Il Creatore ed il Trickster
di Antonio d'Alonzo
Nella mitologia primitiva- a differenza di quanto avviene con il Dio
monoteistico- il Creatore, una volta progettato il mondo e trasmesso le norme
comportamentali, si ritira non intervenendo più. Dopo la creazione, di solito,
avviene una trasgressione dell’ordine consolidato: il Creatore- anziché
intervenire infliggendo la giusta punizione agli empi sul modello delle divinità
politeistiche o dell’iroso Dio dell’AT- si ritira senza ascoltare le preghiere,
diventando un deus otiosus. Il
Creatore, di solito, è un dio celeste, ma Pettazzoni ha rilevato come questo
carattere appartenga propriamente all’Essere Supremo. La distinzione tra
Creatore ed Essere Supremo non sempre è perfettamente delineata nelle civiltà
«primitive», anche se entrambi possono essere divinità del cielo. Puluga, il Dio
Creatore degli Andamenesi, si ritrae nel cielo dopo avere foggiato il sole e la
luna ed aver inventato le arti umane. Ma interviene con potenti uragani, ogni
qual volta si produce del rumore all’alba o al tramonto. Puluga condivide le
caratteristiche del Creatore, ma anche dell’Essere Supremo.
Il trickster (dall’inglese «briccone»),
dal canto suo è un personaggio
sciocco e bugiardo, che però svolge un’azione funzionale alla determinazione
dell’ordine comunitario, dello status quo sociale. Il trickster- chiamato anche
trasformer per la sua capacità di
manipolare e rovinare l’esemplarità del paradigma- a volte si contrappone al
Creatore che lo incarica di proposito di creare il mondo. In questo caso il
Creatore non si vuol confondere più di tanto con la creazione materiale e si
limita a dare generiche indicazioni sonore al trasformer/trickster/demiurgo che
esegue l’opera in modo perlopiù disastroso. In questo caso, il Creatore è una
sorta di sdegnoso “architetto cosmico” che affida il suo progetto ad un
“geometra” incapace di seguire le indicazioni operative. Il trickster condivide
alcune caratteristiche del Demiurgo gnostico: con la differenza che, in alcuni
casi, collabora con il Creatore. Marius Schneider riporta un quadro cosmologico
in cui il Creatore (Nord) si unisce al primo transformer (Terra-Madre), mentre
l’Eroe Civilizzatore (Est) si accoppia con il secondo transformer (la Dea della
Guerra). In tutti i casi, il Vero Dio Onnipotente rimane sullo sfondo, non
confondendosi né con il Creatore, né con il Civilizzatore, né tantomeno con i
transformer[1].
Altre volte, il trickster si serve dell’inganno e dell’imbroglio per portare a
termine i suoi progetti scatologici, per lo più determinati dalle sue
eccezionali pulsioni fisiologiche. Di solito il trickster si sforza d’imitare le
gesta del Creatore, finendo però per combinare disastri e contribuire così
all’empietà ed al caos del mondo. Il trickster rende possibile l’introduzione,
anche nel pensiero «primitivo», della corrispondenza analogica tra l’originaria
realtà buona e il desolante stato di fatto. Questo personaggio di solito
presenta fattezza teriomorfiche per collegare la sfera divina a quella animale
ed umana. Egli è un «utile idiota», nel migliore dei casi una sorta di buffone
cosmico in grado di provocare il rimpianto per la perfezione originaria
dell’ordine che egli- scimmiottando- ha rovinato; in alcuni casi dalle sue
finalità triviali si distillano benefici comunitari, come nel caso del furto del
fuoco, un’azione in cui lo vediamo sovente impegnato. Qualche volta il trickster
può rivelarsi sagace ed accorto:
Tezcatlipoca, il dio invisibile ed impalpabile- che
dà e toglie, innalza e abbatte-
assume la forma di Huehuecoyotl, il «coyote tamburo», famoso per la danza e la
scaltrezza delle sue azioni. In questo caso è il dio della guerra- uno dei più
importanti del pantheon azteco- a trasformarsi volutamente in una delle tipiche
ierofanie del buffone cosmico.
Il Coyote è il tipico trickster dei californiani Wintu che si contrappone
all’opera del creatore Olelbis e genera un mondo sottoposto alla morte e alla
finitezza, finendo per essere ucciso lui stesso. Negli
altopiani dell’America nord-occidentale, il Coyote è il progenitore dell’uomo,
che trae dal corpo di un mostro del fiume o dal tronco di un albero. In alcuni
casi, il Coyote desidera le mogli del figlio, che fa rapire. Dopo aver assunto
le sembianze del figlio si accoppia con le nuore, ma quando il figlio ritorna,
viene fatto precipitare in un torrente. Presso gli indiani della California, la
sua azione è associata, in contrapposizione dualistica, ad un’altra entità
teriomorfica che rappresenta il lato positivo e saggio della Natura: l’Aquila,
la Volpe o il Lupo. Un tipico
trickster è Daiirù dei Mundurucù- popolo cacciatore di teste dell’Amazzonia
centrale- che si contrappone a Karusakaibö. Daiirù è una sorta di grande
armadillo cosmico che cercando di sfuggire all’ira di Karusakaibö trova scampo
sotto terra, portando alla luce l’umanità che vive nel sottosuolo. Altro esempio
di trickster è Bamapama dei Murnghin dell’Australia Settentrionale. Bamapama ha
la bocca in cima al cranio, pratica l’incesto ed il cannibalismo ed è
protagonista di azioni assai grottesche. Bamapama mostra cosa diventerebbe la
comunità qualora si trasgredissero le norme tribali, operando come una sorta di
exempla negativo.
[1]
M.
Schneider, La musica primitiva,
Adelphi, Milano, 2004, p. 39.
[2]
Gogol’, Il Nevskij Prospekt,
Meridiani, Mondadori, Milano, 1994, p. 640.
Articolo pubblicato nella rivista
LexAurea42,
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