Il Sogno

Tra Psicoanalisi E Yoga Integrale

 

Dal libro “ Yoga integrale e psicoanalisi” di Miranda Vannucci

Vi propongo alcune riflessioni sull’argomento dei sogni e della vita onirica, in rapporto all’autoanalisi, tema accennato nell’incontro di Pescia, e quindi alla salute psichica, in collegamento con lo yoga integrale. Sia la psicoanalisi che lo yoga integrale, sviluppano ampiamente questo vasto tema.

Secondo la psicoanalisi anche a proposito dei sogni (come per altre parti dell’autoanalisi), non si possono dare che poche  indicazioni generali per imparare ad utilizzarli interpretandone il significato ed aumentare così la consapevolezza di sé; sarebbe infatti necessaria una conoscenza della storia personale dato che le radici del sogno affondano oltre che nell’inconscio collettivo, con simboli quindi universali che vanno al di là delle culture, e delle storie individuali, soprattutto nell’inconscio personale e per questo risulterebbe superficiale azzardare un’interpretazione che prescinda dal contesto più ampio e profondo che riguarda la conoscenza

della vita della persona. Anche Mère parla di questo. (La Madre. ”Conversazioni 1929” pag. 39; “Conversazioni 1954“ vol 1, pag. 39).

Secondo la psicoanalisi il sogno è suscitato da un fatto scatenante attuale, un pensiero o una fantasia (è il c.d. residuo diurno), per esempio un evento del passato recente, che si ricollega ad un evento o situazione del passato antico della persona, cioè dell’infanzia, (il c.d. contenuto latente) spesso intollerabile alla censura psichica, che così viene trasformato nei simboli del sogno.  Per esempio la persona incontrata il giorno prima, che nel sogno ci aggredisce, rappresenta un simbolo nel quale convogliamo la nostra aggressività (che quindi proiettiamo lì) perché quella persona ci può ricordare un padre autoritario che nell’infanzia ci impediva di manifestare la nostra aggressività.

Continuiamo cioè a rielaborare anche nei sogni vissuti dell’infanzia, conflitti, ricordi, mancanze affettive, tanto più quanto più si attiva questo processo di autoanalisi, o di analisi di sé nelle psicoterapie, per capirli, trasformarli e in qualche modo superarli, allargando la coscienza. Più si sogna, quindi, e più si attiva il meccanismo di utilizzo del sogno con l’interpretazione e più questo stesso processo si intensifica; il sogno a questo proposito contribuisce a diminuire quelli che Mère individua come salti della coscienza.

 

Mère risponde a un discepolo:

“D.: Durante il sonno si ha spesso l’impressione di penetrare in una regione di luce, di conoscenza superiore, ma, al risveglio, rimane soltanto un’impressione, un ricordo. Perché?”

 

“R.: È perché nella scala dell’essere, che va dalla conoscenza più esteriore alla conoscenza più alta, vi sono dei vuoti, delle soluzioni di continuità, e quando la coscienza sale, scende e risale la scala, essa attraversa come dei buchi neri dove non c’è niente.

Allora entra come in una specie di sonno, una specie di incoscienza, e si sveglia più o meno bene dall’altra parte, ricordandosi a malapena ciò che ha portato dall’alto.

È ciò che succede molto frequentemente e in modo particolare in quello stato che viene chiamato samadhi. Le persone che entrano in samadhi, scoprono che tra la loro coscienza esteriore attiva e la loro coscienza di meditazione, vi è un vuoto. In alto esse sono quasi necessariamente coscienti, coscienti dello stato in cui si trovano, ma mentre ridiscendono verso il loro corpo entrano in una specie di buco in cui perdono tutto, non riescono a portare giù con sé la loro esperienza.

Occorre tutta una disciplina per creare in sé i molteplici gradini che permettono alla coscienza di non dimenticare ciò che ha provato lassù...”

 

“D.: È utile annotare i propri sogni?”

 

“R.: Sì, per più di un anno ho seguito questa specie di disciplina, annotavo tutto, alcune parole, una piccola cosa, un’impressione e cercavo di passare da un ricordo all’altro... potevo risalire cominciando dalla fine, a tutti i vuoti, tutti i sogni, fino all’inizio della notte...si diventa coscienti delle diverse fasi del sonno e di tutto ciò che accade... ma condizione indispensabile è non fare il minimo movimento al risveglio... bisogna riuscire a svegliarsi in uno stato di completa immobilità, altrimenti tutto svanisce...”

