Nada Yoga
David Barra
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"Quel Vak che germoglia in Para, mette le foglie in Pashyanti, si sviluppa in
Madhyama e fiorisce in Vaikhari. Il suono è assorbito invertendo quest'ordine.
Chiunque realizzi il grande Signore di Vak, il Se indifferenziato ed
illuminante, non è influenzato da alcuna parola, qualunque essa sia."
Yogakundalini Upanishad
Nada Yoga è un particolare percorso yogico correlato al Mantra Yoga, alla musica
e a tutte quelle tecniche che hanno a che fare con il suono. Esso è parte
integrante del Laya Yoga (Yoga della dissoluzione) in cui l'individuo diventa
totalmente assorbito in un'unica entità. La parola sanscrita nada
significa suono o etimologicamente "flusso", indicando il flusso di coscienza
(infatti le nadi sono i canali in cui fluisce il Prana). Nada è la vibrazione
primaria, il suono creativo divino sempre presente, in tal caso esso è chiamato
Nada-Brahman o suono trascendente ed è il seme del mondo manifesto dal
grossolano al sottile e dal visibile all'invisibile. Nada fluisce in ogni essere
vivente e non vivente, tale concetto è parte integrante del Tantra e del
Sanathana Dharma in generale. Un simile riferimento lo ritroviamo anche
nel Vangelo di Giovanni dove Nada è chiamato "il verbo" e anche
nella scienza moderna si trovano teorie secondo le quali l'universo risulterebbe
composto da vibrazioni a vario livello (onde elettromagnetiche). Il Bhagavata
Purana parla del Nada Yoga con una bellissima allegoria:
"Krishna lasciò il suo posto a mezzanotte e andò nella foresta, era una notte di
luna piena nel primo mese d'inverno quando Egli cominciò a suonare il suo
flauto. L'eco dello strumento si diffuse in tutto l'ambiente circostante e la
musica fu udita dalle gopi
[pastorelle] esse immediatamente lasciarono le loro case, i loro mariti, le
loro mansioni e corsero dritte verso il luogo dove il
suono (nada) del flauto era emesso, cominciarono a danzare attorno al
suonatore, e dopo un po' ogni gopi scoprì di danzare con Krishna stesso."
Tale storia illustra in maniera simbolica il percorso del Nada Yoga. Il Nada dal
flauto è sentito a mezzanotte (l'orario migliore per tale pratica yogica).
Krishna simboleggia l' alta Coscienza e il suono del flauto è il Nada che sorge
da Essa. Le gopi rappresentano l'aspirante e i sensi, entrambi i quali sono
normalmente distratti dalla vita mondana di tutti i giorni, ma quando il nada
interno (suono del flauto) è ascoltato, la consapevolezza viene interiormente
diretta verso Krishna (pura Coscienza) ed eventualmente le gopi si uniscono con
Krishna, diventando uno con Egli (unione Jivatman-Parmatman). Questo è il
sentiero del Nada Yoga. A livello pratico lo scopo del Nada Yoga è percepire i
suoni interni in maniera tale da divenire abili a percepire il suono ultimo.
Secondo tale percorso vengono considerati differenti livelli di Nada, partendo
dal più grossolano abbiamo:
Vaikhari:
è la forma più grossolana di suono che possiamo ascoltare attorno a noi. E'
prodotto dallo strofinamento di due oggetti insieme ed è il suono tipico
discusso in fisica. Questo è il punto iniziale delle pratiche di Nada Yoga, dal
quale il praticante comincia fino ad arrivare ad ascoltare suoni sempre più
sottili.
Madhyama:
tale forma di Nada è più sottile di Vaikari, Madhyama significa "nel mezzo",
appunto perchè sta a metà strada tra il più grossolano dei Nada e i Nada più
sottili. A tale stato il Nada incomincia ad assumere forme. In Nada
Yoga-sadhana lo scopo è ascoltare i suoni associati a tale livello.
Pashyanti:
tale Nada può essere visto ma non udito, il suono qui ha differenti specifici
colori che possono essere colti da visione interna. Esso esiste negli strati più
profondi della mente aldilà della portata dei suoni udibili.
Para:
è il suono trascendentale, esso è il punto di origine del Nada ed è il Nada che
è "udito" nello stato di "super-coscienza", le Upanishad lo chiamano OM e dicono
che la sua natura è Jyoti (luce). Esso è anche chiamato Anahata-Nada, il
suono ininterrotto che è aldilà di ogni concettualizzazione.
Molti testi antichi danno anche una guida ai suoni che possono essere uditi
durante la pratica del Nada Yoga, nella Hamsa Upanishad è data la
seguente lista:
Chini-nada:
il nada è udito come il suono della parola chini.
Chinichini-nada:
è udito come la parola chini-chini.
Ghanta-nada:
il suono delle campane.
Shanka-nada:
il suono della conchiglia suonata a fiato.
Tantri-nada:
il suono del liuto o della vina.
Tala-nada:
il suono dei cembali.
Bansuri-nada:
il suono del flauto.
Bheri-nada:
il suono echeggiato di un tamburo.
Mridanga-nada:
il suono del mridanga (suono di una doppia percussione).
Megna-nada:
il boato del tuono, il suono ultimo.
Bisogna tener presente comunque che tali suoni sono psichici, quindi non bisogna
prendere troppo alla lettera tale lista ma bisogna considerarla come
un'indicazione, i suoni devono essere percepiti dal nada-yoghi e tali
suoni dipendono dalla profondità della conspevolezza che il sadhaka ha
penetrato.
Articolo pubblicato nella rivista
LexAurea36,
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