L’AVATAR DI VISHNU IN CRISTO
CHI E’ COLUI CHE DEVE VENIRE?
di
Alexandra Aries
“Per la Protezione dei giusti
e la distruzione dei malvagi
ogni volta che il Dharma
declina, Io Mi Incarno
di era in era”
(Baghavad Gita 4,8)
“Colui che non ha conosciuto
peccato, Egli lo ha fatto
diventare peccato per me,
affinchè noi diventassimo giustizia di Dio in Lui”
(2 Corinzi 5,21)
“I Veda paragonano il creato a una telaragno
che il ragno crea e poi abita. Dio è sia
il contenitore dell’universo sia ciò
che in esso è contenuto”
Sri Ramakrishna
In queste profetiche parole possiamo travisare, l’arcano, enigmatico “Maestro di
Giustizia” degli “Esseni”? Ma, forse anche l’incarnazione divina di un ‘Avatar’,
Krishna, Rama di Vishnu, in Cristo l’Unto del Signore? Giovanni grida al mondo
una verità, la ‘Verità’:
”Ma viene l’ora, ed è adesso, in cui i genuini
adoratori, adoreranno il Padre in Spirito e Verità. Dio è Spirito, e i suoi
adoratori devono adorarlo in Spirito e Verità”
(Giovanni 4, 23-34)
Per cui penso che questo Spirito di Verità, non può in definitiva incarnarsi
un’unica volta nel tempo. Una ragione della ‘Legge cosmica’ della Salvezza
universale, deve in qualche modo provvedere ad un fine pluralistico d’Amore
divino, della Scintilla Divina nell’Uomo. Quindi, anche se non nella modalità
Dogmatica ― opinioni nate dalle ‘divine rivelazioni’, se non accettate si tocca
l’eresia ― cui intesa da Cristiani di Oriente e Occidente, dopo il Concilio di
Nicea (20 Maggio 325 d.C.), ma, nell’ascesa e consapevolezza dell’uomo che
guarda a Yahweh, come fine ultimo della vita oltre ogni forma di male e peccato.
Attualizzabile, mediante e attraverso le molteplici forme del pensiero Religioso
e Teologico, che si chiami Induismo, Ebraismo, Cristianesimo, Islamismo. Il
senso, il nucleo, è il rapporto di ‘Puro Amore’ che Dio emana sull’uomo, sua
creatura tra le creature.
A ragione di questo pensiero, non escludo l’ipotetica forma ed aspetto di un
Avatar Krishna/Rama in Cristo, nell’ottica, come si diceva, del sapere-teologico
dell’antico Induismo, che si apre ad accettare e comprendere l’Unico Dio!
Investighiamo, linearmente, il racconto e gli avvenimenti per far luce sul
mistero! L’Avatar in sanscrito e secondo la religione Induista significa il
‘disceso’ del Signore. Avatar è l’assunzione di un corpo fisico da parte di Dio,
o di uno dei Suoi aspetti. L’incarnazione di un Deva – ‘Colui che emana luce’ -
viene a stabilire la reale/terrena presenza in corpo fisico dell’incarnazione di
Vishnu stesso, tra cui Krishna e Rama.
Un enigma che si prefigura tra due correnti di pensiero teologico e filosofico.
Per gli Induisti gli Avatara sono le incarnazioni di Dio sulla terra, non una
sola volta come sostiene il Cristianesimo, ma, ogni qualvolta ‘La Legge cosmica’
― Dharma, in sanscrito per gli Induisti, il Tao nella filosofia cinese ― viene
offuscata dalla malvagità umana. Nella sostanza è presente anche nella Teologia
ebraica, nei testi Veterotestamentari per cui Yahweh punisce i malvagi, inviando
il Diluvio Universale, come leggiamo in Genesi. Allorchè Dio ordina a Noè,
l’unico giusto, di costruire un’Arca dell’Alleanza, per risparmiare animali e la
sua famiglia. Poiché il Signore Yahweh avrebbe distrutto i malvagi:
“… Fatti un’arca di legno d’albero resinoso. Ed ecco come la farai: trecento
cubiti la lunghezza dell’arca, cinquanta cubiti la sua larghezza e trenta cubiti
la sua altezza … E di ogni creatura vivente, di ogni sorta di carne ne farai
entrare nell’arca di ciascuna per conservarla in vita.”