 

(La Madre. ”Conversazioni 1950/1951”, pag. 92; “Conversazioni 1953”, vol. 1, pag. 48)

 

Avere il controllo dei sogni, cioè abituarsi a ricordarli, sarebbe quindi utile.

 

(“Conversazioni 1953“, pag. 37)

 

 

Il sogno parla il linguaggio dell’inconscio, cioè del simbolo, apparentemente sconclusionato e assurdo; è quello che nella psicoanalisi si chiama processo primario e presenta alcuni meccanismi tipici.

- La condensazione: per esempio le persone che appaiono nel sogno possono essere figure composite che combinano le caratteristiche di chi sogna e della persona-simbolo scelta; oppure di più individui o situazioni.

A questo proposito Mère spiega:

 

“In questi sogni compaiono sempre esseri simbolici che sembrano composti di vari elementi delle persone che mi stanno vicino e che sono legate a me per certi rapporti che danno al Lavoro. Si tratta di essere simbolici.”

 

(Satprem. ”L’Agenda di Mère”, vol. 3, pag. 211)

 

- Lo spostamento: per esempio, una pulsione aggressiva originariamente diretta al padre, può essere spostata su di una figura sostitutiva che lo rappresenta.

- La drammatizzazione: i contenuti sono drammatizzati, spesso cioè a tinte forti, con emozioni e sentimenti intensi, che ricordano i conflitti e la visione del mondo dell’infanzia.

- L’atemporalità e l’aspazialità.

- I giochi di parole onirici ecc.

Tra le varie funzioni del sogno secondo la psicoanalisi, possiamo ricordarne alcune:

- La funzione di proteggere il sonno, che è uno stato di regressione, durante il quale si allentano i freni inibitori della coscienza ed ha più possibilità di irrompere la parte istintuale, quello che Sri Aurobindo chiama il vitale, che viene appunto contenuto nel sogno.

- La funzione catartica, di liberazione per esempio di un conflitto inconscio che viene così scaricato e contenuto nel sogno e portato sul piano più evoluto del simbolo, con un tentativo di passaggio dal vitale al mentale. Per esempio, l’affiorare della paura del vuoto in una persona ansiosa che teme il suo vuoto affettivo depressivo: sogna che percorre una strada con vuoti, cioè dirupi. I sogni a contenuto apparentemente negativo, sono spesso in realtà positivi perché ci danno una visione più profonda e, all’interno, e tirano fuori il conflitto, prima rimosso e affondato nell’incoscio, lo esprimono e permettono, oltre che la pura catarsi, un inizio di elaborazione e comprensione del problema. Così nelle psicoterapie l’apparire di questo tipo di sogni e l’iniziare comunque a

sognare, è un segno di decorso favorevole, di progresso nella coscienza.

- La funzione di esaudimento di un desiderio: per esempio i sogni a contenuto sessuale.

Le parole di Mère:

 

“Tutti i desideri che sono repressi senza essere dissolti, tentano di soddisfare se stessi quando la volontà è assopita...”

 

(La Madre. ”Conversazioni 1950/1951“, pag.90)

 

O i c.d. sogni banali dei bambini che sono espressione-specchio della realtà o puro esaudimento del desiderio (per esempio di mangiare la cioccolata).

- Il sogno spesso anticipa tracciandone la strada, il futuro percorso esistenziale e spirituale della persona, dandone l’indicazione a volte molti anni prima.

Alcuni sogni, nella vita delle persone sono così molto importanti, sono quelli che non dimentichiamo più, come una luce che si presenta alla coscienza per anticiparne e illuminarne il percorso futuro.

Per esempio: una persona sogna due giganti incatenati alla roccia. Sono le immagini dei suoi genitori, nell’interno di sé, da slegare, rendere liberi dalle catene che li avvolgono e permettere loro di esserle di sostegno nella vita come presenze-riferimento positive e non costrittive.

È il percorso umano che la persona seguirà negli anni successivi al sogno per liberarsi dei legami familiari interiori vissuti come ceppi paralizzanti.

- Il sogno non è già la trasformazione della persona, ma un inizio di elaborazione per arrivare alla trasformazione. A questo proposito spiega Mère:

 

“D.: Quando un sadhaka fa dei sogni che rappresentano una qualche verità spirituale, è forse un segno che la sua natura si sta trasformando?”

