un uomo barbuto, identificabile con Mosè (o, a sentire altre ipotesi, al Bafometto).

Questa sala è situata al di sopra dell’ingresso principale, con il quale è collegata da piccole nicchie poste a sinistra e a destra della bifora presente sulla parete esterna, che permettevano forse il controllo di una saracinesca presente più sotto.

La sala è chiusa a nord da una parete priva di passaggi che presenta nella parte alta un oculo circolare, attraverso il quale è visibile la chiave di volta della sala a nord-est (“Attraverso il foro della parete nord vedrai la chiave di volta o la pietra angolare” Profezie di Ezechiele cap.VIII).

Un rettangolo molto particolare, che introduce ad una stanza dalla cui finestra se ne può vedere, inciso sulla parete opposta, uno più grande.

Le sue misure sono molto importanti, visto che si avvicinano molto a quelle del rettangolo della sezione Aurea (vedi foto).

 

Ecco invece la stanza a nord-est, con l’oculo che da a est (vedi foto).

 

 

 

A Sud-Est

Anche qui l’attenzione viene attirata da una interessante decorazione per la chiave di volta.

Quattro basilischi, creature dotate di testa di cane e cresta sulla fronte, corpo alato e lunga coda annodata, sono posti intorno alla chiave di volta in modo che vanno a creare, con i loro colli, uno spazio che ricorda molto una specie di svastica, simbolo presente in molte tradizioni sia in occidente che oriente che incarna l’energia solare.

A Nord

Come accennato precedentemente, esiste al piano superiore una stanza con una finestra trifora che da sull’esterno.

Finestra rifinita con molta accuratezza, si affaccia sulla città di Andria, l’Andria fedele a Federico II anche dopo la scomunica.

Non a caso si trova proprio nella sala a Nord, direzione cardinale collegata all’acqua, alla spiritualità, credo anche alla divinità, come lo è il numero 3 della trifora, sormontato da una finestra che nel contempo è divisa in due archi (vedi anche foto esterna).

… 1 che diventa 2 e che è retto dal 3… senza contare i 5 gradini presenti anche in altre stanze.

Azzarderei dicendo che questa stanza, per esperienza personale, sembra aiutare il rilassamento fisico e psichico, la pace interiore, con la sua calma imponenza. Se potessi visitarla senza tutti questi turisti!

Aggiungo che, almeno da qui, anche il sussurrare di un mantra risuona considerevolmente e si espande in modo armonico.

C’è da immaginarsi quale effetto può avere eseguire una recitazione di mantra continua in singolo o ancora di più in gruppo, quali energie può smuovere se eseguito dalle giuste persone.

 

Bibliografia

Castel del Monte: un viaggio controluce, Giuseppe Sciannamea, 1996 Mario Adda Editore - Bari

Il serpente celeste, John Antony West, 1999 ed. Corbaccio - Milano

 

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