(Genesi 6, 14)
La Legge Cosmica, disarmonizzata cui è intesa dall’Induismo, e che sempre in
questa visione, la medesima posta in cosmo, cioè in ordine, da Yahweh con il
Diluvio, e da Cristo suo Unigenito, con il sacrificio del suo sangue e corpo.
Vediamo, meglio, leggendo il passo interessato del Vangelo:
“… Ora mentre essi mangiavano, Gesù prese il pane e pronunciata la benedizione,
lo spezzò e lo diede ai discepoli dicendo ‘Prendete e mangiate, questo è il mio
corpo”. Poi prese il calice, dopo aver reso grazie, lo diede loro dicendo
‘Bevetene tutti perché questo è il mio sangue della nuova alleanza, versato per
i molti in remissione dei peccati’ “
(Matteo 26, 26-28)
Dopo questa premessa, che apre la via ad un dialogo possibile di natura
esoterico-teologica al nostro racconto degli avvenimenti della ‘Gerusalemme anno
Zero’. Si procede con la storia, di quei lontani accadimenti che danno l’inizio
al Tempo Domini.
Tra l’ora sesta e l’ora nona di venerdì 14 Nisan anno ebraico 3791
Tra mezzogiorno e le tre del pomeriggio del 7 Aprile del 30 d.C., si fa buio su
tutta la terra. Gesù di Nazareth, l’Uomo di YHWH, il Logớs fatto carne, emette
lo Spirito al Padre, ponendo fine alla sua essenza terrena...
Qualche mese prima…
Un ebreo disse ad un altro ebreo: “A Gerusalemme raccontano che il Messia è già
venuto. Si chiama Gesù”. All’inizio Gesù fu soltanto questo; una notizia
propagata a voce fra i pellegrini, che rientravano dall’Impero di Roma, in
occasione della Pasqua. E i commercianti di ritorno dalla città Santa, ne
parlavano nelle case e nelle sinagoghe, agli ebrei emigrati che erano
numerosissimi: cinquantamila ad Antiochia, forse altrettanti a Roma,
duecentomila ad Alessandria d’Egitto, in tutto l’Impero romano quattro-cinque
milioni, contro un milione in patria. Quella stessa Gerusalemme che vede
disperdere i seguaci di Gesù, al momento della sua morte. Tutti fuggono
atterriti. Tranne Maria (Myriam), qualche altra donna ― tra le quali la
Maddalena, portatrice in seno del Sacro Graal? Del Sangue Reale? ― e l’Apostolo
Giovanni. Nemmeno la risurrezione riuscì, sul momento, a rinfrancarli.
Molto tempo prima,
nelle lontane terre di Oriente, il terrore dilaga tra gli uomini. Il “Regno di
Dio”, sarà preceduto da angoscia e sconvolgimenti immensi ― che non sia forse,
quel disegno del riordino cosmico, di cui l’Induismo parla mediante l’intervento
terreno di un Avatar? ―
Cos’è mai questo Regno di Dio? E quali avrebbero potuto essere questi
sconvolgimenti immani? Terremoti, mutamenti climatici, cataclismi, fuoco e
grandine dal cielo? Perché un ‘Regno di Dio’ deve essere preceduto da simili
sciagure? Dove si annida il Mistero che spaventa e atterrisce gli uomini, e
chiama a raccolta la natura con tutti suoi eventi? Si ode la voce di uno, o più,
che grida dal deserto. E’ la voce del profeta Isaia che ammonisce: “Guai a voi …
Ma ci saranno dei superstiti. Accadrà come quando si scuote un olivo: resteranno
due o tre olive sulla cima più alta. Ne resteranno quattro o cinque attaccate ai
rami dell’albero” (Isaia 17, 5-6).
Parole che suonano tremende, dense di terrore. Gli uomini saranno vagliati come
il grano, come l’erba cattiva? Viene la morte, come vento di tempesta, con la
sua falce a decapitare le teste dei viventi. Viene sul suo rosso cavallo di
fuoco, il suo lugubre nero mantello. Fiamme dalla sua bocca, urlando: “Guai a
voi…” (Isaia 1, 4ss.). “…Uomini che pensate di essere eterni. Ma io la morte,
signora del tempo eterno, è dietro ognuno di voi, come un’ombra oscura, arcana
vi segue… mai vi abbandonerò. Farò di voi un banchetto, fino alla fine dei tempi
e oltre” (n.d.r.).