 

“R.: Non necessariamente. È il segno che egli è più cosciente della gente comune: i sogni non trasformano la natura... il sogno è un’indicazione, vi dà l’immagine esatta di ciò che sta avvenendo dentro di voi, dello stato nel quale siete, di quello della gente in mezzo alla quale vivete, e con tale indicazione potete fare il lavoro necessario per trasformarvi. Ma non è il sogno a trasformarvi!”

 

(La Madre. “Conversazioni 1954“, vol.1, pag.166)

 

- Il sogno completa quello che nella coscienza di veglia è più superficiale e dà così una visione più ampia e più vera, profonda della situazione interna. Affiora quello che nello yoga integrale si chiama subliminale.

Per esempio, una ragazza che non sa valutare la profondità del sentimento per un possibile fidanzato, sogna di essersi innamorata: più profondamente cioè il sogno le fa capire l’intensità di quello che prova.

- L’intensificarsi della vita onirica durante le separazioni nella vita delle persone, per esempio sogni che riguardano la persona dalla quale ci si distacca, e tipicamente nei periodi di sospensione delle sedute nelle psicoterapie, indica un prolungarsi del rapporto, come un ponte affettivo che si mette tra sé e l’altro nell’assenza.

Alcuni simboli ricorrono nei sogni tipicamente e frequentemente; capirli può essere di aiuto all’aumento della consapevolezza. Si può cogliere un livello interpretativo psicologico sul significato del sogno; o più ampiamente e profondamente tentare di vederne il significato spirituale. Così lo stesso simbolo, per esempio il mare può indicare l’inconscio; la madre; o più ampiamente e profondamente lo spirito.

Alcuni esempi.

- Sogni di viaggi. È spesso il viaggio all’interno di sé, verso il profondo e verso l’alto. I mezzi possono essere più o meno veloci (aereo, treno ecc.); a volte il percorso è a piedi su strade, sentieri più o meno tortuosi. Così può essere veloce, tortuoso o difficoltoso il cammino interiore.

A questo proposito Mère a un discepolo:

 

“D.: Faccio spesso sogni in cui appaiono dei treni. Perdo spesso il treno...”

 

“R.: È molto simbolico!”

 

“D.: Perché ho troppi bagagli. Gli corro dietro e, a volte, riesco a raggiungere e a salire sull’ultima carrozza.”

 

“R.: Per coloro che praticano lo yoga, il treno, la nave e suppongo anche l’aereo, sono il simbolo della strada e della Forza che vi conduce: se sprecate tempo o avete troppi bagagli, o ci pensate troppo tardi,ebbene, perdete la strada e dovete poi correre molto per ritrovarla. Vi sono moltissimi sogni di questo tipo, che danno un’indicazione molto precisa dello stato in cui ci si trova.”

 

(La Madre. ”Conversazioni 1950/1951”, pag.118 )

 

Il percorso può presentare dei vuoti, per esempio: strapiombi che psicologicamente possono indicare mancanze affettive di cui la persona sente la profondità (cioè vuoti affettivi); e possono indicare anche i salti di coscienza di cui parla Mère.

Il percorso può essere in salita, discesa, quindi più o meno faticoso e può comparire il simbolo della scala che tipicamente indica il salire i gradini della coscienza o discendere nell’inconscio, il che comunque è anche un salire perché allarga la coscienza con la comprensione del profondo. È quella che Mère chiama la scala dell’essere, cui ho accennato all’inizio. (La Madre. “Conversazioni 1950/1951“, pag. 92-93)

- Sogni in cui si è in luoghi alti, montagne, grattacieli, piani alti di case, indicano spesso la capacità di vedere più ampiamente, la coscienza che vede dall’alto, è più allargata. La discesa in luoghi profondi (spesso bui o da illuminare), cantine, grotte può indicare l’approfondimento verso l’inconscio, da illuminare, con la luce della coscienza.

- Sogni con templi antichi, chiese, cattedrali spesso indicano il raggiungimento nel percorso di un qualche punto sacro, un centro di noi, qualche parte di noi centrale che sta facendo un passaggio di coscienza, si sta appunto consacrando, spiritualizzando.

- Sogni di tuffarsi nel mare, nell’acqua e di volare, nella sadhana, come un tuffarsi nello spirito e volare verso l’alto.

