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Il Cielo Lunare
Samael Aun Weor |
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IL CIELO LUNARE
La Grande Opera individuale si compie sotto il dominio zodiacale delle Potenze
Titaniche...
Le Dodici Fatiche di Ercole, prototipo dell’Uomo autentico, segnalano e indicano
la via segreta che ci deve portare fino a raggiungere i gradi di Maestro
Perfetto e Grande Eletto...
Prima di tutto viene la cattura e uccisione del Leone di Nemea: la forza degli
istinti e delle passioni incontrollate che tutto devastano e divorano...
In stato di estasi, fui portato di proposito, coscientemente e concretamente, al
mondo lunare (o mondo astrale) e li mi si rivolsero consigli con infinita
saggezza...
Rimasi commosso nel più profondo dell’Anima quando incontrai, li, l’Anziano del
Tempio dei due volte nati. Il nostro amato Rettore, il Santo Vecchio, sembra per
certo avere tutte le caratteristiche del limone, ma è evidente che irradia Amore
infinito...
Compresi che per avere diritto all’ascesa al Cielo Lunare (astrale superiore)
dovevo prima scendere agli Inferni Seleniti (astrale inferiore) ed affrontare
coraggiosamente le Tre Furie....
Mentre scrivo, mi torna alla mente quel passo iniziatico in cui Ginès de Lara,
condotto dal suo Maestro, contempla, stupito, le acque del lago dai riflessi
metallici...
«Guarda ora qui!», esclama il Mahatma...
Ginès volse lo sguardo e gli si rizzarono i capelli al vedere due cose mai viste
da alcun mortale, ma non per questo meno paurose nè meno vere...
Vide dapprima, come in un gigantesco telescopio, gli abitanti del lato visibile
della Luna: esseri infelici, sventurati, più di quanto sia possibile immaginare
ed intorno alla cui origine e natura si mantiene un assoluto segreto tra “coloro
che tutto sanno”...
E vide poi qualcosa di ancor più meraviglioso: il segreto dell’altra faccia del
satellite, ossia dell’emisfero sempre rivolto al lato opposto e dal quale non è
mai possibile osservare la Terra miserabile; luogo in cui qualche mistico ha
voluto, pertanto, situare il Paradiso di Enoch e di Elia, i due jina del popolo
ebraico...
Dopo questa piccola digressione, continuiamo con il tema del presente capitolo.
Quando volli salire lungo la simbolica Scala di Giacobbe, il Santo Vecchio del
Tempio staccò dall’Albero della Conoscenza - o Albero della Scienza del Bene e
del Male - un ramo delizioso e me lo fece odorare. La sua fragranza era, a dir
poco, nirvanica. «Odora sempre questa fronda perché tu possa salire», furono le
parole dell’Adepto...
È indiscutibile che dobbiamo praticare il Sahaja Maithuna: aspirare la deliziosa
fragranza del frutto proibito ma non mangiarlo: questa è la Legge...
Negli Abissi di Selene iniziai il mio lavoro disintegrando Giuda, il Demonio del
Desiderio...
Va chiaramente detto, con il dovuto rilievo, che al momento opportuno e grazie
all’aiuto diretto della mia Divina Madre Kundalini, l’orribile Demonio del
Desiderio venne ridotto in cenere...
Più tardi dovetti continuare il mio lavoro con l’inquieto Demonio della Mente
che ci provoca tanta amarezza; l’esecrabile Pilato di tutti i tempi...
Annientamento! Parola terribile... Fu quello il finale catastrofico del Pilato
fatale che mi tormentava...
Continuai successivamente il lavoro nell’abisso attaccando Caifa, il Demonio
della Mala Volontà, la più detestabile delle Tre mitiche Furie all’interno di
ciascuno di noi...
La Terza Furia morì, evidentemente, dopo aver ricevuto diversi colpi di lancia
nel corpo...
Nessun’altra la eguagliava nell’orribile aspetto; nessun altra aveva tante serpi
nella chioma; temuta dalle sue stesse sorelle la sventurata portava tra le mani
tutti i gorgonei veleni dell’inferno...
Mi riuscì di verificare nelle Tre Furie tutto il processo di morte, con una
chiarezza che aveva dello stupefacente...
Necessariamente, si succedettero in loro tutte le trasformazioni magiche cantate
da Ovidio...
Se da principio erano gigantesche ed orribili, come il mostruoso Polifemo della
terra maledetta, divoratore implacabile dei compagni di Ulisse, poi, poco prima
del sopraggiungere della Parca sovrana, avevano già l’aspetto di bimbi appena
nati...
Così morirono, per mia fortuna, quelle esecrabili ombre, quei tre traditori che
portavo di dentro...
Ahi, ahi, ahi! Che sarebbe stato di me senza l’aiuto della mia Divina Madre
Kundalini?
Invocavo la mia Madre dal fondo dell’abisso ed Ella impugnava la Lancia di
Eros...