La premonizione di quanto avverrà di lì a qualche tempo, quando gli ebrei in
numero di dodicimila, vengono deportati a Roma ― dopo la distruzione del Secondo
Tempio di Gerusalemme 70 d.C. ad opera dell’esercito di Roma sotto Tito ― per la
costruzione del Colosseo, sotto l’Imperatore Vespasiano, nel 72 d.C.
La Profezia di Gerusalemme, triste premonizione o tragico evento?
Gerusalemme, un popolo si domanda e cerca risposte alle antiche profezie
bibliche. Nelle stelle scruta la verità, ricerca negli antichi testi sacri la
profezia:
“Ma la ricompensa sarà proporzionata all’angoscia: in luogo di una Gerusalemme
di pietra “discenderà”, una città celeste, tutta costruita là in Alto” (Isaia
14, 1ss.).
Sibilline, imperscrutabili parole, cosa celano in verità?
Eliminata la malattia, vinta la morte, ecco che potrà cominciare il ‘vero
banchetto senza fine’, nel quale i giusti troneggeranno nello splendore di un
Sole sette volte più grande. In questo modo lavora l’immaginazione ebraica, nel
tempo in cui Giovanni il Battista, sulle rive del Giordano, chiama a raccolta
gli uomini per un ‘pentimento’ di rinascita. E, apre la dimensionalità a 'Colui
che deve venire'. La strada di un cammino messianico, la via al Maestro di
Giustizia esseno? Il probabile Avatar? divino che il cosmo ricompone?
Chi è Colui che deve venire?
Chi è Colui che deve venire? Nessuno conosce questa enigmatica verità, quest’arcana
realtà. Nel mentre, lontano da Gerusalemme Giovanni Battista, è nel suo totale
isolamento, nella completa mortificazione della carne e di ogni desiderio
terreno. Temprato al Sole rovente del deserto, come sacro fuoco sul fluido
metallo, nella sabbia rameata, che si nutre unicamente di locuste e orripilanti
insetti, veste fetidi pelli di cammello, e nell’intimo del suo intelletto, si
pone una dubbiosa questione. Qual’è la vera identità del Messia? “Sono forse io
il Messia che deve venire?” Il Battista come uomo, nella sua natura, si
accontenta di vivere lì sotto il Sole implacabile del deserto, come un reietto
tra i reietti. Egli sa che il Messia, l’Unto del Signore annunciato dagli
antichi profeti è già nel mondo. ― Storicamente parlando, sappiamo che ― il
Battista apprende che Gesù di Nazareth è il vero Messia, solo al fiume Giordano.
Il giorno in cui, nell’acqua di questo lo battezza, mentre una bianca colomba
che dall’alto discende, simboleggia lo ‘Spirito’ Eccelso. Ma, la sua fede è
sottoposta alla prova tremenda, nel momento in cui Erode Antipa lo mette in
carcere. Contesto che evoca la celebre bellezza, e la celeberrima danza di
Salomè, il cui premio finale è la stessa testa del Battista offerta su di un
piatto d’argento. Veridicità storica, seguendo le linee evangeliche, che molti
film hanno celebrato in tutto il suo splendore teatrale e scenico!
Alzando gli occhi dalla fugacità della vita, e dalle rughe del mondo, si cerca
di annaspare tra le possibili ed infinite verità e dubitabili certezze. Quali
sono queste verità? Dov’è mai la Cerca del vero? Tra l’immanente uomo del
deserto, Giovanni che vive totalmente l’ascesi mistica del momento, e il
trascendente Re che si fa Bambino. Il Gesù dei racconti evangelici, l’uomo di
Nazareth?
La vita del ‘Maestro di Giustizia’, è unicamente edificare sulla terra la
Parola/Logós del Padre; un ritornare alla storia delle origini, alla purezza
dello spirito, attraverso la pianificazione soteriologica della salvezza umana.
Dunque il centro della Gerusalemme anno zero, ruota intorno, ed è Cristo. Il Re
Bambino, l’uomo-Dio che salva! L’Avatara disceso? Il contatto tra l’Alto ed il
basso? L’Alfa e l’Omega?
