O Tempora, o  Mores

 

Apri l’Occhio!: noterelle sulla condizione attuale

dell’Ordine Massonico in Italia

   A.R. Contenebbia

 

 

 

                  

 “…intorno a noi, solo crolli e rovine. Questo degenerare è decretato a livello ciclico e non farà che aumentare la sua forza ed i suoi effetti. Presto il disordine, da molto tempo padrone nei nostri Templi fisici, assedierà anche il Tempio interiore dei migliori.

              L’alternativa sarà allora tra provare a divenire quello che si è e morire con poco onore.”

            

             estratto da un manifesto a firma C.E.M.F. affisso sui muri della città di Rimini nell’aprile 2007

            

 

E’ urgente una riflessione sullo stato attuale di degrado e di smarrimento dell’Ordine Massonico.

Avendo in altre occasioni contribuito con riflessioni per così dire “serie” sulla ritualità e simbologie Massoniche, mi si consentirà in questa sede un approccio più ironico.

Ritengo peraltro si tratti di un approccio coerente con la situazione che si intende decostruire, probabilmente l’unico in grado di cogliere alcuni aspetti della questione.

Affronto il problema per tracce, sintetizzate e pronte per ulteriori approfondimenti, come è il caso in questa sede.

Tralascio evidentemente ogni notazione generale e particolare sulle vicende storiche  dell’ Ordine Massonico in Italia e  altrove, dandole per note.

 

Traccia 1

 

Liquerizia guénoniana

 

Le diagnostica storica ed epocale di Guénon non può che essere condivisa, aldilà del giudizio personale complessivo sull’autore.

L’affermazione di Guénon circa Massoneria e Compagnonaggio come uniche, genuine realtà Tradizionali sopravvissute in Occidente, incontestabile nei suoi enunciati, ha  tuttavia generato, in una sua comprensione non corretta, una serie di mostri.

Se si osserva che questi sono – come del resto anche la Chiesa Cattolica – gli unici contenitori all’interno dei quali è ancora possibile rinvenire brani significativi di realtà simbolica e rituale, non si dice che il vero.

Ciò,  non è evidentemente – e come potrebbe esserlo, sotto i Cieli attuali? - segno di alcuna potenza, ma solo di una potenzialità futura, di riattivazione.

E’ indubbio che il cadavere di un centometrista presenta ancora fibre allungate, fasci muscolari eccezionali, ma resta quello che è:  un cadavere.

Il problema è, casomai ed in un ordine non materiale, quello della resurrezione, della quale allora si dovranno elencare e poi ottenere, con cura e sforzo immane, tutte le condizioni.

Viceversa le affermazioni guénoniane (intese, ripeto, come mantra salvifici anziché come puri enunciati di analisi) hanno prodotto tutta una generazione di Massoni convinti che basti essere lì, lavorare in Loggia, difendere la purezza di affermazioni estrapolate dalle opere di un pensatore comunque non immune da tentazioni settarie, per fregiarsi di corretto agire e – addirittura – di corretto progredire.

Tanto basta per la propria coscienza, e poco importa se nelle stesse file allignano persone spesso tra le meno consapevoli e rispettose di una ritualità perfetta e rigorosa, probabilmente il primo ed ineludibile passo per qualsiasi cambiamento di scenario.

Si gustano barre di liquirizia guénoniana, producendo poi le nere palline, del “no! no! no!” a tutto ciò che non goda dell’imprimatur, a qualunque  ricerca spirituale per così dire esterna

Dimenticando, e mi pare il peccato maggiore, il carattere aperto ed universalista dell’essenza Massonica, riconosciuto come cifra fondamentale anche da pensatori assai guénoniani come lo Geay…

 

 

 

Traccia 2

 

La porta larga

 

C’è da chiedersi quale Alta  Istituzione possa mai sopravvivere perseguendo una politica di ingresso del genere tollerato ed incoraggiato nell’Ordine Massonico; mi riferisco a tutte le principali Massonerie italiane, non solo al Grande Oriente d’Italia.

Il proselitismo non è dissuaso, filtrato, verificato, ma incoraggiato senza limiti precisi.

Molto spesso si tratta di lobbistica professionale, spesso di amicizia generica (che sarebbe Massonica e segno vocazionale in quanto affine alla Fratellanza perseguita dall’Ordine), a volte di pura contiguità e casualità.

Per quanto di mia esperienza le persone che chiedono di entrare a far parte dell’Ordine si possono dividere in alcune categorie:

 

Il lobbista puro

Il Primario dell’altra clinica è entrato.

Anche il Direttore Generale, dicono.

Il MIO Presidente??

Personaggio sostenuto quasi sempre da mogli d’acciaio.

 

L’Associazionista

Già membro del Lions o dei Rotary non trova in essi tutto ciò che la sua anima richiede.

Sente, dolorosamente, la mancanza di esoterismo.

Una volta affiliato sosterrà, soddisfatto, al sigaro di una fine cena, che alcuni  ambienti sono meglio raggiungibili dall’Istituzione Massonica piuttosto che dalle due Associazioni citate.