- Sogni di gravidanze, nascite: il concepire e il far nascere qualcosa di nuovo, un cambiamento interiore e/o un avanzamento spirituale.

- Sogni di morte in cui moriamo noi o qualche persona che ci rappresenta, tra gli altri significati, possono riguardare il far morire una parte di noi per rinascere e rinnovarci in un nuovo modo d’essere.

- Sogni con animali: le nostre parti istintuali, cioè animalesche; spesso le nostre parti piccole e indifese negli animali domestici: gattini, cuccioli ecc. (e nel sognare i bambini).

Alcuni sogni hanno un’intensità tipica, che li fa considerare sogni-esperienza per la loro importanza.

Le parole di Mère a un discepolo:

 

“D.: Ho sognato un oceano che fluiva, fluiva silenziosamente e dava molta gioia; potevo sentirlo come una cosa fisica.”

 

“R.: È più di un sogno, è quasi un’esperienza. Ci sono dei luoghi in cui andiamo periodicamente per mezzo dei sogni. A volte possiamo continuare lo stesso sogno persino dopo molti mesi. Esistono anche sogni di avvertimento, che ripetono spesso la stessa cosa con lo scopo di costringerci a concentrare la nostra attenzione su di essa.”

 

(La Madre. ”Conversazioni 1950/1951”, pag 105)

 

Faccio un breve accenno infine alla premonizione e telepatia nei sogni.

Come ho accennato, spesso accade (e lo si vede nel percorso delle psicoterapie) che un sogno anticipi di molti anni il futuro cammino esistenziale, cioè il nostro inconscio “sa già” quelle che sono le potenzialità che esprimeremo nel corso degli anni. È la conoscenza più ampia, vera e profonda del subliminale.

Ad esempio: una persona sogna Mère sullo sfondo, in cima ad una scala e Maggi, sua discepola e segretaria, che in primo piano le dà una borsa blu brillante.Mère le ricorda in quella posizione il disegno della copertina di un libro: “La Via Soleggiata”, come percorso futuro nella spiritualità, ormai libera dal dolore ripulito nella sadhana; Maggi le consegna la borsa simbolo d’identità, del colore dello spirito e dell’energia. È il cammino tracciato per gli anni futuri nel ricevere l’identità nello spirito.

Per periodi di tempo più brevi: per esempio la persona che comincia ad elaborare a livello inconscio l’incontro con l’India, senza esserne quasi consapevole, sogna che andrà in Asia con un’amica. Dopo alcuni mesi lo propone alla persona del sogno, che nella realtà poi l’accompagnerà nel viaggio, pur essendo, l’amica, inizialmente ben lontana da un’idea del genere. Chi sogna ha percepito a livello inconscio, questa possibilità, e nel sogno l’ha anticipata.

Qualche altro esempio: accade un piccolo incidente nello studio della psicoterapeuta (un tappeto incendiato da una stufa) espresso e anticipato dal sogno di una paziente qualche tempo prima; il terapeuta sogna di volare nella spiritualità e un paziente fa lo stesso sogno, portato in seduta la settimana seguente.

A proposito del sognare qualcuno e poi incontrarlo, Mère spiega:

 

“D.: Come mai incontriamo e conosciamo nei sogni persone che incontreremo e conosceremo in seguito nella vita?”

 

“R.: Ci sono molte possibilità. Il più delle volte è perché una comunicazione è stata stabilita, sia sul piano mentale che su quello vitale e persino sul piano fisico sottile ed è questa comunicazione che provoca più tardi l’incontro. Il vostro sogno non è soltanto premonitore, è condizionale; esiste una relazione interiore abbastanza vicina perché possiate entrare in contatto durante il sonno, e le circostanze si mettono in modo tale che vi incontrerete fisicamente più avanti.

A volte il sogno è soltanto premonitivo, ma allora è di una qualità speciale: vedete arrivare una persona ed essa arriva fisicamente qualche tempo dopo. Di solito è una relazione stabilita; è qualcuno che si frequenta, con cui si parla e si vive durante certe ore della notte, per cui dopo, quando ci si incontra, si ha l’impressione di conoscersi molto bene. E infatti, ci si conosce già prima di incontrarsi fisicamente”.