La grotta di Betlemme, nella perfetta congiunzione astrale Giove-Saturno
Anno zero, una grotta di Betlemme vede, in una gelida notte, nascere il Re dei
Re, tra un bue ed un asinello, teneri agnellini, e poco oltre, greggi con
pastori che s’apprestano ai ricoveri per la notte. Il Fiat, si è finalmente
fatto luce. Lo stesso ‘Fiat Lux’, che Dio pronuncia all’origine della Creazione
dell’universo, del mondo, e che il racconto Biblico di Genesi (1, 1ss) ci offre
con estrema, tenera, assoluta bellezza. Contemporaneamente è la profonda
enigmaticità, impenetrabilità del mistero Divino.
Ora, la morte trova il suo riscatto ultimo, nelle cose ultime, tra cielo e
terra. Tra il già e non ancora, in una congiunzione di pianeti, cosa insolita e
rara, Giove e Saturno (che avviene ogni 854 anni). Una congiunzione che ha
indicato ai Re Magi, il luogo esatto dove questo Re si trova ― Mitologicamente
parlando, i Re Magi, rappresentano le tre stelle luminose della cintura di
Orione, e l’occhio di Orione, detto anche Horus, è la splendida Aldebaran la
gigante Stella arancione ― Colui che nel tempo l’Unto, cioè il consacrato del
Signore, nella comunità degli Esseni, è il Maestro taumaturgico. Che ordina alla
morte di fare un passo nelle tenebre. Il ‘preannunciato’ fin dalla notte dei
tempi, secondo i racconti Veterotestamentari, prefigurato dai profeti:
Ezechiele, Daniele, Isaia. Rivelato dall’Arcangelo Gabriele ― il Deva, o ‘essere
di luce’ per gli Induisti ― in una notte di assoluto, intenso buio, ad una
giovane fanciulla (Myriam, la Madre di Gesù, l’Iside-Sothis, egizia), che
terrorizzata alla visione, rimane in silenzio mistico ad ascoltare unicamente il
suo esultante cuore. Annuendo con il suo ‘Fiat all’Altissimo dei Giorni’, la
totale accondiscendenza, affinchè tutto fosse posto in atto, in essere, per
compiersi nella totalità degli eventi crono/storici/messianici, il volere di
Yahweh!
Gli eventi della storia si plasmano con la dimensione surreale della realtà, che
trascende fino al limite della magia, dell’alchimia cosmica, della soteriologia
e della pura simbologia. Qui, la Cerca deve penetrare la porta delle porte della
conoscenza, la Pistis Sophia, il tutto nel mistero di un simbolo, la Croce:
morte e redenzione, principio e fine ultimo, creazione e distruzione, l’Alfa e
l’Omega. Il già e non ancora.
Storicamente
La data di nascita di Cristo è l’1 d.C., anno tradizionale, ricostruita (ma
errata) da Dionigi il Piccolo, e poi adottata – errata anche questa – come
inizio dell’era cristiana dal monaco Beda il Venerabile nel 725 d.C., errori
dunque nel calcolo effettivo della nascita di Gesù. Secondo alcuni storici si
tratta di uno scarto di 4 anni, per altri addirittura di 6 anni retrocedendo,
quindi, al 4 a.C. ― prima della morte di Erode il Grande – in concordanza con la
narrazione evangelica secondo la quale il Bambino nasce quando Erode è ancora
vivo. Tanto da permettere a costui di ordinare la strage degli innocenti –
Matteo 3, 16 ― o, al 6 a.C. Dov’è il luogo dell’attendibilità?
Storicamente di Erode oggi ci è consentito di sapere, tramite racconti, la data
esatta della sua morte avvenuta verso il 4 a.C. Pochi giorni prima di una
eclissi di Luna, che si manifesta sulla coordinata Palestina, esatamente il 13
Marzo del 4 a.C.
In un capitolo del Vangelo di Luca, si legge che Gesù era nato durante il
censimento di Quirino Governatore della Siria nell’anno 6, e fino ad oggi ci
sembrava anche questa data oggetto di confusione. Perché Quirino era Governatore
nel 6 d.C., e fece un censimento in quell’anno. Ma recenti studi, ci confermano
che lo stesso, fece già nel 6 a.C. un censimento, come semplice funzionario,
affiancando Sanzio Saturnino. Dunque, l’ipotetico errore di Luca nell’omettere
questo particolare: di dire 'funzionario' al posto di 'Governatore', mettendo,
così, in crisi tutti gli storici successivi che ignorano questo particolare. Del
resto, il racconto sulla Natività ci narra solo ciò che scrive Matteo, quando
nel suo Vangelo descrive di una ‘Stella luminosa’ in cielo.