Impazzisce per le stampe di significato alchimista del ‘600.

 

L’Illuminista

Ignaro di una sorgente e di un destino più alti, ritiene che l’Ordine si esaurisca nei motti della Rivoluzione Francese e nel buonsenso della modernità.

Una volta affiliato irriderà gli interventi esoterici in Loggia, ammonirà sulle credenze alle streghe, glorificherà la ragione e la scienza, il magnifico cervello dell’uomo.

Una volta Maestro,  inviterà gli Apprendisti a non considerare l’apparato simbolico del Tempio se non una cornice per il proprio lavoro.

Un lavoro, appunto,  di buonsenso e di ragione.

 

Il “perché io qui?”

Affiliatosi senza una ragione precisa, tende ad orizzontarsi poi nel tempo, con esiti a volte migliori delle altre categorie.

Animale sociale, apprezza il lato cerimoniale e rituale.

Acquista in Gran Loggia i grembiali neri da cucina con la grande “G”, li usa in cene intime con donne che negli anni apprende ad impressionare

 

Il chiamato

In via di estinzione.

Cerca od è chiamato, in genere, altrove.

 

Ora, fuor di gioco, è evidente che nessun decadimento dell’Ordine Massonico potrà mai  essere arrestato se non si saprà porre un freno agli accessi indiscriminati.

Il Massone è un fiore che va cercato (in realtà chiamato, con voce interiore), nutrito, fatto sbocciare prima del suo ingresso come Apprendista nel tempio.

Non occorre alcun contatto, alcuna contiguità materiale, per questo.

Permettere un proselitismo non consapevole non potrà che inibire o rallentare qualunque processo di purificazione e di rinascita…

 

Traccia 3

 

L’equivoco illuminista/Cigolanti scarpe di vernice nera

 

Ho già accennato all’Illuminista come una delle categorie antropologiche della Massoneria moderna.

Non c’è  alcun dubbio che questa categoria – tra i Massoni coinvolti ed attivi – sia la categoria prevalente e che e costituisca per così dire il nervo delle varie Massonerie italiane, le altre risultando posizioni in qualche modo marginali.

Le posizioni ufficiali stesse, p.e. del Grande Oriente d’Italia, non riescono mai a perdere questo tipo di identità.

Massoni ineccepibili, presenti e capaci, in gessati impeccabili e cigolanti, lucide scarpe di vernice nera, a gambe accavallate in Tempio quale segno di raziocinante agio,  dotati di una concezione comunque alta e nobile dell’Ordine, gli illuministi costituiscono il maggiore ostacolo ad una possibile inversione di rotta.

Essi inchiodano l’Ordine ad una identità innaturale che presto determinerà una conflagrazione.

Qui il problema è sostanziale.

Per loro, il trinomio scritto ai lati del Delta aldisopra della Cattedra del Maestro Venerabile è una dichiarazione di principi  essenzialmente intesa come motto politico, il quadro disegnato è esclusivamente quello dove la ragione fa evaporare le nebbie dei dogmatismi, delle illibertà…

Questo quadro è ovviamente angusto, datato, incapace, se non attualizzato ed arricchito, di affrontare la complessità dell’attuale stato evolutivo della coscienza umana.

Anche qui, sino a che non si comprenderà che Unità/Amore/Giustizia, Libertà/Uguaglianza/Fratellanza costituiscono ipostasi del Divino, Leggi universali che regolano la Manifestazione, le cellule, la materia, la coscienza dell’uomo aldisopra di qualsiasi aspetto collettivo e sociologico (che tuttavia includono lungo la  strada del perfezionamento e della  Restituzione), sino a che  si continuerà in qualche modo a tradire il segreto essenziale trattato dalla Massoneria e  chiaramente enunciato nel suo apparato simbolico, non si farà molta strada.

Aspirazione, concentrazione, adesione al rituale, “circoncisione” di tutto ciò che eccede (discussioni sotto forma di Tavole dal livello intellettuale spesso imbarazzante, litanie di varia effusività,…) dovranno sostituire gli attuali costumi Massonici.

Si obietterà che, rebus sic stantibus, una rivitalizzazione in termini realmente iniziatici appare pressocchè impossibile.

Se effettiva, tale situazione è dovuta in larga parte alla  cornice odierna, alle dense nebbie del Kali Yuga.

Questo non deve esimere dall’azione, salvifica in sé stessa e unico modo per accrescere in noi le forze per Realizzazioni future.

Qualsiasi movimento, ancorché minimo, dell’Ordine Massonico verso il recupero della propria identità, abbandonando una volta per tutte la caleidoscopia illuminista e le altre narrazioni Massoniche meno nobili (il narcisismo intellettuale, il maschilismo, la presunzione di esclusività, la politicizzazione  e burocratizzazione assurde del corpo dell’Istituzione, Organi e Statuti), dovrà essere salutato con gioia e considerato come un risultato, considerati i tempi in cui avviene, di estrema rilevanza.

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