 

(La Madre. ”Conversazioni 1950/1951”, pag. 149)

 

 (pag. 337):

 

“Quando vedete apparire una persona in sogno... c’è ogni sorta di spiegazioni possibili. Se è una persona che abita lontano in un altro paese, forse quella persona vi ha scritto una lettera e la sua lettera

sta per arrivare, allora vedete quella persona perché ha messo una formazione di sé nella sua lettera, una concentrazione; vedete quella persona e l’indomani mattina ricevete la lettera. È un caso molto frequente.

Se è una persona che ha una capacità di pensiero molto forte, può pensare a grande distanza da voi, nel suo paese, concentrare il suo pensiero e, nella vostra coscienza, quella concentrazione prende la forma di quella persona. Forse essa stessa volontariamente vi chiama; volontariamente viene a dirvi qualcosa e a chiamarvi se è in pericolo o se è ammalata.

... una persona si è esteriorizzata più o meno materialmente nel sonno ed è venuta a trovarvi. Allora voi divenite coscienti di quella persona perché, quasi per miracolo, siete in uno stato di coscienza corrispondente... vi sono innumerevoli spiegazioni per un’unica cosa.”

 

Termino infine questa breve trattazione di questo vasto argomento, ricordando alcuni passi delle Conversazioni, sui sogni in cui compare Mère.

Chiede un discepolo:

 

“D.: Quando La vediamo nei sogni dove La vediamo? È sempre nello stesso luogo?”

 

“R.: Ci sono molti, moltissimi luoghi diversi. Può essere nel fisico sottile, dato che vivete tutti nella mia atmosfera fisica ed è di conseguenza nel fisico sottile che mi vedete il più delle volte: lì avete l’impressione che ciò che vedete sia quasi materiale, ma con una leggera deformazione. Siccome avviene nel fisico sottile, vi ricordate abbastanza facilmente di ciò che avete visto.

Molto spesso, in piena notte mi occupo di voi e mi ricordo di certe cose che hanno una certa importanza. Non ricordo tutto perché non vale la pena ingombrarsi la memoria con mille cose inutili. E ho notato che, tra voi, alcuni sono capaci di ricordarsi, ma avviene nella vostra coscienza una leggera deformazione.

Alcune persone mi possono vedere vitalmente; altre mi possono vedere psichicamente (il che è abbastanza raro); altre possono vedere mentalmente e altre ancora possono vedere nel subconscio,

e in certe condizioni, nell’inconscio, ma anche ciò è raro...Altre persone possono avere una rivelazione su di me, possono vedermi come sono, ma non ce ne sono molte.”

 

(La Madre. ”Conversazioni 1950/1951“, pag. 107)

 

Chiede una bambina:

“D.: Un giorno, mentre davi una benedizione, sono venuta verso di te, mi hai abbracciato e tenuta stretta a lungo tra le braccia.”

 

“R.: Hai visto qualcosa di cui non sei cosciente nel tuo essere materiale, e basta. Le Forze sono sempre qui piene di tenerezza, d’amore, di aiuto... Ma non ve ne accorgete perché vivete in una coscienza troppo limitata, troppo piccola... Non c’è bisogno di spiegazione... È un fatto, o se vuoi vi è un’esperienza... Sei entrata in contatto con queste Forze che sono sempre qui per avvolgere, aiutare, sorreggere... che sono sempre colme d’amore e di tenerezza, che aiutano e accolgono coloro che vengono; esse in realtà sono ovunque, sempre all’opera. Hai preso coscienza di questo...ti ha dato l’impressione che io ti avvolgessi tra le braccia, ti abbracciassi. Si è tradotto così... Alcuni di notte mi fanno fare cose stranissime! Ma è sempre la stessa cosa; vi è una realtà, dietro: essi sono entrati in contatto o con una emanazione o con una forza o con un’azione: come ho detto poc’anzi, ma nel loro cervello si traduce con immagini che sono a volte sorprendenti! Ma sono una loro traduzione.

Quando mi raccontano queste cose, ciò mi dà il quadro esatto dello stato della loro coscienza mentale, vitale e fisica. Mi basta la sola deformazione della traduzione per sapere qual è lo stato della loro mente.

E non posso dire: non ero io perché ero io! Solo che hanno cambiato le cose a modo loro!“

 

(La Madre. “Conversazioni 1954“, vol.1, pag. 152)

 

Relazione presentata al Darshan di Salsomaggiore Terme tenuto nel Febbraio 2002, su “Salute e bellezza: la perfezione del corpo nello yoga integrale”.

 

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