In realtà si tratta di cosa ben diversa, come enunciato sopra, della
congiunzione tra Giove e Saturno, che per diffrazione della luce, diviene cinque
volte di più della somma delle due sorgenti luminose prese singolarmente.
Congiunzione astronomica – ogni 854 anni – ma, anche il tanto atteso evento dei
tre ‘Re saggi sacerdoti-astronomi’, di origine babilonese – i Magi – custodi del
‘sacro fuoco’ di Zarathustra. A questo punto, la Cerca dovrebbe penetrare nei
meandri della religione ‘esoterico-ermetica-simbolica’, ma è un’altra via, tutt’altra
storia.
L ‘Uomo-Dio che salva? Il mistero è tutto racchiuso in una Croce?
Proviamo a lasciare andare la nostra mente, fin nei luoghi del tempo antico.
Osserviamo le polverose strade dove lo stesso Giovanni e Cristo vi camminano,
operano, agiscono. Immergiamoci nella cultura, nella società, nella struttura
complessa della vita quotidiana, fino a sentire i rumori di sottofondo, e
percepire i profumi speziati tipici dei bazàr. Apriamo il velo del tempo, che ci
occulta la vista. Scrutiamo gli esotici luoghi degli accadimenti, attentamente.
La gente è osannante a Gerusalemme, agitano palme e verdi ramoscelli di olivo.
Perché? Sta entrando Gesù il ‘Re dei Re’, o come, nel tumultuoso frastuono del
momento i Giudei salutano: “Re dei Giudei”. E’ il momento teatrale che precede
gli Atti ultimi della sua Passione che coincidono con la Pasqua ebraica, quella
dell’offerta sacrificale dell’immacolato agnello ― per altro, pratica condannata
dallo stesso Gesù – Infatti, come l’agnello, egli sarà immolato, non sulla
pietra dell’altare del Tempio, bensì sul legno della Croce, che chiude,
abbraccia in sé tutta la dimensionalità del mondo e dell’universo nelle quattro
simboliche estensioni spazio/temporali.
Ritorniamo, come osservatori, agli avvenimenti del momento storico della Pasqua
ebraica.
Gesù, si trova nelle vicinanze del Tempio, la casa del Signore, dove il sangue
di arieti e agnelli scorre a fiumi, e l’ira di Cristo, il Maestro di Giustizia?
L’Avatar? s’eleva in un tono di rabbia e furia incontenibile. Perché i molti
hanno fatto della ‘Casa del Signore’, un covo di vipere, una spelonca di ladri,
un convegno per il peccato. Nel contempo, risse tra i cambiavalute...
In realtà, il potere di Roma domina con forza Gerusalemme e d’intorni. Governa
come un protettorato sotto l’autorità di un procuratore imperiale. Archelao,
figlio di Erode il Grande, parteggia con Roma. In Galilea, storicamente, con
sede Tiberiade governa Erode Antipa figlio del Grande. La storia ci dice ancora
che: un altro figlio di Erode, Erode Filippo, governa le regioni della
Traconitide, Gaulanitide, Batanea, Hauranitide e Iturea. Questo insieme di
territori è posto tuttavia sotto la sorveglianza di un funzionario romano: il
“Legato della provincia di Siria”.
Chi è l’Osannato Re dei Giudei?
La Cerca, c’induce a comprendere il personaggio centrale che domina tutta la
storia fin qui narrata, il Messia, Colui che deve venire? O, ne dobbiamo
attendere un altro? Quando Gesù giunge a Gerusalemme la situazione è complessa.
Intorno al luogo del Tempio si svolge una fiorente e intensa attività
commerciale di vario genere. Un’intensa attività bancaria con un sistema di
cambiavalute ben organizzato. I Romani sanno che per dominare Gerusalemme è
necessario avere in pugno il sommo sacerdote, cioè, il capo di una comunità di
ventimila persone. In tutto questo teatro di vicende, tra la polvere e l’ombra,
agiscono di nascosto i Farisei eterni nemici di Roma e del suo potere. Non
ostentato, invece, dai ricchi Sadducei.
