AUSTIN OSMAN SPARE
di Ottaviano Adriano Spinelli
Nere,
dense gocce di fluida conoscenza, come stille di misteriosa ambrosia, ardendo,
scivolano nella mia gola che intona la Canzone dell’Abisso. Stordito scopro
ulteriori, lucidi orizzonti ogni qualvolta i sensi inseguano il verso arcano e
l’immortale Segno tracciati dall’agile mano di Austin Osman Spare.
Sempre, quando il pensiero indaga il senso delle sue parole sulla carta vergate
e nella mente urlate, rimembro la fatata estasi dell’assenzio. Verde, salvifico
veleno che, nel silenzio dell’oblio dona chiarezza
a quanti rispettino i riti estranianti della sua liquida, sognante malia.
Così, qui ed ora, fra queste righe mi piace ricordare l’orma incancellabile che
il passo rombante di tale gigante ha impresso sulla mutevole terra del tempo.
Nel corso della vita pubblicò privatamente vari libri, iniziando,
diciassettenne, con “Earth Inferno”. Si trovò ad essere un membro
significativo di quella rinascita artistica che caratterizzò la Londra degli
inizi del Novecento, facendolo conoscere anche come giovane dotato nelle arti
magiche.
Partecipò al primo conflitto mondiale come artista di guerra e di lì
a poco si allontanò dai circoli artistici “ufficiali”, isolandosi in un
quartiere popolare di Londra. In quel luogo continuò la sua esistenza,
dipingendo ritratti delle figure locali e coltivando il suo particolare sistema
di magia.
Spare è famoso per la teoria dei Sigilli, realizzati al fine di inverare il
proprio Desiderio. Un’attenta lettura delle sue opere rivela, però, non solo dei
metodi per realizzare la cosiddetta “magia dei risultati”, ma anche un sistema
molto preciso legato al dettato della filosofia Buddista e Taoista.
I concetti del “Né l’uno Né l’altro” e del “l’essere in mezzo a” non possono non
essere apprezzati dalle persone che operino in tale ambito della conoscenza
misterica e magica.
Kenneth Grant, che conobbe Spare negli ultimi anni della sua vita terrena,
iniziò a pubblicare, negli anni settanta dello scorso secolo, testi che
ne illustravano l’opera e le teorie magiche, contribuendo, lodevolmente, alla
loro diffusione.
Nonostante le note biografiche più diffuse indichino quale data di nascita di
A.O.S. il 30 Dicembre 1886, è singolare e interessante quanto lo stesso Kenneth
Grant rammenta, in proposito, nelle pagine del suo “The Magical Revival”
pubblicato nel 1972 per i tipi della Frederick Muller Limited:
“H.P. Lovecraft, in uno dei suoi racconti dell’orrore allude a certe entità che
hanno il loro essere non nello spazio a noi noto, ma tra loro. Essi passano
tranquilli e primordiali, senza dimensioni e per noi invisibili.
Queste parole descrivono esattamente Austin Osman Spare. Le circostanze della
sua nascita sottolineano l’elemento dell’ambivalenza e della centralità che
costituisce il tema della sua magia. Egli mi disse di non sapere esattamente se
era nato il 31 Dicembre 1888 o il 1° Gennaio 1889 e se era Giano volto in avanti
o volto all’indietro. Ad ogni modo, qualunque fosse l’aspetto della divinità
bifronte che egli rappresentava più da vicino, è un fatto che la sua vita sia
stata un curioso miscuglio di passato e di futuro. Egli, quindi, non poteva
ricordare quando era nato, ma il luogo fu certamente Snowhill, Londra, ed egli
l’unico figlio di un poliziotto londinese.”
Dopo la “riesumazione” vivificante lodevolmente operata da Grant, un nuovo
interesse per Spare si sviluppò nei successivi anni ‘80 all’interno della scena
sub-culturale, industriale e sperimentale.
L’artista venne sempre più considerato una figura fondamentale nel campo non
solo dell’occultismo, ma anche dell’esperienza artistica e umana.
Oggi una nuova generazione di giovani si avvicina ai “temi” di questo, talvolta
misconosciuto, genio, studiando ed approfondendo la sua opera .
Altri intelletti scoprono l’irriverente paradosso celato nei suoi scritti,
cartacei lumi capaci di illuminare con gli strumenti dell’ombra. Nel profondo
egli scava usando glifi in qualità di chiavi universali. Rivelando si svela e di
sé, narrando, dice: “Celato nel labirinto dell’Alfabeto è il mio nome sacro,
il SIGILLO di tutte le cose sconosciute. Sulla terra il mio regno è l’Eternità
del DESIDERIO. Il mio desiderio si incarna nella fede e diviene carne, perché IO
SONO LA VERITA’ VIVENTE”. (Anatema di Zos, pag.15)
Lambire l’intima natura del Genio di Austin Osman Spare suscita in me,
costantemente, arcano turbamento, emozione profonda, vibrante percezione
intuitiva. Sono totalmente fascinato dall’armonico coacervo di immagini
metamorfiche e figure misteriche che popolano i suoi disegni.
Gli universi ulteriori, da lui evocati, appaiono alla stregua di una coerente
babele di proiezioni totemiche: ibridi organismi polimorfi
vivificati dall’ininterrotto segno grafico. La genesi, dallo spazio
vuoto, di moltitudini ancestrali che, accavallandosi, affollano tumultuose
dimensioni mai sazie di sempre nuove forme dell’immaginifico iconografico;
fenomeni visivi partoriti per
rivelare un atavico anelito alla fusione in incomparabili “orge di vita
atemporale”.
Egli crea “orgasmi simbolici” che suscitano, fatalmente, il riaffiorare di
misteriose “terre sommerse” costellate di consapevoli, antiche, perdute
“memorie”.
Curioso lettore, ti invito a penetrare l’emblematica selva delle dimensioni
metaforiche che l’Arte di Spare libera dalla trama del tessuto sovrasensibile.
Cogli, quale dono della sorte, la concretezza celata nella loro, apparente,
mutevole sostanza: otterrai, così, l’abilità di governare gli strumenti
operativi di uno straordinario ed efficace “sistema magico”.
Quattro sono i cardini fondanti di tale sistema: il principio di base è quello
del Self-Love inteso quale “Amore di Sé”, ovvero l’identificazione
iniziatica con l’Io profondo, il Genio Inerente, il Daimon svelato per farsi
Coscienza assoluta. Discende, quindi, il concetto di Zos-Kia, mistico
binomio dove Zos definisce la sfera della manifestazione spazio-temporale
del corpo fenomenico. Questo simulacro dialettico si struttura in una triarchia
ideale composta dalla Spoglia Bestiale che, abitata dal
Demone soggettivo, è coronata di un’Anima, potenzialmente immortale.
Altrimenti insieme, il Kia testimonia, invece, l’immanenza del Sé Cosmico,
l’oggettiva e fluida natura della Tenebra Matrice.
Infine, definitivo ma non ultimo paradigma, la Sigillazione … creato il
Sigillo, sarà necessario che questo venga “caricato” e successivamente
“proiettato”, scagliato sia negli spazi dell’infinitamente grande, sia in quelli
dell’incredibilmente piccolo. La via per la realizzazione del Desiderio passa
attraverso l’oblio del Desiderio medesimo. Il gesto psichico del “bere sino in
fondo la nera sostanza del Calice dell’Id” si realizza nella metafora
dell’abbracciare il Tutto per cogliere il
Nulla, anelando a divenire, finalmente, Sé, ed essere, in tal frangente,
icona fenomenica della libertà.
Cancella ogni ansia intellettuale e qualunque, contradditoria, tensione
appartenga alla dinamica della mente raziocinante; suscita la quiete del
giudizio e placa la brama viscerale. Sospeso il respiro, avrai acquisito lo
stato di Né-Né, il niente di niente che consentirà al Tuo Io Ulteriore di
osservare, privo di turbamento, il miracolo della Metamorfosi Volitiva … questa
è la “Postura della Morte”.
Spare, sovente, praticava la scrittura automatica ed amava narrare d’essere
in contatto con “intelligenze preterumane”, enti occulti conosciuti anche
con l’attributo di “Spiriti-Guida”. Egli sosteneva che, talvolta, questi
disegnassero e dipingessero in vece sua. Le sembianze di uno fra questi
familiari disincarnati sono immortalate in un suggestivo ritratto: il suo nome
era Aquila Nera. La frequentazione delle sfere ultramondane e dei soggetti
alieni che le pervadono contribuirono non poco allo sviluppo delle virtù
pittoriche di Austin, abilità che gli consentirono ancora più profonde
esplorazioni del sovrasensibile. Egli affermava che la realizzazione del Sé
passasse attraverso la creazione grafica dei propri, individuali, Sigilli In
ragione di ciò compose un particolare mazzo di carte da lui chiamato “Arena di
Anon”. Le lamine raffiguravano i glifi del suo Alfabeto del Desiderio e la loro
visualizzazione favoriva la dinamizzazione della relativa catena simbolica, così
da consentire l’ablazione delle remore intellettuali per innescare la capacità
“simpatica” di mutare la struttura della contingenza fenomenica, quindi operare
… Magia.
Ora, qui, dipanando l’intreccio gassoso del pensiero per mutarlo nell’ordine
lineare dello stigma scritturale, rammento altre parole, diversi pensieri …
ricordo un passo di Carl Gustav Jung:
“ L’incontro con se stessi è una delle esperienze più sgradevoli alle quali si
sfugge proiettando tutto ciò che è negativo sul mondo circostante.
Chi è in condizione di vedere la propria ombra e di sopportarne la conoscenza ha
già assolto una piccola parte del compito”.
Spare fu ed è Maestro dell’Ombra, immacolato messaggero della “aristocrazia
spirituale”. Non si piegò ad alcun compromesso, preservò la propria integrità da
qualsivoglia, comoda, “revisione” e quindi, quale novello Prometeo, urlò in
faccia al mondo la propria “Arte” senza ipocrisia. In ragione di ciò pagò
l’inevitabile prezzo dell’indigenza materiale e della emarginazione sociale.
Egli fu ed è l’avanguardia
rivoluzionaria del Sigillo che precede il pensiero e coniugando la sostanza
occulta al manifesto contestuale, si fece ieratico alfiere della
totale responsabilità soggettiva; intraprese ed illustrò il solitario
Viaggio verso l’Abisso compiuto senza l’ausilio di alcun sacrificio “animale”
rivelando, in tal guisa, l’assoluta modernità della Coscienza Atavica.
Vi presento Austin Osman Spare, incoercibile ribelle … una Strega …
Articolo pubblicato nella rivista
LexAurea43,
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