Contestualmente, il fiume di sangue degli animali sacrificati scorre tra le
gelide pietre del Tempio, tra belati e grida di uomini curanti dei loro affari,
più che delle cose di Yahweh. La carne dei poveri animali sacrificati serve per
la mensa dei sacerdoti, e nemmeno una goccia di sangue va sprecata, si usa come
concime. Lo stesso sangue, ma del ‘Maestro di Giustizia’, l’‘Avatar?’, sarà di
lì a poco asperso sui mali e peccati del mondo per mondare l’umanità corrotta, e
riportare quell’ordine prestabilito nella ‘Legge cosmica’, il ‘Dharma?’, secondo
il pieno volere di Yahweh, contro ogni forma di dissolutezza e di corruzione.
‘Colui che deve venire’ è il Figlio di Dio, la Luce fatta carna, l’Avatar? che
riequilibria l’universo attraverso il dono del ‘Puro Amore’. Il cosmo racchiuso
nell’intento di un solo giusto, l’Avatar dell’amore Divino. Il prescelto del
Signore per corrispondere alla malvagità umana riscattando la morte.
Il ‘Puro Amore’ di un ‘Folle in Dio’,
a conclusione di questo itinerario spirituale, di questa arcana Cerca, per
comprendere se il Cristo può essere identificato in un Avatara, Colui che
mandato da Dio riordina la ‘Legge cosmica. Si è spiegato che nella visione
Induista Gesù è così visto, pensato, identificato.
Nella sfera teologica cristiana si deve far appello, invece, ai vari Concili
Ecumenici della storia, in primis, il Concilio di Nicea-Costantinopoli, del
quale si è fatto cenno.
Ma, in assoluto non è questo che conta!
L’aspetto fondante è che si deve avere un cuore aperto alla comprensione di un
possibile ‘dialogo’ tra uomo e Dio, tra le grandi religioni dell’umanità
errante!
Così come la storia, molto significativa, ricca di spunti riflessivi, che
desidero raccontare a conclusione, della Cerca.
Si narra, che il 18 Febbraio 1836 nasce in un villaggio indiano, Kamarpukur –
Hugli nel Bengala, da una famiglia povera di bramini, Ramakrishna (1836-1886).
Giovanissimo si recò, per rimanervi, a Calcutta in un Tempio. Lì apprese la
filosofia dei Vedanta, i Testi Sacri. Egli era come un bambino gentile, pieno di
gioia interiore. Di solito era in uno stato d’intensa coscienza divina – Samadhi
– Scendendo da questo piano soleva muoversi nel suo mondo ideale. Definito, come
il ‘folle di Dio’, ripeteva giorno e notte “Madre Madre”, e parlava
incessantemente con la Madre Divina, che per lui era Realtà, l’unica Realtà.
Ed ora racconto, il punto saliente della storia. Il ‘fuoco sacro’ della sua
pratica ascetica: egli fece suoi i diversi sentieri dell’Induismo, del
Cristianesimo, dell’Islamismo, e realizzò l’idea che alla fine conducono tutti
allo stesso ‘Essere’, in quanto unicità nella diversità.
Sostenne l’armonia di tutte le religioni e insegnò il fatto che Dio può essere
visto, perché l’essenza della religione è la realizzazione di Dio. Lo seguirono
nel suo ideale elevate personalità del mondo, tra i quali Swami Vivekananda.
Dunque, il personale pensiero è che ci troviamo dinanzi ad un caso di Avatar?
Colui che pone ordine nella Legge del Dharma, un mandato da Dio? E’
ipotizzabile, come pensabile il crederlo.
Un suo aforisma chiude l’ipotetico viaggio in una spiritualità che come
enunciato si apre al ‘dialogo’, e solleva le pietre sepolcrali dell’ottusità
collettiva, unendo cielo e terra.
La vera Verità, l’essenza del creato è l’Amore Divino che si armonizza con il
‘tutto cosmico’.
“ … Vedo coloro che parlano di religione litigare sempre tra loro. Indù,
musulmani, bramini, shakta, vishnuiti, shivaiti, litigano sempre uno con
l’altro. Non hanno l’intelligemza per capire che colui che chiamiamo Krishna è
anche Shiva e la Shakti primordiale e che è sempre lui che viene chiamato Gesù,
Allah: ‘ c’è soltanto un Rama ed ha mille nomi’ “
Sri Ramakrishna.
“Siano fulgida Luce tutte le Religioni,
per edificare sulla Terra l’ Universale Pax”
Articolo pubblicato nella rivista
LexAurea32,
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